tag:blogger.com,1999:blog-4602787728262640392024-03-13T00:54:32.571+01:00Complotti lunariSmontare dubbi e deliri, onorare coraggio e ingegno<br>
Debunking doubters and lunatics, celebrating courage and ingenuityPaolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.comBlogger378125tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-20576735708523084402023-08-12T18:46:00.002+02:002023-08-12T18:46:45.355+02:00La storica telefonata presidenziale di Scott Carpenter non andò benissimo. Eccola<p><i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i></p>
<p>Sto lavorando alla traduzione di <i>Carrying the Fire</i>, l’autobiografia dell’astronauta Mike Collins, e a un certo punto Collins fa un accenno molto breve al fatto che il collega Scott Carpenter, veterano del programma Mercury, è “sott’acqua”.</p>
<p>Incuriosito da quest’indicazione così criptica, sono andato a cercare un po’ di informazioni e ho scoperto che Carpenter, dopo il suo volo, andò a fare il sub in Marina per il progetto SEALAB di basi sottomarine. Nel corso delle sperimentazioni passò in totale ben 28 giorni a 60 metri, stabilendo un nuovo record mondiale.</p>
<p>Il presidente Johnson volle telefonargli per congratularsi. Non andò bene, perché l'atmosfera era... beh, ascoltate e capirete.</p>
<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Gg0pMbc7Opk" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>
<p>
Carpenter stava chiamando da una camera di decompressione e durante la permanenza a bordo della stazione (la SEALAB II) respirava un’atmosfera composta da ossigeno ed elio. </p>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-17465876223599808612023-04-27T02:10:00.006+02:002023-04-27T02:12:39.478+02:00No, Aldrin non ha detto che l’allunaggio non è mai accaduto, e la distanza di Artemis II non smentisce le missioni Apollo<p><i>di Paolo Attivissimo</i></p>
<p>
Il <i>Corriere del Ticino</i> si è occupato delle tesi di complotto intorno
agli allunaggi con un
<a
href="https://www.cdt.ch/news/il-ritorno-delle-teorie-del-complotto-sullallunaggio-del-1969-315161"
>articolo di Facta News</a
>, dal quale cito questi due debunking rapidi (l’articolo ne riporta anche un
terzo che ho già descritto nel libro <i>Luna? Sì, ci siamo andati!</i>).<br />
</p>
<blockquote>
<p>
[...] Un altro contenuto disinformativo divenuto virale online utilizza
un video di 20 secondi contenente un dialogo tra la spettatrice di un
evento pubblico e l’astronauta statunitense Buzz Aldrin. Nel filmato, la
donna chiede ad Aldrin quale fosse stato «il momento più spaventoso» del
viaggio che ha condotto l’equipaggio sulla Luna e l’astronauta risponde:
«il più spaventoso… non è mai accaduto! Sarebbe potuto essere
spaventoso, certo». Questo breve filmato è stato presentato come una
confessione del fatto che l’allunaggio fosse un falso.
</p>
<p>
Ma anche in questo caso le cose
<a
href="https://facta.news/fuori-contesto/2023/01/27/buzz-aldrin-allunaggio-video/"
>non stanno così</a
>. Il filmato si riferisce a
<a href="https://buzzaldrin.com/qa-at-oxford-union/"
>un evento pubblico</a
>
organizzato il 13 marzo 2015 dalla
<a href="https://oxford-union.org/about">Oxford Union</a>, una società
di dibattito con sede nell’omonima città britannica. Nel
<a
href="https://www.youtube.com/watch?v=HV_bD3xQG9Y&ab_channel=OxfordUnion"
>video integrale</a
>
si capisce
<a
href="https://www.youtube.com/watch?v=HV_bD3xQG9Y&t=1809s&ab_channel=OxfordUnion"
>in modo chiaro</a
>
che la frase «non è successo» pronunciata dall’astronauta si riferisce
alla sensazione di paura durante il viaggio e non all’allunaggio. Subito
dopo la frase riportata nella clip, infatti, l’astronauta spiega nel
dettaglio che cosa intendeva con «sarebbe potuto essere spaventoso»,
<a href="https://youtu.be/HV_bD3xQG9Y?t=1837">raccontando</a> di aver
trovato un «interruttore rotto» nel modulo lunare e di essere riuscito a
risolvere il problema
<a href="https://www.history.com/news/buzz-aldrin-moon-landing-accident"
>usando uno stratagemma</a
>.
</p>
</blockquote>
<p>L’articolo cita anche un’altra tesi cospirazionista:</p>
<blockquote>
<p>
<a href="https://facta.news/antibufale/2023/04/26/artemis-allunaggio/"
>Un’altra notizia infondata</a
>
è stata condivisa sui social in questi giorni utilizzando in maniera
fuorviante un articolo dedicato alla prossima missione spaziale verso la
Luna denominata
<a href="https://www.nasa.gov/specials/artemis-ii/">Artemis II</a>. Chi
l’ha condivisa ha ripreso il sottotitolo dell’articolo, dove si legge
«La missione durerà una decina di giorni e porterà l’essere umano alla
maggior distanza mai raggiunta dalla Terra», sottolineando le parole
«distanza mai raggiunta». Questa parte sottolineata, secondo questa
teoria, dimostrerebbe che in realtà l’uomo nel 1969 non è mai stato
sulla Luna, perché in caso contrario quella distanza sarebbe stata in
realtà già raggiunta.
</p>
<p>
Niente di più falso. Leggendo l’articolo ripreso in maniera fuorviante,
infatti, si capisce il senso delle parole «distanza mai raggiunta».
L’equipaggio, composto da quattro astronauti, «volerà fin dietro la
faccia nascosta della Luna, spingendosi più lontano dalla Terra di
quanto non abbia mai fatto un essere umano». Il sito ufficiale della
missione
<a href="https://www.nasa.gov/specials/artemis-ii/">spiega</a> infatti
che l’equipaggio «arriverà circa 6.400 miglia [n.d.r. 10.300 km] oltre
la Luna». Si tratterebbe del punto più lontano raggiunto finora dalle
missioni spaziali con equipaggio umano, come
<a
href="https://www.scientificamerican.com/article/nasa-announces-the-astronaut-crew-for-artemis-ii-lunar-flyby/"
>conferma</a
>
ad esempio la celebre rivista di divulgazione scientifica Scientific
American.
</p>
</blockquote>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-60309870082342608632022-09-05T14:41:00.001+02:002022-09-05T14:41:14.666+02:00Massimo Polidoro e il sottoscritto smontano il lunacomplottismo a Focus TV (2020)<p>
Sul mio blog <i>Il Disinformatico</i> ho <a href="https://attivissimo.blogspot.com/2019/07/ci-vediamo-su-focus-tv-il-18-luglio-per_1.html">raccontato</a> che a luglio 2019 ho
registrato insieme a Massimo Polidoro un programma per il canale televisivo italiano Focus TV, interamente
dedicato allo smontaggio delle tesi complottiste intorno agli allunaggi umani
del programma Apollo. Il video è a disposizione su YouTube ed è incorporato
qui sotto. Buona visione.<br /></p>
<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/vhvLGdXygUo" title="YouTube video player" width="560"></iframe>
</div>
Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-34029295788434759522022-08-14T18:22:00.002+02:002022-08-14T18:22:52.270+02:00Debunking di otto minuti del video lunacomplottista di Massimo Mazzucco<div align="center"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/7j9KoqD7iow" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>
<p>Su invito di <i>Open</i>, esamino otto minuti di video complottista e ne spiego gli errori e le falsità. Le tesi sono che gli astronauti fossero mogi nella conferenza stampa post-missione (tutt’altro, ridono e scherzano), che si sarebbero rifiutati di giurare sulla Bibbia di essere andati sulla Luna (falso; lo fecero eccome) e che Neil Armstrong si sarebbe rifiutato di partecipare ai festeggiamenti per il quarantennale (falso, andò pure alla Casa Bianca).<br /></p>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-85768081993120583252022-02-22T19:54:00.001+01:002022-02-22T19:54:10.308+01:00Immagini di Apollo 11 e Apollo 12 dalla sonda indiana Chandrayaan-2<p><i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i></p><p>Segnalo qui brevemente queste nuove immagini dei moduli lunari di Apollo 11 e 12 sulla superficie lunare, frutto di elaborazione digitale per estrarre nuovi dettagli. Le immagini sembrano essere state scattate il 2 e 5 aprile 2021.<i> </i><br /><br />
</p><blockquote class="twitter-tweet tw-align-center" data-partner="tweetdeck"><p dir="ltr" lang="en">Apollo11 landing image from Chandrayaan2's OHRC processed by using ISIS3! <a href="https://t.co/fF9weHHPZ5">pic.twitter.com/fF9weHHPZ5</a></p>— Shan (Shanmuga Subramanian) (@Ramanean) <a href="https://twitter.com/Ramanean/status/1496128432811708416?ref_src=twsrc%5Etfw">February 22, 2022</a></blockquote>
<blockquote class="twitter-tweet tw-align-center" data-partner="tweetdeck"><p dir="ltr" lang="en"><a href="https://twitter.com/hashtag/Apollo12?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#Apollo12</a> and <a href="https://twitter.com/hashtag/Surveyor3?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#Surveyor3</a> is much clearer than the Apollo11 in Chandrayaan2 images.. Ladder is visible at the top right of the module? <a href="https://t.co/buHId30Pah">pic.twitter.com/buHId30Pah</a></p>— Shan (Shanmuga Subramanian) (@Ramanean) <a href="https://twitter.com/Ramanean/status/1496143223810838530?ref_src=twsrc%5Etfw">February 22, 2022</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="https://platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<p>Le immagini originali sono, a quanto pare, consultabili presso <a href="https://idp.issdc.gov.in/auth/realms/issdc/protocol/openid-connect/auth?response_type=code&client_id=Pradan&redirect_uri=https%3A%2F%2Fpradan.issdc.gov.in%2Fpradan%2Fprotected%2Fbrowse.xhtml">questo sito</a> (che richiede registrazione) con <a href="https://twitter.com/HARSH73263243/status/1496138094982361093">questi</a> codici di riferimento: <br /><br /></p><ul style="text-align: left;"><li>ch2_ohr_ncp_20210402T0546284043_d_img_d18.zip (Apollo 11) </li><li>ch2_ohr_ncp_20210405T1606536730_d_img_d18.zip (Apollo 12) </li><li>ch2_ohr_ncp_20210405T1606537227_d_img_d18.zip (Apollo 12) </li></ul><p>È tutto quello che so, al momento. <br /></p>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-90551024346673084122021-12-05T21:55:00.015+01:002022-02-09T12:31:18.665+01:00I refusi di Forever Young, l’autobiografia di John Young, corretti per l’edizione italiana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i
><a
href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhptLfV1-5b3_RDPIfyfsZIoxE0OXGo_YbcPrLuR1iEZIilP6Nek8obZJmU-ZTj79mAQd4QYPDvnxYzXhx0x_cojW52Q0dlML6ZfGj2n3pq8G7Jj4EPNa1ICClb7tCyQwesTCMm0STQ2JsK0WFnYPsYz5Wpk36TEMHpJOGKXurJ4RQI4Gs54na9o7pe=s400"
style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"
><img
border="0"
data-original-height="400"
data-original-width="267"
height="320"
src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhptLfV1-5b3_RDPIfyfsZIoxE0OXGo_YbcPrLuR1iEZIilP6Nek8obZJmU-ZTj79mAQd4QYPDvnxYzXhx0x_cojW52Q0dlML6ZfGj2n3pq8G7Jj4EPNa1ICClb7tCyQwesTCMm0STQ2JsK0WFnYPsYz5Wpk36TEMHpJOGKXurJ4RQI4Gs54na9o7pe=s320"
width="214" /></a
></i>
</div>
<p>
<i
>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle
<a
href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html"
>donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a
></i
>. <i>Ultimo aggiornamento: 2022/02/09.</i><br />
</p>
<p>
<i>Forever Young</i> è la dettagliata autobiografia dell’astronauta John W.
Young<i>,</i> protagonista eccezionale di un’epoca eccezionale. Fu uno degli
astronauti più professionalmente longevi, iniziando con le missioni
<i>Gemini</i> per poi effettuare ben due voli lunari con il programma
<i>Apollo</i> e restando alla NASA fino agli anni iniziali del programma
<i>Shuttle</i>, di cui comandò il rischiosissimo volo inaugurale.
</p>
<p>
Young è morto nel 2018 dopo lunga malattia e ci ha lasciato i suoi ricordi in
questa autobiografia di oltre 400 pagine, pubblicata nel 2013 e scritta
insieme a James R. Hansen.
</p>
<p>
Nei mesi scorsi ho partecipato, insieme a vari esperti, alla revisione tecnica
della traduzione italiana di questo libro.
</p>
<blockquote>
<b>2022/02/09:</b> il libro è ora
<a href="https://www.cartabianca.com/catalogo/forever-young/">disponibile</a>
in edizione cartacea e in e-book grazie agli sforzi dell’editore
<a href="https://www.cartabianca.com">Cartabianca</a>. Il titolo italiano è
<i>Forever Young - Gemini, Apollo, Shuttle: una vita per lo spazio, </i>di
John W. Young con James R. Hansen. Il libro è composto da 474 pagine, ha
copertina flessibile e include 220 foto e 247 note esplicative. Costa € 19,90
in versione cartacea e € 11,99 in versione digitale (varianti Amazon Kindle,
Apple ed ePub).
<b
>Per i lettori del <i>Disinformatico</i> c’è uno sconto del 15% sulla
versione digitale</b
>
(la legge italiana impedisce di fare altrettanto per la versione cartacea): è
sufficiente usare il codice <i>lunanuova</i> al momento del <i>checkout</i>.
</blockquote>
<p>
La lettura particolarmente attenta che si fa quando si traduce e rivede un
testo ha portato alla luce alcuni errori che credo che sia opportuno segnalare
e che verranno corretti nell’edizione italiana.
</p>
<p>
Correggere gli errori di un astronauta così leggendario può sembrare
pretenzioso, e forse anche antistorico e infedele all’originale, ma in un
campo nel quale i miti e le dicerie si formano facilmente e mettono radici che
spesso portano a equivoci anche dannosi, credo che queste correzioni debbano
essere fatte, in modo che il lettore riceva direttamente la versione esatta
degli eventi.
</p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a
href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEgEViWCJwuo-YDjfY9-Co935l7w57tmsCVNbLZGf2g_YtrGFirCs145RZtalAGk_C84m4G0R6WRTEdPo5r8iNX_spIY3u1JvR7-sruEB8R74anjLjCxa2d7q_zNL8izaTt9U2bq1cC3RnqmTSt4knsED3gqN1mqpJn4JEmwcqVNNG0bF99OQ=s4046"
><img
border="0"
data-original-height="4046"
data-original-width="4046"
src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEgEViWCJwuo-YDjfY9-Co935l7w57tmsCVNbLZGf2g_YtrGFirCs145RZtalAGk_C84m4G0R6WRTEdPo5r8iNX_spIY3u1JvR7-sruEB8R74anjLjCxa2d7q_zNL8izaTt9U2bq1cC3RnqmTSt4knsED3gqN1mqpJn4JEmwcqVNNG0bF99OQ=w640-h640"
width="100%"
/></a>
</div>
<div class="d">
Young nel 1965, all’epoca della sua missione <i>Gemini</i>. Foto S65-22670.
