2009/01/31

Le ombre convergenti nelle foto lunari

di Hammer. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Secondo quanto sostengono i cospirazionisti, la presenza di ombre convergenti o divergenti nelle foto lunari è prova del fatto che le foto stesse sono state scattate alla luce di più sorgenti. Pertanto, dicono, l'allunaggio sarebbe un colossale falso realizzato in uno studio cinematografico.

E' quello che afferma, per esempio, Bart Sibrel nel documentario della Fox Did We Land on the Moon: "Outside in sunlight, shadows always run parallel with one another, so the shadows will never intersect" (a 23:15) mentre vengono mostrate immagini delle missioni Apollo 14 (come quella qui sopra) e Apollo 17 che hanno ombre convergenti. La tesi è stata ripetuta, senza contraddittorio alcuno, anche nel corso del programma Voyager (Raidue, 4 marzo 2009).

Riportiamo di seguito alcuni casi di immagini con ombre non parallele: la prima è tratta dalla missione Apollo 14, le restanti dall'Apollo 17. Durante tutto il corso delle missioni lunari si hanno, comunque, innumerevoli esempi di questo fenomeno.









Prospettiva, questa sconosciuta


Questa argomentazione dimostra, ancora una volta, come i lunacomplottisti ignorino anche i principi basilari di ciò che sostengono e quanto siano poco propensi anche alle verifiche più semplici.

Contrariamente a quanto sostengono, infatti, la divergenza delle ombre non è segno della presenza di più sorgenti di luce ma è principalmente dovuta alla prospettiva, che tende a far convergere visivamente linee che in realtà sono parallele.

Ne sono conferma le seguenti foto, in cui le ombre sembrano non essere parallele proprio per l'effetto prospettico.

Le immagini qui sotto sono state scattate da Paolo Attivissimo nello stesso luogo (vicino a Padova) a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. L'unica sorgente di luce è il sole, e come si vede la convergenza o meno delle ombre dipende esclusivamente dalla direzione di ripresa e quindi dalla prospettiva.

Nella prima foto (qui sotto), le ombre sembrano sostanzialmente parallele: il sole, basso sull'orizzonte, è a destra.

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Nella seconda foto, scattata con il sole alle spalle, le ombre convergono molto vistosamente. Eppure non è cambiato nulla: la fonte di luce è sempre una sola ed è la stessa di prima, ossia il sole basso sull'orizzonte. Esattamente come nelle foto degli astronauti lunari.

R0012153.JPG


La convergenza delle ombre nelle fotografie non è un fenomeno circoscritto a Padova. Le prime due foto qui sotto mostrano il sito archeologico gozitano di Ggantija, mentre le altre riguardano le statue guerriere di Toltec, Messico.





Ecco un altro esempio di ombre convergenti:


Basta inoltre realizzare un modellino che simuli la situazione lunare per capire come stanno le cose. Nell'immagine qui sotto si vede chiaramente che le ombre, prodotte da una singola fonte di luce ad alcuni metri di distanza, sono parallele:

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Ma la medesima scena, illuminata nello stesso modo e semplicemente ripresa da un'altra angolazione, crea l'illusione che le ombre non siano parallele:

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Le asperità del suolo lunare cambiano le ombre


Un altro aspetto da tenere in considerazione è che il terreno lunare è estremamente irregolare e, come è ovvio, le ombre proiettate su un terreno irregolare non sono complanari. Pertanto in simili circostanze non possono essere parallele: né nella realtà, né in foto.

Consideriamo, ad esempio, alcune foto scattate sulla terra su terreni irregolari come le piste per le gare di skateboard o la neve. Come si nota le ombre non sono complanari e non possono essere parallele.




Al termine della nostra analisi, rilanciamo la palla ai complottisti, che ci devono spiegare come sarebbe possibile, nelle loro strampalate teorie, che oggetti illuminati da più sorgenti di luce abbiamo una sola ombra ciascuno; dovrebbero infatti averne più di una.

Basta infatti considerare alcune immagini scattate sotto vari riflettori per vedere che ogni soggetto illuminato proietta più ombre sul terreno. Ne proponiamo di seguito qualche esempio di semplice reperibilità.



L'argomentazione complottista, in questo caso, si rivela quindi un boomerang meraviglioso. Le immagini proposte dai complottisti dimostrano inequivocabilmente che nelle foto lunari esiste una sola fonte di luce: il sole.

