Il documentario inglese intitolato First on the Moon: The Untold Story (2005), contiene un brano nel quale Buzz Aldrin, l'uomo che insieme a Neil Armstrong sbarcò sulla Luna nel 1969, racconta che durante la missione vide un oggetto volante non identificato.
Il brano è questo:
E' opportuno spiegare un po' il contesto. Il veicolo Apollo, composto dal modulo lunare (LM) e dal modulo di comando e di servizio (CSM), è in viaggio verso la Luna da due giorni, nella configurazione mostrata nel disegno qui accanto (NASA-S-66-11024). Il modulo lunare è a sinistra, quello di comando è il cono in centro; quello di servizio è a destra.
A un certo punto il comandante (CDR), Neil Armstrong, fa una domanda strana al centro di controllo di Houston:
02:12:45:46. Do you have any idea where the S-IVB is with respect to us?
02:12:45:50. CC: Stand by.
Armstrong vuole sapere dove si trova il terzo stadio del vettore Saturno V, quello che li ha lanciati fuori dall'orbita terrestre e li ha diretti verso la Luna. Lo hanno abbandonato due giorni prima, circa quattro ore dopo il decollo, e il Controllo Missione ne ha riacceso il motore per cambiarne la traiettoria rispetto a quella dell'Apollo. La domanda è insolita, perché questo stadio, una volta abbandonato, non è di alcun interesse per gli astronauti.
Quattro minuti dopo, il centro di controllo risponde:
02:12:49:02. Apollo 11, Houston. The S-IVB is about 6000 nautical miles from you now. Over.
02:12:49:14. Okay. Thank you.
Houston informa gli astronauti che lo stadio è a oltre 11.100 km di distanza. Armstrong ringrazia, e di questa domanda non si parla più per il resto della missione.
Cos'è successo? Lo racconta appunto Aldrin (foto qui accanto) nel documentario: si sono accorti di essere inseguiti da un oggetto, di cui riescono a intravedere vaghi dettagli attraverso uno dei telescopi di bordo. Non pensano certo a un veicolo alieno, ma allo stadio S-IVB. Solo che da Terra li informano che l'S-IVB è troppo lontano per essere visibile ed è stato mandato su una rotta differente, quindi non può essere la fonte dell'avvistamento. E allora cos'è l'oggetto che li insegue?
Siccome sanno che il mondo intero ascolta le loro comunicazioni radio e temono che qualche svitato interpreti male le loro parole e si spaventi pensando ai dischi volanti, gli astronauti decidono di non parlare ulteriormente dell'avvistamento fino a quando saranno rientrati a terra e faranno il resoconto dettagliato della missione (debriefing).
Ecco il racconto di Buzz Aldrin nel brano del documentario:
There was something out there that was close enough to be observed... and what could it be?... Mike decided he thought he could see it in the telescope, and he was able to do that, and when it was in one position it had a series of ellipses. But when you made it real sharp it was sort of L-shaped. That didn't tell us very much... Obviously the three of us were not gonna blurt out "Hey, Houston, we've got something moving alongside of us, we don't know what it is, you know, can you tell us what it is?" We weren't about to do that! 'Cause we know that those transmissions would be heard by all sorts of people, and who knows what somebody would have demanded that we turn back because of aliens or whatever the reason is. So we didn't do that, but we did decide we'd just cautiously ask Houston where... how far away was the S-IVB... And a few moments later, they came back and said something like it was six thousand miles away because of the maneuver, so we really didn't think we were looking at something that far away, so we decided that after a while watching it, it was time to go to sleep, and not to talk about it anymore until we came back, in debriefing”.
Traduco le parole di Aldrin:
"C'era qualcosa, là fuori, che era abbastanza vicino da poterlo osservare. E cosa poteva essere? Mike [Collins] decise che poteva guardarlo dal telescopio e ci riuscì, e quando [l'oggetto] era in una certa posizione aveva una serie di ellissi. Ma quando lo mettevi bene a fuoco sembrava a forma di L. Questo non ci chiariva molto la situazione... Ovviamente non avremmo esclamato "Ehi, Houston, abbiamo qualcosa che si muove accanto a noi, non sappiamo cos'è, ce lo potete dire voi?". Non l'avremmo certo fatto! Perché sapevamo che quelle trasmissioni sarebbero state ascoltate da gente di ogni sorta, e chissà mai che qualcuno potesse pretendere che tornassimo subito a casa per via degli alieni o di altre ragioni. Per cui non lo facemmo, e chiedemmo semplicemente con cautela a Houston dove si trovasse lo stadio S-IVB. Qualche minuto dopo ci dissero che era a circa undicimila chilometri per via della manovra, per cui non pensavamo di osservare qualcosa di così distante. Così decidemmo, dopo averlo guardato per un po', che era ora di dormire e di non parlarne fino al ritorno, durante il debriefing”.
Aldrin è troppo divertito quando parla di alieni perché le sue parole possano essere interpretate come ammissione di un incontro con gli extraterrestri, ma il documentario ricama non poco su queste frasi, mostrando un oggetto sgranato (che però non è quello visto dall'Apollo 11, bensì uno avvistato durante un'altra missione Apollo) e dicendo che l'oggetto avvistato dagli astronauti dell'Apollo 11 non fu mai identificato con certezza.
La dichiarazione fa insomma piuttosto scalpore: sembra che un astronauta Apollo dica di aver visto un UFO, un veicolo alieno. I siti ufologici come Ufo-radio.net o Ufologia.net si tuffano sulla notizia. Ma il presunto scoop interplanetario si sgonfia in fretta, e salta fuori che la congiura del silenzio non la fanno gli astronauti, ma i documentaristi a caccia di clamore.
