2013/12/31

La sonda cinese Chang'e 3 fotografata sulla Luna dal Lunar Reconnaissance Orbiter

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di paolo.pizz*.

Il 25 dicembre scorso la sonda statunitense LRO, orbitante intorno alla Luna dal 2009, ha sorvolato la zona di atterraggio della sonda cinese Chang'e 3 e l'ha fotografata da una quota di circa 150 chilometri. Quella che vedete qui sotto è la più nitida della serie di fotografie acquisite da LRO. La freccia più grande indica Chang'e 3; quella più piccola indica il suo piccolo rover Yutu. La risoluzione è circa 1,5 metri per pixel.

Credit: NASA / GSFC / ASU

La GIF animata qui sotto confronta un'immagine della stessa zona, scattata prima della discesa di Chang'e 3 (precisamente il 30 giugno 2013) in condizioni di luce quasi identiche, con quella scattata dopo l'atterraggio.

Credit: NASA / GSFC / ASU

Queste immagini possono essere usate per avere una comprensione più chiara dell'ambiente intorno a Chang'e 3 e Yutu: le linee rosse nell'immagine composita qui sotto indicano il campo visivo inquadrato nella porzione superiore panoramica e quelle gialle indicano due crateri.

Credit: CNSA / Di Lorenzo / Kremer
Per finire, alcune belle foto di Yutu scattate dal livello del suolo lunare tramite il veicolo principale Chang'e 3:

Credit: CNSA

Credit: CNSA

Credit: CNSA

Maggiori informazioni sono presso Planetary.org e LROC.

2013/10/15

Ecco il libro sui cosmonauti perduti

di Paolo Attivissimo

È stata lunga (in parte anche per colpa mia), ma alla fine ce l'abbiamo fatta: il libro di Luca Boschini che finalmente chiarisce le teorie e le dicerie sui presunti “cosmonauti perduti” (comprese quelle dei fratelli Judica-Cordiglia) è ora disponibile sia in forma cartacea, sia come e-book.

S'intitola Il mistero dei cosmonauti perduti – Leggende, bugie e segreti della cosmonautica sovietica e lo trovate da ordinare via Internet qui su Cicap.org rispettivamente a 14,90€ e 4,99€.

Quella che vedete qui accanto è la copertina finale, scelta fra tutte quelle pervenute a Luca e realizzate per passione dai lettori del Disinformatico, come raccontato qui. Le altre copertine proposte (quelle i cui autori hanno dato il permesso) sono pubblicate qui.

Buona lettura!

2013/10/06

Bisbigliare nell'orecchio della Storia: incontro con Buzz Aldrin, astronauta lunare

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di giuseppe.ac* e c.agost* ed è stato scritto a gennaio 2012 per la rivista Alpha Quadrant dell'associazione culturale Deep Space One. Compare qui con il permesso dell'associazione e in forma aggiornata.

Photo credit: Andrea Tedeschi
Luglio 2010. L'uomo accanto a me, sul palco della multisala di Avezzano allestito per la manifestazione Il Cielo di Argoli, ha un luccichio birichino negli occhi nonostante gli ottant'anni compiuti da poco. Gli stanno mostrando una foto di un caccia russo d'epoca, un MiG-15 biposto, e gli stanno offrendo di provarlo. In volo. Il luccichio è ben motivato, tanto quanto l'offerta: lui, quei MiG-15, li abbatteva durante la Guerra di Corea, nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, quando era pilota militare dell'aviazione statunitense. Trovarsi nei panni dell'ex nemico, indossare le sue ali d'argento, sarebbe un'esperienza straordinaria.

Ma il bagliore dell'entusiasmo dura un istante, perché si rende conto che quel caccia ha sulle spalle cinquant'anni di manutenzione improvvisata e rischia di essere un trabiccolo letale. L'espressione successiva che gli compare fugace sul volto è la consapevolezza agrodolce che quand'anche l'aereo russo lo riportasse a terra intero, sua moglie Lois non gli perdonerebbe una pazzia del genere. Oltretutto lui, di trabiccoli letali, se ne intende. È Buzz Aldrin: l'uomo che insieme a Neil Armstrong toccò per primo il suolo lunare in una notte indimenticabile del luglio del 1969, sbarcando con un veicolo così fragile che le pareti della cabina si potevano bucare con una matita e così risicato nelle prestazioni da dover rinunciare persino ai sedili. È uno dei dodici uomini che hanno camminato sulla Luna.

Aldrin se ne intende anche, purtroppo, di manutenzione improvvisata: sopravvissuto all'impresa lunare, è stato perseguitato dai demoni gemelli della depressione e dell'alcolismo, dai quali si è liberato con fatica e al prezzo della carriera militare e di due matrimoni e dopo aver sfasciato, ubriaco, le auto che si era ridotto a vendere per campare perché non aveva più un soldo. Solo la volontà di ferro della moglie Lois, sposata nel 1988 e sempre accanto a lui (anche qui ad Avezzano), lo ha rimesso in sesto. 

