2009/02/02

Perché non si parla mai delle missioni Apollo dalla 2 alla 6?

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Tutti ricordano l'Apollo 11, la missione che portò allo sbarco umano sulla Luna; alcuni ricordano che le missioni lunari proseguirono fino all'Apollo 17, con la pausa dovuta all'incidente dell'Apollo 13 (conclusosi felicemente con il rientro anticipato degli astronauti indenni). Pochi ricordano l'Apollo 8, la prima missione a circumnavigare la Luna. Ma praticamente nessuno ricorda le missioni precedenti. In particolare, la numerazione delle missioni sembra fare un salto fra l'Apollo 1 e l'Apollo 7. Cosa ci fu in mezzo, e perché non se ne parla?

Sfogliando documenti come l'Apollo Definitive Sourcebook, di Richard Orloff e David Harland, si può ricostruire la complessa serie di eventi che portò a questa numerazione anomala.


AS-201 – Saturn IB – 26/2/1966


Per completezza, questa cronologia include anche il volo AS-201, primo lancio del Saturn 1B e del modulo di comando Apollo, avvenuto il 26 febbraio 1966 senza equipaggio a bordo. Il Saturn 1B era una versione evoluta del Saturn 1, che aveva già al proprio attivo 10 lanci avvenuti fra il 27 ottobre 1961 e il 30 luglio 1965. Il volo fu un semplice arco balistico, senza raggiungere l'orbita terrestre, per collaudare il nuovo vettore e lo scudo termico del modulo di comando.


AS-203 ("Apollo 2") – Saturn IB 5/7/1966


Il nome formale di questo lancio è AS-203; “Apollo 2” è soltanto un nome informale usato talvolta da alcuni documenti non-NASA, ma in realtà nessun volo effettuato fu mai designato formalmente “Apollo 2”. Avvenuto il 5 luglio 1966, vide un lancio senza equipaggio del vettore Saturn 1B con lo stadio S-IVB destinato ad essere usato come terzo stadio per il Saturn V nelle missioni lunari. Lo scopo del lancio fu collaudare i sistemi automatici di controllo del volo (la Instrument Unit) e dimostrare la capacità dello stadio S-IVB di accendere e spegnere il proprio motore a razzo più volte anche in condizioni di assenza di peso. Non fu trasportata una capsula Apollo. Fu il primo volo orbitale dello stadio S-IVB.


AS-202 ("Apollo 3") – Saturn IB – 25/8/1966


La designazione formale di questo lancio è AS-202; il nome "Apollo 3" non è ufficiale e nessun volo effettuato fu mai designato formalmente in questo modo. Il lancio AS-202, avvenuto il 25 agosto 1966 senza equipaggio, collaudò in particolare lo scudo termico del modulo di comando e il vettore Saturn IB per qualificarlo al trasporto di un equipaggio.

Questo lancio avvenne dopo il lancio AS-203, nonostante la numerazione suggerisca il contrario, a causa di ritardi nella preparazione dei veicoli.


Apollo 1 (AS-204) – Saturn IB – 27/1/1967


Questa missione, denominata inizialmente AS-204 e poi ufficialmente battezzata Apollo 1 nel 1966, era prevista per il 21 febbraio 1967. Avrebbe dovuto essere una missione in orbita terrestre, la prima del veicolo Apollo con un equipaggio, ma il lancio non fu mai effettuato.

Durante un'esercitazione di routine sulla rampa di lancio, poco meno di un mese prima della data prevista per il volo, si sviluppò un violentissimo incendio nel modulo di comando, dotato di un'atmosfera di ossigeno puro (come nelle precedenti capsule Mercury e Gemini) e collocato in cima a un vettore Saturn IB privo di carburante. Fumo e fiamme, alimentati dall'ossigeno puro e dai materiali combustibili nella capsula, si propagarono così rapidamente che non vi fu modo di aprire i complicati portelli d'uscita dal veicolo.

L'equipaggio (Virgil Grissom, comandante; Edward White, pilota senior; Roger Chaffee, pilota) perì in poche decine di secondi. I tre furono i primi astronauti statunitensi a perire nel corso della propria attività. La tragedia fermò il progetto Apollo e impose una drastica riprogettazione di tutti i sistemi di bordo.

Grissom, White e Chaffee, l'equipaggio dell'Apollo 1.