</div>
<p>
Pubblico qui le correzioni effettuate finora, in modo che rimanga traccia
delle modifiche apportate al testo originale. Sono utili anche a chi legge il
libro originale e può restare perplesso di fronte ad alcuni suoi passaggi e
riferimenti.
</p>
<h3>Capitolo 1</h3>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>On STS-82 in April 1997 Susan Kilrain flew as only the third female shuttle
pilot.</i
>
In realtà era la missione STS-83.
</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>Greg Harbaugh, a 1978 graduate who flew on STS-30, STS-54, STS-71, and
STS-82</i
>.<i> </i>In realtà Harbaugh volò su STS-39, non STS-30.
</p>
<h3>Capitolo 8</h3>
<p>
<b>Originale:</b>
<i>Gemini X was to be the sixteenth manned American flight</i>.<i> </i>In
<a
href=" https://www.nasa.gov/mission_pages/mercury/missions/manned_flights.html"
>realtà</a
>
fu il quattordicesimo volo, non il sedicesimo: fu preceduto da 6 missioni
<i>Mercury</i> con equipaggio (Shepard, Grissom, Glenn, Carpenter, Schirra,
Cooper) e da 7 missioni <i> Gemini</i> con equipaggio effettuate prima della
10 (Gemini 3, Grissom/Young; Gemini 4, McDivitt/White; Gemini 5,
Cooper/Conrad; Gemini 6A, Schirra/Stafford; Gemini 7, Borman/Lovell; Gemini 8,
Amstrong/Scott; Gemini 9A, Stafford/Cernan).
</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>At a magnitude in excess of 1.7, Gamma Velorum in the constellation Vega is
one of the brightest stars in the night sky.</i
>
In realtà la stella Gamma Velorum si trova nella costellazione delle
<a href="https://www.eso.org/public/italy/images/eso1823b/">Vele</a> (o della
Vela), non nell’inesistente “costellazione Vega”. Si tratta chiaramente di un
errore di battitura:<i> Vega</i> al posto di <i>Vela</i> (il nome della
costellazione è infatti <i>Vela</i> anche in inglese).<br />
</p>
<h3>Capitolo 9</h3>
<p>
<b>Originale:</b> Tutta la descrizione fatta da Young delle attività degli
astronauti di <i>Apollo 8</i> in occasione dello scatto della famosa foto
della Terra che sorge da dietro la Luna è errata. In sintesi, i dialoghi e le
azioni sono attribuite da Young alle persone sbagliate. Per esempio, fu
Lovell, non Anders, a cercare la pellicola su richiesta di Anders; Lovell non
scattò nessuna foto della Terra che sorge; e fu Anders, non Borman, a scattare
la foto in bianco e nero e le due successive a colori. Nella traduzione
italiana sono state incluse delle note tecniche esplicative.
</p>
<h3>Capitolo 10</h3>
<p>
<b>Originale:</b> <i>coelliptic sequence initiators maneuver</i> è un errore
al posto di <i>coelliptic sequence initiation maneuver</i>, ossia “manovra di
avvio della sequenza coellittica”, come spiegato nel documento
<a
href="https://www.lpi.usra.edu/lunar/documents/Orloff_NASA_SP-4029_Apollo_By_the_Numbers_-_A_Statistical_Reference.pdf"
><i>Apollo by the Numbers</i></a
>, che a pagina 77 si riferisce proprio alla manovra di <i>Apollo 10</i>.
</p>
<h3>Capitolo 11</h3>
<p>
<b>Originale:</b> <i>center engine liquid engine line</i> è un
<a href="https://www.cram.com/essay/Apollo-13-Thesis/FCMX3T8UAV">errore</a> al
posto di <i>center engine liquid oxygen line</i>, ossia “linea dell’ossigeno
liquido del motore centrale”.
</p>
<h3>Capitolo 13</h3>
<p>
<b>Originale:</b> <i>“Orion, you’re stay for T-minus-1”</i>. La procedura
<i>stay/no-stay</i> a cui ci si riferisce qui si chiama <i>T1</i>, non
<i>T-minus-1</i>, come confermato a 104:34:19 nel diario di bordo della
missione.
</p>
<h3>Capitolo 14</h3>
<p><b>Originale:</b> <i>Mohave</i>. La grafia corretta è <i>Mojave</i>.</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>We supported the Apollo 17 crew as best we could. Honestly, Charlie and Stu
and I never wanted anything but the prime crew actually to make the launch;
in fact, the three of us all grew mustaches and vowed not to shave them
until those guys got off the launch pad.</i
>
Young dice che lui, Roosa e Duke (che componevano l’equipaggio di riserva di
<i>Apollo 17</i>), giurarono di non radersi i baffi fino al
<i>decollo</i> dell’equipaggio primario dalla rampa di lancio. Ma nella pagina
successiva Young riparla di radersi i baffi a proposito del rientro degli
astronauti dalla missione (<i>splashdown</i>). Le foto scattate nel Controllo
Missione durante <i>Apollo 17</i> documentano che Young aveva ancora i baffi
dopo il decollo dallla Terra della missione.
</p>
<p>
<b>Originale:</b> <i>lunar over mock-up</i> (nella didascalia delle foto) è un
refuso al posto di <i>lunar rover mock-up.</i>
</p>
<h3>Capitolo 17</h3>
<p>
<b>Originale:</b>
<i>The year 1982 saw four shuttle flights: STS-6 through STS-9</i>. Si tratta
di un refuso al posto di <i>1983</i>, dato che subito dopo Young cita queste
missioni collocandole appunto nel 1983.
</p>
<h3>Capitolo 18</h3>
<p>
<b>Originale:</b> [<i>...</i>]<i>
the left-hand SRB’s forward center field joint had experienced a gas leak to
the primary O-ring and showed some erosion</i
>. Negli Shuttle, di cui sta parlando qui Young, non esiste un
<i>"forward center field joint"</i>. I <i>field joint</i> sono le giunzioni,
realizzate durante l’assemblaggio (sul campo, da cui <i>field</i>), fra i
segmenti cilindrici che compongono i booster laterali a propellente solido. La
<a
href="https://slidetodoc.com/space-shuttle-program-solid-rocket-booster-processing-nasa/"
>documentazione Shuttle</a
>
mostra che esistono un <i>"forward field joint"</i>, un
<i>"center field joint"</i> e un <i>"aft field joint"</i>). Secondo la
documentazione che cita la missione in questione, che è la STS-41B (<a
href="https://www.govinfo.gov/content/pkg/GPO-CRPT-99hrpt1016/pdf/GPO-CRPT-99hrpt1016.pdf"
>House Report 99-1016</a
>, pag. 53;
<a href="http://www.astronautix.com/s/sts-41-b.html">Astronautix</a>), si
danneggiò la giunzione anteriore. Di conseguenza, nel tradurre è stato tolto
<i>"center"</i>.
</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>Also on board was an experiment involving living cells called the
Continuous Flow Electrophesis System (CFES)</i
>. Il nome esatto dell’esperimento era
<i>Continuous Flow </i>Electrophoresis<i> System</i>.
</p>
<p>
<b>Originale:</b> (in una nota)
<i
>STS-51G had Patrick Baudry, a retired air force pilot and astronaut for
France’s Centre Nationale d’Étude Spatiale (CNES)</i
>. Il nome corretto del CNES è <i>Centre national d'études spatiales</i>.
</p>
<h3>Capitolo 20</h3>
<p>
<b>Originale:</b> [...]
<i
>the pilot should steer his good tires over to the side of the runway or
else the high rollout strut coefficient would result in a sudden
uncontrolled ground loop</i
>. Sospetto che manchi (o sia sottinteso) <i>of friction</i> dopo
<i>coefficient</i>, altrimenti la frase non ha molto senso.
</p>
<p>
<b>Originale: </b>(nella nota)
<i
>in STS-3 Jack Lousma and Gordon Fullerton had problems with wind shears
coming down at Edwards</i
>. STS-3 atterrò a White Sands, non a Edwards.
</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>The SLI’s goal of delivering 100 pounds to orbit in a way that was 10,000
times safer was a big dream, in my opinion.</i
>
La frase, riferita all’epoca della Space Launch Initiative del 2000, non ha
senso per quel che riguarda <i>100 pounds to orbit</i>. I
<a
href="https://www.nasa.gov/sites/default/files/atoms/files/o54771327_2002.pdf"
>documenti</a
>
ormai storici sulla SLI contengono riferimenti al <i>10,000 times safer</i> ma
nulla su <i>100 pounds to orbit</i>. In compenso includono
<a
href="https://www.nasa.gov/sites/default/files/atoms/files/o54771327_2002.pdf"
>frasi</a
>
come <i>10,000 times safer and 100 times lower costs </i>oppure
<i>100 times cheaper and 10,000 times safer </i>o ancora
<i
><a
href="https://www.sae.org/publications/technical-papers/content/2002-01-1267/"
>100 times safer and 10 times cheaper</a
></i
>. Non è chiaro come debba essere corretta. Può darsi che Young intendesse
<i>100 </i>(o<i> 1000</i>)<i> dollars per pound to orbit</i> al posto di
<i>100 pounds to orbit: </i>alcuni
<a href="https://www.globalsecurity.org/space/systems/sli.htm">documenti</a>
<a href="https://www.hsdl.org/?view&did=466528">promettono</a> infatti
costi intorno ai 1000 dollari alla libbra (circa 2000 dollari al kg):
<i
>“SLI provides the catalyst for NASA and its partners, including the
Department of Defense, to explore new space transportation architectures.
NASA's strategic goals for a next generation RLV are to reduce the risk of
crew loss to approximately 1 in 10,000 missions while lowering the cost of
delivering payloads to low-Earth orbit to less than $1000 per pound” (<a
href="https://www.hsdl.org/?view&did=466528"
>Space Launch Initiative: A Program Review</a
></i
>).
</p>
<h3>Capitolo 21</h3>
<p>
<b>Originale:</b><i> x-ray defraction</i>. La grafia corretta è
<i>X-ray diffraction</i>.
</p>
<p>
<b>Originale:</b> <i>Don Petit</i>. La grafia corretta è <i>Don Pettit</i>.
</p>
<h3>Capitolo 22</h3>
<p>
<b>Originale:</b> [...]
<i
>when Columbia disintegrated on its way down from orbit the morning of 3
February 2003</i
>. Il disastro avvenne l’1 febbraio.
</p>
<p>
<b>Originale:</b>
<i
>In March 1997 I reported that STS-89 Endeavour the previous month had
suffered bottom damage</i
>. STS-89 volò nel gennaio 1998, per cui <i>March 1997</i> va corretto in
<i>February 1998</i>.
</p>
Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-7709441939928468402021-07-04T10:15:00.002+02:002021-07-04T10:15:35.579+02:00Gioielleria nello spazio: il magnifico meccanismo di attracco del veicolo Apollo<p>
<i
>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle
<a
href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html"
>donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a
>.</i
><br /><br />
Durante le missioni Apollo era necessario effettuare delle delicatissime
manovre di attracco e sgancio di due componenti principali del veicolo
spaziale: il Modulo di Comando (dove i tre astronauti dell’equipaggio
trascorrevano gran parte del tempo di viaggio) e il Modulo Lunare (usato da
due dei tre per scendere sulla Luna e ripartirne). Questi attracchi e sganci
servivano per consentire agli astronauti di trasferirsi da un modulo all’altro
e di abbandonare il Modulo Lunare quando non serviva più, dopo la ripartenza
dalla Luna.<br />
</p>
<p>
Qualunque fallimento di queste manovre metteva a repentaglio l’intera missione
e poteva avere conseguenze anche fatali per l’equipaggio.
</p>
<p>
Il successo di queste operazioni dipendeva dal perfetto funzionamento del
complicato meccanismo di attracco e sgancio, che doveva consentire prima
l’aggancio flessibile dei due veicoli e poi il loro accoppiamento a tenuta
stagna, e oltretutto doveva essere rimovibile per non ingombrare il tunnel di
trasferimento da un modulo all’altro e doveva anche essere riutilizzabile.
Come ogni componente del veicolo spaziale, inoltre, doveva essere il più
leggero e compatto possibile.
</p>
<p>
Una sfida ingegneristica assolutamente notevole, da gestire con precisione da orologiai, che viene descritta
minuziosamente per renderne chiara la soluzione in
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=4drYZcMY9jU">questo video</a>,
corredato da fonti tecniche di riferimento.
</p>
<p>
La descrizione è in inglese: se vi interessa che la traduca, lasciate un
commento di richiesta.
</p>
<div align="center">
<iframe
width="560"
height="315"
src="https://www.youtube.com/embed/4drYZcMY9jU"
title="YouTube video player"
frameborder="0"
allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture"
allowfullscreen
></iframe>
</div>
Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-14123156287615599732021-06-19T22:10:00.005+02:002021-06-19T22:11:13.611+02:00Gli astronauti lunari nei media: Buzz Aldrin promuove la Svizzera (2015)<p><i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i></p>
<p>Nel 2015 Buzz Aldrin (Apollo 11) ha girato questo video in Svizzera per promuovere la compagnia aerea Swiss.</p>
<p>Aldrin dice: <i>“When I first landed here, I said to myself, ‘This is simply out of this world. This is the most amazing landscape that I have ever seen!’ And you can believe me, I am familiar with out-of-this-world places. I have been on the Moon”</i>.</p><p>In traduzione: <i>“La prima volta che sono atterrato qui, mi sono detto ‘Questo è semplicemente fuori dal mondo. Questo è il paesaggio più stupefacente che io abbia mai visto!’ E potete credermi, io ho dimestichezza con i posti fuori dal mondo. Sono stato sulla Luna.” </i><br /></p>
<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/4g9TovunxXE" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-5685816385566963522021-06-19T21:48:00.004+02:002021-06-19T22:11:45.780+02:00Gli astronauti lunari nei media: Buzz Aldrin e “Rocket Experience” con Snoop Dogg (2009)<p><i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i></p>
<p>Nel 2009 l’astronauta Buzz Aldrin, protagonista del primo allunaggio umano a luglio del 1969 durante la missione <i>Apollo 11</i>, registrò un rap, intitolato <i>Rocket Experience</i>, insieme a Snoop Dogg, con buona pace di chi sostiene che gli astronauti lunari siano schivi e si tengano lontano dai media per la vergogna di aver mentito (sì, i lunacomplottisti dicono proprio così).</p><p>Qui sotto potete vedere sia il video della produzione del brano, sia il video del brano stesso.<br /></p>
<div align="center"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/la4uPBqgQlc" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>
<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/YRI6BghJ1PU" title="YouTube video player" width="560"></iframe></div>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-68977427617619355642021-06-12T23:46:00.005+02:002021-06-12T23:48:35.069+02:00Gli astronauti ridono e scherzano a proposito della “toilette spaziale”<p>
<i
>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle
<a
href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html"
>donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a
>.</i
>
</p>
<p>
Su Instagram è stato pubblicato questo spezzone di una conversazione fra il
giornalista britannico James Burke e alcuni astronauti del programma Apollo e
Gemini (Jim Lovell, Gene Cernan, James McDivitt, Harrison “Jack” Schmitt).