Se Armstrong è passato alla storia per il suo sangue freddo e la sua serenità olimpica, Aldrin è la sua controparte sanguigna ed emotiva. Provocato da un complottista che lo accusava di aver simulato lo sbarco sulla Luna, Neil Armstrong chiamò la polizia. Aldrin, invece, rispose con un memorabile cazzotto. E fu Aldrin a descrivere la Luna, mentre camminava nel suo Mare della Tranquillità, come una “desolazione magnifica”: uno dei rari slanci poetici di un gruppo di uomini scelti per la loro disciplina mentale più che per il loro afflato romantico e troppo presi dalle complessità tecniche delle missioni per potersi soffermare a contemplarne le implicazioni filosofiche.

Riconosco quel fugace luccichio negli occhi di Aldrin: è quello tipico del geek, che va in salivazione pavloviana quando contempla un gadget o un'idea tecnologica accattivante e innovativa. E Aldrin è un übergeek: i suoi colleghi lo avevano soprannominato Dottor Rendez-vous, perché non faceva che parlare di rendez-vous orbitali. Ogni volta che gli organizzavano un incontro con una ragazza, lui portava immancabilmente la conversazione sulle tecniche di attracco spaziale fra due veicoli. Non era una tecnica d'abbordaggio tramite metafora freudiana: la sua tesi di laurea in astronautica al Massachusetts Institute of Technology era infatti intitolata Tecniche di guida a vista per il rendez-vous orbitale umano. Roba tosta, per il 1963, visto che l'era spaziale era iniziata solo sei anni prima. Ironicamente, la dedica della tesi era rivolta “agli equipaggi dei programmi spaziali attuali e futuri di questo paese. Se solo potessi unirmi a loro nelle loro imprese emozionanti!” Non era preveggenza: Aldrin aveva scelto appositamente quest'argomento di tesi e aveva già fatto richiesta di diventare astronauta, ma era stato respinto perché non era pilota collaudatore. La NASA eliminò questo requisito e lo selezionò come astronauta a ottobre dello stesso anno.

L'ossessione di Aldrin per i rendez-vous gli fu assai preziosa nel suo primo volo spaziale, assai meno celebre di quello lunare dell'Apollo 11: quello a bordo della Gemini XII, nel 1966, insieme a Jim Lovell (futuro protagonista della sfortunata missione Apollo 13). Un guasto al radar di guida del veicolo automatico Agena al quale dovevano attraccare mentre orbitavano intorno alla Terra rischiava di compromettere la missione, che aveva fra i propri obiettivi primari quello dimostrare la capacità di rendez-vous, indispensabile per le future missioni verso la Luna. Aldrin risolse il problema calcolando a mente le coordinate, con l'aiuto del suo fido regolo calcolatore, salvando la missione. Questo talento contribuì non poco alla sua selezione per le missioni lunari, nelle quali un mancato attracco poteva significare il fallimento del volo o la morte dell'equipaggio. Meglio avere a bordo un Dottor Rendez-vous.

La missione Gemini XII lo vide anche compiere tre passeggiate spaziali, dimostrando che era davvero possibile lavorare nel vuoto e in assenza di peso: le escursioni precedenti dei colleghi non avevano avuto altrettanto successo a causa di guasti tecnici, surriscaldamenti e appannamenti delle visiere. Parte del merito di questo risultato di Buzz (questo è il suo nome legale dal 1988; prima era Edwin Eugene) fu dovuto all'addestramento in una speciale piscina, nella quale gli astronauti s'immergevano indossando una tuta spaziale modificata, ottenendo una simulazione delle condizioni di assenza di peso che avrebbero incontrato nello spazio: un'idea introdotta da Aldrin stesso, che è tuttora un sub.

Photo credit: Andrea Tedeschi.
Il suo geek interiore emerge anche nelle risposte alle domande del pubblico in sala, che gli traduco bisbigliandogliele in un orecchio, cercando disperatamente di non farmi distrarre dal fatto che sto parlando a chi ha fatto la Storia con la S maiuscola e a un mito assoluto della mia infanzia. Aldrin è conciso, quasi laconico, nelle domande sulle sue emozioni, su cosa ha provato durante la sua missione sulla Luna, ma è un fiume in piena nelle risposte ai quesiti tecnici. Prende in mano il mio modellino del Modulo Lunare e se lo fa “allunare” traballante sul ginocchio. Mima con le mani il rientro della sua capsula Apollo 11 nell'atmosfera terrestre, a circa quarantamila chilometri l'ora, e fa quasi una conferenza a parte, senza mai fermarsi, per spiegare al pubblico come la forma bombata del fondo della capsula conica fungesse da superficie aerodinamica, consentendo a Michael Collins, terzo membro dell'equipaggio, di planare e manovrarla con precisione. Non invidio il mio collega che deve memorizzare, riassumere e tradurre questo chilometrico monologo irto di tecnicismi, ma noto l'estasi degli appassionati d'astronautica in sala per questi dettagli poco noti dell'impresa, raccontati direttamente da chi li ha vissuti.

