Nelle riprese televisive della seconda escursione lunare di Dave Scott e Jim Irwin, durante la missione Apollo 15, si nota un fenomeno che secondo i sostenitori della tesi della messinscena dimostrerebbe che le immagini furono riprese in un set cinematografico, perché la bandiera americana piantata nel suolo lunare si muove nonostante Scott, che le è passato davanti, non l'abbia toccata. Il fenomeno è documentato da video come questo, nel quale avviene a circa 2:35 dall'inizio.
L'impressione che si ha da questa ripresa video è che la bandiera sia stata colpita dallo spostamento d'aria dovuto al passaggio dell'astronauta nelle sue vicinanze. Ma sulla Luna non c'è atmosfera e quindi (secondo i lunacomplottisti) questo fenomeno dimostrerebbe che le riprese non furono effettuate sul suolo selenico ma in un ambiente nel quale c'era aria, rivelando la finzione.
La tesi della bandiera che sventola o si muove è sostenuta spesso anche con riferimento ad altre immagini, nelle quali però si vede chiaramente che l'effetto visivo dello sventolio è dovuto al fatto che il drappo era sorretto da una barra orizzontale o al fatto che gli astronauti stavano muovendo l'asta per conficcarla. Qui, invece, la tesi sembra più robusta: la bandiera è già stata piantata e non sembra esserci alcun contatto nell'istante in cui il suo angolo inferiore destro inizia ad oscillare leggermente. Il caso è intrigante e merita quindi un approfondimento. Cominciamo dai fatti.
L'evento avviene a 148 ore, 57 minuti e 15 secondi dopo il lancio dalla Terra, secondo la cronologia della missione, ed è discusso dall'Apollo Lunar Surface Journal in questa pagina, nella quale si fanno varie ipotesi sulla sua causa.
Scott potrebbe aver sfiorato l'angolo della bandiera con il proprio braccio sinistro o calciato della sabbia lunare che ha colpito il drappo o urtato l'asta. In alternativa, i suoi passi potrebbero aver prodotto vibrazioni nel terreno che si sono trasmesse all'asta oppure la sua tuta poteva aver accumulato una carica elettrostatica che ha attratto il materiale del drappo. Inoltre lo scarico gassoso degli apparati di regolazione della temperatura della tuta, presenti nello zaino della tuta, potrebbe aver raggiunto la bandiera. Secondo l'ALSJ, l'ipotesi più plausibile è quella del contatto, nonostante le apparenze.
La scena è documentata non solo dal video, ma anche da una serie di fotografie in bianco e nero scattate da Irwin negli istanti che precedono il movimento del drappo. Le foto sono classificate con le sigle AS15-92-12447, 12448, 12449, 12450 e 12451.
La più significativa di queste immagini è la 12447, che ritrae il saluto alla bandiera di Jim Irwin e mostra la posizione della telecamera rispetto alla bandiera. La telecamera (indicata qui sotto dalla freccia) era montata sul Rover, l'automobile elettrica usata durante alcune missioni lunari Apollo (quelle dalla 15 in poi), ed era comandata direttamente via radio dalla Terra.
Sulla base di questi fatti si può analizzare la situazione.
L'immagine 12447 permette di rilevare che la telecamera era a poca distanza dalla bandiera: usando la larghezza del Rover (183 cm) come riferimento e con l'inevitabile approssimazione dovuta alla prospettiva, si può stimare che la distanza dall'obiettivo della telecamera all'asta della bandiera fosse pari a circa due larghezze di Rover, quindi circa 4 metri.
Confrontando quest'immagine con l'istante corrispondente della ripresa televisiva, si nota che l'asta della bandiera è inquadrata per tutta la sua altezza, che dalla documentazione risulta essere circa 2,4 m prima di essere piantata per una ventina di centimetri, e che sopra di essa c'è ancora spazio nell'inquadratura.
L'obiettivo zoom della telecamera era quindi regolato su una posizione piuttosto grandangolare, che esagera la prospettiva: una variazione di distanza modesta si traduce in una differenza notevole di dimensioni apparenti. Lo si nota, per esempio, confrontando un fotogramma della medesima sequenza video in cui un astronauta è vicino alla bandiera, fra la bandiera e la telecamera, e un fotogramma in cui è dal lato opposto della bandiera rispetto alla telecamera.
Possiamo tracciare sulla foto 12447 i margini superiori e inferiori dell'inquadratura e l'asse ottico di ripresa.
Se ora spostiamo la figura dell'astronauta (presa dalla foto 12449) in una posizione nella quale sarebbe a contatto con la bandiera e più vicino alla telecamera, otteniamo questo risultato:
In altre parole, e sempre con le dovute cautele derivanti dall'approssimazione, se l'astronauta si fosse trovato in una posizione e a una distanza tali da urtare l'angolo inferiore della bandiera, la telecamera l'avrebbe inquadrato grosso modo dalla sommità del casco al ginocchio. È un risultato in effetti molto simile a quello che si osserva nei fotogrammi del passaggio di Scott nel momento incriminato, tenendo conto che la telecamera si è alzata leggermente rispetto al momento del saluto.