</p>
<div align="center">
<blockquote
class="instagram-media"
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>
<div style="padding: 16px;">
<a
href="https://www.instagram.com/p/CQAYdzpjsnq/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=loading"
style="background: rgb(255, 255, 255) none repeat scroll 0% 0%; line-height: 0; padding: 0px; text-align: center; text-decoration: none; width: 100%;"
target="_blank"
>
<div style="align-items: center; display: flex; flex-direction: row;">
<div
style="background-color: #f4f4f4; border-radius: 50%; flex-grow: 0; height: 40px; margin-right: 14px; width: 40px;"
></div>
<div
style="display: flex; flex-direction: column; flex-grow: 1; justify-content: center;"
>
<div
style="background-color: #f4f4f4; border-radius: 4px; flex-grow: 0; height: 14px; margin-bottom: 6px; width: 100px;"
></div>
<div
style="background-color: #f4f4f4; border-radius: 4px; flex-grow: 0; height: 14px; width: 60px;"
></div>
</div>
</div>
<div style="padding: 19% 0px;"></div>
<div
style="display: block; height: 50px; margin: 0px auto 12px; width: 50px;"
>
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</g>
</g>
</g>
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>
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<div
style="background-color: #f4f4f4; flex-grow: 0; height: 12.5px; margin-left: 2px; margin-right: 14px; transform: rotate(-45deg) translateX(3px) translateY(1px); width: 12.5px;"
></div>
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style="background-color: #f4f4f4; border-radius: 50%; height: 12.5px; transform: translateX(9px) translateY(-18px); width: 12.5px;"
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<div style="margin-left: 8px;">
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style="border-bottom: 2px solid transparent; border-left: 6px solid rgb(244, 244, 244); border-top: 2px solid transparent; height: 0px; transform: translateX(16px) translateY(-4px) rotate(30deg); width: 0px;"
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</div>
<div style="margin-left: auto;">
<div
style="border-right: 8px solid transparent; border-top: 8px solid rgb(244, 244, 244); transform: translateY(16px); width: 0px;"
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<div
style="border-left: 8px solid transparent; border-top: 8px solid rgb(244, 244, 244); height: 0px; transform: translateY(-4px) translateX(8px); width: 0px;"
></div>
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</div>
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style="display: flex; flex-direction: column; flex-grow: 1; justify-content: center; margin-bottom: 24px;"
>
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style="background-color: #f4f4f4; border-radius: 4px; flex-grow: 0; height: 14px; width: 144px;"
></div></div
></a>
<p
style="color: #c9c8cd; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 17px; margin-bottom: 0px; margin-top: 8px; overflow: hidden; padding: 8px 0px 7px; text-align: center; text-overflow: ellipsis; white-space: nowrap;"
>
<a
href="https://www.instagram.com/p/CQAYdzpjsnq/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=loading"
style="color: #c9c8cd; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 17px; text-decoration: none;"
target="_blank"
>A post shared by Jay (@apolloprogram)</a
>
</p>
</div>
</blockquote>
<script async="" src="//www.instagram.com/embed.js"></script>
</div>
<p>L’audio non è molto chiaro, per cui lo trascrivo qui:</p>
<blockquote>
LOVELL: ...Look, I’m busy over here, would you knead this for me? Which Borman
did to me that once!<br /><br />BURKE: I heard a rumour that oxygen
masks [would] be useful on occasions like that.<br /><br />CERNAN: They
were... they were... Admittedly they were used on Apollo 17. I used one.<br /><br />LOVELL:
The thing with Gemini... You're lucky to have to use it for the face!<br /><br />SCHMITT:
See, Jim, the most difficult part of it was detaching the sticky... material
from the body. And... and particularly if number two was free floating, and
that’s when you run the risk of number two hitting the fan! The
circulation...<br /><br />LOVELL: Now, what NASA had done, I think
incorrectly, in their engineering, they put a glue on here that was a little
too... too gluey, too tight, and if you had any amount of hair at all there,
it just about killed yourself [incomprensibile]. So anyway...
</blockquote>
<p>
In sintesi: Lovell sta spiegando a James Burke (storico giornalista
divulgatore della BBC, una sorta di Piero Angela britannico) il funzionamento
del sacchetto che ha in mano, che è un esemplare di
<i>Fecal Collection Bag</i>, ossia la “toilette” utilizzata dagli astronauti
per le missioni Apollo e in altre occasioni. L’imboccatura adesiva del
sacchetto andava applicata ai glutei in modo che le feci venissero raccolte
dentro il sacchetto, che aveva una rientranza nella quale era possibile
infilare un dito per agevolare il distacco delle feci dal corpo senza toccarle
direttamente (in assenza di peso manca appunto la gravità che normalmente
produce questo auspicabile distacco).
</p>
<p>
Una volta raccolte le feci, il sacchetto andava staccato dai glutei e richiuso
per evitare fuoriuscite, ma prima di richiuderlo era necessario inserire una
tavoletta di sostanza battericida (altrimenti le feci, conservate a bordo a
differenza dell’urina, avrebbero generato gas di fermentazione) e impastare il
tutto. Da qui la dichiarazione di Lovell “Scusa, qui ho da fare, ti spiace
impastare questo per me?”, e la precisazione che il collega Frank Borman lo
fece davvero una volta per lui (presumibilmente durante la missione
<i>Apollo 8</i>).
</p>
<p>
James Burke chiede se è vera la diceria che a volte gli astronauti usavano la
maschera per l’ossigeno durante questa procedura per non sentire gli odori, e
Cernan conferma di averla usata durante <i>Apollo 17</i>. Lovell precisa che a
bordo delle Gemini si era <i>“fortunati a doverla usare per la faccia”</i>,
con grande ilarità dei colleghi. Non sono sicuro di cosa intenda con questa
precisazione.
</p>
<p>
Interviene Harrison Schmitt, compagno di missione di Cernan in
<i>Apollo 17</i>, spiegando che
<i
>“la parte più difficile era staccare il materiale appiccicoso dal corpo” </i
>e aggiunge che se le feci fluttuavano libere c‘era il rischio che si
diffondessero in cabina per via della ventilazione forzata.
<i>Number two</i> è un eufemismo inglese per indicare le feci e
<i>when the shit hits the fan</i> è un modo di dire che indica un evento che
causa un grande e sgradevole scompiglio (come avverrebbe, appunto, nel caso di
escrementi lanciati contro un ventilatore acceso), e in questo caso Schmitt
sta giocando sul senso letterale delle parole, perché effettivamente le feci
degli astronauti avrebbero potuto colpire le ventole del sistema di
ventilazione di bordo, causandone lo spargimento per tutta la cabina.
</p>
<p>
Chiude lo spezzone Jim Lovell, che aggiunge un altro dettaglio della scarsa
efficacia e praticità del <i>Fecal Collection Bag</i>: l’adesivo usato era un
po’ troppo adesivo e quindi
<i>“se avevi anche un minimo di peli lì, quasi ti uccidevi.”</i>
</p>
<p>
Aspetti poco eroici e molto umani, ma raramente raccontati, di una serie di
missioni straordinarie.<br />
</p>
Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-81990970958826141952020-07-16T14:40:00.001+02:002020-07-16T14:40:47.596+02:00Updated PDF of “Moon Hoax: Debunked!” now available as a free download<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsHHB53qi_0joOHF8bH6PeOoapMyF_619XmvldVm1VO68IbIcISBLK0aGbO_dbfqjSHRAwzX1T0ZcgSOe7nUZbkcR5qmZvcsgh5JispIMjpK-ryQpm4D2sYPink70eVyA2hPq6h-8_nVzc/s1600/mhd-2013-20130415-copertina-A5-quarter-72dpi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="619" data-original-width="436" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsHHB53qi_0joOHF8bH6PeOoapMyF_619XmvldVm1VO68IbIcISBLK0aGbO_dbfqjSHRAwzX1T0ZcgSOe7nUZbkcR5qmZvcsgh5JispIMjpK-ryQpm4D2sYPink70eVyA2hPq6h-8_nVzc/s320/mhd-2013-20130415-copertina-A5-quarter-72dpi.jpg" width="225" /></a></div>
<i>Moon Hoax: Debunked!</i>, my book on conspiracy theories regarding the Apollo Moon landings, is now available in an extensively updated free printable PDF edition at <a href="http://www.moonhoaxdebunked.com/">Moonhoaxdebunked.com</a>.<br />
<br />
The PDF is available both in a high-resolution version (320 MB) and in low-resolution version (34 MB) and is suitable for two-sided printing. It also includes QR codes and shortened links so that you can easily watch the videos mentioned in the text.<br />
<br />
I wish to thank Gabriella Cordone Lisiero, who created the PDF files, for her patience and hard work.Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-48499437900333828082020-04-19T17:33:00.000+02:002020-04-19T17:33:01.832+02:00Video: conferenza sui complottismi lunari a Cadro, ottobre 2019<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
A ottobre 2019 ho avuto il piacere di tenere all’<a href="https://ideatorio.usi.ch/">Ideatorio</a> di Cadro (Canton Ticino) una <a href="https://attivissimo.blogspot.com/2019/10/stasera-parlo-di-complotti-lunari-cadro.html">conferenza</a> sul complottismo intorno alle missioni lunari, come spunto per parlare di queste avventure rimaste ancora ineguagliate dopo cinquant’anni. Il video è ora disponibile, per cui se vi interessa o se semplicemente volete rivedere qualcosa dai tempi in cui ci si poteva ancora incontrare in gruppo faccia a faccia, buona visione!<br />
<br />
<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/U3segGaU1gM" width="560"></iframe></div>
Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-44642974105637557352019-11-20T20:51:00.004+01:002020-01-16T15:14:14.993+01:00A rarely seen photo of Neil Armstrong on the Moon is recovered: AS11-40-5894<i>by Paolo Attivissimo</i><br />
<br />
A rarely seen Hasselblad photograph of Neil Armstrong during his historic moonwalk has been recovered better than ever before thanks to the digital restoration skills of Andy Saunders.<br />
<br />
There are surprisingly few photographs of Neil Armstrong on the Moon: most pictures of that first moonwalk in July 1969 show his crewmate, Buzz Aldrin, since most of the time Armstrong was holding the only camera taken out on the lunar surface.<br />
<br />
Some photographs show Armstrong partially. For example, this is AS11-40-5886:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN5BFwya7rtgclIzsHSHtdSNk7yssOIvQcHcwgPBX8WU4KnDf-tgIHMieBAvpP2Rfg-5NuQb5D8tKdx5T4Hqu1J0Qw3njCGzp52KUlrFPdeCi9NkAZhCKCLX1zGVAcPuhM_FL_Rju7-A4/s1600-h/AS11-40-5886+armstrong+flag.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340188022675892610" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN5BFwya7rtgclIzsHSHtdSNk7yssOIvQcHcwgPBX8WU4KnDf-tgIHMieBAvpP2Rfg-5NuQb5D8tKdx5T4Hqu1J0Qw3njCGzp52KUlrFPdeCi9NkAZhCKCLX1zGVAcPuhM_FL_Rju7-A4/s400/AS11-40-5886+armstrong+flag.jpg" style="display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 396px;" /></a><br />
<br />
We know it was taken by Aldrin and shows Armstrong because it is part of a sequence shot by Aldrin. Here’s a detail from that photograph:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQx0kZ5nlgLcRvAKA0un6omX4vvIzTtPvEEx7ATKj6wlf177yMVI4Eyb1fvrxklTdtdSFOihRjA3MFeTSFeDaYT-AVc55-nCYGh8kEfja-aljhh_JUqVyIgs_GtTOO4CnnR61Iq5S9dsc/s1600-h/AS11-40-5886HR-crop-armstrong.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340188026900235282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQx0kZ5nlgLcRvAKA0un6omX4vvIzTtPvEEx7ATKj6wlf177yMVI4Eyb1fvrxklTdtdSFOihRjA3MFeTSFeDaYT-AVc55-nCYGh8kEfja-aljhh_JUqVyIgs_GtTOO4CnnR61Iq5S9dsc/s400/AS11-40-5886HR-crop-armstrong.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 315px;" /></a><br />
<br />
