2008/02/01

FAQ: per saperne di più, senza complotti

Qui vengono raccolte man mano le domande più frequenti riguardanti le missioni lunari per chi non crede alle teorie di messinscena ma vuole semplicemente conoscere meglio la materia e ha delle curiosità che vuole chiarire. Ultimo aggiornamento: 2016/10/28.


1. È vero che non ci sono foto di Neil Armstrong sulla Luna?


No: ci sono, ma sono poche e tutte brutte tranne una a malapena passabile. In realtà si è pensato per molto tempo che non ce ne fossero del tutto, ma nel 1987 un riesame delle immagini e della cronologia della missione rivelò che c'erano sei sue fotografie scattate durante l'escursione sul suolo lunare: tre a figura intera e tre parziali.

Le foto sono identificate dalle sigle AS11-40-5886 (figura intera, di spalle, l'unica buona), AS11-40-5894 (intera ma sottoesposta), AS11-40-5895 (solo le gambe), AS11-40-5896 (solo i piedi), AS11-40-5903 (intera, visibile nel riflesso della visiera di Aldrin), AS11-40-5916 (una gamba e lo zaino).

Ci sono inoltre altre due foto di Armstrong scattate sulla Luna, ma dentro il modulo lunare, dopo l'escursione: la AS11-37-5528 e la AS11-37-5529.

Infine ci sono i fotogrammi della cinepresa automatica 16mm che riprese gli astronauti durante l'escursione: Neil Armstrong è visibile in molte di queste immagini e in alcuni di esse (per esempio in AP11FR02, un dettaglio della quale è mostrato qui sopra) si scorge anche il suo viso.

Tutte le altre foto scattate sulla Luna durante la missione Apollo 11, compresa quella celeberrima dell'impronta dello scarpone nel suolo lunare, ritraggono Buzz Aldrin.


2. Si potrebbe usare il terreno lunare per coltivazioni sul posto?


Sono stati fatti molti studi su serre lunari e alla fine risulta che il terreno lunare non è utile, a meno che non sia trattato appositamente. Il progetto europeo più evoluto in questo senso è MELISSA.


3. Perché Buzz Aldrin, il secondo astronauta a mettere piede sulla Luna, fece una lunga, silenziosa pausa sulla scaletta prima di scendere?


Lo confessa divertito lui stesso in un documentario del 2007, in cui dice che stava facendo la pipì dentro l'apposito dispositivo interno della tuta spaziale (dettagli).


4. Buzz Aldrin era designato come pilota del modulo lunare. Ma allora perché l'allunaggio fu pilotato da Armstrong?


Il nome Lunar Module Pilot (pilota del modulo lunare) era un po' ingannevole, perché in realtà servivano due persone per gestire il modulo lunare (LM), con mansioni suddivise.

Il LM allunava quasi automaticamente, sotto la supervisione dei due astronauti: il compito dell’astronauta pilota era operare il computer di bordo e fornire al comandante i dati essenziali (quota, velocità, riserve di carburante, stato dei sistemi, eccetera). Il compito dell’astronauta comandante era decidere cosa fare, essendo il responsabile della missione, e quindi eventualmente prendere i comandi manuali, come infatti avvenne nella missione Apollo 11. Il pilota era comunque altrettanto in grado di manovrare manualmente se necessario. La situazione è paragonabile a quella di un aereo di linea, dove il comandante ha l’incarico di pilotare e il copilota o primo ufficiale gli fornisce il supporto tecnico necessario, mantenendo comunque la possibilità di scambiare i ruoli se necessario.

La prassi di far dirigere il LM al comandante con il supporto del pilota del modulo lunare fu standard anche per gli altri voli Apollo.

Durante la missione Apollo 12 ci fu un'eccezione: il comandante Pete Conrad lasciò i comandi manuali del LM al pilota del modulo lunare Alan Bean per qualche minuto dopo il decollo dalla Luna, mentre erano dietro la Luna, fuori contatto radio, in modo che il Controllo Missione non lo venisse a sapere. Questo dettaglio è raccontato nel libro A Man on The Moon, di Andrew Chaikin.


5. E' vero che la penna usata da Aldrin per riparare un interruttore rotto nel modulo lunare e permettere agli astronauti di ripartire gli fu data da Michael Collins?