E di dettagli poco conosciuti, in quello storico primo sbarco seguito in diretta TV da seicento milioni di telespettatori, ce ne sono tanti. Le medaglie sovietiche lasciate in gran segreto sulla Luna per commemorare Vladimir Komarov, morto durante il rientro della sua capsula Soyuz 1 per la mancata apertura del paracadute, e Yuri Gagarin, primo uomo a orbitare intorno alla Terra, perito in un incidente aereo nel 1968. Nemici e rivali nella Guerra Fredda, ma colleghi d'aviazione e compagni d'avventura nello spazio, dove le frontiere nazionali perdono ogni senso. La comunione fatta da Aldrin sulla Luna, senza poterne parlare pubblicamente per mantenere la neutralità religiosa della NASA, scottata da una causa legale scaturita dalla mirabile lettura di alcuni passi della Genesi da parte degli astronauti durante la missione Apollo 8 (Aldrin divenne così il primo uomo a bere alcolici su un altro corpo celeste). L'interruttore d'innesco dell'unico motore di risalita, trovato rotto al rientro nel modulo lunare dopo la storica passeggiata e riparato grazie a un pennarello usato per chiudere il contatto.

Si mormora di pillole al cianuro per suicidarsi se quell'interruttore rabberciato, o qualunque altro componente vitale, non avesse funzionato, lasciando Armstrong e Aldrin intrappolati sulla Luna, senza alcuna possibilità di soccorso, e obbligando il loro compagno Collins, rimasto in orbita lunare, a tornare a Terra da solo. Ma Aldrin liquida l'idea con indifferenza: in un ambiente ostile come quello lunare non occorrono pillole per morire. Prima o poi l'ossigeno finisce e ci si addormenta per sempre. Tutto qui.

Sono invece molto più di un mormorio le rivalità fra i due protagonisti del primo sbarco sulla Luna. Collins, nella sua magnifica autobiografia Carrying the Fire, descrive Aldrin e Armstrong come due “amiable strangers”: estranei cordiali. Dopo il ritorno sulla Terra, ciascuno dei tre astronauti è andato per la propria strada, incontrando gli altri solo in rare occasioni ufficiali. Dopo tutti questi anni, Aldrin non sembra ancora aver preso bene la decisione della NASA di far scendere per primo Armstrong, consegnando il suo nome ai libri di storia e relegando invece Aldrin al ruolo di eterno secondo anche se raggiunse Armstrong sulla superficie lunare meno di venti minuti dopo. La giustificazione ufficiale è che il portello del modulo lunare si apriva verso Aldrin nello strettissimo spazio della cabina, rendendo quasi impossibile farlo scendere per primo nonostante fosse il più qualificato in fatto di escursioni extraveicolari. Quella meno ufficiale è che Armstrong era un civile e quindi politicamente più presentabile all'opinione pubblica mondiale: la NASA temeva che far scendere per primo un militare dell'aviazione USA, quale era Aldrin, avrebbe dato l'impressione sbagliata di una presa di possesso della Luna. Quella ancora meno ufficiale è che si temeva che Aldrin non avrebbe retto allo stress della popolarità immensa che sarebbe ricaduta per sempre sul primo uomo a mettere piede sulla Luna.

Fonte: Big Bang Theory.
È vero che gli anni di alcol e depressione che fecero seguito alla missione lunare, raccontati da Aldrin senza pudori nelle sue due autobiografie (Return to Earth, 1973, e Magnificent Desolation, 2009), confermarono questa intuizione degli psicologi della NASA. Ma è anche vero che oggi Buzz ha superato questi problemi ed è fra i più attivi promotori dell'esplorazione spaziale: tiene frequenti conferenze sul futuro dell'esplorazione spaziale in giro per il mondo, è prolifico su Twitter (@TheRealBuzz), ha girato dei video comici per il sito Funny or Die con Lorenzo Lamas, ha inciso una canzone con Snoop Dogg (Rocket Experience) e ha partecipato a Futurama e Transformers 3 (interpretando se stesso) oltre che a 30 Rock, a Big Bang Theory e all'edizione americana di Ballando con le stelle. Scelte non convenzionali per un ex astronauta, ma efficaci nel riportarlo all'attenzione dell'opinione pubblica e nel raggiungere una generazione che non sapeva quasi nulla dell'epopea spaziale degli anni Sessanta.

Fonte: profilo Facebook di Christina Rasch-Korp.
Alla fine del 2012 Aldrin è tornato alla ribalta anche per motivi meno entusiasmanti: ha divorziato dalla terza moglie, Lois, citando “differenze inconciliabili” dopo ventitré anni di matrimonio (e al termine di una procedura di divorzio iniziata nel giugno del 2011), e ha avviato una causa contro Lisa Cannon, figlia dell'ex moglie, che li aiutava nella gestione delle attività promozionali dell'astronauta lunare. Ora (2013) è con Christina Rasch-Korp (foto qui accanto).

Buzz ha padroneggiato le complessità dei rendez-vous orbitali e le tecnologie del volo spaziale, ma non quelle della vita sulla Terra: una caratteristica che lo accomuna a molti altri astronauti, la cui dedizione totale alla missione ha sfasciato matrimoni e carriere post-volo spaziale. Chissà se ora farà quel volo proibito sul quel MiG-15.

2013/09/30

Recensione: Cold War Space Sleuths: The Untold Secrets Of The Soviet Space Program (2013)

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di maxfyx*.

