2014/03/05

Ci ha lasciato Bill Pogue, astronauta Apollo Skylab

di Paolo Attivissimo.

Si è spento a 84 anni il 3 marzo scorso Bill Pogue, che insieme a Gerry Carr e Ed Gibson trascorse 84 giorni nello spazio a bordo dello Skylab, la prima stazione spaziale statunitense, fra novembre del 1973 e febbraio del 1974, stabilendo un nuovo record di permanenza ininterrotta nello spazio per l'epoca e concludendo l'occupazione umana dello Skylab.

La sua missione stabilì anche un altro primato, piuttosto inconsueto, effettuando il primo “sciopero” spaziale: oberati da un carico eccessivo di esperimenti e attività per una missione di così lunga durata, i tre astronauti si ribellarono alle istruzioni e al monitoraggio intrusivo del Controllo Missione e ripianificarono il lavoro secondo ritmi meno frenetici. Non è un caso che le immagini scattate durante la missione li mostrano con barbe lunghe, ben lontane dall'aspetto classico degli astronauti.

Pogue fece parte degli equipaggi di supporto agli astronauti delle missioni Apollo 7, 11 e 14 ed era stato assegnato alla missione lunare Apollo 19 come pilota del Modulo di Comando, ma Apollo 19 fu cancellata. Volò comunque in un veicolo Apollo per raggiungere lo Skylab.

Nato il 23 gennaio in Oklahoma, William Reid Pogue era colonnello dell'aviazione statunitense (in pensione). Nel corso della propria carriera aveva volato su cacciabombardieri nella Guerra di Corea fra il 1953 e il 1954, passando poi alla pattuglia acrobatica militare dei Thunderbirds dal 1955 al 1957. Aveva al suo attivo 7200 ore di volo, di cui ben 2017 nello spazio.

Dopo la sua missione si era dedicato alla consulenza e alla divulgazione aerospaziale e aveva scritto vari libri, fra i quali segnalo How Do You Go to the Bathroom in Space?, che raccoglie le sue risposte alle domande più frequenti postegli durante le centinaia di conferenze tenute presso scuole e associazioni nell'arco di oltre quattro decenni, e la propria biografia, But for the Grace of God (2011).

Bill Pogue lascia la moglie Tina e tre figli.

Bill Pogue (a testa in giù) e Gerry Carr (a sinistra) a bordo dello Skylab.


Bill Pogue (a sinistra) a bordo dello Skylab insieme a Gerry Carr (a destra).
Foto S74-17304.

Decollo della missione Skylab 4 a bordo di un Saturn IB, 16 novembre 1973.

Foto ufficiale dell'equipaggio di Skylab 4: da sinistra, Gerry Carr, Ed Gibson e Bill Pogue.


Fonti: Kennedy Space Center Visitor Complex, NASA, Space Safety Magazine, Collectspace.comSpaceflight InsiderWilliampogue.com.

2014/03/01

Teorie di falsificazione: il problema dei riflessi nelle visiere

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di red_leader*.

Ieri la NASA ha tweetato questa foto dell'astronauta Mike Massimino, segnalando la sua partecipazione alla puntata odierna di Big Bang Theory. È la classica foto ufficiale di un astronauta che indossa la tuta completa per le passeggiate spaziali, ma ha una particolarità: la visiera dorata riflettente del casco è abbassata e quindi fa da specchio, mostrando tutto quello che sta davanti al soggetto fotografato.

Questa particolarità mette bene in evidenza uno dei problemi tecnici insiti nell'ipotetica falsificazione delle immagini scattate sulla Luna e nello spazio: se l'astronauta aveva la visiera riflettente abbassata, come avveniva quasi sempre, come si poteva evitare di fotografare, filmare o trasmettere ciò che stava di fronte a lui?

Se si fosse trattato di un set cinematografico, come sarebbe stato possibile nascondere le apparecchiature di ripresa, le luci, il regista e tutti gli altri tecnici di ripresa?

Come si vede bene in questa foto di Massimino, la stanza in cui si trova e i pannelli luminosi sono molto ben visibili nel riflesso. Nascondere tutte queste cose in modo perfetto, usando la tecnologia degli effetti speciali degli anni Sessanta, in migliaia di fotografie e ore di ripresa su pellicola e in video, sarebbe stata un'impresa titanica e sostanzialmente impossibile. Purtroppo coloro che sostengono la falsificazione delle missioni lunari non si soffermano mai a valutare concretamente quanto sarebbe stato in realtà difficile ottenere una messinscena perfetta.