Armstrong's legs can be glimpsed in another pair of photos, AS11-40-5895 and -5896:<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnFMDX8XWJ1qMRdRgRoPnOA71904kw7Cdh7L8i3CYOJgAmK6RXiesCvgYbMYsERJ04jQNJDKQw3nashNAz5mpGAJu8XXgii5CeK1skn1gBNoDnWKWm8E4MMT1Kap9jx5sON3PGc3y0HPQ/s1600-h/AS11-40-5895+armstrong.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340240909453029346" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnFMDX8XWJ1qMRdRgRoPnOA71904kw7Cdh7L8i3CYOJgAmK6RXiesCvgYbMYsERJ04jQNJDKQw3nashNAz5mpGAJu8XXgii5CeK1skn1gBNoDnWKWm8E4MMT1Kap9jx5sON3PGc3y0HPQ/s400/AS11-40-5895+armstrong.jpg" style="display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 396px;" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">AS11-40-5985.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjFDk4YJsvRKumb080c69fwMOIS0Vrm2Jr_vmuUXhNsV6gnVmq0gTq8PxT-qX7Oviz9J9cvE9ZiArvbKWNIg_q3yvWthToAtE7HcuzWlAhXY_q3uZnhmHAl0lWWkxxr4zj5Vkwxct__4/s1600-h/AS11-40-5896+armstrong.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340240911804105026" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjFDk4YJsvRKumb080c69fwMOIS0Vrm2Jr_vmuUXhNsV6gnVmq0gTq8PxT-qX7Oviz9J9cvE9ZiArvbKWNIg_q3yvWthToAtE7HcuzWlAhXY_q3uZnhmHAl0lWWkxxr4zj5Vkwxct__4/s400/AS11-40-5896+armstrong.jpg" style="display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 396px;" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">AS11-40-5896.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqRsEVluH6pweIPFZvQfAUrf_Lmn1yuatgYphEcQD6iSDd7OUD0NWdd0hbPp3SQ02j4B1XlsZ-JK8yCcrfOBXtgv1WmiRL-bYcWpjafktiqyscG8eNpPKx5bErFC21DCU54XLrlFHXBkI/s1600-h/AS11-40-5896+armstrong+detail.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340240912908573106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqRsEVluH6pweIPFZvQfAUrf_Lmn1yuatgYphEcQD6iSDd7OUD0NWdd0hbPp3SQ02j4B1XlsZ-JK8yCcrfOBXtgv1WmiRL-bYcWpjafktiqyscG8eNpPKx5bErFC21DCU54XLrlFHXBkI/s400/AS11-40-5896+armstrong+detail.jpg" style="display: block; height: 288px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Detail of AS11-40-5896.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Neil Armstrong can also be seen partially in AS11-40-5916:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBOWb6qsVFfDFJBI3IZdKDiegBV3Y2M1SN0yZdrJyCQz62hRm3vK-I6qDETzeySvCuSz8K47nqpnOlvlve6rzdWOJEQC5cnL3FfydCnZvyH-Tnbp8JK6U0nqqMpp9MuY65HE8lZm_aXC0/s1600-h/AS11-40-5916+armstrong.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340246140607024370" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBOWb6qsVFfDFJBI3IZdKDiegBV3Y2M1SN0yZdrJyCQz62hRm3vK-I6qDETzeySvCuSz8K47nqpnOlvlve6rzdWOJEQC5cnL3FfydCnZvyH-Tnbp8JK6U0nqqMpp9MuY65HE8lZm_aXC0/s400/AS11-40-5916+armstrong.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 396px;" /></a><br />
<br />
<br />
He can also be seen in the reflection of Aldrin’s visor in AS11-40-5903:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFd0ul3e11mplmJTJznZJ5cI3DGqvxmfIsP6nPtu8qwf-iS53Ode-_9VnDHd2bMwxRJ4ZgTzeWDphlnPrJf0tuxiL1II2xrWdUXkpEGDstXNtUgCJ7MaJV6ekjrjafLVzUZNR7hEDkATE/s1600-h/AS11-40-5903-aldrin.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340244305774728642" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFd0ul3e11mplmJTJznZJ5cI3DGqvxmfIsP6nPtu8qwf-iS53Ode-_9VnDHd2bMwxRJ4ZgTzeWDphlnPrJf0tuxiL1II2xrWdUXkpEGDstXNtUgCJ7MaJV6ekjrjafLVzUZNR7hEDkATE/s400/AS11-40-5903-aldrin.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 400px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 396px;" /></a><br />
<br />
<br />
Here’s an enlarged, mirror-flipped and color-corrected detail of the previous photograph:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj76pgHg4lE7NJUncHF8f2lPkoZpsAoXk9qP339t_C3Zfw63rFs5C8jgb0tHVSaQ-q27OmOFECEaPXvDq6PCMFYP_xmx7SvfjPJvkBEZqB1p3E0FYztufj7TKBrh4i3YzAUORX4xTWbNqM/s1600-h/AS11-40-5903+aldrin+earth-maybe.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340244301837364546" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj76pgHg4lE7NJUncHF8f2lPkoZpsAoXk9qP339t_C3Zfw63rFs5C8jgb0tHVSaQ-q27OmOFECEaPXvDq6PCMFYP_xmx7SvfjPJvkBEZqB1p3E0FYztufj7TKBrh4i3YzAUORX4xTWbNqM/s400/AS11-40-5903+aldrin+earth-maybe.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 367px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br />
<br />
<br />
Armstrong is also seen in the low-resolution pictures taken by the 16mm camera used to record the Apollo 11 moonwalk. This is a digital restoration of the 16mm footage, created by Andy Saunders by stacking multiple frames:<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnJ2E-MiB800EMC-5tJVcAjVeaXKidI5gmiX3Lvs_S9fgD7CthWtvDvj3O1bwniDV1ncD69Hso2tIzKnLeEGa4rBQKgd3DxZ20TFARmEz1E2zJKeL5bxsJ3TNiEgGyA4gkDYKzzvTk3xI/s1600/neil-on-moon-andy-saunders.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="799" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnJ2E-MiB800EMC-5tJVcAjVeaXKidI5gmiX3Lvs_S9fgD7CthWtvDvj3O1bwniDV1ncD69Hso2tIzKnLeEGa4rBQKgd3DxZ20TFARmEz1E2zJKeL5bxsJ3TNiEgGyA4gkDYKzzvTk3xI/s1600/neil-on-moon-andy-saunders.jpeg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Credit: <a href="https://twitter.com/AndySaunders_1/status/1155428417057280001">Andy Saunders</a> / NASA.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
The <i><a href="http://history.nasa.gov/alsj/a11/a11.5886.html">Apollo Lunar Surface Journal</a></i> notes that NASA believed for quite a long time that it had <i>no</i> lunar surface photographs of the first man to set foot on the Moon. It was only in 1987 that two British researchers, H. J. P. Arnold and Keith Wilson, independently discovered that some photographs had been taken by Aldrin and therefore the astronaut depicted in those photos was Armstrong and not Aldrin as previously thought.<br />
<br />
Andy Saunders has now recovered another Armstrong photo: AS11-40-5894, the original of which is greatly underexposed. The raw, original version is shown below. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHOY1xmcZHEWN9M8n2CVP5Clqms11U7jDkAwDGK5m4kBCCcUDBAbwj9ukqCJYXmUJIwC2Hlv1PCPi2wkqRCT86eaxTnI9o3vFKXxcWnNqZTumfFToXHQ3YuJqS31aKezBy1GVciARrxIBU/s1600/AS11-40-5894raw-from-tiff.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1573" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHOY1xmcZHEWN9M8n2CVP5Clqms11U7jDkAwDGK5m4kBCCcUDBAbwj9ukqCJYXmUJIwC2Hlv1PCPi2wkqRCT86eaxTnI9o3vFKXxcWnNqZTumfFToXHQ3YuJqS31aKezBy1GVciARrxIBU/s640/AS11-40-5894raw-from-tiff.jpg" width="100%" /></a></div>
<br />
<br />
In the bottom left corner there’s the outline of an astronaut. Since this photo was part of a sequence shot by Aldrin, the astronaut must be Armstrong.<br />
<br />
Here's Andy Saunders’ restoration of AS11-40-5894:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJzBL9BjsPD_DVlbyD-Tfry3H175GzvHo5tG9bG2zSyNb17wcsDt-WXMDbHgPBI-PhEw5oo5xIt6P5sPfFTMnuQAiT3O3dW61o7juNjQLwHDj2fG2tQb8UKThpwFRPfSXZJQuAB15F9iB_/s1600/AS11-40-5894-full-by-andy-saunders.jpeg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1597" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJzBL9BjsPD_DVlbyD-Tfry3H175GzvHo5tG9bG2zSyNb17wcsDt-WXMDbHgPBI-PhEw5oo5xIt6P5sPfFTMnuQAiT3O3dW61o7juNjQLwHDj2fG2tQb8UKThpwFRPfSXZJQuAB15F9iB_/s1600/AS11-40-5894-full-by-andy-saunders.jpeg" width="100%" /></a></div>
<br />
<br />
And here’s a detail of Neil Armstrong, in the shadow of the Lunar Module, from Saunders’ restoration: to the best of my knowledge, this image has never been seen before with this level of clarity.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-h8H7Z7IBLXOQrhebteOX2_rdcdlB_77Eappg1Di5jpNSZE4WVAhpk5DnpQLXP1Om994fWKosuHJ06jKuB4qMAgAG_t3nsbfTBDgH5N6CJRwiUlLCMZsqgFqGjd3pC7qyPsg5XrsiEMLq/s1600/AS11-40-5894-full-by-andy-saunders-crop.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="757" data-original-width="573" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-h8H7Z7IBLXOQrhebteOX2_rdcdlB_77Eappg1Di5jpNSZE4WVAhpk5DnpQLXP1Om994fWKosuHJ06jKuB4qMAgAG_t3nsbfTBDgH5N6CJRwiUlLCMZsqgFqGjd3pC7qyPsg5XrsiEMLq/s1600/AS11-40-5894-full-by-andy-saunders-crop.jpeg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Neil Armstrong on the Moon. Credit: <a href="https://twitter.com/AndySaunders_1/">Andy Saunders</a>/NASA.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhojVmqO3kp2kqVmXG3_GfU6-plm6QvsQMUqSMhEr9iLGNN3Wt2rA_Ccfn-KpsIxRzbc4-lpkkk0FC0Bfrn0Sta4mwzUsE-yA4pa-2Z-zyFJtjWVIzewZ-Y0endlJUnC_Km4VjFbrvGUKg/s1600/neil-restored-andy-saunders.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhojVmqO3kp2kqVmXG3_GfU6-plm6QvsQMUqSMhEr9iLGNN3Wt2rA_Ccfn-KpsIxRzbc4-lpkkk0FC0Bfrn0Sta4mwzUsE-yA4pa-2Z-zyFJtjWVIzewZ-Y0endlJUnC_Km4VjFbrvGUKg/s1600/neil-restored-andy-saunders.jpeg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A further improved restoration by <a href="https://twitter.com/AndySaunders_1/status/1217386690387554304">Andy Saunders</a>.</td></tr>
</tbody></table>
<br />Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-88905757453973072942019-07-25T09:45:00.000+02:002019-07-25T09:45:15.621+02:00Foto d’epoca di Apollo 11<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
Ricevo da un lettore, Adriano Carrata, queste scansioni di una serie di foto d’epoca della missione Apollo 11, risalenti a pochi mesi dopo questo celeberrimo volo spaziale. La busta ha infatti il timbro del 2 gennaio 1970.<br />
<br />
Adriano spiega come ne è entrato in possesso: “<i>Ero amico di un fotografo, che ricevette l'offerta della Kodak circa un mese dopo l'allunaggio. Ovviamente ne approfittai subito, e le foto mi arrivarono qualche mese dopo. Le conservo gelosamente, anche se cominciano a sentire il peso degli anni anche loro.</i>”<br />
<br />
Sulla qualità delle foto, nota alcuni dettagli tecnici e li collega alla sua esperienza personale: “<i>Nota la mancanza degli elevati contrasti tipici delle riproduzioni dei rotocalchi dell'epoca [...] Le foto disponibili oggi sono di gran lunga migliori, ma questo è un ricordo di un momento magico che, in qualche modo, ha anche segnato la mia vita professionale [...]. Perché mi occupo di spazio? Beh...avevo quattro anni quando venne lanciato lo Sputnik. Ricordo Laika, Gagarin, i primi tentativi eroici (e da folli) di andare lassù. Ricordo la crisi di Cuba. La paura che tutti avevamo in quei giorni, anche noi che eravamo bambini. E lo spazio era una speranza, la speranza di un mondo migliore. Ultima nota, professionale. Sono tra i 'colpevoli' (forse il maggiore) dell'algoritmo di ripresa utilizzato dalla costellazione <a href="https://www.asi.it/scienze-della-terra/cosmo-skymed/">Cosmo Skymed</a> [...] </i><i>per essere più precisi, ho curato l'algoritmo di ottimizzazione delle richieste di ripresa in funzione delle orbite e del numero di satelliti.”</i><br />
<br />
Aggiungo un paio di note mie: le foto sono troncate lateralmente per adattarle al formato della carta e alla foto frontale di Aldrin è stata aggiunta una banda nera superiore, nel cielo. Inoltre si tratta di stampe su carta non fotografica, probabilmente in quadricromia o simile.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrawOy6rU3w2ktlRi6Nw5TfE8A5V8npTKJaDerFK_STxeVi-Sm_pxpK2OQrXpFF1e4OSPwtensv3YcY5RSNZ-kRsrS1leviyoeW0DBcylU0R68SrIw95rOTGqk4dvAnd6j4aNsXz0gFro/s1600/mn001-redacted.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1163" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrawOy6rU3w2ktlRi6Nw5TfE8A5V8npTKJaDerFK_STxeVi-Sm_pxpK2OQrXpFF1e4OSPwtensv3YcY5RSNZ-kRsrS1leviyoeW0DBcylU0R68SrIw95rOTGqk4dvAnd6j4aNsXz0gFro/s1600/mn001-redacted.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La busta, datata 2 gennaio 1970.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjatKa2JCEekPWWHEjjsBf4HDqYpHv55xn-vRYJkTOQGN-UVuz-FROhZTDsv_LBQO4D-77pM2sUZbXj86J-QzLO98p_WT9d79lm-h47jJhI2Wt09vPj-qq7dtaVCv0KtBbinr7yFSWLTEQ/s1600/mn002.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjatKa2JCEekPWWHEjjsBf4HDqYpHv55xn-vRYJkTOQGN-UVuz-FROhZTDsv_LBQO4D-77pM2sUZbXj86J-QzLO98p_WT9d79lm-h47jJhI2Wt09vPj-qq7dtaVCv0KtBbinr7yFSWLTEQ/s1600/mn002.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La prima pagina del testo di accompagnamento.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: center;">
<b>APOLLO 11: UOMO SULLA LUNA</b></div>
<br />
Il 20 Luglio 1969, alle 22,56 ora di New York, Neil A. Armstrong, comandante della navicella Apollo 11, scende dalla scaletta del modulo lunare e posa i piedi sulla Luna. Pronuncia una frase che immediatamente fa il giro del mondo e si imprime a lettere indelebili nella storia umana: «E’ un piccolo passo per l’uomo, un balzo gigantesco per l’umanità». Poi, conscio della drammaticità del momento, avanza sul suolo lunare tracciando le prime orme umane sulla superficie selenica. Pochi minuti dopo, l’obbiettivo dell’apparecchio fotografico che Armstrong manovra fissa l’immagine del suo compagno Edwin E. Aldrin mentre a sua volta scende sulla Luna. La conquista di un mondo diverso dal nostro a opera dell’uomo finalmente è divenuta una realtà.<br />
Mentre l’eco di questa straordinaria impresa, lungi dal sopirsi, pervade ancora il mondo con la propria eccezionalità, ci sembra opportuno illustrare in modo adeguato il ruolo sostenuto dalla KODAK in questa prima storica discesa sulla Luna. Le immagini che mostriamo in questa raccolta sono state tutte scattante dal comandante Armstrong utilizzando pellicola KODAK EKTACHROME EF 70 mm e sono state scelte a rappresentare altrettanti momenti importanti dell’avvenimento. La testimonianza che esse ci danno necessita di ben poco commento, tuttavia richiama alla mente un fatto estremamente significativo: dovunque c’è conquista scientifica, lì è pure la KODAK. Il progresso infatti esige che la fotografia documenti, momento pe momento, le tappe della conquista e per far ciò si vale anche delle pellicole e delle apparecchiature KODAK.<br />
La KODAK al servizio della scienza e dell’uomo, dunque, in una esaltante testimonianza della perfezione raggiunta.</blockquote>