I primi decenni del programma spaziale sovietico furono caratterizzati da una segretezza che sconfinò spesso nella paranoia e nel ridicolo. Mentre i servizi di spionaggio dei governi occidentali usavano le proprie risorse umane e tecniche per acquisire intelligence che tenevano per sé, c'era un programma di “spionaggio” parallelo, condotto dagli appassionati che usavano il proprio talento e le proprie competenze per analizzare i documenti pubblicamente accessibili e gli errori della censura sovietica per estrarne indizi preziosi.

Cold War Space Sleuths: The Untold Secrets of the Soviet Space Program, a cura di Dominic Phelan (Springer, 320 pagine, ISBN-10: 1461430518) racconta per la prima volta la storia di questi investigatori, ricorrendo spesso alla loro voce diretta.

Nel corso del libro affiorano molti dei temi classici della cosmonautica, comprese le tesi di complotto sui cosiddetti “cosmonauti perduti” cari ai fratelli Judica-Cordiglia (citati nel testo), e si forma un quadro storico che oggi rischia di andare perduto. Col passare dei decenni, è sempre più surreale e meno intuitivo pensare che negli anni Sessanta non si sapeva nulla (almeno pubblicamente) del programma di allunaggio umano sovietico e che molti dei commentatori più in vista erano convinti che la corsa alla Luna fosse in realtà una fuga solitaria degli Stati Uniti alla quale l'Unione Sovietica non stava affatto partecipando.

Fra i protagonisti e narratori diretti di queste investigazioni cito Brian Harvey, esperto nell'analizzare le riviste e le trasmissioni radio russe ufficiali; Sven Grahn, con le sue intercettazioni dei segnali radio delle missioni; Asif Siddiqi, storico ed esploratore degli archivi sovietici; Bert Vis, cosmonauta olandese, con le sue visite ai centri di addestramento oltrecortina; James Oberg, storico che non ha bisogno di presentazioni fra gli appassionati e autore di numerosissimi scoop e libri di astronautica e cosmonautica; Christian Lardier, che racconta gli sforzi dei ricercatori francesi, il cui lavoro restava spesso ignorato negli Stati Uniti e nel Regno Unito a causa della mancanza di traduzioni. Un problema che si presenta tuttora: troppi libri fondamentali per la conoscenza dell'astronautica non vengono tradotti in italiano.

Spero che questo bel libro, che in molti punti somiglia a una spy story e rivela immagini toccanti (come la tomba di Valentin Bondarenko, sulla quale solo in seguito, con la glasnost, fu aggiunta la dicitura “cosmonauta”), non subisca la stessa limitazione.

2013/08/25

Un anno fa ci lasciava Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di rajolfi.

Il 25 agosto 2012 si spegneva a Cincinnati, in Ohio, il primo uomo della storia a mettere piede su un altro corpo celeste. Neil Armstrong aveva 82 anni.

Armstrong ha sempre scelto con attenzione le proprie apparizioni pubbliche, dando ampia preferenza agli eventi tecnici. La sua partecipazione come narratore a questo bel documentario del 2008 della NASA, intitolato 50 Years of Exploration: the Golden Anniversary of NASA, è quindi ancora più apprezzabile.

2013/08/15

Douglas Trumbull, maestro degli effetti speciali: impossibile falsificare le riprese degli sbarchi sulla Luna

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di Antonio Poppi (citato con il suo permesso).

Photo credit: Paolo Attivissimo
Il 14 agosto 2013 ho incontrato a Locarno Douglas Trumbull, creatore o co-creatore degli effetti visivi di 2001: Odissea nello Spazio, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Star Trek: il Film, Silent Running (2002: la seconda odissea), Blade Runner e molti altri film, per i quali ha ricevuto tre nomination agli Oscar. 2001 vinse l'Oscar per gli effetti visivi nel 1969, ma il premio fu assegnato a Stanley Kubrick, regista del film e supervisore dei suoi effetti; Trumbull era uno dei membri della squadra di tecnici e fu responsabile della memorabile sequenza dello Star Gate (il viaggio interstellare del protagonista.

Da 2001: Odissea nello Spazio.

Si tratta, insomma, di un esperto assoluto nel settore degli effetti speciali e in particolare di un esperto che conosce bene le capacità e le limitazioni delle tecnologie degli effetti cinematografici disponibili all'epoca delle missioni Apollo (2001 fu girato fra il 1964 e il 1968, appena prima del primo allunaggio). Se c'è qualcuno che può dire, con competenza indiscussa, se era possibile falsificare le immagini delle missioni umane sulla Luna, è Douglas Trumbull. Così gliel'ho chiesto.

Photo credit: Elena Albertini
Dopo la sua masterclass al Festival, Trumbull si è intrattenuto a chiacchierare a ruota libera, dimostrando una disponibilità rara nel mondo nel cinema. Io e un altro partecipante a questa chiacchierata post-conferenza abbiamo colto l'occasione per chiedergli un parere sull'accusa, fatta spesso dai complottisti lunari, che Stanley Kubrick le riprese dell'allunaggio. Questa è stata la sua risposta: “Io so che [le immagini degli sbarchi lunari] sono reali. Non che io fossi lì, ma nella mia mente non c'è alcun dubbio che siano vere” (“Well, I know they're real, but, you know... Not that I was there, but there's no question in my mind they're real”).