2009/01/27

Come mai tutte le foto sono nitidissime e perfettamente inquadrate?

di Paolo Attivissimo

Un'obiezione ricorrente fra i teorici della messinscena lunare è che tutte le fotografie scattate sulla Luna sono sorprendentemente nitide, correttamente esposte e ben inquadrate, nonostante gli astronauti non fossero in grado di portare la macchina fotografica agli occhi per mirare (nelle prime missioni la fotocamera era infatti fissata al petto degli astronauti) e nessuno prima di loro avesse mai scattato fotografie sul suolo lunare. Come è possibile?

E' la domanda che pone il documentario della Fox Did We Land On the Moon a 22 minuti circa: "If the cameras were so difficult to manipulate, how were thousands of photos taken with crystal clarity, precise framing?" Dice Bill Kaysing: "The pictures that we see, that allegedly were taken on the Moon, are perfect!"

In realtà non è affatto vero che tutte le foto sono perfette. Oltre alle foto comunemente pubblicate, infatti, ci sono centinaia di foto sottoesposte, sovraesposte, mosse, sfocate e mal inquadrate, che però non vengono quasi mai mostrate, proprio perché fanno schifo. Sono comunque disponibili per la consultazione presso gli archivi su Internet indicati nella colonna di destra di questo blog. Qui sotto ne vedete alcuni esempi, scelti soltanto fra le foto scattate sulla superficie lunare: ce ne sono molte altre di questo genere anche nelle altre fasi delle varie missioni.

E' vero che gli astronauti delle prime missioni lunari avevano la fotocamera agganciata sul petto e quindi miravano "a spanne", ma è altrettanto vero che usavano un obiettivo grandangolare, con il quale è difficile sbagliare la mira. Nelle missioni successive le fotocamere furono dotate di mirino e di un teleobiettivo da 500 mm, e gli astronauti potevano impugnarle e comporre agevolmente l'inquadratura.

Inoltre la buona illuminazione sul suolo lunare riduce i problemi di messa a fuoco, perché consente di chiudere molto il diaframma, cosa che come i fotografi ben sanno crea una profondità di campo (intervallo di distanze tutte contemporaneamente a fuoco) molto estesa.

Per quanto riguarda il fatto che si trattasse delle prime foto scattate sulla Luna, le condizioni d'illuminazione al suolo erano abbastanza facili da dedurre (la quantità di luce che illumina la Luna è nota e non ci sono nubi che possono alterarla) e furono stimate in anticipo. Le successive missioni fecero tesoro dell'esperienza delle prime e affinarono queste stime. Infatti si nota chiaramente il miglioramento della qualità generale delle foto man mano che aumentava l'esperienza.

Apollo 11


AS11-37-5532. Dall'interno del modulo lunare allunato: mossa, sottoesposta e male inquadrata.

AS11-40-5970. La pellicola ha preso luce e in primo piano c'è un astronauta sottoesposto e sfuocato.

AS11-40-5965. Il Modulo Lunare, sottoesposto e male inquadrato.

AS11-40-5904. Un primo piano involontario del PLSS (zaino con aria e raffreddamento per attività sul suolo lunare), male inquadrato e sfuocato.

AS11-40-5894. La base del modulo lunare. A sinistra, sottoesposto e quasi invisibile, un astronauta.


Apollo 12


AS12-46-6819

AS12-47-7009

AS12-48-7078

AS12-48-7079

AS12-48-7080


Apollo 16


Serie di foto sovraesposte.


AS16-106-17409. Un'inquadratura maldestra tronca l'astronauta.


AS16-105-17188


Apollo 17


AS17-134-20517


Serie di foto sovraesposte.

2009/01/26

Perché nelle foto lunari non ci sono le stelle?

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Capita spesso di sentir dire, non solo dai lunacomplottisti ma da molte persone comuni, che le foto degli sbarchi lunari sono false perché mancano le stelle nel cielo:

Perché nelle fotografie di tutte le missioni Apollo le sole stelle visibili sono quelle della bandiera americana?
– Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, edizione italiana, pagina 61.

Dato che sulla Luna non c'è atmosfera, secondo questa teoria, le stelle dovrebbero essere ben visibili nelle foto anche durante il giorno lunare. I lunacomplottisti argomentano che non ci sono le stelle perché alla NASA si dimenticarono di metterle durante la creazione delle foto. La mancanza di stelle dimostrerebbe quindi che le immagini sono false e che fu tutta una messinscena.

In altre parole, i sostenitori della teoria della messinscena vorrebbero farvi credere che alla NASA avrebbero affidato la falsificazione più politicamente importante della storia a gente così cretina da dimenticarsi di mettere le stelle nelle foto.

Infatti soltanto chi non sa nulla di fotografia può sostenere un'argomentazione così ridicola. Il fatto che molti lunacomplottisti la sostengano dimostra solo una cosa: quanto siano incompetenti personaggi come Kaysing nell'argomento di cui parlano con tanta apparente sicurezza.