Infatti la spiegazione più probabile e non extraterrestre dell'avvistamento era stata data da Aldrin direttamente durante l'intervista per il documentario, ma era stata tagliata, come ha riferito l'astronauta stesso a David Morrison, del Nasa Astrobiology Institute, e continua tuttora ad essere ignorata dai media.
Aldrin aveva spiegato alla troupe del documentario che l'oggetto che li "inseguiva" era con tutta probabilità uno dei quattro pannelli interstadio che racchiudevano il modulo lunare, come si vede in questo disegno tratto dall'Apollo 11 Mission Operation Report:
Durante il lancio e per parte del volo verso la Luna, il modulo lunare stava sopra lo stadio S-IVB (il cilindro in basso nell'immagine qui sopra) e sotto il modulo di comando e servizio, protetto da questi quattro pannelli. Durante il tragitto, veniva effettuata la manovra di Transposition and Docking: il modulo di comando e servizio si sganciava dallo stadio S-IVB e ruotava di 180°, viaggiando "in retromarcia". I pannelli di protezione del modulo lunare venivano aperti a petalo e sganciati dallo stadio S-IVB (parte centrale del disegno), in modo da permettere al modulo di comando e servizio di agganciarsi al modulo lunare ed estrarlo (parte destra del disegno).
Fatto questo, il modulo di comando e servizio e il modulo lunare accoppiati (l'astronave Apollo vera e propria) si allontanavano e poi lo stadio S-IVB, ormai non più necessario, veniva spinto in un'orbita che evitasse collisioni con il veicolo Apollo. Ma i pannelli di protezione erano già sganciati dallo stadio prima che lo stadio cambiasse di rotta, per cui non venivano coinvolti nella manovra di deviazione. Ubbidendo diligentemente alle leggi newtoniane del moto, quindi, i pannelli proseguivano per inerzia lungo la traiettoria del veicolo Apollo come gabbiani dietro una nave, perlomeno fino al momento in cui l'Apollo non effettuava correzioni di rotta.
Aldrin ha ribadito la vera natura dell'avvistamento in più occasioni, per esempio nel corso del popolare Howard Stern Show del 15/8/2007, e in un'intervista televisiva al Science Channel nella quale chiese di chiarire ai telespettatori che non aveva visto un veicolo alieno (l'emittente rifiutò). Ma la storia dell'astronauta che ammette di aver visto un UFO è troppo ghiotta e quindi continua a girare. Eppure la faccenda era già stata discussa appunto durante il debriefing oltre trentacinque anni prima, come si può leggere alle pagine da 6-33 a 6-36 dell'Apollo 11 Technical Crew Debriefing, datato 31 luglio 1969, scaricabile qui.
E' ironico che durante la missione gli astronauti scelsero di non parlare via radio della questione perché temevano che i loro commenti sarebbero stati fraintesi, ma che poi questa scelta del silenzio sia stata interpretata come prova di qualcosa da nascondere. Proprio come avevano previsto, insomma, le loro parole sono state grossolanamente fraintese.
Fonti: Apollo 11 Technical Voice-to-Ground Transcript; Apollo 11 Mission Operation Report; "UFOs and Aliens in Space", David Morrison. Skeptical Inquirer 33 (1): 30–31, 2009; Apollo 11 Technical Crew Debriefing.
6 commenti:
ammirevole la determinazione e la motivazione di questi scienziati che indubbiamente avrebbero potuto farsi prendere dal panico, soli nello spazio a guardare qualcosa che non avrebbe dovuto essere: così decidemmo che, dopo averlo guardato un po', era tempo di andare a dormire e di non parlarne più fino a che non fossimo tornati
l'uomo fa sempre la differenza, nel bene o nel male
Non vorrei fare l'avvocato del diavolo ma ho letto le tre pagine del debriefing e mi sembra di capire che nessuno degli astronauti aveva la certezza che fosse uno dei pannelli dello stadio, addirittura Collins e Armstrong non erano d'accordo neanche sulla forma dell'oggetto.
Aldrin afferma anche che poteva essere un pannello ma non ne aveva la forma e Collins fa varie ipotesi: qualcosa staccatosi dal modulo al momento della manovra oppure forse un pezzo di un'antenna.
Insomma mi pare di capire che non c'era la certezza sulla natura dell'oggetto (almeno al momento del debriefing), gli astronauti hanno fatto delle ipotesi e su gli spazi di manovra che ti da un'ipotesi figurati se non ci sguazzano gli ufologi..
Se ne avessero parlato sull'intercom, la gente avrebbe frainteso.
Se non ne avessero parlato, la gente avrebbe frainteso.
Ne hanno parlato in maniera criptata, e la gente ha frainteso.
Hanno spiegato, rettificato, e la gente continua a fraintendere.
Inutile, contro la voglia di credere non c'è cosa fare.
Però mi stupisce che non ci fossero arrivati subito. Voglio dire, avevano pensato al quarto stadio, perché non hanno pensato subito ai pezzi che avanzavano dal quarto stadio?
La è stata poi "risolta" nelle missioni successive o semplicemente ignorata?
Giggi,
sì, non ne hanno la certezza nel debriefing (svolto neanche dieci giorni dopo il rientro), ma già parlano di "panel" e di "S-IVB".
E Aldrin ai documentaristi ha detto che erano sostanzialmente certi che fosse un pannello.
Ho riformulato la frase per rispecchiare meglio la natura non definitiva del debriefing, grazie.
segnalo che stanno diffondendo una bufala simile:
http://centroufologicotaranto.wordpress.com/2010/01/05/lastronauta-aldrin-avrebbe-visto-astronavi-aliene-sulla-luna/
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