Photo credit: Elena Albertini
Gli ho chiesto quale sarebbe stata la sequenza dello sbarco sulla Luna più difficile da falsificare, avendo a disposizione gli effetti speciali degli anni Sessanta: “Avevano cineprese 16mm sul modulo lunare e in altri punti del razzo Saturn, e vedi una ripresa molto complicata, con emissioni gassose che si muovono e la superficie che si avvicina e allontana, e tutte queste cose si spostano l'una rispetto all'altra. A quell'epoca non avevamo alcun modo per realizzare un motion control che sovrapponesse elementi multipli. Credo che sarebbe stato impossibile farlo sembrare veramente reale” (risposta integrale: “I don't know the answer to that. I really don't know. I mean, there's something about photography at that... Part of the answer would be this: they had 16-mm cameras on the lunar lander and on other parts of the Saturn rocket and everything, and you're seeing a very complicated shot of vapors going and the surface coming or going, and... and all these things are moving relative to each other. At that time we had no way of doing motion control that would superimpose multiple elements. I think it would have been impossible to make it look really real”).

Gli suggerisco come ripresa particolarmente difficile il moto parabolico della polvere lunare sollevata dall'auto elettrica usata dagli astronauti (nel vuoto la polvere non forma volute ma ricade di colpo): “Sarebbe stato necessario farlo con qualche sistema di simulazione di particelle in grafica computerizzata. Potresti farlo oggi, ma non potevi farlo all'epoca” (“It wouldn't be impossible to do, you would do that with some computer graphics particle system. You could do that today. But you couldn't do it then”).

2013/08/10

La voce di Buzz Aldrin in Mass Effect 3

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di massimodange* e alla segnalazione di lanf55.

AVVERTENZA: Se giocate a Mass Effect e non volete spoiler, non leggete questo articolo.

SPOILER: Dopo i titoli di coda di Mass Effect 3 c'è una scena nella quale lo Stargazer parla ad un bambino. La voce dello Stargazer è quella di Buzz Aldrin. Potete sentirla da 33:45 circa in questo video:


La recitazione non è da premio Oscar, ma il cameo è comunque apprezzabile, anche per via di quello che dice. “When can I go to the stars?” (Quando potrò raggiungere le stelle?) chiede il bambino. “One day, my sweet” (Un giorno, mio caro), risponde Stargazer/Aldrin.

“What will be there?” (Cosa ci sarà lì?)
“Everything you can imagine. Our galaxy has billions of stars. Each of those stars could have many worlds. Every world could be home to a different form of life. And every life has a special story of its own.” (Tutto quello che riesci a immaginare. La nostra galassia contiene miliardi di stelle. Ciascuna di quelle stelle potrebbe avere molti mondi. Ogni mondo potrebbe ospitare una forma di vita differente. E ogni vita ha una propria storia speciale)

Farlo dire da un attore, invece che da un uomo che nello spazio c'è stato davvero, non avrebbe lo stesso effetto.

James Blunt fa un bel tributo alle missioni Apollo nel video di Bonfire Heart

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di skysmx* e alla segnalazione di @scream78.


Il video della nuova canzone di James Blunt (disponibile anche qui su Vimeo) è interamente dedicato alle missioni Apollo. Come se non bastasse questo bel tributo al coraggio e all'ingegno di quei viaggi indimenticabili, il suo prossimo album s'intitolerà Moon Landing (allunaggio).

Ecco qualche chicca presente nel video.

Nel riquadro a sinistra, il presidente Kennedy pronuncia lo storico discorso al Congresso nel quale annuncia l'intenzione di portare un uomo sulla Luna (25 maggio 1961). La frase “We choose to go to the Moon” è tratta dal suo discorso pubblico al Rice Stadium, in Texas, del 12 settembre 1962.

La "ideal rocket equation" in basso è l'Equazione del Razzo di Tsiolkovski.

A sinistra, degli astronauti (credo siano Armstrong, Aldrin e Collins) si apprestano a salire sul furgone che li porterà alla rampa di lancio al Kennedy Space Center. A destra, l'accensione di un missile Saturn V.

Decollo del Saturn V di Apollo 11.

Separazione del primo stadio del Saturn V di Apollo 11. Notare le icone che mostrano, nel corso del video, l'evoluzione della configurazione del veicolo.

Separazione dell'anello interstadio fra primo e secondo stadio di un Saturn V. Questa ripresa proviene da uno dei lanci di collaudo senza equipaggio (quelli con equipaggio non avevano cineprese in questa posizione).

Sorvolo della superficie lunare. Nel riquadro a sinistra, l'oggetto circolare è il bersaglio di allineamento usato per l'attracco fra modulo lunare e modulo di comando. Anche questa manovra è mostrata come animazione nel video.

Animazione dell'estrazione del modulo lunare dal terzo stadio del Saturn V.

A sinistra, il modulo lunare scende verso la Luna. La ripresa è probabilmente tratta dalla missione Apollo 12. A destra, l'allunaggio ripreso dall'interno del modulo lunare (probabilmente Apollo 11).

"The Eagle has landed" (l'Aquila è atterrata), frase pronunciata da Neil Armstrong per annunciare l'avvenuto allunaggio. A destra, un'immagine della diretta TV di Apollo 11: lo spezzone non mostra Armstrong, il primo a scendere, ma Buzz Aldrin, che scese poco dopo.

