2013/04/20

Lunacomplottista vittima del complottismo: Bart Sibrel accusato di essere un rettiliano

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di christianpier*.

Bart Sibrel, uno dei più rumorosi sostenitori delle tesi di messinscena intorno agli sbarchi sulla Luna, per anni ha inseguito e assillato gli astronauti protagonisti di queste missioni, tanto che alla fine uno di loro, Buzz Aldrin, gli ha assestato un cazzotto storico, ripreso dalla troupe video di Sibrel, nel 2002.

Il lunacomplottista basa le proprie accuse di falsificazione sull'evidenziazione di presunte anomalie nelle riprese video e fotografiche delle missioni Apollo. Le anomalie sono in realtà fenomeni normali che si verificano anche in altre riprese analoghe, sia sulla Terra che nello spazio, anche nel corso di missioni che non sono in dubbio, ma Sibrel rimane irremovibilmente convinto delle proprie tesi.

Su Youtube è comparso da poco un video, mostrato qui sotto, che dimostra (perlomeno secondo gli standard di Sibrel) un'accusa forse ancora più clamorosa: Bart Sibrel sarebbe in realtà un rettiliano, ossia una creatura che nasconde le proprie vere sembianze simulando un aspetto umano, e a volte questo mascheramento non funziona perfettamente. Nel video, infatti, si vede che durante una sua apparizione televisiva su Fox News i suoi occhi perdono l’aspetto umano e prendono quello tipico dei rettili. E a chi vede complotti dappertutto un video su Youtube basta e avanza, come prova.


Il video è tratto da un'intervista di Fox News, il cui originale è disponibile qui e risale presumibilmente al 2009.

Ovviamente si tratta di artefatti della compressione digitale e della pessima qualità del video, realizzato riprendendo un monitor, ma è stupendamente ironico che chi ha usato video sgranati e maldestramente interpretati come prove delle proprie teorie sia ora vittima del suo stesso metodo usato da altri su di lui.

2013/04/16

Scaricabile la quarta edizione di “Luna? Sì, ci siamo andati!”

di Paolo Attivissimo

Ho appena finito di mettere online l'EPUB della quarta edizione di “Luna? Sì, ci siamo andati!”, il mio libro di risposta alle tesi di messinscena degli sbarchi sulla Luna. Si tratta principalmente di un'edizione di ripulitura di alcuni refusi e magagne tecniche, come elencato in dettaglio qui.

Le versioni Kindle e PDF aggiornate verranno aggiunte nei prossimi giorni.

Come sempre, il libro è scaricabile gratuitamente in formato EPUB e PDF ed è acquistabile come e-book per Kindle o su carta presso Amazon.com. Tutti i link per lo scaricamento e l'acquisto sono in questa pagina.

2013/04/08

La foto lunare “rivelatrice” di Room 237

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di claudio@lev*.

Il documentario Room 237 (2012) di Rodney Ascher, dedicato alle teorie d'interpretazione del film The Shining di Stanley Kubrick, riprende (da 54:10 a 1:02:20) un classico del complottismo lunare: la tesi secondo la quale Kubrick avrebbe diretto le riprese falsificate delle missioni lunari.

Una delle presunte prove viene mostrata a 55:08 con quest'immagine:


Stando alla voce fuori campo, il bagliore bluastro nel cielo sarebbe un riflesso errato del telo di front projection utilizzato per i fondali del set cinematografico. La tesi è errata perché è totalmente inutile usare la front projection per creare un cielo completamente nero, per il quale basta invece un classico fondale nero non illuminato.

La front projection fu effettivamente usata da Kubrick in 2001: Odissea nello spazio, ma per ricreare sul set le pianure africane, illuminate dalla luce del giorno (quindi con un cielo ricco di dettagli) nei primi minuti del film.

Inoltre, se il bagliore fosse stato un errore rivelatore della falsificazione, non si capisce perché i responsabili della produzione delle immagini false dello sbarco sulla Luna sarebbero stati così stupidi da lasciarlo e oltretutto pubblicarlo.

Il bagliore bluastro è semplicemente un danno all'emulsione multistrato delle pellicola a colori originali o nei loro duplicati: uno dei tanti presenti nelle foto Apollo, come discusso in questo articolo. Nessun mistero, insomma.

Quello che è invece molto interessante è che l'immagine mostrata da Room 237 è manipolata, perché le crocette nere (reseau marks) non formano una griglia regolare come dovrebbero invece fare. Questo indica che si tratta di un fotomontaggio ottenuto combinando varie fotografie.

Tre crocette disallineate nella porzione inferiore
dell'immagine di Room 237.


Osservando l'immagine si nota che la telecamera mostrata è montata su un treppiedi. Questa configurazione fu usata soltanto in tre missioni: Apollo 11, 12 e 14 (le altre usarono una telecamera montata sulla jeep elettrica, il Rover). Inoltre la forma della telecamera è compatibile con quella usata nelle missioni 12 e 14, ma non con quella più piccola e piatta usata per Apollo 11.

A questo punto è sufficiente sfogliare le fotografie di queste due missioni per scoprire la foto non fa parte delle immagini dichiarate dalla NASA e soprattutto che la posa dell'astronauta e della telecamera è perfettamente identica a quella nelle foto AS14-66-9301 e 9302 (Apollo 14), ma lo sfondo è completamente diverso. È come se qualcuno avesse ritagliato l'astronauta e lo avesse incollato su uno sfondo differente la cui provenienza è ignota (a giudicare dai rilievi modesti, presumo sia di Apollo 12 o 14).


L'astronauta in Room 237.
L'astronauta in AS14-66-9301.


La foto 9301, fra l'altro, ha nel cielo un bagliore blu, proprio come l'immagine proposta da Room 237, come si può vedere qui sotto:

Foto AS14-66-9301.


Il fatto che Room 237 abbia utilizzato una fotografia falsa delle missioni lunari per argomentare che le foto delle missioni lunari sono false è decisamente eloquente.