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv7C6WRjD5Ta1vveUazkcnpQkMOyFaNMnM5RluZkgYYRskx_aFepNM_asDcYqtF30sOYMJ-hWJmPj5kmEoCCvAwojsED1VNu8aaO4O53pI1gskYaYyt0vGxYuCs6h4xER1Od40AB9J95o/s1600/mn003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv7C6WRjD5Ta1vveUazkcnpQkMOyFaNMnM5RluZkgYYRskx_aFepNM_asDcYqtF30sOYMJ-hWJmPj5kmEoCCvAwojsED1VNu8aaO4O53pI1gskYaYyt0vGxYuCs6h4xER1Od40AB9J95o/s1600/mn003.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La seconda pagina del testo di accompagnamento descrive le foto.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5otZ2pT9JbR5CjkXgp-iHp7Xf6RkGKGn1fEKgw3fvKbiXmut4ohyphenhyphenBjuyaWsagq1KBjrEzfUQrB97DAURZpNWiCcE6iI9TfJlW4OQxPuF1vJ9J72-LRC58GIDRBYbg-Qqin7E9iii9zHQ/s1600/mn005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5otZ2pT9JbR5CjkXgp-iHp7Xf6RkGKGn1fEKgw3fvKbiXmut4ohyphenhyphenBjuyaWsagq1KBjrEzfUQrB97DAURZpNWiCcE6iI9TfJlW4OQxPuF1vJ9J72-LRC58GIDRBYbg-Qqin7E9iii9zHQ/s1600/mn005.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“Edwin E. Aldrin, detto «Buzz», scende dal modulo lunare sulla superficie della Luna.”</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFtdMP70dg23lFRWGNBs9iqt2d4MsaHWJBmG-4EXSyGHTqycA5u67Py0XJMo8i412Ug4rLO4NMIQEc2v1ryHtE-0ePa0yC7LqtggldOmZVQfzFBRVWLJIPUS7ddRtO1FRTDuPorXv8J3c/s1600/mn007.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFtdMP70dg23lFRWGNBs9iqt2d4MsaHWJBmG-4EXSyGHTqycA5u67Py0XJMo8i412Ug4rLO4NMIQEc2v1ryHtE-0ePa0yC7LqtggldOmZVQfzFBRVWLJIPUS7ddRtO1FRTDuPorXv8J3c/s1600/mn007.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“L’astronauta Aldrin fotografato mentre predispone l’apparecchiatura sismografica in grado di registrare eventuali sconvolgimenti sismici che si verifichino sulla Luna o l’impatto di meteoriti celesti sul suolo lunare.”</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPUhn-qz_U7EngmqMUHcFJ3bVI-tzF2y5FzNYXDk9bGoDgu8kDkEfJ-KacdOojhadRhjzUDwHQ7iTT2GntmEhRqB9IjCc2wec2SOuFLk4GGmzOq7M6D_r0KE6kdC_6G1msJFNTpQJwyto/s1600/mn004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPUhn-qz_U7EngmqMUHcFJ3bVI-tzF2y5FzNYXDk9bGoDgu8kDkEfJ-KacdOojhadRhjzUDwHQ7iTT2GntmEhRqB9IjCc2wec2SOuFLk4GGmzOq7M6D_r0KE6kdC_6G1msJFNTpQJwyto/s1600/mn004.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“La superficie trasparente del casco di Aldrin riflette perfettamente una serie di immagini mentre l’astronauta posa per questa fotografia. Osservando con attenzione si riconoscono la telecamera installata sulla superficie lunare <i>[in realtà è l’esperimento del vento solare]</i>, la bandiera americana, il modulo lunare, una parte dell’impianto sismografico <i>[in realtà non è visibile e sta altrove]</i> e lo stesso Neil Armstrong.”</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD0lnD5maQ0CMb2D-YZF6EngvmlPCu098dK17dGYiuTchULdVgrAokgYYmxgWifUVM87ZsKxGjCrgEVAFjcWLNTAmsfHGUJvBa9uRgvRsiShxWgPrQNy9GZx1FNg1Afak_zpOv_S-KllA/s1600/mn006.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD0lnD5maQ0CMb2D-YZF6EngvmlPCu098dK17dGYiuTchULdVgrAokgYYmxgWifUVM87ZsKxGjCrgEVAFjcWLNTAmsfHGUJvBa9uRgvRsiShxWgPrQNy9GZx1FNg1Afak_zpOv_S-KllA/s1600/mn006.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“L’astronauta Aldrin fotografato accanto alla bandiera americana che è stata piantata nel polveroso suolo selenico a testimonianza dell’impresa compiuta il 20 Luglio 1969. Intorno la «magnifica desolazione», come l’ha definita lo stesso Aldrin, della Luna.”</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS0ownW0WGwqphqZ92OKVX03Rc2R_6VSjd-ImM6vkHWwo04sRKNKzRMiYwESeXeJ286yW1apirLukY0AeYUREWu4KR7ol1WBpbLRP6I4GuZ4iZFg_vHukyqgjm2wZlrHxteSWqPw5Yvms/s1600/mn008.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS0ownW0WGwqphqZ92OKVX03Rc2R_6VSjd-ImM6vkHWwo04sRKNKzRMiYwESeXeJ286yW1apirLukY0AeYUREWu4KR7ol1WBpbLRP6I4GuZ4iZFg_vHukyqgjm2wZlrHxteSWqPw5Yvms/s1600/mn008.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">“A differenza di quanto si poteva pensare durante gli esperimenti condotti a terra, il lavoro sulla Luna costa minor fatica. Questo ha consentito a Aldrin di sistemare facilmente tutte le apparecchiature che la missione si proponeva di mettere in funzione. In primo piano è ben visibile la speciale macchina fotografica costruita dalla KODAK per conto della NASA che consente di fotografare con prese ravvicinate il suolo lunare.”</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Le foto sono interessanti anche dal punto di vista del cospirazionismo, perché documentano con un reperto fisico risalente a pochi mesi dopo il primo allunaggio la questione delle presunte “crocette mancanti”, ossia le crocette di riferimento sovrimpresse sulla pellicola direttamente dentro la fotocamera.<br />
<br />
Secondo la tesi complottista, alcune di queste crocette mancano o sono incomplete e questo rivelerebbe una manipolazione. Ma in realtà le crocette sono complete eccome: sono semplicemente erose quando passano davanti a un oggetto molto luminoso, come capita a qualunque oggetto sottile in queste circostanze (ne scrivo <a href="https://lunasicisiamoandati.blogspot.com/2017/12/514-crocette-nere-coperte-dagli-oggetti.html">qui</a> nel mio libro <i>Luna? Sì, ci siamo andati!)</i>.<br />
<br />
Lo si vede molto bene in questo dettaglio di una delle foto:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGfH2fkrVzs6PYnxjoN2EA92vZpb02ZyM88Y3scwZ5o1pwnn8EPUeCkteJTWpVOxbDZyzQFK9JhkX7RJVo73GlOg3WLByO1a-KPsZMFFegzq2Iaf_Mr0rbZMNJfLDdSHQH7Su_MlmDaQo/s1600/mn008-crop-crocetta.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1387" data-original-width="1181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGfH2fkrVzs6PYnxjoN2EA92vZpb02ZyM88Y3scwZ5o1pwnn8EPUeCkteJTWpVOxbDZyzQFK9JhkX7RJVo73GlOg3WLByO1a-KPsZMFFegzq2Iaf_Mr0rbZMNJfLDdSHQH7Su_MlmDaQo/s1600/mn008-crop-crocetta.jpg" width="100%" /></a></div>
<br />Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-47253398769573461262019-07-01T22:40:00.000+02:002019-07-01T22:40:05.305+02:00Come mai il grande cratere sorvolato da Apollo 11 per allunare non si vede nelle riprese?<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
Specialmente dopo aver visto la spettacolare ricostruzione dell’allunaggio proposta da Damien Chazelle in <i>First Man</i>, può sorprendere che l’enorme cratere che Neil Armstrong si trova a dover sorvolare mentre si sta esaurendo il propellente, quello mostrato a 2:19 nel <a href="https://www.youtube.com/watch?v=4V2hHNKwmoo">trailer</a> del film, non si veda affatto nelle riprese reali effettuate dalla cinepresa di bordo del Modulo Lunare di Apollo 11.<br />
<br />
Eppure non si tratta di una licenza narrativa del regista: il drammatico sorvolo del cratere risulta anche nella cronologia ufficiale della missione.<br />
<br />
Ma allora come mai questo cratere non si vede?<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaqFBkTq9G1lMyibRZB1wgYA103WusJQOfevows6Brx-DkS9OBVNdccedSIYEIr73dZI3_b3EdT8M9Efx3U4C6RtS_lYv47TiIrhOVHjtMBBkFJQWaf8MfU8yJ2LeIyl_YEo3MRGO_H4o/s1600/first-man-giant-crater.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="645" data-original-width="1542" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaqFBkTq9G1lMyibRZB1wgYA103WusJQOfevows6Brx-DkS9OBVNdccedSIYEIr73dZI3_b3EdT8M9Efx3U4C6RtS_lYv47TiIrhOVHjtMBBkFJQWaf8MfU8yJ2LeIyl_YEo3MRGO_H4o/s1600/first-man-giant-crater.png" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il cratere gigante nella ricostruzione di <i>First Man</i>.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per capirlo occorre conoscere alcuni fatti tecnici. Innanzi tutto, la cinepresa con pellicola a colori che riprese la discesa verso la Luna guardava fuori dal finestrino destro ed era montata in modo da puntare verso il basso. In secondo luogo era inclinata in modo da sfruttare al massimo il formato della pellicola e documentare così in dettaglio il funzionamento del veicolo.<br />
<br />
Questo significa che parte della sua inquadratura è bloccata dalla sagoma della parte frontale del Modulo Lunare. E infatti il cratere in questione, denominato <i>West</i>, è coperto da questa sagoma.<br />
<br />
Lo si nota osservando questa <a href="https://history.nasa.gov/alsj/a11/a11landing02m43sGTP.jpg">ricostruzione</a> creata da GoneToPlaid, che usa Google Moon per ricreare la stessa inquadratura di Apollo 11 e vedere “attraverso” il Modulo Lunare.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGF4oebOAQZpf8mCGPfa_UlspaUIVo7OO4EctvOd5gq6gP2P8vlDmz-akC-rLOOo3nbBTfDjz87qK3I3xSeLoj3Kh6nUO8pwiRFer-ZreL1_Svx2Luh0nqa7VZz4Bes3p7B-UsScCytNM/s1600/a11landing02m43sGTP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="726" data-original-width="1111" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGF4oebOAQZpf8mCGPfa_UlspaUIVo7OO4EctvOd5gq6gP2P8vlDmz-akC-rLOOo3nbBTfDjz87qK3I3xSeLoj3Kh6nUO8pwiRFer-ZreL1_Svx2Luh0nqa7VZz4Bes3p7B-UsScCytNM/s1600/a11landing02m43sGTP.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A sinistra, l’inquadratura della cinepresa di Apollo 11, ruotata per rendere orizzontale l’orizzonte; a destra, la stessa inquadratura in Google Moon, con la sagoma dell’ingombro del Modulo Lunare.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Come spiegato nell’<a href="https://history.nasa.gov/alsj/a11/a11.landing.html">Apollo Lunar Surface Journal</a>, questa ricostruzione si situa a 102:42:57 del tempo di missione, ossia due minuti e 43 secondi prima dell’allunaggio, e corrisponde a 11:58 nel video seguente, tratto dal mio documentario gratuito <a href="http://moonscape.info/"><i>Moonscape</i></a>:<br />
<br />
<div align="center">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="https://player.vimeo.com/video/34069419" title="vimeo-player" width="640"></iframe></div>
<br />
<br />
Guardando questo video si nota che il cratere West non rientra mai nell’inquadratura.<br />
<br />
Se si esamina la <a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11mrf5-08.jpg"><i>ground track</i></a>, ossia la proiezione della posizione del Modulo Lunare sulla superficie della Luna durante la discesa, si nota che il veicolo passa a destra del cratere West, che quindi rimane occultato dalla sagoma del LM nell’inquadratura della cinepresa collocata sul lato destro del veicolo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeuBgzcP6cR54TvXSCnmJIMcDKmPn-7n3G4y2iEKtsh1mGFU1mxwMSE5SIQCxJuZfrGpiSvkiqQ8ntqWqv7HaO4x_ISr-4rpoRrpSJBItOi8zvAOgG1jASqbBF8nV-kCD42LwvKvIrYac/s1600/a11mrf5-08.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="814" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeuBgzcP6cR54TvXSCnmJIMcDKmPn-7n3G4y2iEKtsh1mGFU1mxwMSE5SIQCxJuZfrGpiSvkiqQ8ntqWqv7HaO4x_ISr-4rpoRrpSJBItOi8zvAOgG1jASqbBF8nV-kCD42LwvKvIrYac/s1600/a11mrf5-08.jpg" width="100%" /></a></div>
<br />Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-77812216386165970362019-06-30T17:18:00.001+02:002019-06-30T17:18:11.746+02:00In cerca dell’origine di una diffusa foto di messinscena lunare<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Zor29Q8ldxMcujdMGk_rg5xNMlhOsPeg-WeyN99_bvp8yQZy-AR5x-ZkzDJx9z3jOx3_4k6oImn3OvVU39GE058XxJgTGPnzl4OsBWmWtgWhzsBLThUs6aRN4aGpE0u59xtJ4befgIo/s1600/fake-eva-photo.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="550" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Zor29Q8ldxMcujdMGk_rg5xNMlhOsPeg-WeyN99_bvp8yQZy-AR5x-ZkzDJx9z3jOx3_4k6oImn3OvVU39GE058XxJgTGPnzl4OsBWmWtgWhzsBLThUs6aRN4aGpE0u59xtJ4befgIo/s320/fake-eva-photo.png" width="320" /></a></div>
Questa foto circola su Internet e viene spesso mostrata sia come parodia, sia come presunta prova dell’ipotetica messinscena. Ma da dove proviene? <a href="https://www.metabunk.org/debunked-fake-set-moon-landing-with-tv-camera-and-stairs.t10780/">Metabunk</a> ha indagato e ne ha trovato la fonte originale.<br />
<br />
Anche senza conoscerne l’origine, l’immagine ha numerosi errori di coerenza con le foto reali delle missioni Apollo: la bandiera è troppo piccola e la Terra è sull’orizzonte, cosa impossibile alle latitudini lunari alle quali sbarcarono gli astronauti (dovrebbe trovarsi in alto nel cielo).<br />
<br />
Inoltre, per citare un tema caro ai lunacomplottisti, le ombre delle rocce e dell’astronauta non sono parallele su un terreno pianeggiante, e questo indica che la fonte di luce è molto vicina ai soggetti illuminati.<br />
<br />
La foto fu usata per una campagna pubblicitaria dell’ufficio del debito nazionale svedese (Riksgalden), questa, secondo quanto scriveva <a href="https://www.designswan.com/archives/15-creative-lottery-advertising-campaign.html">DesignSwan.com nel 2010</a>:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNlxeLtAeV49tkjpNVoPBXM6aDhhtF_aOhpAV39UmLyXZKuSlg0z0ZsJWQSwL-3Veez27n_WlFLj5YCvcHDjkcucuHe-5L0dWordm1YQBhPaB0Qh3JkWQ_FrMrX5aRWjb6ICXc5UgV9sA/s1600/fake-moon-photo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="373" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNlxeLtAeV49tkjpNVoPBXM6aDhhtF_aOhpAV39UmLyXZKuSlg0z0ZsJWQSwL-3Veez27n_WlFLj5YCvcHDjkcucuHe-5L0dWordm1YQBhPaB0Qh3JkWQ_FrMrX5aRWjb6ICXc5UgV9sA/s1600/fake-moon-photo.jpg" /></a></div>
<br />
Su Internet ne circolano anche versioni che hanno un’inquadratura più ampia, come quella mostrata qui sotto, ma non si sa se la campagna pubblicitaria si è limitata a usare una foto esistente o l’ha commissionata appositamente.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY9osecOUqbFqI74JZ-ZJ_6SOOzDs_p8aVBW4l8u_cvj_KpAUjwIINLBjPUAw4K1wWMBe3toT6WUd2cLmQI5CICFczyn_EYbNtaOmF_XRqQAt7Ktl3TFf1j4Ks-gUUNz524KUpRKyRvCs/s1600/fake-eva-photo-wider.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY9osecOUqbFqI74JZ-ZJ_6SOOzDs_p8aVBW4l8u_cvj_KpAUjwIINLBjPUAw4K1wWMBe3toT6WUd2cLmQI5CICFczyn_EYbNtaOmF_XRqQAt7Ktl3TFf1j4Ks-gUUNz524KUpRKyRvCs/s1600/fake-eva-photo-wider.jpg" width="100%" /></a></div>
<br />Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-92046219043775549372019-06-19T21:07:00.003+02:002019-06-19T21:24:18.121+02:00Manuali di fotografia spaziale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN59FBNDqhXjhlfj8KuDVKeaxlPFuz41fom-c0XG4zil2nSZfoMVlKgX-IHoPpxQJFKgb8pSOqRd5lqZZ2iqav38eU0RyGGGBuSKoOVuKZfj7HPy_F3RLGzrF0x7eXIjDEJ3Dd2-SeUBE/s1600/manuale-nasa-shuttle-1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1231" data-original-width="1600" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN59FBNDqhXjhlfj8KuDVKeaxlPFuz41fom-c0XG4zil2nSZfoMVlKgX-IHoPpxQJFKgb8pSOqRd5lqZZ2iqav38eU0RyGGGBuSKoOVuKZfj7HPy_F3RLGzrF0x7eXIjDEJ3Dd2-SeUBE/s320/manuale-nasa-shuttle-1.png" width="320" /></a></div>
<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
L’ambiente spaziale e lunare pone molte sfide fotografiche piuttosto insolite, con i suoi contrasti forti fra luci e ombre, la particolare riflettività della superficie polverosa della Luna e la difficoltà di maneggiare una fotocamera mentre si indossa una rigidissima e goffa tuta spaziale.<br />
<br />
La NASA ha pubblicato alcuni manuali di fotografia per astronauti che permettono di conoscere le indicazioni date a chi viaggia nello spazio per ottenere fotografie correttamente esposte e composte.<br />
<br />
Per esempio, il documento <i>Photography Equipment and Techniques:</i><br />
<i>A Survey of NASA Developments</i> di Albert J. Derr (<a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/apollo.photechnqs1.pdf">PDF</a>; <a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/apollo.photechnqs.htm">trascrizione</a>) riepiloga la storia delle fotografie spaziali statunitensi e delle macchine fotografiche appositamente modificate per l’ambiente extra-atmosferico. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZcH4Yi2pkoF5koLkh35CvK626iZcpJB2Dl1AJ3fkd_5lAPZkq-q7Xu73nyuWBivjNxejuMlf3Txsi1YTkICewaXSNACnZjNMyJMARMp-cPAueRbUOALWv9ju7-Zi7HxF0TAs5oV3w8Ts/s1600/manuale-foto-nasa-apollo.png" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1318" data-original-width="1017" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZcH4Yi2pkoF5koLkh35CvK626iZcpJB2Dl1AJ3fkd_5lAPZkq-q7Xu73nyuWBivjNxejuMlf3Txsi1YTkICewaXSNACnZjNMyJMARMp-cPAueRbUOALWv9ju7-Zi7HxF0TAs5oV3w8Ts/s640/manuale-foto-nasa-apollo.png" width="492" /></a></div>
<br />
<br />
C’è anche un manuale per l’uso corretto della telecamera lunare usata nelle prime missioni Apollo a scendere sulla Luna: l’<i>Apollo Lunar Television Camera Operations Manual (<a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/WEC-Lunar-Camera-Manual.pdf">PDF</a>).</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNENzWNwCWuujPtfHZmpQFVweRKCQtEcc9duj1CwGiqurKZrkRSZqZgAHedyiIFpkmcQPNOgvta0mwsBrNgPqYfNXGgcF5ceDTXidDxCH48v7WhMuFGz1Fpslx7JCQ3mb3tQx43jqQg30/s1600/manuale-nasa-telecamera-apollo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1163" data-original-width="981" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNENzWNwCWuujPtfHZmpQFVweRKCQtEcc9duj1CwGiqurKZrkRSZqZgAHedyiIFpkmcQPNOgvta0mwsBrNgPqYfNXGgcF5ceDTXidDxCH48v7WhMuFGz1Fpslx7JCQ3mb3tQx43jqQg30/s640/manuale-nasa-telecamera-apollo.png" width="538" /></a></div>
<br />
<br />
In tempi meno lontani, inoltre, la NASA ha fornito un manuale di fotografia anche agli astronauti delle missioni Shuttle, il <i>NASA Astronaut’s Photography Manual</i> (<a href="http://static.hasselblad.com/2016/02/astronauts_manual_singlepage_lr.pdf">PDF</a>), in collaborazione con Hasselblad. La copertina è mostrata all’inizio di questo articolo e queste sono alcune sue pagine:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCwySh8K8LgiSDPvE67zwXW-sSz-uRvxgSipv9kus5PCHeCCZg6w601sRjudfwIn7PQ9p53xhzXuHGz0ue3W-yEBDb3FwrNlXdO56nE-xRCrSQj6KH_SyOjhWaQnEjH2WTXhrfUWmnp6c/s1600/manuale-nasa-shuttle-3.png" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1229" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCwySh8K8LgiSDPvE67zwXW-sSz-uRvxgSipv9kus5PCHeCCZg6w601sRjudfwIn7PQ9p53xhzXuHGz0ue3W-yEBDb3FwrNlXdO56nE-xRCrSQj6KH_SyOjhWaQnEjH2WTXhrfUWmnp6c/s1600/manuale-nasa-shuttle-3.png" width="100%" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRyKWxB78xeeyQ3H0o0k_P6_KgGvWvI-H26dFx8eaL5y5m569F1EKxXQJmsVkCBSjJM36dwbPSdjgfV3AZBRvG12kFZCC1BqkT6bTpfoltWKSWI6IrSZRKxkCF6DsT2i6Tcq4XRe61reU/s1600/manuale-nasa-shuttle-2.png" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1228" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRyKWxB78xeeyQ3H0o0k_P6_KgGvWvI-H26dFx8eaL5y5m569F1EKxXQJmsVkCBSjJM36dwbPSdjgfV3AZBRvG12kFZCC1BqkT6bTpfoltWKSWI6IrSZRKxkCF6DsT2i6Tcq4XRe61reU/s1600/manuale-nasa-shuttle-2.png" width="100%" /></a></div>
<br />
<br />
Un esempio di queste condizioni insolite di illuminazione è la foto <a href="https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/21660112235">AS11-40-5930</a>, che mostra il cosiddetto <i>heiligenschein</i> o “aureola”: la zona intensamente luminosa che si forma intorno all’ombra della testa degli astronauti. <br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7pNPnBKX32ajLY4QWXn9wCSJwRoPef0stqb2xD_ImW6pjVThV6qyPGvfJttu2sYbhWQtOUNBECSbrdK5fUdrlsSWR8hF3x8P8CbkmwUkITsPUxrVof12p4c0TsKheWw5SSHHcgXS1RzA/s1600/5930.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7pNPnBKX32ajLY4QWXn9wCSJwRoPef0stqb2xD_ImW6pjVThV6qyPGvfJttu2sYbhWQtOUNBECSbrdK5fUdrlsSWR8hF3x8P8CbkmwUkITsPUxrVof12p4c0TsKheWw5SSHHcgXS1RzA/s1600/5930.jpg" width="100%" /></a><br />
<br />
<br />
Questo effetto è prodotto dal fatto che i granelli di polvere della superficie lunare che stanno vicini all’asse di osservazione, se osservati con il Sole perfettamente alle spalle, rivolgono verso l’osservatore solo le proprie parti illuminate e quindi sono intensamente luminosi, mentre i granelli che si trovano lontani da questo asse rivolgono all’osservatore parte delle proprie zone in ombra e quindi sono meno luminosi.<br />
<br />
Il fenomeno si verifica anche sulla Terra, ma solo in condizioni molto particolari, e quindi viene osservato molto raramente. Sulla Luna è molto più spiccato che sulla Terra perché manca la luce diffusa del cielo.<br />
<br />
La storia delle Hasselblad usate nello spazio è raccontata <a href="https://www.hasselblad.com/history/hasselblad-in-space/">qui su Hasselblad.com</a>. Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-51307426878195450032019-06-09T17:53:00.000+02:002019-06-09T17:53:01.526+02:00Va all’asta un rullino di foto di Apollo 11? Non proprio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDKkfInYIsql7fjXlvTzmxkOb5IITbAsFtEVEvz0Ejb-2_QIfGmoZbtd-4lccFk9dBRWtkjkw_5BdZ5J1TcWXmtYEHB63r_ThCD1oxPXsUamvvwvPeZtWnPCQzN9-3_gz1qKtKI5suuk/s1600/rr+auction+2019-06-09+17-48-19.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1061" data-original-width="1033" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDKkfInYIsql7fjXlvTzmxkOb5IITbAsFtEVEvz0Ejb-2_QIfGmoZbtd-4lccFk9dBRWtkjkw_5BdZ5J1TcWXmtYEHB63r_ThCD1oxPXsUamvvwvPeZtWnPCQzN9-3_gz1qKtKI5suuk/s200/rr+auction+2019-06-09+17-48-19.png" width="194" /></a></div>
<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
<a href="https://www.tmz.com/2019/06/09/apollo-11-moon-landing-film-roll-auction-neil-armstrong-buzz-aldrin/">TMZ</a> ha pubblicato la notizia della messa all’asta, a partire da 8000 dollari, di <i>“An extremely rare 70 mm positive film roll from the camera of Apollo 11 [...]. The Hasselblad cam film roll contains 126 iconic photos from the moonshot mission taken personally by Armstrong and Aldrin during their exploration. [...] According to the auction house, RR Auction, the film roll was acquired from Terry Slezak, a member of the Manned Spacecraft Center's lunar receiving lab. He was in charge of processing the film brought back from the Apollo moon landings.”</i><br />
<br />
Il <a href="https://web.archive.org/web/20190609153803/https://www.rrauction.com/preview_itemdetail.cfm?IN=8226">sito di RR Auctions</a> presenta così il rullino: <br />
<br />
<blockquote>
#8226 - Apollo 11 Roll of 70 mm Positives<br />
Estimate: $8,000+ <br />
<br />
Extremely rare 70-mm positive film roll from Magazine S of the Apollo 11 Hasselblad camera, containing 126 of the most iconic images from the first lunar-landing mission. Wound on a yellow Kodak holder and measuring 3.5″ in diameter, the roll consists of NASA images catalogued as AS11-40-5844 through AS11-40-5970, with the first section of film marked “Heads, MAG-S, Apollo-11.” The roll features photographs taken by Commander Neil Armstrong and Lunar Module Pilot Buzz Aldrin during their historic two-and-a-half-hour lunar EVA at Tranquility Base on July 20, 1969, with color images including: moments from inside the Lunar Module Eagle immediately prior to Armstrong leaving the spacecraft; Armstrong's first photograph after taking his historic first steps; Aldrin descending the LM ladder; Aldrin standing next to the American flag; the famous ‘Moon Man’ image of Aldrin in a full-length pose, his visor showing a reflection of Armstrong; and various bootprint images, shots of the LM, the lunar plaque, and panoramas of the desolate lunar surface. In fine condition, with some old tape residue at the start. Consignor notes that the film roll was acquired from Terry Slezak, a member of the decontamination team at the Manned Space Center's lunar receiving lab, who was in charge of processing the film brought back from the Apollo moon landings.</blockquote>
<br />
Il fatto che venga specificato <i>“extremely rare”</i> indica che non si tratta dell’originale, ma di uno dei pochi duplicati per contatto. La pellicola è quindi di interesse storico per la sua età e provenienza, ma non è quella originale usata sulla Luna. Si tratta molto probabilmente di una delle <a href="https://www.google.com/search?client=ubuntu&channel=fs&q=%22copia+a+contatto%22&ie=utf-8&oe=utf-8">copie a contatto</a> della pellicola originale fatte all’epoca: <a href="http://www.treccani.it/vocabolario/controtipo/">copie</a> realizzate mettendo una pellicola vergine a contatto con l’originale ed esponendola alla luce.Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-43175446044442216562019-06-09T17:19:00.001+02:002019-06-09T17:22:39.004+02:00Chi disse “Siamo andati a esplorare la Luna ma in realtà abbiamo scoperto la Terra”?<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
Ho sentito attribuire questa frase a molti astronauti delle missioni Apollo, da Frank Borman a Gene Cernan, così ho fatto una rapida ricerca bibliografica.<br />
<br />
Neil DeGrasse Tyson ha <a href="https://twitter.com/neiltyson/status/415486901047406592?lang=it">tweetato</a> qualcosa di molto simile nel 2013: <i>“<span class="css-901oao css-16my406 r-1qd0xha r-ad9z0x r-bcqeeo r-qvutc0" dir="auto">“Earthrise” — We travelled a quarter-million miles to explore the Moon, and discovered Earth for the first time.</span>”</i><br />
<br />
<a href="http://theconversation.com/exploring-our-moon-today-to-learn-more-about-earths-youth-billions-of-years-ago-43510">The Conversation</a> nel 2015 attribuì a Bill Anders (Apollo 8) la frase <i>“We came all this way to explore the moon, and the most important thing is that we discovered the Earth”</i>, citando una <a href="http://www.jsc.nasa.gov/Bios/htmlbios/anders-wa.html">pagina della NASA</a> che non esiste più.<br />
<br />
La stessa frase, attribuita sempre ad Anders, è nella sua biografia presso il <a href="http://www.nmspacemuseum.org/halloffame/detail.php?id=71">New Mexico Museum of Space History</a>, in <a href="https://www.nasa.gov/pdf/323298main_CelebrateApolloEarthRise.pdf">questo documento NASA</a> e presso <a href="https://www.brainyquote.com/quotes/william_anders_751620">BrainyQuote</a>.<br />
<br />