Dopo il disastro, su richiesta delle vedove dei tre astronauti l'esercitazione fu designata ufficialmente "Apollo 1" in memoria delle sue vittime. Il NASA Project Designation Committee approvò "Apollo 4" come nome formale del lancio successivo, ma dichiarò che i lanci precedenti (AS-201, AS-202 e AS-203) non sarebbero stati ribattezzati ufficialmente.

Apollo 4 (AS-501) – Saturn V – 9/11/1967


Primo lancio del Saturn V, 9 novembre 1967, senza equipaggio, con collaudo simultaneo dei tre stadi del vettore (S-IC, S-II e S-IVB). A bordo fu trasportato un simulacro del modulo lunare. Furono collaudati anche lo scudo termico di rientro del modulo di comando e il suo isolamento contro le radiazioni.


Apollo 5 (AS-204R) – Saturn IB – 22/1/1968


Lo scopo primario di questo lancio senza equipaggio, effettuato il 22 gennaio 1968, fu il collaudo nello spazio del modulo lunare (LM), che fu lanciato senza le zampe d'allunaggio (non erano ancora pronte), e dei sistemi automatici di gestione del volo (Instrument Unit) nella configurazione che sarebbe stata usata dal Saturn V. Fu riutilizzato il vettore Saturn IB, rimasto intatto dopo l'incendio dell'Apollo 1.

Il collaudo in orbita del LM incluse la separazione dallo stadio vettore S-IVB, la manovra con i razzi di controllo d'assetto, l'accensione del motore di discesa e l'accensione del motore di risalita mentre lo stadio di discesa del LM era ancora agganciato, allo scopo di simulare gli effetti di un'interruzione della discesa verso la Luna e di una risalita d'emergenza. Nonostante vari problemi, il collaudo fu ritenuto sufficientemente buono da confermare che il LM era pronto per volare con un equipaggio, e il secondo volo di collaudo, pianificato inizialmente, fu annullato.


Apollo 6 (AS-502) – Saturn V – 4/4/1968


Lancio senza equipaggio, destinato a collaudare il Saturn V. Si manifestò un effetto "pogo", una risonanza a bassa frequenza (da 5,2 a 5,5 Hz) della struttura, innescata dal fluire del propellente nelle condotte, che sarebbe stata intollerabile per un equipaggio e causò il distacco di vari frammenti del vettore e produsse vari malfunzionamenti ai motori. Gli strumenti verificarono la capacità della capsula del modulo di comando di bloccare le radiazioni delle fasce di Van Allen.

La celebre ripresa dell'anello interstadio fiammeggiante che cade al rallentatore verso la Terra (immagine qui accanto) è spesso attribuita dai non addetti ai lavori all'Apollo 11, ma in realtà proviene da questo lancio.

Questo volo di collaudo ebbe pochissima risonanza nei media perché si svolse lo stesso giorno dell'assassinio di Martin Luther King a Memphis. Non sarà l'ultima volta che gli eventi storici prenderanno il sopravvento sull'avventura dell'esplorazione spaziale.


Apollo 7 (AS-205) – Saturn IB – 11/10/1968


Uno dei motivi per i quali si parla poco delle prime missioni Apollo è che la numero 7 fu la prima che portò nello spazio un equipaggio (l'Apollo 1 ebbe un equipaggio, che però non arrivò mai nello spazio; perì tragicamente durante una sessione di collaudi a terra). Tutti i voli precedenti, tranne l'Apollo 1, riguardarono veicoli di prova senza equipaggio a bordo, concepiti per collaudare tutti i sistemi del complesso vettore lunare.

L'Apollo 7 partì l'11 ottobre 1968 con a bordo il comandante Wally Schirra, il pilota di modulo di comando Donn Eisele e il pilota di modulo lunare Walter Cunningham. Il vettore fu un Saturn IB, più piccolo rispetto al Saturn V destinato alle missioni lunari, che non aveva un modulo lunare a bordo. Fu la prima missione Apollo con atmosfera mista di 65% ossigeno e 35% azoto (le missioni precedenti avevano usato ossigeno puro: una delle cause del disastro dell'Apollo 1). La missione collaudò molte delle procedure di puntamento, navigazione e comunicazione che sarebbero servite per i voli successivi e simulò la manovra di abbandono e rendezvous con lo stadio S-IVB (dal quale le missioni successive avrebbero dovuto agganciare ed estrarre il modulo lunare). Fu la prima missione statunitense a trasmettere immagini televisive in diretta. Il rientro avvenne il 22 ottobre 1968.

25 commenti:

alexandro ha detto...

I lunacomplottisti insultano anche la memoria di quei poveracci di Apollo 1, come se già non fossero stati quasi dimenticati, purtroppo. Non si parla che di Apollo 11? È chiaro, il successo di quella missione ha oscurato tutto il resto, specialmente le missioni senza equipaggio, per non parlare di quelle fallimentari. Apollo 13 almeno ha avuto un film importante per ricordare il tentativo di uomini coraggiosi ma sfortunati. Gli allunaggi seguenti sono praticamente sconosciuti, credo che pochi che non siano di quella generazione, sappiano che sulla luna ci siamo stati più di una volta. La gente si è stufata presto, una volta appurato che la luna non era di formaggio ma neanche serbava chissà quale segreto. Oggi la partenza di una missione spaziale fa fatica ad arrivare al pubblico, e solo pochi appassionati si recano nei luoghi di lancio per assistere. Credo che solo una missione umana su Marte potrebbe risvegliare l'interesse della gente, ma quel giorno dell'allunaggio non avrà mai uguali per emozione.

Jena Plisskin ha detto...

"Fu la prima missione Apollo con atmosfera mista di 65% ossigeno e 35% idrogeno"

Io ricordavo 65% ossigeno 35% azoto. Sbaglio ?

Paolo Attivissimo ha detto...

Jena,

ovviamente hai ragione: è azoto. Ho letto "nitrogen" ed è uscito "hydrogen" :-)

Posso dare la colpa ai vapori di colla per modellismo? Sto costruendo un diorama dell'allunaggio dell'Apollo 11.

Grazie della correzione!

Jena Plisskin ha detto...

"Posso dare la colpa ai vapori di colla per modellismo?"

Io spero abbiano la stessa scusa anche i vari complottisti, ma credo sia una mia utopia :-)

DigitalJail ha detto...

Splendido post, davvero completo!
e per me rivelatore, non sapevo la storia completa delle missioni Apollo!

maxcanna ha detto...

Occhio al refuso "...AS-204, la numerazione fuori seguenza "Apollo 1" ..."

Paolo Attivissimo ha detto...

DigitalJail, SpH1nX,

grazie: apprezzato e sistemato.

FunAle ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
markogts ha detto...

Forte, non conoscevo alcuni di questi dettagli. Ce n'è voluto per fare il Saturno V, eh? Facile dire "fallo più lungo e più largo"... Se ricordo bene, l'effetto "pogo" fu annullato con degli smorzatori sulle linee del carburante alla camera di combustione.

mogio ha detto...

Ciao Paolo, complimenti a te e ai tuoi collaboratori per il lavoro svolto :)

Ho una mia curiosità da porti:

Ho sentito molte volte parlare dei pericoli che gl'astronauti hanno corso, durante le missioni lunari, a causa delle radiazioni emesse dal sole durante le tempeste solari, ma non ho mai capito se si tratta di bufale o hanno un fondamento di verità. Secondo voi si tratta di bufale orchestrate ad arte per mettere in dubbio le missioni lunari o sono reali?

A seguito posto alcuni esempi di queste voci;

Su Wiki it medicina spaziale a proposito di Apollo 12 viene riportato questo dialogo tra il comando missione e gl'astronauti:

Erano fuori, nell’ Oceanus Procellarum, l’astronauta Charles "Pete" Conrad che stava fotografando l’attività di raccolta di campioni del terreno lunare di Alan Bean. Improvvisamente, sopra la sua spalla, ci fu un flash di luce solare.

Nelle cuffie della radio improvvisamente risuonò una voce:
"L'esploratore 1, rientri. Dal controllo della missione."
Esploratore 1 disse:
"Che cosa c’è, lassù?"
Controllo della missione:
"C’è stata una grande eruzione solare. Dovete mettervi al coperto. La tempesta delle radiazioni potrebbe cominciare entro poco tempo, al massimo 10 minuti."
Esploratore 1:
"Roger. Ora mi dirigo verso il modulo lunare. Qualche suggerimento?"
Controllo di missione:
"Sì. Assicuratevi di proteggere le vostre anche."

Link

Ma sempre su Wiki, alla voce programma spaziale - Apollo 12, di questo problema non viene fatta menzione.
Link

In un vecchio libro (talmente vecchio che si ferma ad Apollo 13) ha proposito della missione Apollo 12 segnala che vi sono stati due problemi che hanno provocato un certo nervosismo a Huston (i due fulmini che colpirono il razzo e il comandante Conrad che inciampò, cadendo, sul suolo lunare)ma della tempesta solare non si fa cenno, la cosa strana è che un esperimento effettuato in quella missione era misurare l'intensità del vento solare.

Su un altro sito a proposito delle radiazioni solari cita:

Durante il programma Apollo,ci furono diverse occasioni, mancate per poco,tra le passeggiate degli astronauti sulla Luna ed eventi di micidiali
tempeste solari.
Gli astronauti dell’Apollo12 camminarono sulla Luna solo poche settimane dopo un enorme brillamento solare di protoni che avrebbe investito gli astronauti con una raffica di radiazioni da 100 rem.
Un altro enorme brillamento solare che avvenne tra le missioni lunari Apollo 16 ed Apollo 17 avrebbe avuto un risultato fatale se fosse arrivato mentre gli astronauti erano fuori della capsula a passeggiare sulla Luna. Nel giro di pochi minuti, gli astronauti sarebbero stati uccisi sul colpo da un’incredibile vampata di radiazioni da 700 rem.

Link

Ma non fa menzione del dialogo sopra esposto in Wiki.

La cosa che mi lascia dubbioso e che posso comprendere che sino alla missione Apollo 12 i rischi "valevano la candela" ma non trovo ragioni valide per rischiare la vita degl'astronauti, e nel contempo rischiare il fallimento del programma Apollo, nelle missioni successive se veramente i rischi legati alle tempeste solari erano così elevati, ed è per questo che penso che siano bufale, ma mi piacerebbe avere un’altra opinione in merito.

P.s avevi già trattato qualcosa di simile, ma era riferito agli effetti delle radiazioni sulle pellicole fotografiche.

Paolo Attivissimo ha detto...

Motogio,

quel dialogo non riporta alcuna fonte, né un orario di missione, né nulla, e non compare da nessun'altra parte in italiano.

Il dialogo è privo di senso: il Controllo Missione non si rivolgeva mai agli astronauti chiamandoli "Esploratore 1" o simili. Gli astronauti si rivolgevano al CM chiamandolo "Houston" e il CM li chiamava per nome di battesimo.

Secondo me è un delirio inventato da qualcuno. Ho aggiunto una nota a Wikipedia.

Io non ho traccia di eruzioni solari avvenute durante l'Apollo 12.

Ci fu un'eruzione solare nell'agosto del 1972, fra le missioni 16 e 17, ma anche in questo caso non avrebbe avuto effetti letali (dettagli.

Gulmus ha detto...

Ciao a tutti,
seguo i blog di Paolo da parecchio e questo è il mio primo post.

L'aspetto più stupefacente del programma Apollo è proprio il numero di test e lanci in così poco tempo.

Conosco alcune delle problematiche degli attuali programmi aerospaziali e pensare che in meno di 4 anni l'industria statunitense sia riuscita ad organizzare 11 missioni diverse tra di loro, con tutto il popo' di roba che è necessario sviluppare, costruire e soprattutto integrare, lascia intuire uno sforzo organizzativo, tecnologico ed economico gigantesco, quasi incredibile (ho messo il "quasi" per non essere scambiato con un lunacomplottaro)

E stiamo parlando di un epoca dove i conti si facevano con il regolo, i disegni col tecnigrafo, i report con la macchina da scrivere e non c'era ne l'email e nemmeno google!

Paolo Amoroso ha detto...

Paolo, a proposito di Apollo 5 scrivi: "Il LM usato fu quello recuperato dall'Apollo 1 e risparmiato dall'incendio che costò la vita all'equipaggio". Probabilmente ti riferisci al vettore Saturno IB di Apollo 1, la cui missione non prevedeva un LM.

Paolo Attivissimo ha detto...

Gulmus,

considera che all'epoca, se tre astronauti morivano carbonizzati dentro la capsula, si piangeva, ci si rimboccava le maniche e si riprogettava. Il vettore sopra il quale erano morti fu riciclato per l'Apollo 5, e nessuno fece una piega.

Considera che all'epoca, se avevi da verniciare di pittura resistente al fuoco una torre di lancio, nessuno ti veniva a chiedere di usare una formulazione ecocompatibile (quella usata per i Pad di lancio dell'Apollo era mostruosamente tossica, tanto da causare non pochi problemi di percolato nel terreno.