Non è chiaro. L'episodio della penna è reale e confermato da Aldrin di persona; il dettaglio che gli sia stato data da Collins compare nel docudrama Moonshot (2009), ma potrebbe trattarsi di una delle tante licenze artistiche del film. Nella sua autobiografia Magnificent Desolation, Aldrin non specifica chi gli diede la penna, e finora non sono state trovate altre fonti che confermino la versione presentata da Moonshot. Il 21 luglio 2009 ho chiesto chiarimenti via mail a Richard Dale, Director of Creative Content della Dangerous Ltd che ha prodotto Moonshot, e sono in attesa di risposta.


6. E' vero che quando l'Apollo 8 lesse via radio un passo della Genesi mentre era in orbita intorno alla Luna, qualcuno fece causa alla NASA?


Sì. Fu Madalyn Murray O'Hair, per violazione del Primo Emendamento, nei confronti di Thomas Paine, amministratore della NASA. L'azione legale fu respinta dalla Corte Suprema nel 1970, ma da quel momento in poi la NASA fu molto guardinga nei confronti di qualunque accenno religioso da parte dei propri membri e astronauti.


7. Dov'era il gabinetto nei veicoli Apollo?


Non c'era. In estrema sintesi: i liquidi andavano in un tubo applicato al pene mediante un preservativo e venivano scaricati nello spazio (nelle missioni Apollo volarono solo uomini, per cui il problema di gestire l'anatomia femminile non si pose). I solidi venivano raccolti in un sacchetto applicato intorno allo sfintere e conservati a bordo. Non c'era privacy e non si poteva arieggiare il locale.


8. A cosa servivano i "bip" durante le comunicazioni radio?


Attivavano e disattivavano l'invio dell'audio dal Controllo Missione, a terra, verso gli astronauti. Non servivano, come pensano in molti, a indicare "tocca a te parlare" o "passo", e solitamente non venivano uditi dagli astronauti (dettagli).


9. Perché il programma Apollo si chiama così?


La NASA aveva una lunga tradizione di nomi di programmi e veicoli tratti dalla mitologia greca. Il nome Apollo fu scelto da Abe Silverstein, uno dei padri dell'astronautica statunitense, nel 1960, semplicemente perché gli piaceva: le caratteristiche del dio greco Apollo non c'entrano nulla (dettagli).


10. La prima bandiera piantata sulla Luna cadde al momento del decollo, spazzata via dal getto del motore?


Con tutta probabilità, sì. Lo sostiene Buzz Aldrin, pilota del veicolo. Ma la NASA è ufficialmente incerta, e si sa che altre bandiere di missioni successive rimasero in piedi benché colpite dal getto del motore (dettagli).


11. Come mai in molte foto scattate sulla Luna si vedono in cielo dei puntini blu o di altri colori? Sono stelle?


E' molto improbabile: con le regolazioni usate dagli astronauti, le stelle non sarebbero state fotografabili, perché troppo fioche rispetto alla superficie. L'unica "stella" di cui si ha documentazione fotografica certa è Venere, fotografata durante la missione Apollo 14 (dettagli).

I puntini (qui accanto è mostrato un esempio, tratto da un dettaglio della foto AS11-40-5969) potrebbero essere un po' di tutto: per esempio, granelli di polvere entrati nel corpo macchina durante l'escursione lunare o introdotti durante lo sviluppo, la duplicazione o la scansione sulla Terra. Potrebbero essere alterazioni puntiformi della pellicola prodotte da particelle cariche (raggi cosmici e simili). Potrebbero anche essere artefatti della compressione JPEG.

Alcuni puntini potrebbero anche essere stelle fortemente sottoesposte: questa è l'ipotesi più facile da verificare o escludere usando un planetario che ricostruisca il cielo stellato alla data della missione e nel punto della Luna dove si svolse la specifica missione.

L'importante è tenere presente che le versioni digitali di queste foto che si possono consultare via Internet non sono gli originali, ma sono il frutto di duplicazioni ed elaborazioni e hanno subito un processo di compressione digitale che può introdurre errori o fenomeni non presenti nell'originale. Qualunque verifica rigorosa andrebbe svolta pertanto sulle pellicole originali, non sulle versioni digitali disponibili su Internet.