La stessa attribuzione è in <a href="https://books.google.ch/books?id=3ts6AQAAIAAJ&q=%E2%80%9CWe+came+all+this+way+to+explore+the+moon,+and+the+most+important+thing+is+that+we+discovered+the+Earth%E2%80%9D&dq=%E2%80%9CWe+came+all+this+way+to+explore+the+moon,+and+the+most+important+thing+is+that+we+discovered+the+Earth%E2%80%9D&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj8kMvX19ziAhVjyaYKHbrzAmsQ6AEIUzAF"><i>A Man on the Moon</i></a> di Andrew Chaikin (pag. 182), in <a href="https://books.google.ch/books?id=mUwfDQAAQBAJ&pg=PA13&dq=%E2%80%9CWe+came+all+this+way+to+explore+the+moon,+and+the+most+important+thing+is+that+we+discovered+the+Earth%E2%80%9D&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj8kMvX19ziAhVjyaYKHbrzAmsQ6AEILDAA#v=onepage&q=%E2%80%9CWe%20came%20all%20this%20way%20to%20explore%20the%20moon%2C%20and%20the%20most%20important%20thing%20is%20that%20we%20discovered%20the%20Earth%E2%80%9D&f=false"><i>Hello, is this planet Earth?</i></a> di Tim Peake (pag. 13) e in <a href="https://books.google.ch/books?id=NIAMBAAAQBAJ&pg=PA49&dq=%E2%80%9CWe+came+all+this+way+to+explore+the+moon,+and+the+most+important+thing+is+that+we+discovered+the+Earth%E2%80%9D&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj8kMvX19ziAhVjyaYKHbrzAmsQ6AEINDAB#v=onepage&q=%E2%80%9CWe%20came%20all%20this%20way%20to%20explore%20the%20moon%2C%20and%20the%20most%20important%20thing%20is%20that%20we%20discovered%20the%20Earth%E2%80%9D&f=false"><i>Who Travelled to the Moon?</i></a> di Neil Morris (pag. 49).<br />
<br />
Direi quindi che è ragionevole attribuirla a Bill Anders. Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-62124795540588772772019-05-28T22:26:00.001+02:002020-01-02T15:54:37.468+01:00Recensione: “Luna” di Bruno Vespa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>di Hammer. L'articolo è stato modificato dopo la pubblicazione iniziale per integrare le osservazioni emerse dai commenti.</i><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXQHX_9h_ogxvOgH5RoNr7qHDJLzr1HvXIPqTFewyaTqyyt84x3KySy8_a9EtUBdIiUYvt8DDepq2fw10r9WnLBbt9-kMKOHJ-e8A7RqPEYwq1Yk_a03QtOSuLhgY9vnimRFXV6IExlxM/s1600/9375551_3857544.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="651" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXQHX_9h_ogxvOgH5RoNr7qHDJLzr1HvXIPqTFewyaTqyyt84x3KySy8_a9EtUBdIiUYvt8DDepq2fw10r9WnLBbt9-kMKOHJ-e8A7RqPEYwq1Yk_a03QtOSuLhgY9vnimRFXV6IExlxM/s320/9375551_3857544.jpg" width="208" /></a></div>
È uscito nell'aprile del 2019 (non a caso nell'anno del cinquantesimo anniversario della missione Apollo 11) il nuovo libro di Bruno Vespa intitolato <i>Luna</i>, che come suggerisce il titolo stesso narra delle missioni spaziali che hanno portato a camminare sul satellite del nostro pianeta tra gli anni 60 e gli anni 70. <br />
<br />
Il libro non contiene nessuna ricerca inedita realizzata dall'autore ma è interamente basato su altre fonti preesistenti, che Vespa cita puntualmente e correttamente. Per realizzare il libro l'autore ha infatti attinto alle biografie autorizzate degli astronauti, alle testimonianze dei tecnici che hanno partecipato alla realizzazione delle missioni e agli scritti giornalistici dell'epoca e attuali e in particolare agli articoli di Oriana Fallaci per <i>L'Europeo</i> e quelli contenuti nel libro <i>Se Il Sole Muore</i>. <br />
<br />
L'autore dedica la più ampia parte del suo volume alla missione Apollo 11, in quanto prima e più emozionante. Ampie sezioni sono dedicate anche alla missione Apollo 12 e alle drammatiche vicende dell'Apollo 13. Le altre quattro missioni sono trattate in capitoli più veloci, concordemente al fatto che (come scrive lo stesso Vespa) l'attenzione del pubblico era scemata a causa della sanguinosa guerra in Vietnam. <br />
<br />
Il racconto di Vespa è più orientato al lato umano delle vicende; l'autore racconta le emozioni e le caratteristiche personali degli astronauti più che insistere sui dettagli tecnici. Per ogni missione Vespa riporta i fatti più importanti e caratteristici narrando anche aneddoti divertenti o insoliti. <br />
<br />
L'ultima parte del volume è dedicata ad altri argomenti, quali i test Apollo-Sojuz, le missioni spaziali in corso, i progetti di portare missioni umane su Marte e la storia della Stazione Spaziale Internazionale, con particolare rilievo al ruolo degli astronauti italiani. <br />
<br />
Complessivamente il libro è storicamente preciso e chiarisce correttamente per quale motivo si parli di <i>faccia nascosta della Luna</i> e <i>non faccia oscura della Luna</i>, nonostante in una didascalia di una foto sia scritto <i>il lato luminoso della Luna</i>. <br />
<br />
Purtroppo il libro è viziato da qualche imprecisione, ma non è colpa di Vespa quanto delle fonti che cita. Nel raccontare l'annuncio di Tito Stagno del primo allunaggio dato con molti secondi di anticipo e del successivo diverbio con Ruggero Orlando, Vespa prende per valida la ricostruzione di Stagno secondo cui questi annunciò l'allunaggio quando le "antenne" attaccate alle zampe del LEM toccarono il suolo e quando Armstrong pronunciò la parola <i>land</i> (<i>terra</i>), mentre Orlando diede per avvenuto l'allunaggio allo spegnimento dei motori. In realtà la ricostruzione di Stagno è purtroppo sbagliata; banalmente annunciò l'allunaggio con un anticipo difficile da spiegare e in quel breve scambio aveva ragione Ruggero Orlando, anche perché Armstrong non pronunciò in quei momenti la parola <i>land</i>. <br />
<br />
Vespa incappa in un altro errore nel narrare un aneddoto sulla missione Apollo 12; riporta infatti che i due astronauti sul suolo lunare si misero a fischiettare il motivo di <i>Biancaneve e i Sette Nani</i> causando l'ilarità del personale tecnico a Houston. La fonte è <a href="http://www.castfvg.it/articoli/astronautica/europeo_09_07_006.pdf">un articolo di Oriana Fallaci</a> pubblicato su <i>L'Europeo</i>, ma anche in questo caso non vi è un riscontro nella documentazione ufficiale né nelle registrazioni audio. Del resto, fischiettare è fisicamente <a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/a12/a12.summary.html">impossibile</a> alla pressione ridotta (3,7 psi/0,25 atm) delle tute Apollo. L’equivoco forse deriva dal fatto che gli astronauti citarono <i>Biancaneve</i> usando il verbo <i>to whistle</i> al posto di <i>to work</i>, come nel film (<a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/a12/a12.tvtrbls.html"><i>Apollo 12 Lunar Surface Journal</i></a>, 116:14:36).<br />
<br />
Un altro errore piuttosto grossolano si trova quando Vespa parla del primo volo senza equipaggio della Crew Dragon, nel marzo del 2019, e scrive che la navicella si tuffò nell'Oceano Pacifico, mentre in realtà si trattò dell'Atlantico.<br />
<br />
Inoltre nel volume è errata la grafia del nome della moglie dell'astronauta Jim Lovell, che è scritto <i>Marylin</i> sia nel testo sia nell'indice analitico, mentre il nome corretto della donna è <i>Marilyn</i>.<br />
<br />
In sintesi, il libro di Bruno Vespa è sicuramente lodevole nel tentativo di stimolare l'attenzione del pubblico verso le missioni lunari dei programma Apollo che restano ad oggi le più grandi conquiste tecnologiche dell'umanità. Ma essendo un racconto generale e poco dettagliato, il testo è consigliabile solo a chi approccia l'argomento per la prima volta, mentre i lettori più informati troveranno sicuramente testi più ricchi e precisi, ad esempio proprio le biografie degli astronauti da cui Vespa ha attinto.</div>
Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-74846280613436792952019-05-01T09:30:00.001+02:002019-05-01T09:30:03.366+02:00Gordon Cooper e Pete Conrad in un simulacro del LM<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgeLXdWPj-U1UsQYLVUwlB_yefV071eP05bLjpBzh669KQiIn_eHUJa984AlsxfhW5FbJ28lp5H1tTaNvjOulyBW2V78hFynO8tp0B9n0fElSNurLZTRK58RLfwTMQicN6piwQ7Qi59Ko/s1600/D5UpFX5XsAAeFa5.jpeg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="1092" data-original-width="1400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgeLXdWPj-U1UsQYLVUwlB_yefV071eP05bLjpBzh669KQiIn_eHUJa984AlsxfhW5FbJ28lp5H1tTaNvjOulyBW2V78hFynO8tp0B9n0fElSNurLZTRK58RLfwTMQicN6piwQ7Qi59Ko/s1600/D5UpFX5XsAAeFa5.jpeg" width="100%" /></a></div>
<br />
Gordon Cooper, in piedi, osserva Pete Conrad, carponi, mentre prova la manovra di ingresso in un simulacro del Modulo Lunare. Datazione ignota.<br />
<br />
Al posto del portello di uscita squadrato c’è un tunnel circolare. Le tute sono completamente differenti da quelle che verranno effettivamente utilizzate. Il pannello comandi è ancora un semplice disegno. Si notano in alto due anelli metallici che potrebbero essere agganci per le imbragature di trattenimento degli astronauti. Sopra la testa di Cooper, la scritta fatta a mano dice <i>“Please do not touch glass surface”</i> (<i>“Si prega di non toccare la superficie vetrata”</i>). <br />
<br />
<i><br />
Fonte foto e descrizione: <a href="https://twitter.com/runnymonkey/status/1122849173978718208">Nick Stevens</a>.</i>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-19806734531568514702019-04-28T01:06:00.000+02:002019-04-28T01:06:13.431+02:00Apollo 17: Gene Cernan visibile nel finestrino del LM<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzTqjlsey5YR3-y3WLZgDCDd9y1Wo3VTRr0P5I6FLed8C9yO3jR6l0HPbwcNokijXmsp_FqjgPIcLkauQ0NzPOVCXxYLL8BciGSe2HKOU9EFKn-s1vdCBrZLtOIj4ZbcCcjWGYLJc6XqY/s1600/snoopy-as17-149-22859hr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="838" data-original-width="816" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzTqjlsey5YR3-y3WLZgDCDd9y1Wo3VTRr0P5I6FLed8C9yO3jR6l0HPbwcNokijXmsp_FqjgPIcLkauQ0NzPOVCXxYLL8BciGSe2HKOU9EFKn-s1vdCBrZLtOIj4ZbcCcjWGYLJc6XqY/s1600/snoopy-as17-149-22859hr.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lo stadio di risalita di <i>Apollo 17</i>. Nel finestrino si scorge la testa di Gene Cernan. Foto <a href="https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/21713306140">AS17-149-22859</a>.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitTWdBxz8I9N3psB_8cVL44JP4pZomwVq4tljyuF_EjfbPaqzsoJcqME24SwpV1wUnfEzLom0Llr20nQD68gC6psfTLHOOR1n3qtE2c1IJGA0QaoZpEraBLd3KAwHbzEf72FebMV9bsbE/s1600/21713306140_aa5b9d5faa_o.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="476" data-original-width="551" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitTWdBxz8I9N3psB_8cVL44JP4pZomwVq4tljyuF_EjfbPaqzsoJcqME24SwpV1wUnfEzLom0Llr20nQD68gC6psfTLHOOR1n3qtE2c1IJGA0QaoZpEraBLd3KAwHbzEf72FebMV9bsbE/s1600/21713306140_aa5b9d5faa_o.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dettaglio della foto precedente.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Secondo <a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/a17/images17.html">questa pagina dell’Apollo Lunar Surface Journal</a>, l’illuminazione dell’interno del LM è prodotta dalla luce del Sole (che, come indicato dalle ombre, si trova quasi sulla verticale locale del LM) che passa attraverso il finestrino di rendezvous del LM (situato sul “soffitto” della cabina).<br />
<br />
La luce permette di notare il casco trasparente e il volto di Gene Cernan: una delle pochissime immagini degli astronauti all’opera nello spazio visti da fuori a volto scoperto. Nella zona superiore sinistra si nota inoltre il <a href="https://www.hq.nasa.gov/alsj/coas.htm">COAS</a>, ossia il sistema di traguardamento usato per determinare le distanze e gli allineamenti durante i <i>rendez-vous</i>.<br />
<br />
Nelle comunicazioni via radio fra il Modulo di Comando e il LM, grosso modo al momento in cui fu scattata questa foto, si sente Cernan che chiede <i>"Can you see me?"</i> (<i>“Mi vedi?”</i>). Evans gli risponde <i>"Yes, I can see you. Right in there, yes" (“Sì, riesco a vederti. Proprio lì dentro, sì”</i>).Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-8108686402986517692019-04-27T21:15:00.000+02:002019-04-28T00:38:22.662+02:00Forse ritrovato il relitto del Modulo Lunare di Apollo 10<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>.</i><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EXL0gNIMmx9HZCNSIVxpgDFcp3AXUD1J_ZM9LnNXrmMoin_O2Y-oq_dCSRzXKFwkruuXubmREEDpYCfNeKXmUTO4TXjPkq9JhPzeGcuv1pzoJxdkLh-sswzaJN93lXX7obgqfURXuIY/s1600/21895525026_8ea78c0523_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="496" data-original-width="1020" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EXL0gNIMmx9HZCNSIVxpgDFcp3AXUD1J_ZM9LnNXrmMoin_O2Y-oq_dCSRzXKFwkruuXubmREEDpYCfNeKXmUTO4TXjPkq9JhPzeGcuv1pzoJxdkLh-sswzaJN93lXX7obgqfURXuIY/s1600/21895525026_8ea78c0523_o.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lo stadio di risalita di <i>Apollo 10</i>, fotografato dall’interno del Modulo di Comando. Dettaglio della foto <a href="https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/21895525026/in/album-72157659436192345/">AS10-34-5109</a></td></tr>
</tbody></table><br />
<br />
L’astronomo Nick Howes (<a href="https://twitter.com/NickAstronomer/">@NickAstronomer</a>) afferma di aver individuato il relitto del Modulo Lunare della missione Apollo 10, che nel 1969 scese fino a circa 14 km dalla Luna e poi risalì, in una prova generale dell’allunaggio. Dopo l’uso, il Modulo Lunare (specificamente il suo stadio di risalita) fu sganciato e immesso in un’orbita eliocentrica da Eugene Cernan, Tom Stafford e John Young.<br />