Considera che all'epoca nessuno ti chiedeva di cambiare la formula della schiuma dell'External Tank dello Shuttle per nuocere meno all'ambiente (intanto che tutti rigurgitavano porcherie dai SUV), così che si stacchino blocchi che spaccano il bordo d'attacco dell'ala dello Shuttle.

Considera che se restavi chiuso nella capsula e ti scappava da fare pipì, te la facevi addosso e ti facevi il giro suborbitale con l'urina nella schiena, e nessuno faceva un plissé.

Non c'erano email e google, ma non c'era neanche Powerpoint. Un giorno o l'altro ricordami di scrivere la storia della Powerpointite che uccise l'equipaggio dello Shuttle.

Altri tempi, altro spirito, altre priorità.

Paolo Attivissimo ha detto...

Paolo Amoroso,

giusto, aggiorno subito.

mogio ha detto...

@Paolo Attivissimo

Secondo me è un delirio inventato da qualcuno. Ho aggiunto una nota a Wikipedia.

Adesso il paragrafo "incriminato" è sparito :)

Gulmus ha detto...

"Altri tempi, altro spirito, altre priorità"

Effettivamente al giorno d'oggi l'approvazione di una qualunque scelta tecnica in campo aerospaziale richiede un numero incredibile di analisi, simulazioni e valutazioni, incluse ovviamente quelle di impatto ambientale.
Tutte cose che costano tempo e denaro e che all'epoca dell'Apollo si saltavano a piè pari, con l'enorme pressione politica della guerra fredda e la corsa allo spazio.
Cionostante è veramente stupefacente quello che sono riusciti a fare grazie al loro spirito (accompagnato da una montagna di dollari ...), ancora oggi si utilizzano direttamente moltissime ricadute del Programma Apollo, e non solo tecnologie di tutti i tipi, ma anche metodologie, processi industriali, processi qualitativi ed molto altro.
Ottima idea raccontare la storia della powerpointite. Conosco "dal di dentro" l'ambiente della progettazione aerospaziale e ti posso assicurare che il morbo è ancora molto diffuso.

PS: un mio vecchio capo, ora in pensione, quando qualcuno metteva in dubbio qualcosa proposto o richiesto "dagli americani" era solito dire: "prima di parlare ricordati che loro sono andati sulla Luna!"

BVZM ha detto...

Paolo, innanzitutto complimenti per l'articolo - e per tutto il tuo sforzo di divulgazione sulle missioni spaziali; non è esagerato dire che hai fatto di me un appassionato.
Ti segnalo una piccolissima imprecisione: nella colonna dei link sulla destra, uno recita "Le foto Apollo in Time Magazine", ma si tratta di Life, non di Time.

Per la precisione :)

Paolo Attivissimo ha detto...

Grazie, sistemo subito.

Tubo ha detto...

Bell'articolo.

Questo si, ci voleva.

bertog ha detto...

Ciao Paolo, se può interessare Apollo 5 dimostrò anche la capacità del MMC comandato da Gene Krantz di poter pilotare da terra grazie alla telemetria il LM. Nel libro dello stesso Krantz si legge come il Computer di Bordo del LM andò in panne quasi subito e di come l'MMC riusci a completare tutti gli obbiettivi di missione comandando il LM da terra con un tempismo e precisione incredibile. Da notare che l'ingeniere responsabile della Guida del LM era praticamente immobilizzato alla sedia a causa di un incidente. Purtroppo passa poco alle volte come il ruolo del MMC sia stato cruciale nella conquista della luna :) Guido

Paolo Attivissimo ha detto...

Garson,

"MMC"? Mi dici il punto di Failure Is Not An Option dove se ne parla? Ho guardano, non è nell'indice analitico. O intendevi MCC?

bertog ha detto...

Scusa hai ragione MCC, mi incespico sempre sugli acronimi :)

theDRaKKaR the bloody homeopath ha detto...

Si manifestò un effetto "pogo", una risonanza a bassa frequenza (da 5,2 a 5,5 Hz) della struttura, innescata dal fluire del propellente nelle condotte, che sarebbe stata intollerabile per un equipaggio

prego?! mi spiegate questo passaggio? mi sembra terrificante! morire per una "vibrazione" brr....

Max Senesi ha detto...

"Failure is not an option" fu anche una serie di documentari televisivi.
Qualcuno sa se è disponibile anche in italiano ed eventualmente il titolo?Grazie