La spiegazione reale è molto semplice: le stelle non si vedono praticamente mai nelle foto sulla Luna perché non si devono vedere. E' questione di tecnica fotografica di base.

Infatti le stelle sono fioche rispetto al suolo lunare, illuminato a giorno dal sole. Per fare le foto senza sovraesporre il suolo, bisogna chiudere molto il diaframma dell'obiettivo (la parte dell'obiettivo che regola la quantità di luce che colpisce la pellicola) e usare un tempo di posa (il tempo per il quale la pellicola è esposta alla luce) molto breve, in modo da far entrare poca luce. Facendo entrare poca luce, però, non si fa entrare a sufficienza la luce fioca delle stelle. Quindi le stelle, nelle foto della superficie lunare, non si vedono quasi mai.

Se le si vuol vedere, bisogna aprire il diaframma della macchina fotografica e usare tempi di posa lunghi, nel qual caso però si sovraespone il suolo, che diventa tutto bianco. Ma agli astronauti interessava fotografare il paesaggio della Luna, non le stelle, per cui hanno esposto la pellicola per il tempo e con il diaframma che servivano per fotografare correttamente il suolo.

Potete verificare voi stessi questo principio in un modo molto semplice. Andate fuori di notte, quando ci sono in cielo le stelle, e guardate il cielo. Poi illuminate con una torcia una persona che vi sta davanti e guardatela. Non vedrete più le stelle, perché l'occhio si sarà adattato alla luce intensa che c'è in primo piano e quindi avrà escluso quella fioca delle stelle.

Lo stesso vale per le fotocamere: ripetete la prova con una macchina fotografica (digitale o a pellicola, fa poca differenza). Scoprirete che se esponete correttamente la foto in modo da vedere la persona illuminata, le stelle scompaiono; se esponete la foto in modo da far vedere le stelle (sarà necessario un tempo di posa di qualche secondo), la persona è fortemente sovraesposta.

Se neppure questo vi convince, date un'occhiata alle foto fatte nello spazio dagli astronauti di altre missioni spaziali. Anche lì non ci sono stelle: sono dunque falsificate anche queste immagini?


ISS016-E-029502. L'astronauta statunitense Rex Walheim durante una passeggiata spaziale fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale, 15 febbraio 2008. Non ci sono stelle visibili.



S122-E-010982. La Stazione Spaziale Internazionale, in orbita intorno alla Terra, si staglia contro un cielo privo di stelle. 18 febbraio 2008.


La foto qui sotto è particolarmente significativa perché fu scattata durante la missione che portò nello spazio per la seconda volta l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Anche lui fa parte del complotto?

Una veduta del vano di carico della navetta spaziale Endeavour durante la missione STS-100, aprile-maggio 2001. Anche qui, niente stelle.


Le stelle mancano anche in questa foto, che ritrae l'astronauta svizzero Claude Nicollier durante una passeggiata spaziale all'esterno dello Shuttle nel 1999:

Claude Nicollier, nel vuoto dello spazio, lavora sulla navetta spaziale Discovery, nel dicembre del 1999. Anche qui, niente stelle.


Le stelle non ci sono sia nelle foto recenti, come quelle mostrate qui sopra, ma non ci sono neppure in quelle d'epoca, anche prima dello sbarco sulla Luna. La foto qui sotto ritrae la prima passeggiata spaziale da parte di un astronauta statunitense, Ed White, durante la missione Gemini 4 nel 1965. Anche qui, guarda caso, niente stelle.


S65-34635. Ed White compie una passeggiata spaziale fuori dalla capsula Gemini 4, 3 giugno 1965.



Ma qualche stella in qualche foto spaziale c'è


Esistono comunque alcune immagini scattate nello spazio che mostrano le stelle. Questo non vuol dire che le stelle si dovrebbero vedere sempre: vuol dire semplicemente che quelle foto sono state scattate usando un tempo di posa lungo e un diaframma molto aperto, in modo da raccogliere più luce e quindi impressionare sulla pellicola oggetti fiochi, come appunto le stelle.

Per esempio, l'immagine qui sotto fu scattata durante la missione STS-35 dello Shuttle Columbia a dicembre del 1990 e mostra chiaramente la costellazione di Orione. Le stelle sono visibili perché la foto fu fatta con un tempo di posa lungo allo scopo di mostrare l'apparato che si vede nella foto (un telescopio sensibile ai raggi ultravioletti e X), che appare ben luminoso ma che al momento dello scatto era in realtà illuminato soltanto dal chiaro di Luna, mentre lo Shuttle viaggiava sopra il lato in ombra della Terra.



