di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!".
Sto lavorando alla traduzione di Carrying the Fire, l’autobiografia dell’astronauta Mike Collins, e a un certo punto Collins fa un accenno molto breve al fatto che il collega Scott Carpenter, veterano del programma Mercury, è “sott’acqua”.
Incuriosito da quest’indicazione così criptica, sono andato a cercare un po’ di informazioni e ho scoperto che Carpenter, dopo il suo volo, andò a fare il sub in Marina per il progetto SEALAB di basi sottomarine. Nel corso delle sperimentazioni passò in totale ben 28 giorni a 60 metri, stabilendo un nuovo record mondiale.
Il presidente Johnson volle telefonargli per congratularsi. Non andò bene, perché l'atmosfera era... beh, ascoltate e capirete.
Carpenter stava chiamando da una camera di decompressione e durante la permanenza a bordo della stazione (la SEALAB II) respirava un’atmosfera composta da ossigeno ed elio.