Al centro, immagini prese dai documentari e cinegiornali dell'epoca del primo sbarco. A destra, Aldrin e Armstrong assemblano e posano la bandiera americana sulla Luna.

L'unica persona inquadrata a lungo e chiaramente nell'intero video è Michael Collins, il terzo membro dell'equipaggio di Apollo 11. Collins rimase in orbita intorno alla Luna mentre Aldrin e Armstrong effettuavano l'allunaggio e la loro storica escursione sulla superficie lunare.

A sinistra in basso, l'animazione mostra la capsula conica del modulo di comando che si è separata dal modulo di servizio per il rientro sulla Terra. L'immagine a destra mostra l'apertura dei tre paracadute che frenarono Apollo 11 per l'ammaraggio.

L'ammaraggio di Apollo 11.

Un'impronta lasciata da Buzz Aldrin sulla Luna. Contrariamente a quanto credono in molti, questa foto non ritrae il primo passo di un essere umano sulla Luna.

Recensione: Apollo 14 - To Fra Mauro (Spacecraft Films, 2006)

di Paolo Attivissimo

Il cofanetto Apollo 14: To Fra Mauro della Spacecraft Films, nella Collectors Edition, contiene cinque DVD, per un totale di oltre 18 ore di materiale audiovisivo. I DVD sono Region 0, quindi riproducibili con qualunque lettore DVD. Attualmente il prezzo è di 59.99 dollari più le spese di spedizione.

Quella che segue è una descrizione sommaria che ho scritto come riferimento personale, ma ho pensato che potesse essere interessante per chi sta valutando se acquistare questi DVD, per cui l'ho ampliata un po’.

Rispondo subito a una domanda ricorrente: no, i DVD della Spacecraft Films non hanno sottotitoli, né in inglese né in italiano.

Le riprese cinematografiche e televisive effettuate sulla Luna (incluso l'allunaggio e la ripartenza dalla Luna) ammontano in totale a oltre 9 ore. Secondo le tesi dei lunacomplottisti, sarebbe stato necessario falsificare perfettamente tutto questo materiale. Mi sa che sarebbe costato meno andare sulla Luna per davvero.



DVD 1

Training


Altitude Chamber (30:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori dell'addestramento dell'equipaggio principale (Shepard, Roosa e Mitchell) e dell'equipaggio di riserva, accompagnate dalle voci dell'equipaggio principale in interviste per la Voice of America.





EVA Training (50:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori dell'addestramento per le escursioni sulla superficie lunare con l'ausilio di una replica in scala 1:1 del LM, accompagnate dall'audio di una conferenza stampa pre-volo con l'equipaggio.







A circa 35:10, una ripresa della discesa di un astronauta dalla replica del LM mostra il riflesso lucido sui talloni degli scarponi lunari che secondo alcuni lunacomplottisti è insolito e sospetto nelle foto scattate sulla Luna.




CDDT (8:00) - CountDown Demonstration Test: riprese restaurate su pellicola a colori dell'esercitazione fisica di conto alla rovescia per il decollo da Terra, accompagnate da interviste pre-volo con l'equipaggio.

Preparation


Spacecraft Work (33:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori dell'assemblaggio del CSM (primi 13 minuti) e anche del LM (da circa 13 minuti in poi), accompagnate dall'audio della conferenza stampa al cambio di turno dopo l'allunaggio.

Rollout (24:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori del trasporto del Saturn V di Apollo 14 alla rampa di lancio (Pad 39A), accompagnate dall'audio della prima parte della conferenza stampa pre-lancio del 30 gennaio 1971. A 21:00 circa, Shepard, Mitchell e Roosa, in abiti civili, esaminano il vettore sulla rampa e posano per foto e interviste.

Pad Operations (23:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori del Saturn V di Apollo 14 sulla rampa di lancio (Pad 39A), accompagnate dall'audio della seconda parte della conferenza stampa pre-lancio del 30 gennaio 1971. A 1:30 circa, immagini della torre ausiliaria (Mobile Service Structure) posizionata intorno al vettore. A 7:00, bellissima ripresa della Luna fra i bracci della torre di lancio.

To the Moon


Launch Day (17:00) - Riprese restaurate su pellicola a colori del giorno del lancio, fino a circa tre minuti e mezzo prima del decollo, accompagnate dall'audio della radiocronaca della Voice of America. Immagini dell'equipaggio in abiti civili in una saletta, insieme all'equipaggio di riserva. A 2:20, l'equipaggio primario e quello di riserva mangiano insieme a un tavolo. A 4:30, vestizione dell'equipaggio. A 10:40, l'equipaggio in tuta cammina verso l'uscita e saluta il pubblico prima di salire sul furgone che li porta poi alla rampa. A 13:20 gli astronauti salgono sull'ascensore della torre di lancio; riprese dell'ingresso degli astronauti nel CM.

Launch (circa 15 minuti) - Riprese restaurate su pellicola a colori del decollo, in parte da otto angolazioni differenti (da circa 20 secondi prima della partenza), accompagnate dalla radiocronaca di Jack King. A 1:20 si vede Wernher Von Braun al Launch Control Center con Dave Scott. Immagini di Fred Haise al LCC. Audio ATG fino all'inserimento in orbita.