È quindi plausibile (ma non dimostrato) che a causa della distorsione prospettica prodotta dall'obiettivo grandangolare Scott, nel momento in cui passa davanti alla telecamera appena prima che la bandiera si muova, sia più vicino alla bandiera di quanto sembri visivamente e quindi l'abbia sfiorata con il braccio sinistro.
Quest'ipotesi è avvalorata dal fatto che soltanto l'angolo inferiore destro della bandiera si muove: il resto del drappo rimane immobile. Lo stesso vale per la barra orizzontale che la sorregge e per l'asta verticale.
L'ipotesi lunacomplottista dello spostamento d'aria, invece, è smentita da un semplice ragionamento: riguardando la sequenza video completa (disponibile per esempio nei DVD della Spacecraft Films) si nota che i due astronauti passano più volte molto vicino alla bandiera. Se il loro passaggio fosse stato sufficiente a creare uno spostamento d'aria nella scena incriminata, lo sarebbe stato anche negli altri momenti del video in cui passano vicino alla bandiera. Ma negli altri passaggi, durante la stessa sequenza ininterrotta (per esempio a 2:10 circa), il drappo non si muove affatto.
Inoltre, come notano i commenti qui sotto, nella sequenza completa (che – va ricordato – è un'unica ripresa continua) si nota che la polvere lunare calciata dagli astronauti ricade al suolo senza formare volute, con il comportamento caratteristico della regolite in assenza d'aria, già visto a proposito delle tracce del Rover. Questa è un'altra indicazione del fatto che le immagini furono riprese nel vuoto e non in un set contenente aria.
Questo caso, benché non sia risolto oltre ogni dubbio, mette in luce l'errore di fondo del lunacomplottismo e di tanti altri cospirazionismi: l'idea che un minuscolo dettaglio insoluto in qualche modo controbilanci e faccia scomparire l'intera montagna di fatti e documenti che conferma la realtà degli eventi che il complottista si ostina a negare, e che se un fenomeno ha una rosa di possibili spiegazioni perfettamente sensate e coerenti, per qualche bizzarro motivo sia necessario ignorarle per abbracciare esclusivamente quella insensata che si adatta alla tesi preconcetta.
7 commenti:
Seriamente: più di 10 anni di lavoro tra Mercury Gemini ed Apollo. Più di mezzo milione di persone direttamente o meno coinvolte,prove inconfutabili di quello che è avvenuto, miliardi di dollari investiti e si fanno beccare perchè una bandiera si muove di qualche millimetro? Che principianti!!! :-)
C'è poco da dire...questa è e rimarrà la prova definitiva per i complottisti, perché è praticamente impossibile dimostrare in modo inconfutabile che l'astronauta abbia toccato la bandiera o che uno sfiato di gas abbia colpito il drappo.
Anche la spiegazione di Paolo lascia il tempo che trova, vista l'approssimazione di cui lui stesso parla. A un complottista basta sostenere che l'astronauta è passato a 1 cm dalla bandiera per avvalorare la propria tesi, quindi a poco serve dimostrare che l'astronauta era "più vicino alla bandiera di quanto potrebbe sembrare".
In un caso come questo vale solo la dimostrazione per assurdo: ammettendo che la scena sia stata girata in studio, possibile che nessuno abbia notato in fase di montaggio un errore così colossale in primissimo piano (tra l'altro in un'inquadratura in cui appare solo la bandiera, quindi non si corre nemmeno il rischio di essere distratti da altri elementi)?
Sicuramente è un dettaglio minore, ma io farei notare anche che la polvere non forma volute, e che tutto si svolge in un unica inquadratura, senza montaggio.
Straquoto gigiassi!
Credo che la vita del complottista (di qualunque tipo) sia proprio vuota, non lo invidio...
Forse i meno giovani appassionati di formula 1 ricordano l'orribile incidente che coinvolse Tom Pryce e un ragazzo di 19 anni improvvisato addetto alla sicurezza durante il GP del Sud Africa a Kyalami nel '77? Migliaia di testimoni, diretta TV mondiale, due morti.
Ebbene, scopro che c'è chi crede ad una montatura per evitare al povero Pryce guai giudiziari!
Quindi non mi scandalizzo se le missioni lunari diventano un bersaglio per questi poveretti.
Ciao.
La bandiera oscilla in modo incompatibile con la presenza di atmosfera, quindi la stessa scena che dimostrerebbe la presenza di aria ne mostra l'assenza.
Anche il periodo di oscillazione è compatibile solo con l'accelerazione di gravità della Luna.
Quindi è vero che non è dimostrabile l'urto dell'astronauta con la bandiera, ma è anche vero che il video mostra chiare prove che non è stato girato in uno studio terrestre.
Cercherò i riferimenti con i calcoli al più presto.
Non avete capito nulla. Polvere, elettroni e l'intera fisica complotta con il NWO per il totale controllo del mondo! :-D
Fozzillo,
quindi hanno costruito gli studios del finto allunaggio direttamente sulla Luna? Geniale!
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