di Paolo Attivissimo
L'idea molto diffusa ma errata che si possa risolvere una volta per tutte la questione dell'autenticità delle missioni umane sulla Luna puntando un telescopio sui luoghi indicati dalla NASA è già stata discussa in un altro articolo, ma vale la pena di tornare sull'argomento per via della pubblicazione, nella rubrica Astronomy Picture of the Day di oggi, della straordinaria immagine mostrata qui accanto: la superficie di una stella.
Si tratta di Betelgeuse, una stella gigante (grande quanto l'orbita di Giove) della costellazione di Orione, situata a circa 600 anni luce di distanza dalla Terra. L'immagine è stata ottenuta da Xavier Haubois dell'Observatoire de Paris e dai suoi colleghi usando i telescopi dell'IOTA (Infrared Optical Telescope Array) sul monte Hopkins in Arizona.
E' affascinante che sia possibile vedere i dettagli di una stella così lontana (anche nel tempo, perché la vediamo com'era nel 1409), ma l'aspetto significativo di quest'immagine è l'indicazione "10 mas", ossia "10 millesimi di secondo d'arco", che indicano la dimensione angolare dell'oggetto: la sua dimensione apparente alla distanza alla quale si trova dall'osservatore, o (in termini più prosaici) quanto "spazio" occupa sulla volta celeste.
Nell'articolo già citato abbiamo visto che le dimensioni angolari della base di un modulo lunare (LM) alla distanza Terra-Luna sono pari a circa 5,2 millisecondi d'arco: la metà del trattino bianco indicato nell'immagine di Betelgeuse. In altre parole, neppure uno strumento potente come quello utilizzato per quest'immagine sarebbe in grado di scorgere gli oggetti lasciati sulla Luna dagli astronauti Apollo.
L'immagine della stella è stata ottenuta utilizzando una particolare tecnica, denominata interferometria, che consiste nel combinare le immagini di più telescopi nell'arco di vari giorni ed elaborarle elettronicamente, come descritto nell'articolo scientifico di Haubois, Imaging the spotty surface of Betelgeuse in the H band. Sarebbe quindi impossibile usare questa tecnica per invitare un lunacomplottista a guardare con i propri occhi cosa c'è sulla Luna.
Anche per chi non avesse dubbi sugli sbarchi lunari e accettasse questa tecnica di visione indiretta, non sarebbe possibile utilizzarla per ottenere risultati significativi anche con telescopi ancora più potenti, come il Very Large Telescope dell'ESO. Usando l'interferometria, il suo limite teorico di risoluzione angolare è di 2 millisecondi d'arco, comunque insufficiente a mostrare il LM come più di una decina di pixel.
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10 commenti:
Bè, intanto non gli sono bastate le eloquenti immagini inviate dal LRO, in cui si vedevano addirittura i solchi lasciati dagli astronauti nelle escursioni. E lì le immagini occupavano più di una decina di pixel ed erano perfettamente riconoscibili. Poi, ovvio, arriva il lunacomplottista di turno e ti dice che quelle sono immagini merdose, e allora sì che ti cadono le braccia.
Complottisti a parte,
pensare che sia teoricamente possibile fotografare in una decina di pixel un modulo lunare dalla Terra mi lascia a bocca aperta sbavante, tipo Homer Simpsons davanti a una ciambella.
Per chi ha l'hobby dell'astronomia quella foto di Betelgeuse può provocare uno shock, ci eravamo abituati all'idea che una stella (tranne una soltanto) è e sempre sarà puntiforme.
Lascerei perdere i lunacomplottisti, perché per loro è una fede, quindi non cambieranno mai idea e chi è semplicemente dubbioso, si è già convinto ben prima di arrivare alla prova dell'interferometria. Però sarebbe interessante usare anche quest'altro strumento di indagine e vedere come tutto ovviamente quadri in modo coerente.
Paolo, mi sfugge il limite teorico dei 2 millisecondi d'arco per l'interferometria. In linea di principio, aumentando la base tra i telescopi, si può ottenere una risoluzione "piccola a piacere". Che poi esista una simile coppia di telescopi è un altro paio di maniche.
I complottisti ingorano o ritengono falso tuto quello che va contro la loro fede religiosa complottista. Perché loro ai complotti ci credono come una religione.
@markogts
Mi pare che quel "suo" di
"il suo limite teorico"
si riferisca al VLT e non all'interferometria in generale.
la velocità di fuga sulla luna,è 8500 km/h:domanda-quanto carburante
occorreva x raggiungere questa velocità e dov'era stivato?
Pietro,
la quantità di propellente dipende dal tipo (dal suo impulso specifico), dalla massa da sollevare, dalla traiettoria, dall'accelerazione e dal tipo di orbita desiderato.
Era stivato nello stadio di risalita (Ascent stage).
Nel caso del LM, il propellente di risalita era costituito da 2360 kg di Aerozine 50 (idrazina e tetrossido di diazoto, ipergolico).
L'Ascent Stage aveva una massa di circa 4500 kg.
Attenzione, 8500 km/h - 2,38 km/s sono la velocità di fuga. La velocità orbitale è 1,68 km/s e solo questa era la velocità che doveva raggiungere l'Ascent Module. Da 1,68 a 2,38 km/s l'accelerazione veniva fornita dal Service Module, il cui carburante non doveva scendere e ridecollare dalla superficie lunare. È il punto chiave della soluzione LOR, che ha permesso di raggiungere la Luna con un solo razzo. Gigantesco, ma uno solo :-)
Grazie Marko!
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