DVD 2


TD and E (8:20 + 1:38:00) - Riprese su pellicola a colori e televisive a colori della manovra di estrazione del modulo lunare (Transposition and Docking), da angolazioni multiple. Le immagini televisive documentano i ripetuti tentativi di attracco senza successo. A 18:00, sfiato dall'S-IVB. A 1:36, riprese mute su pellicola a colori di conferenza stampa nella quale Gene Cernan e altri spiegano il problema di aggancio.

Lunar Voyage


Probe TV Transmission (1:03) -Trasmissione TV a colori dal CM con discussione del problema di attracco e della relativa sonda (audio incluso).

Intravehicular Transfer (34:40) - Trasmissione TV a colori dal CM, con immagini dell'interno del CM, della vista dai finestrini del CM e del trasferimento di Shepard e Mitchell dal CM al LM (audio incluso).

Lunar Landing (18:00) - Ripresa a colori su pellicola della discesa verso la Luna e dell'allunaggio, accompagnata dall'audio Air to Ground (non interamente sincronizzato). Sgancio del LM visto dal CSM. A 3:30, vista del CSM dal LM. A 10:30, inizio ripresa su pellicola a colori, dall'interno del LM, della discesa.



DVD 3

To Fra Mauro


Onboards (36:40) - Riprese su pellicola a colori dell'interno del CM durante il viaggio, accompagnate dall'audio della conferenza stampa post-volo. Alimentazione e test medici; intorno a 3:00 Roosa cita la figlia Rosemary presente; ginnastica di bordo; riprese della superficie lunare; immagini di pannelli con esperimenti; a 24:00, Shepard si rade con un rasoio meccanico; a 25:00 Mitchell (nell'audio) risponde evasivamente a una domanda sui suoi esperimenti di telepatia (e di nuovo a 30:30); Mitchell si rade, Roosa esamina manuali di bordo e beve da un sacchetto trasparente; a 33:00 circa, ripresa del CSM visto dal LM in un fly-around.

Landing Site Flyover (1:25) - Animazione digitale di un sorvolo del sito di allunaggio, che ripercorre l'estensione completa delle escursioni di Shepard e Mitchell.

EVA 1


First steps (41:20) - Ripresa televisiva a colori della prima uscita sulla superficie lunare. Primi passi di Shepard, seguiti poco dopo da quelli di Mitchell. Entrambi hanno la visiera riflettente alzata e si vede bene il viso di Mitchell. 9:40: cambio repentino d'inquadratura (presumibilmente un taglio introdotto nella realizzazione del DVD), con la telecamera piazzata a qualche decina di metri dal LM a inquadrare il LM stesso. 17:00: installazione dell'antenna parabolica per telecomunicazioni.




Back Outside (8:50) - Nuova uscita dal LM di Mitchell, con salto dalla scaletta ben visibile. Posa della bandiera statunitense. A 5:00 inizia la ripresa cinematografica a colori (Angle 2 sul DVD), che si affianca alla diretta TV. 8:30 vistoso dondolio del drappo.

ALSEP Multiangle (23:07) - Ripresa a colori su pellicola a 1 fotogramma al secondo e ripresa televisiva a colori delle attività sulla superficie lunare (Angle 1, TV; Angle 2, pellicola). A 5:10 termina la ripresa su pellicola, che riprende a 16:30 a 1 fotogramma al secondo e inizialmente con quadro tagliato (errore di riversamento, presumibilmente) e si conclude a 23:07.

ALSEP (1:23:00) - Ripresa televisiva e su pellicola a colori delle attività sulla superficie lunare. L'inquadratura è fissa e gli astronauti sono molto lontani, per cui non si vede quasi nulla dei dettagli. A 10:00 circa, il CAPCOM scherza dicendo che si vede un oggetto che sventola nella brezza (“flapping in the breeze”).

Fotogramma dalla trasmissione TV

Fotogramma dalla ripresa su pellicola

Closeout (52:36) - Ripresa televisiva a colori delle attività sulla superficie lunare. L'inquadratura include il LM e gli astronauti a poca distanza, ma è fortemente sfocata e contrastata, per cui non si vedono dettagli. Migliora leggermente da 13 minuti in poi. Rientro nel LM; chiusura portello a 29:00; inquadratura priva di attività fino al termine.

Photography (00:00) - Raccolta di fotografie dalla EVA 1, caricatore 66/II.



DVD 4

EVA 2


Once More Out (31:10) - Ripresa televisiva a colori delle attività sulla superficie lunare nel corso della seconda escursione di Shepard e Mitchell. Inquadratura fissa per tutta la durata. 00:00: Discesa degli astronauti dal LM (immagine qui sotto). 4:30: netto decadimento dell'immagine; Shepard e Mitchell lavorano nelle vicinanze del LM, che è sullo sfondo.



