di Paolo Attivissimo
In realtà le missioni lunari terminarono nel dicembre 1972 con l'Apollo 17, non nel 1969. Ne furono completate sei, che portarono sulla Luna dodici astronauti: Apollo 11, 12, 14, 15, 16 e 17 (l'Apollo 13 ebbe un incidente che le impedì di sbarcare sulla Luna).
Ognuna di queste missioni raggiunse obiettivi progressivamente più ambiziosi: dal "mordi e fuggi" dell'Apollo 11 (una singola passeggiata intorno al modulo lunare di due ore e 36 minuti in tutto, 21,5 kg di campioni di roccia e 21 ore e mezza di permanenza sulla Luna) all'esplorazione estesa dell'Apollo 17 (con un geologo a bordo, tre passeggiate per un totale di 22 ore, l'uso di una jeep elettrica per spostarsi a largo raggio, 110 kg di campioni di roccia, 3 giorni di permanenza sulla Luna; la foto qui sopra è un dettaglio della AS17-134-20378).
Da allora nessuno ha ritentato l'impresa perché è estremamente costosa ed è altamente rischiosa, ed è venuta a mancare la motivazione politica (battere il regime sovietico avversario e riconquistare prestigio tecnologico) che aveva alimentato la corsa spaziale negli anni Cinquanta e Sessanta e aveva quindi spinto i politici a finanziare le missioni.
Inoltre, essendoci di mezzo l'interesse strategico del paese, le vite degli astronauti erano sacrificabili, e loro lo sapevano, per cui il progetto Apollo poté accettare molti compromessi tecnici che ne aumentavano le possibilità di fallimento. Per esempio, il modulo lunare aveva un solo motore per il decollo dalla Luna; se quello falliva, gli astronauti erano spacciati.
Non si spendono miliardi e rischiano vite soltanto per fare contenti i complottisti. A meno che, naturalmente, paghino loro e si offrano come passeggeri. Ci deve essere un motivo molto forte per rischiare e spendere pur di andare sulla Luna, e per ora, passato il prestigio politico del primo sbarco, questo motivo non c'è. Certo, si parla di ritornarvi nel 2020, ma con calma, con tecnologie molto più sicure e con mezzi molto meno costosi, per ragioni scientifiche e non strategiche; non c'è più l'imperativo di battere il nemico.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
io avrei dei dubbi in una foto presa dall'archivio fotografico della nasa:
http://img135.imageshack.us/my.php?image=astrouv5.jpg
guardando attentamente ... le ombre sono orientate diversamente (guardando l'ombra dell'astronauta e quella riflessa nel vetro).
Alessandro,
neanche sulla Terra le ombre sono sempre parallele nelle fotografie. Dipende dalla focale dell'obiettivo e dipende dalla conformazione del terreno.
Se le foto lunari mostrassero sempre ombre orientate nella stessa direzione, sarebbero sì un falso.
In realtà, poi, nel caso che citi, le ombre non sono orientate diversamente: quella riflessa è appunto... riflessa.
Se tieni conto della riflessione, è grosso modo orientata come quella dell'astronauta. L'irregolarità del terreno fa il resto.
Ciao Paolo e ciao Alessandro.
Da questo ingrandimento del casco di Aldrin si nota come le ombre del Lem, di Aldrin, dell'asta che fungeva da sensore per il touch-down e delle "zolle" di terreno siano esattamente realistiche e conformi a quanto ci si aspetterebbe di vedere.
http://history.nasa.gov/alsj/a11/a11.neil-mirror.jpg
Se si osservano le distanze e le direzioni delle ombre presenti in questa immagine con quelle presenti sul terreno della storica foto a cui hai fatto riferimento si nota che sono esattamente coincidenti.
Il fatto che l'ombra di Aldrin sembra sparare verso sinistra (o alla sua destra) dipende semplicemente dal fatto che egli si trovava in una piccola depressione, quindi più in basso rispetto ad Armstrong che lo fotografava.
http://history.nasa.gov/alsj/a11/AS11-40-5915HR.jpg
Qui si vede bene, vicino al pad del Lem.
C'è anche l'impronta!
Ciao.
Paolo,
hai ragione e comunque avevo interpretato male l'ombra... avevo considerato l'ombra riflessa nel vetro con quella del fotografo.
Pardon!
Ps: ti ho inviato un email di due possibili truffe... se dai un'occhiata alla tua casella forse la vedi a proposito di GDI e fotolia.
bye
Posta un commento