2016/02/28

50 anni fa la NASA perdeva due astronauti: Charles Bassett ed Elliott See

di Paolo Attivissimo



È il 28 febbraio 1966. La NASA, con il programma Gemini, sta imparando tutto quello che serve sapere per poter mandare degli astronauti sulla Luna: come camminare e lavorare in assenza di peso, come effettuare rendez-vous e attracchi fra due veicoli spaziali. Molti membri degli equipaggi delle missioni Gemini viaggeranno poi fino alla Luna: Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Tom Stafford, John Young e Gene Cernan, per citarne alcuni.

Ma l’equipaggio della Gemini IX, costituito da Elliot See e Charles Bassett II, non avrà questa possibilità. See, 38 anni, e Bassett, 34 anni, partono intorno alle sette di mattina dalla base di Ellington, diretti allo stabilimento della McDonnell a St. Louis, a bordo di un addestratore T-38, accompagnati dall’equipaggio di riserva, Tom Stafford e Gene Cernan, su un altro T-38. Devono trascorrere a St. Louis una decina di giorni per ispezionare la loro capsula Gemini ed addestrarsi nel simulatore.

Alla partenza il tempo è ottimo, ma a St. Louis piove; le nuvole sono basse (a 600 metri di quota) e la visibilità è scarsa. All’arrivo sopra la base aerea di Lambert Field, poco prima delle nove, i due jet si trovano troppo vicini alla fine della pista d’atterraggio e così See vira a sinistra, stando sotto le nuvole, mentre Stafford si arrampica e rientra nelle nubi per tentare un altro avvicinamento, cosa che gli riesce senza problemi.

Ma la virata di See porta il suo T-38 vicino all’Edificio 101 della McDonnell, dove i tecnici stanno lavorando proprio alla capsula Gemini che dovrà portare See e Bassett nello spazio. Rendendosi forse conto di star perdendo quota troppo rapidamente, See accende i postbruciatori e tenta di virare bruscamente a destra, ma è troppo tardi: l’aereo colpisce il tetto dell’edificio con un’ala e si schianta, incendiandosi e uccidendo Bassett e See. Frammenti del loro aereo colpiscono la capsula Gemini. See viene sbalzato fuori dall'aereo; il suo cadavere viene ritrovato in un parcheggio adiacente. La testa di Bassett viene trovata incastrata fra le travi del tetto dell’Edificio 101. Se l’aereo fosse stato leggermente più basso, avrebbe distrutto la capsula e soprattutto ucciso decine di specialisti che vi lavoravano, mettendo in crisi l’intero progetto di arrivare alla Luna.

Non è il primo incidente che tronca la vita di un astronauta: era già successo con Theodore Freeman nel 1964. Ma è la la prima volta che la NASA si trova costretta a rimpiazzare l’equipaggio primario di una missione con quello di riserva. Stafford e Cernan voleranno nello spazio con la Gemini IX e diventeranno i primi ad effettuare con successo tre rendez-vous; in seguito voleranno insieme fino alla Luna con Apollo 10.

L’incidente aereo innesca un effetto domino che cambia il corso della storia: senza la morte di Bassett e See, per esempio, Buzz Aldrin non sarebbe stato scelto come membro di riserva per Gemini IX e non avrebbe volato con la Gemini XII a novembre del 1966; probabilmente non sarebbe stato il pilota del modulo lunare di Apollo 11 e quindi non sarebbe stato il secondo uomo a camminare sulla Luna. Inoltre Gene Cernan probabilmente non sarebbe stato l’ultimo uomo sulla Luna. Aldrin, amico e vicino di casa di Bassett, non dimenticherà mai che la sua presenza nei libri di storia è frutto di questa tragedia.

See e Bassett verranno sepolti al Cimitero Nazionale di Arlington, uno vicino all’altro. I loro nomi non sono noti ai più, forse perché sono morti prima di andare nello spazio, ma sono incisi nello Space Mirror Memorial al Centro Spaziale Kennedy, insieme a tutti gli altri astronauti deceduti nello svolgimento del proprio compito, e sono stati portati sulla Luna dagli astronauti di Apollo 15 nella targa che accompagna la statuetta Fallen Astronaut collocata nei pressi della Hadley Rille.



Per aspera ad astra.


Fonti: NASA, AmericaSpace.