To Cone Crater (98:00) - Ripresa televisiva a colori delle attività sulla superficie lunare nel corso della seconda escursione di Shepard e Mitchell. La telecamera viene puntata verso il Cone Crater, che è la destinazione dell'escursione, e inquadra i due astronauti mentre si incamminano verso il cratere (immagine qui sotto). 5:50: Vanno oltre la collinetta più vicine ed escono dall'inquadratura, che rimane immutata fino alla fine. L'Angle 2 include le fotografie scattate durante questo periodo.



Back to Antares (98:00) - Proseguimento della ripresa televisiva a colori del capitolo precedente. Scegliendo Angle 2 vengono presentate in sovrimpressione le foto scattate su pellicola. Gli astronauti restano fuori dall'inquadratura, che è statica, fino a 3 secondi prima della fine, quando si intravede parte di una tuta e l'inquadratura viene cambiata da uno dei due astronauti.

Closeout (38:30) - Proseguimento della ripresa televisiva a colori del capitolo precedente. Un astronauta sposta la telecamera per inquadrare parzialmente il LM. A 7:00, Shepard fa la propria celebre serie di tiri di palline da golf; a 19:40 circa, Mitchell effettua un "lancio del giavellotto" usando l'asta di un attrezzo (immagini qui sotto).

Shepard gioca a golf sulla Luna

Mitchell lancia un "giavellotto"
A 22:50, uno degli astronauti inciampa nel cavo della telecamera e la telecamera cade a terra, alterando bruscamente l'inquadratura. A 24:30 circa, Shepard raccoglie la telecamera e ne pulisce l'obiettivo. Si vede Mitchell risalire nel LM, seguito più tardi da Shepard.

Equipment Jettison (25:20) - Inquadratura televisiva fissa del LM che mostra (intorno a 18:30, 19:10 e 19:50, per esempio) l'espulsione dal veicolo di oggetti non più necessari, che vanno lasciati sulla Luna per ridurre il peso al decollo del LM. La descrizione della Spacecraft Films dice che la bandiera si muove a causa del rilascio di gas dal LM durante la depressurizzazione della cabina.





Photography (00:00) - Raccolta di fotografie dalla EVA 2, caricatore 66/LL.



DVD 5

Leaving the Moon


Lunar Liftoff (27:10) - Ripresa su pellicola a colori del decollo dalla Luna, abbinata all'audio del LM e del commento a Terra, che inizia circa 18 minuti prima del decollo. La ripresa inizia a 17:25 circa e termina a 23:20.

Rendezvous and Dock (24:50) - Sequenza fruibile da angolazioni multiple: 1 - diretta TV dal CSM; 2 - pellicola 16 mm a colori dal CSM; 3 - entrambe. Inizia per prima la diretta TV a colori, alla quale si affianca la ripresa su pellicola da 6:00 a 7:15 circa. Pausa di entrambe a 8:20; pochi secondi dopo inizia la ripresa a colori su pellicola dal LM, che inquadra il CSM fino a 13:00. Pausa di entrambe fino a 14:20, quando riparte la ripresa su pellicola a colori del LM visto dal CSM, seguita a 15:00 dalla diretta televisiva a colori. Le due riprese si alternano nei minuti successivi fino al completamento dell'attracco fra LM e CSM. Il tutto è abbinato all'audio del LM/CSM e del commento a Terra.

LM Jettison (7:05) - Riprese a colori su pellicola dello sgancio del LM, accompagnate dall'audio corrispondente. Le immagini iniziano a 3:00.

Coming Home


Experiments (49:25) - Trasmissione televisiva in diretta a colori dal CM, con audio sincronizzato. Roosa presenta gli esperimenti fisici effettuati a bordo in assenza di peso e mostra anche il pannello di esperimenti visto nella sezione Onboards del DVD 3. 

Press Conference (24:10) - Diretta TV a colori dal CM, con audio sincronizzato, della conferenza stampa durante il viaggio di ritorno. Vengono inquadrati bene tutti e tre gli astronauti. 2:20 Shepard stima correttamente la distanza minima raggiunta dal Cone Crater che era la loro destinazione e spiega che le ondulazioni del terreno hanno impedito loro di orientarsi. Roosa descrive i suoi avvistamenti del LM dall'orbita lunare. Shepard descrive la polvere all'allunaggio. A 22:30 Shepard dice di aver usato in tutto tre palline da golf sulla Luna (l'esatto conteggio è controverso secondo alcune fonti storiche).

Recovery (1:07:50) - Audio della radiocronaca del rientro, a partire dalla separazione del CM dal SM. 1:20 Ripresa su pellicola a colori da uno dei finestrini del CM durante il rientro e durante l'apertura dei paracadute ausiliari e primari. Riprese cinematografiche a colori dell'ammaraggio e del recupero. 7:20 Decollo degli elicotteri di recupero dalla portaerei USS New Orleans. Vista della capsula fra le nuvole da un aereo e dagli elicotteri. Varie angolazioni dell'ammaraggio. Estrazione e trasporto in elicottero degli astronauti. 25:00 Arrivo degli astronauti a bordo della New Orleans. Ingresso nella cabina di quarantena abbreviata. Immagini del recupero della capsula. Conferenza stampa degli astronauti dall'interno della cabina di quarantena. A 45:00 circa viene mostrata una roccia lunare. 1:01:00 Festeggiamenti a Samoa. Gli astronauti indossano ancora delle maschere per la respirazione filtrata.