12. Che tipo di pellicola fu usato per le foto e le riprese dell'Apollo 11?


Furono usati tre tipi: codice SO-368, Kodak Ektachrome MS invertibile a colori, ASA 64, supporto in poliestere Estar; codice SO-168, Kodak Ektachrome EF invertibile a colori, ASA 160; e codice 3400, Panatomic-X in bianco e nero, ASA 80.

Le riprese cinematografiche usarono pellicola a colori SO-368 e SO-168 in formato 16 mm (Apollo 11 Photography Index - 70 mm and 16 mm, pag. 102).

Le foto a colori della passeggiata lunare furono scattate su pellicola SO-368 in formato 70 mm con doppia perforazione.

L'ALSCC, la fotocamera stereoscopica per immagini ravvicinate del suolo, usò pellicola SO-168 in formato 35 mm.

Le foto in interni furono scattate su pellicola SO-168 in formato 70 mm, tirata a 1000 ASA.


13. Come mai in tutti questi anni non siamo più tornati sulla Luna?


Per una complessa serie di ragioni:

– Politica. Le missioni Apollo furono motivate e soprattutto finanziate da un intento principalmente politico: battere l’Unione Sovietica in un campo tecnologico vicino a quello militare e dimostrare la superiorità del sistema sociale americano rispetto a quello russo. L’esplorazione e la scienza furono un sottoprodotto di questo intento fondamentale, che oggi non c'è più.

Costo. Anche se si sottolinea spesso che la spesa complessiva del programma Apollo è una bazzecola rispetto ai budget militari (tutto il programma, su dieci anni, costò un terzo dell’attuale spesa militare annua degli Stati Uniti), fu comunque un’impresa economicamente molto onerosa rispetto a tutte le altre missioni spaziali.

–  Rischio. Mandare esseri umani sulla Luna è pericoloso e negli anni Sessanta i margini di rischio elevati erano accettabili perché c’era un movente politico. Oggi quei margini (una tragedia sfiorata con Apollo 13 e tanti incidenti minori nelle altre missioni) sono inaccettabili.

Tecnologia. Oggi la robotica è molto più sofisticata rispetto agli anni delle missioni Apollo. Allora non c’era scelta: per osservare, selezionare e raccogliere campioni di roccia lunare era necessario mandare degli esseri umani. Ma adesso ha molto più senso mandare sulla Luna veicoli senza equipaggio, comandabili da Terra, che possono effettuare rilievi ed esplorazioni per periodi più lunghi e su zone più ampie ad un costo enormemente inferiore a quello di una missione con equipaggio. Questa strategia è infatti stata seguita con successo da veicoli lunari orbitali e di superficie di vari paesi (per esempio Lunar Reconnaissance Orbiter, Chang’e, Chandrayaan) e persino da privati (con il Lunar X-Prize). Progetti come Robonaut mirano a creare una “telepresenza” umana sulla Luna: un robot antropomorfo, comandato da una persona che sta al sicuro sulla Terra, senza problemi di ossigeno, cibo, temperatura, fatica, radiazioni e tute spaziali ingombranti.

Motivazioni. O meglio, assenza di motivazioni. Attualmente non c’è nessuna buona ragione politica, militare o economica per visitare la Luna con equipaggi. L’esplorazione scientifica è fattibile con veicoli senza equipaggio. L’ipotesi di sfruttare la Luna come miniera (si parla spesso di estrarre l’elio-3 per i reattori nucleari a fusione) è per ora economicamente insostenibile. Collocare una base militare sulla Luna non ha senso, dato che eventuali armi lanciate dalla base arriverebbero dopo giorni di viaggio, la base sarebbe un bersaglio fisso e vulnerabile per gli avversari e i costi sarebbero enormi rispetto agli attuali missili balistici montati su aerei e sottomarini e installati nei silos sulla Terra, che arrivano a destinazione in mezz’ora scarsa.

1 commento:

Giuliano47 ha detto...

"In estrema sintesi: i liquidi andavano in un tubo applicato al pene mediante un preservativo e venivano scaricati nello spazio (nelle missioni Apollo volarono solo uomini, per cui il problema di gestire l'anatomia femminile non si pose). I solidi venivano raccolti in un sacchetto applicato intorno allo sfintere e conservati a bordo. Non c'era privacy e non si poteva arieggiare il locale".


E` per questo che gli astronauti vennero chiamati gli Eroi dello Spazio :-)