<br />
Le anticipazioni sulla scoperta sono state pubblicate in un <a href="https://www.thetimes.co.uk/edition/news/houston-we-have-long-lost-problem-probe-apollo-10-3n7w8l2t9">articolo del <i>Times</i></a> (paywall): Howes, membro della Royal Astronomical Society, nel 2011 è riuscito a coordinare telescopi sparsi per il mondo ed esperti delle missioni Apollo per calcolare dove potrebbe trovarsi oggi il Modulo Lunare di Apollo 10, denominato <i>Snoopy</i>. Dopo otto anni di ricerche il suo gruppo ha trovato un oggetto anomalo che è grosso modo nell’orbita corretta e ha le dimensioni giuste. I suoi dati radar sono fortemente insoliti, come ci si aspetta da un oggetto metallico.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7S5l2RmBQkMJnPpQ9kqnB19GBz7Dt_SA0zqHJZZTMtWOXwDJhVqNC6fVZJeZqyrB19pu1s8OktO1BIcXaVMv5NBFkRyRfCaNMfrNheUX7wkMLgWi-jmNQ8OvKycie3BgTwPLUmqXTe-k/s1600/21895523026_3f345c3f1f_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1396" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7S5l2RmBQkMJnPpQ9kqnB19GBz7Dt_SA0zqHJZZTMtWOXwDJhVqNC6fVZJeZqyrB19pu1s8OktO1BIcXaVMv5NBFkRyRfCaNMfrNheUX7wkMLgWi-jmNQ8OvKycie3BgTwPLUmqXTe-k/s1600/21895523026_3f345c3f1f_o.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lo stadio di risalita di Apollo 10 inquadrato parzialmente attraverso uno dei finestrini del Modulo di Comando. Dettaglio elaborato della foto <a href="https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/21895523026/in/album-72157659436192345/">AS10-34-5116</a>.</td></tr>
</tbody></table><br />
<br />
L’unico modo per essere sicuri dell’identificazione è andare a visitarlo. Se venisse confermato ed eventualmente recuperato, sarebbe l’unico Modulo Lunare usato e sopravvissuto alle missioni Apollo: tutti gli altri esemplari che volarono si disintegrarono nell’atmosfera terrestre (Apollo 9) o precipitarono sulla Luna.<br />
<br />
Howes presenterà i propri risultato l’8 giugno 2019 al <a href="https://www.cheltenhamfestivals.com/science/whats-on/2019/dude-wheres-my-spacecraft/">Cheltenham Science Festival</a>.<br />
<br />
<br />
<i>Fonte aggiuntiva: <a href="https://www.space.com/13010-snoopy-nasa-lost-apollo-10-lunar-module-search.html">Space.com</a>.</i>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-81007750173798763962019-04-24T11:16:00.002+02:002019-08-29T22:57:19.996+02:00Recensione: Il Saturn V 1:100 della Famemaster<i>di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle <a href="http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html">donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!"</a>. Ultimo aggiornamento: 2019/08/29.</i><br />
<br />
<br />
Il <a href="https://www.famemaster.com/product_detail-pid-37-id-97">modello del Saturn V in scala 1:100 della Famemaster</a> è assolutamente spettacolare. Alto un metro e dieci centimetri, ha delle porzioni trasparenti che permettono di vederne la struttura interna e il Modulo Lunare dentro la sua carenatura. Ad aprile 2016 l’ho acquistato online presso <a href="http://www.aviationmegastore.com/?action=prodinfo&art=95527">AviationMegastore.com</a>, andando a colpo sicuro dopo averlo visto al negozio del Kennedy Space Center. Costa <a href="https://www.amazon.com/Famemaster-4D-Vision-Saturn-Rocket-Model/dp/B003BYNTZU/ref=cm_cr_arp_d_product_top?ie=UTF8">circa 280 dollari su Amazon</a>, ma li vale tutti: lo porto spesso alle mie conferenze sulle missioni lunari, e l’espressione sui volti dei bambini e degli adulti quando lo vedono per la prima volta non ha prezzo.<br />
<br />
Questa è la vista dal lato intero: <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcqlBS90yJwxeHY6ICpYOWfygHIqWr5DGUOpfih1gllr0vyXNxIL5ah78N89fIupFn0shglMI6D9IeRGakzLKdCfHXTH33UIOJCok4Dw7UiAWqRRR30399YqbXSnwlSjfAcgjTBm8DRlI/s1600/IMG_20190424_100706.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="527" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcqlBS90yJwxeHY6ICpYOWfygHIqWr5DGUOpfih1gllr0vyXNxIL5ah78N89fIupFn0shglMI6D9IeRGakzLKdCfHXTH33UIOJCok4Dw7UiAWqRRR30399YqbXSnwlSjfAcgjTBm8DRlI/s1600/IMG_20190424_100706.jpg" width="100%" /></a></div><br />
<br />
E questa è quella dal lato con le porzioni trasparenti:<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjle_oOL9AePm5XcvVV1rMvuu9phKZTnvpdAMQz9B4yBv6jC2H47dWHCRUf6pYciKF228ZccSCo2e51Zh0S0FPF61yPjucGlqjBaytiWkpbmTmQav3qnlhiS5rQy5jDwSAGlagkqhZfoqg/s1600/IMG_20190424_100740.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="527" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjle_oOL9AePm5XcvVV1rMvuu9phKZTnvpdAMQz9B4yBv6jC2H47dWHCRUf6pYciKF228ZccSCo2e51Zh0S0FPF61yPjucGlqjBaytiWkpbmTmQav3qnlhiS5rQy5jDwSAGlagkqhZfoqg/s1600/IMG_20190424_100740.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sì, quello dietro è un manuale originale NASA di Apollo 15 firmato da Al Worden, che mi ha autografato anche il Modulo di Comando e Servizio ai piedi del Saturn V. Il 45 giri a sinistra è firmato da Jim Lovell e Fred Haise.</td></tr>
</tbody></table><br />
Il modello è interamente a incastro e preverniciato: si assembla abbastanza facilmente senza colla nel giro di un paio d’ore e rimane smontabile altrettanto agevolmente.<br />
<br />
Ha un unico difetto significativo: lo stadio S-IVB ha le pareti ondulate anziché lisce. Si tratta della porzione mostrata nella foto qui sotto:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfP9GHNmwrgUdbsnV3CTpFBaHJWdLhDqz4Jloosj2hnsPlXhbTKTLz9ZoqbFnuSeeRnK66ct-AMo2NHWuHvFwTH6DnzZhUpzChXplwK5lKuan026hp8Yc1WSNilFhLbiyNt2Jh9-ab910/s1600/IMG_20190424_094234.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="527" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfP9GHNmwrgUdbsnV3CTpFBaHJWdLhDqz4Jloosj2hnsPlXhbTKTLz9ZoqbFnuSeeRnK66ct-AMo2NHWuHvFwTH6DnzZhUpzChXplwK5lKuan026hp8Yc1WSNilFhLbiyNt2Jh9-ab910/s1600/IMG_20190424_094234.jpg" width="100%" /></a></div><br />
<br />
Il confronto con una foto dell’originale chiarisce la differenza:<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz1SXWODsHpipcxtlieuonHnKz7hKBA_FBwGXMr5Uq6tDs5M1kwme1E1QmKFmT8iATysiV_tYvqKQ65GyH6ZVlOtj_PjLZsxP8BIr5qmRGNmfjyIwnEgra-2tW7GHeJ6CCzXuwgicESSA/s1600/Saturn_IB_S-IVB-206.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz1SXWODsHpipcxtlieuonHnKz7hKBA_FBwGXMr5Uq6tDs5M1kwme1E1QmKFmT8iATysiV_tYvqKQ65GyH6ZVlOtj_PjLZsxP8BIr5qmRGNmfjyIwnEgra-2tW7GHeJ6CCzXuwgicESSA/s1600/Saturn_IB_S-IVB-206.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno stadio S-IVB di un Saturn IB nel 1967. Fonte: <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/S-IVB#/media/File:Saturn_IB_S-IVB-206.jpg">Wikipedia</a>.</td></tr>
</tbody></table><br />
Ho trovato <a href="https://www.amazon.com/gp/customer-reviews/R3LI7QX4M35SYK/ref=cm_cr_arp_d_rvw_ttl?ie=UTF8&ASIN=B003BYNTZU">questa recensione su Amazon</a> nella quale si dice che il difetto è stato rimediato: <i>“The SIVB (Third) stage has been corrected to remove the improper corrugated section. FameMasten </i>[sic]<i> even sent me a replacement part for my model so now it looks correct!”</i><br />
<br />
Contattare la Famemaster a Hong Kong per chiedere il pezzo corretto non è facile. La <a href="https://www.famemaster.com/guestbook">pagina di contatto</a>, infatti, restituisce un enigmatico <i>“** Verification code wrong. Please try again”</i> qualunque cosa le si immetta.<br />
<br />
Frugando un po’, però, ho trovato le coordinate della Famemaster sul sito dell’azienda <a href="https://www.famemaster.com/company">qui</a>:<br />
<br />
<blockquote>Ms Joey Cheung: sales5@famemaster.com<br />
Address: Room 1516, 15 /F., Wah Wai Centre, 38 - 40 Au Pui Wan Street, Fo Tan, Shatin, NT, Hong Kong <br />
Phone: (852) 2690 9200 <br />
Fax: (852) 2690 9994</blockquote><br />
Così il 24 aprile 2019 ho scritto questa mail, che pubblico così magari può essere utile ad altri clienti come falsariga per la richiesta:<br />
<br />
<blockquote>Hello,<br />
<br />
I am a very happy owner of your Saturn V model (Item No.:26117). Do you have a replacement part for the central section of the S-IVB stage, which should be smooth and is instead corrugated? <br />
<br />
I am referring to the part in the attached photo.<br />
<br />
I have found this review which says that you have this replacement part:<br />
<br />
https://www.amazon.com/gp/customer-reviews/R3LI7QX4M35SYK/ref=cm_cr_arp_d_rvw_ttl?ie=UTF8&ASIN=B003BYNTZU<br />
<br />
I am willing to pay for the part and for its shipping to Lugano, Switzerland.<br />
<br />
Thank you for your assistance.<br />
<br />
Sincerely,<br />
<br />
Paolo Attivissimo<br />
Lugano, Switzerland</blockquote><br />
Non mi resta che attendere eventuali sviluppi. Se ce ne saranno, aggiornerò questo articolo.<br />
<br />
<br />
<h3>2019/08/18 </h3><br />
L’8 maggio 2019 ho ricevuto risposta dalla Famemaster, che mi ha chiesto una prova dell’acquisto e una donazione di almeno 30 dollari a uno degli enti benefici indicati nella mail: Médecins Sans Frontières, Watoto, World Vision, Orbis e la Croce Rossa di Hong Kong. Ho scelto <a href="https://ssl.msf.hk/donate/en/oneoff">MSF</a>. <br />
<br />
Ad agosto 2019, avendo finalmente un po’ di tempo da dedicare a questa questione, ho scritto inviando una copia PDF della fattura di acquisto e della donazione. Vediamo che succede.<br />
<br />
<br />
<h3>2019/08/29</h3><br />
Oggi è arrivato per posta un pacchettino da Hong Kong, che conteneva questo:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyi5Am6vsYhjEF9dukHR2ajAWs6x1tSE7Kb32QIHyDZMXjhBzupLWxV8QGz5rlnZkESI24sOApyadkVQT7WkKFWAyBMTWMmYC5T8WSCc3SZO0Kr8aNWVsdCbKm5cRMr81PfZDidZrd0TQ/s1600/20190829_184353.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyi5Am6vsYhjEF9dukHR2ajAWs6x1tSE7Kb32QIHyDZMXjhBzupLWxV8QGz5rlnZkESI24sOApyadkVQT7WkKFWAyBMTWMmYC5T8WSCc3SZO0Kr8aNWVsdCbKm5cRMr81PfZDidZrd0TQ/s1600/20190829_184353.jpg" width="100%" /></a></div><br />
<br />
Nel giro di mezz’ora ho smontato il terzo stadio e sostituito il pezzo. Ora va molto meglio:<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1G1GsHb0yyeyx1lZVkv3MVbLns3IcUI51dedu1qU6Hx5xriBB48AOOLwLVtObiLNcMFCVivz1_z1MfEHVojrvIroVRQgFa59D0BgQaMrI6S9a-jLHO-RYYo31WWTyF6Ow5KD7jPXKfBU/s1600/20190829_200048.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="739" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1G1GsHb0yyeyx1lZVkv3MVbLns3IcUI51dedu1qU6Hx5xriBB48AOOLwLVtObiLNcMFCVivz1_z1MfEHVojrvIroVRQgFa59D0BgQaMrI6S9a-jLHO-RYYo31WWTyF6Ow5KD7jPXKfBU/s1600/20190829_200048.jpg" width="100%" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quello a destra sullo sfondo è un modello in scala 1:1 del guanto destro della tuta spaziale di Neil Armstrong, stampato con una stampante 3D. </td></tr>
</tbody></table><br />
<br />
Ho scritto alla Famemaster per ringraziarli.Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-460278772826264039.post-16084925999439733792019-04-21T10:15:00.005+02:002019-04-21T10:15:52.497+02:00Le radici svizzere di Walter Schirra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1qXW2391uapIsO-Obf6fubwzxIZ7rY-cdT9evcFzbEPgyknixYfM11v3xaCA-lRAwPwSkclfxyg-sPRKUh093AbQfIIxlfUc3MubfQ3eT8yTUnMqgzjhrp-25vWx-JXtH1Dt5AdK5DX4/s1600/IMG_20190421_002001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1qXW2391uapIsO-Obf6fubwzxIZ7rY-cdT9evcFzbEPgyknixYfM11v3xaCA-lRAwPwSkclfxyg-sPRKUh093AbQfIIxlfUc3MubfQ3eT8yTUnMqgzjhrp-25vWx-JXtH1Dt5AdK5DX4/s320/IMG_20190421_002001.jpg" width="240" /></a></div>
<i>“Delle sue origini ticinesi si era parlato più volte. Stavolta è lui stesso che ci conferma la sua discendenza diretta dagli Schirra di Loco nell’Onsernone. «Il Mio bisnonno emigrò da Loco a Monaco di Baviera, sposò una Schindler del cantone di Svitto e partì verso la fine del secolo scorso per gli Stati Uniti. Non ci sono dubbi sulle mie origini elvetiche. D’altronde dopo aver visto il meraviglioso panorama delle valli ticinesi e dei vostri laghi non mi sentirei di smentire un legame con questo paese.»”</i><br />
<br />
Queste parole, tratte da un numero de <i>L’Illustrazione Ticinese</i> di novembre 1969 e firmate dal giornalista Marco Blaser, descrivono con precisione le origini dell’astronauta Walter Schirra.<br />
<br />
Un lettore, Daniele W. di Losone, mi segnala un articolo pubblicato su <i>La Regione Ticino</i> il 12 luglio 2008, nel quale si scrive che <i>“negli anni Settanta Walter Schirra è venuto in Ticino a Loco per visitare il luogo dove sono nati i suoi genitori”</i>, ma questa indicazione non corrisponde alla versione originale del 1969.<br />
<br />
Sempre Daniele mi precisa che <i>“Di fronte al mulino di Loco, su una fontana si trova pure una targa in ricordo della sua visita eseguita in questo paesino negli anni 70”</i>.<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; color: #222222; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 13px;"> </span>Paolo Attivissimohttp://www.blogger.com/profile/05965279744918433895noreply@blogger.com0