L'immagine qui sotto, la ISS016-E-26695, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale l'1/2/2008, mostra l'aurora boreale vista dallo spazio. Per poter catturare la sua luce relativamente fioca, il fotografo ha usato un tempo di posa lungo, che permette di vedere le stelle ma le rende "mosse" per via del moto della stazione. L'oggetto allungato in basso a sinistra è uno dei pannelli solari della stazione.



La fotografia qui sotto, datata 2009, proviene anch'essa dalla Stazione Spaziale Internazionale e mostra l'aurora e l'airglow (la luminescenza naturale dell'atmosfera) sopra l'Oceano Indiano. Anche qui il tempo di posa è molto lungo, tanto che le stelle sono mosse e la superficie della Terra è fiocamente visibile nonostante non sia illuminata dal sole (fonte: Boston Globe).



L'immagine qui sotto sembra contraddire quanto detto fin qui: la superficie della Luna è esposta correttamente, eppure in cielo sono visibili le stelle.



Ma la contraddizione è soltanto apparente, perché la luce che illumina la Luna non è quella del Sole, bensì quella solare riflessa dalla Terra (l'equivalente lunare del "chiaro di luna" terrestre), che è assai più fioca. Il "Sole" che brilla nel cielo è in realtà il pianeta Venere, fortemente sovraesposto. L'immagine fu scattata dalla sonda Clementine nel 1994, come descritto in dettaglio qui.


Stelle (e pianeti) anche nelle missioni Apollo


In realtà non è del tutto vero che nelle immagini delle missioni Apollo mancano completamente le stelle. Infatti anche in queste missioni furono scattate foto che immortalarono alcuni corpi celesti. Per esempio, durante la missione Apollo 16, il 21 aprile 1972, fu scattata questa fotografia, AS16-123-19657, usando un telescopio e una speciale pellicola sensibili al lontano ultravioletto:



Una versione ruotata ed etichettata identifica le singole stelle delle costellazioni del Capricorno e dell'Acquario. Il corpo celeste rotondo al centro è la Terra, adornata da due fasce di aurora che s'incrociano. Notate che la Terra è una macchia bianca indistinta, perché è sovraesposta.



Nel corso della missione Apollo 14, invece, fu fotografata Venere, che è molto più luminosa di qualsiasi altra stella (tanto che è visibile anche di giorno, sulla Terra, se si sa dove guardare). L'astronauta Alan Shepard, al termine della seconda passeggiata sul suolo lunare, si accorse di Venere che splendeva accanto a una falce di Terra e scattò una serie di fotografie con varie regolazioni di posa. Due di queste, AS14-64-9191 (qui sotto, cliccabile per ingrandirla) e AS14-64-9192, mostrano un puntino accanto alla falce di Terra.



Il puntino è a malapena visibile nell'immagine originale ed è evidenziato nei dettagli qui sotto, nei quali è stata esagerata l'esposizione mediante un'elaborazione digitale.



La Terra, estremamente luminosa e quindi ben visibile anche in fotografie scattate con tempi di posa brevi, è stata fotografata più volte dagli astronauti lunari, sia dall'orbita lunare, sia dalla superficie del nostro satellite. Oltre alle celebri foto del "sorgere" della Terra visto dalla Luna (in realtà il movimento fu prodotto dallo spostamento del veicolo spaziale che orbitava intorno alla Luna), ci sono foto come questa, la AS17-134-20384, scattata durante la missione Apollo 17 a dicembre del 1972, che ritrae Harrison Schmitt accanto alla bandiera degli Stati Uniti:



Ecco un dettaglio della foto precedente:



Persino qualche lunacomplottista l'ha capita


Ecco come Massimo Mazzucco, strenuo sostenitore della falsificazione degli sbarchi lunari, smentisce la teoria delle stelle mancanti sul suo sito Luogocomune.net:

[mia domanda a Mazzucco:] Massimo, visto che è una questione schiettamente fotografica e tu sei del mestiere, gliela spieghi tu una volte per tutte che le stelle NON CI DEVONO ESSERE nelle foto della superficie lunare? Così almeno questa la togliamo di mezzo?

Glielo ho già detto mille volte, Paolo, giuro sui miei figli. Ma deve essere qualcosa più forte di loro, perchè mi ignorano regolarmente. L'ultima volte ho pur spiegato la cosa coi diaframmi e i tempi di posa: se in sole fotografi a 1/250 f8-11, e se calcoli che ogni unità del diaframma equivale a un raddoppio del tempo di posa....

Niente. Non passa, ed è proprio una delle cose che fa più danno alla tesi MoonHoax.




Ipse dixit.