di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!".
L’ambiente spaziale e lunare pone molte sfide fotografiche piuttosto insolite, con i suoi contrasti forti fra luci e ombre, la particolare riflettività della superficie polverosa della Luna e la difficoltà di maneggiare una fotocamera mentre si indossa una rigidissima e goffa tuta spaziale.
La NASA ha pubblicato alcuni manuali di fotografia per astronauti che permettono di conoscere le indicazioni date a chi viaggia nello spazio per ottenere fotografie correttamente esposte e composte.
Per esempio, il documento Photography Equipment and Techniques:
A Survey of NASA Developments di Albert J. Derr (PDF; trascrizione) riepiloga la storia delle fotografie spaziali statunitensi e delle macchine fotografiche appositamente modificate per l’ambiente extra-atmosferico.
C’è anche un manuale per l’uso corretto della telecamera lunare usata nelle prime missioni Apollo a scendere sulla Luna: l’Apollo Lunar Television Camera Operations Manual (PDF).
In tempi meno lontani, inoltre, la NASA ha fornito un manuale di fotografia anche agli astronauti delle missioni Shuttle, il NASA Astronaut’s Photography Manual (PDF), in collaborazione con Hasselblad. La copertina è mostrata all’inizio di questo articolo e queste sono alcune sue pagine:
Un esempio di queste condizioni insolite di illuminazione è la foto AS11-40-5930, che mostra il cosiddetto heiligenschein o “aureola”: la zona intensamente luminosa che si forma intorno all’ombra della testa degli astronauti.
Questo effetto è prodotto dal fatto che i granelli di polvere della superficie lunare che stanno vicini all’asse di osservazione, se osservati con il Sole perfettamente alle spalle, rivolgono verso l’osservatore solo le proprie parti illuminate e quindi sono intensamente luminosi, mentre i granelli che si trovano lontani da questo asse rivolgono all’osservatore parte delle proprie zone in ombra e quindi sono meno luminosi.
Il fenomeno si verifica anche sulla Terra, ma solo in condizioni molto particolari, e quindi viene osservato molto raramente. Sulla Luna è molto più spiccato che sulla Terra perché manca la luce diffusa del cielo.
La storia delle Hasselblad usate nello spazio è raccontata qui su Hasselblad.com.
2019/06/19
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento