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2014/11/02

Fred Haise (Apollo 13) firma la mia t-shirt di Apollo 13

di Paolo Attivissimo

Pochi giorni fa, Fred Haise, astronauta della missione Apollo 13, è stato ospite di Space Lectures per una cena di gala e una conferenza. Al termine della conferenza, ha firmato autografi a tutti. Fra quei tutti c'ero anch'io, con la mia t-shirt di Apollo 13.




Un resoconto della cena e della conferenza è disponibile qui sul Disinformatico.

2013/02/24

Le missioni Apollo e il mistero dei fenomeni lunari transitori

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di domenico.fior*.

Il 19 luglio 1969, due ore dopo che l'Apollo 11 era entrata in orbita intorno alla Luna, il suo equipaggio vide un bagliore nella regione del cratere Aristarco. Il fenomeno era stato osservato poco prima dagli astronomi a Terra e fu chiesto quindi all'equipaggio di esaminare visivamente la zona (Apollo Flight Journal, da 076:57:07).

Neil Armstrong e Buzz Aldrin ne parlarono anche nel rapporto successivo alla missione (Technical Crew Debriefing, nella sezione che inizia con “One item that came up was the request to look at the crater Aristarchus to see if we could see any glow or evidence of some observations that had been made by people on the ground”).

Fu la prima osservazione dallo spazio di un lunar transient event o lunar transient phenomenon, ossia di un fenomeno transitorio, un mutamento improvviso, sulla superficie della Luna. A tutt'oggi quest'evento non è ancora stato chiarito.

I fenomeni transitori lunari hanno una storia molto lunga: le prime osservazioni risalgono al sesto secolo dopo Cristo e proseguono anche nell'era telescopica moderna, tanto da meritare un apposito catalogo NASA (Lunar Transient Phenomena Catalog, luglio 1978, NSSDC/WDC-A-R&S 78-03) e altre pubblicazioni (un elenco parziale è su The Living Moon).

Si tratta di chiazze temporanee rossastre o rosacee, bagliori incolori, punti luminosi nella parte in ombra della Luna, fluttuazioni rapide di luminosità di zone specifiche. Circa un terzo di questi fenomeni è stato osservato nelle vicinanze dell'altopiano di Aristarco. Le teorie abbondano: impatti meteorici, rilascio di gas sotterranei, attività vulcanica e altro ancora. Maggiori informazioni sono disponibili presso Columbia.edu, Wikispaces, Asi.org.

Segnalo adesso questo aspetto irrisolto delle missioni Apollo perché sfogliando i documenti d'epoca che mi sono stati recentemente donati dalla Specola Solare di Locarno è emersa una lettera della NASA (foto qui sopra) che testimonia l'elevato interesse dell'agenzia spaziale statunitense per questo fenomeno: gli osservatori di tutto il mondo furono infatti invitati dalla NASA a partecipare a delle osservazioni lunari nel corso della missione Apollo 13 alla ricerca di questi eventi transitori, per ottenerne fotografie e/o spettrografie. Anche in questa lettera viene citato il cratere Aristarco. Purtroppo l'incidente avvenuto nel corso di quella missione annullò tutti i piani di osservazione di questi fenomeni e la questione rimane ancora aperta.

Ecco la trascrizione della lettera:

Dear LION Associate:

Attached is the Operation Plan and Observing Schedule for Apollo 13. If you have questions and/or comments concerning this schedule, please write directly to the Smithsonian Center for Short Lived Phenomena.

As a result of the plan followed during Apollo 12, a surprising number of simultaneous reports of events in Aristarchus were reported. We hope that during Apollo 13 we may be fortunate enough to obtain spectrograms and/or photographs of an event from one or more separate observatories during the same time frame.

Since our letter of January 15, we have received excellent photographs of several lunar events reported by your LION associates. These are still undergoing study by several professional astronomers. Please help us add to these valuable records of lunar transient events.

Mr. Louis Schneider is again the LION coordinator for this mission.

Best wishes for success during Apollo 13 mission.

Sincerely yours,

Lawrence D. Hoover
LION Technical Monitor

Enclosure

2011/05/27

Riflessione per i lunacomplottisti

di Paolo Attivissimo

Domanda semplice per tutti coloro che sospettano o affermano che le fotografie, i video e i filmati delle escursioni lunari sono falsi girati su un set: come sarebbe stato possibile fare le riprese sul set senza inquadrare il cameraman e la troupe riflessi nelle visiere dorate dei caschi?

Tenete presente che nel 1969 non c'era Photoshop.

Se non avete questo genere di dubbi, girate la domanda a qualcuno che li ha, e intanto che si arrovella per trovare una soluzione godetevi invece questa bella fotografia del casco di Jim Lovell, mai utilizzato per un'escursione lunare a causa dell'incidente che colpì la missione Apollo 13 e oggi esposto all'Adler Planetarium di Chicago. L'originale, di Jeff Stvan, è qui su Flickr, insieme alla cuff checklist e al guanto sinistro dello stesso Lovell.


Notate il riflesso inevitabile del fotografo al centro della visiera.

2010/04/24

Apollo 13, audio delle dirette TV

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il collezionista di materiale audiovisivo spaziale Tom McKeever mi ha inviato dal New Jersey le sue registrazioni dell'audio delle trasmissioni televisive statunitensi durante il viaggio dell'Apollo 13. I file, in formato MP3, sono a vostra disposizione per lo scaricamento qui.

Queste registrazioni storiche, ormai vecchie di quarant'anni, documentano un giornalismo di tutt'altro stampo rispetto a quello di oggi: ricco di spiegazioni precise e dati tecnici chiari e privo di sensazionalismi. Sottolineano inoltre che la missione fu in realtà seguita dai network televisivi, almeno nelle sue fasi iniziali, contrariamente alla mitologia che la vuole totalmente snobbata dai media. Nelle registrazioni del decollo si nota inoltre la chiarezza delle trasmissioni radio delle voci degli astronauti, ben diversa da quella udibile nel resto della missione e in altre registrazioni delle missioni lunari.

Nota: non c'è un file 01. I file sono presentati qui con i nomi con i quali me li ha affidati il donatore.

02 - 13-AB prelaunch.mp3 – Resoconto NBC del lancio, prima parte (12 min, 10 MB)
03 - 13-AC 4-11-70 launch.mp3 – Resoconto NBC del lancio, seconda parte (34 min, 31 MB)
04 - 13-AD post launch.mp3 – Cronaca dell'uscita dall'orbita circolare terrestre per dirigersi verso la Luna. Forti problemi di ricezione audio (5 min, 5 MB)
05 - 13-AE 4-13-70 problem reported – Primi resoconti dell'avaria e aggiornamenti delle ore successive (28 min, 26 MB)
06 - 13AF 4-14-70 Loop-around-the moon.mp3 (58 min, 53 MB)
07 - 13AG - Engine burn.mp3 (14 min, 14 MB)
08 - 13AH - Burning.mp3 (45 min, 41 MB)
09 - 13AI - 4-15-70 report.mp3 (9 min, 8.5 MB)
10 - 13AJ - CBS.mp3 (2 min, 1.7 MB)
11 - 13AK - Mid couse correction.mp3 (23 min, 21 MB)
12 - 13AL - 4-16-70 Last MCC.mp3 (18 min, 17 MB)
13 - 13AM - 4-17-70 Splashdown and recovery.mp3 (60 min, 55 MB)
14 - 13AN - review of mission.mp3 (40 min, 37 MB)

Apollo 13 TV recordings

by Paolo Attivissimo. This article has been updated.

Tom McKeever, a New Jersey-based collector of space audio and video material, has granted me permission to publish some audio recordings of the US TV broadcast of the Apollo 13 mission. The recordings were made personally by Tom, using a microphone placed in front of his TV set forty years ago.

Please note there is no file 01.

02 - 13-AB prelaunch.mp3 – NBC report of launch, part one (12 min, 10 MB)
03 - 13-AC 4-11-70 launch.mp3 – NBC report of launch, part two (34 min, 31 MB)
04 - 13-AD post launch.mp3 – Unknown TV station reports TLI (5 min, 5 MB)
05 - 13-AE 4-13-70 problem reported – CBS News and NBC, shortly after accident and later progress reports. Includes at 11 min audio (recorder earlier) of the famous "OK, Houston, we've had a problem" call (28 min, 26 MB)
07 - 13AG - Engine burn.mp3 – (14 min, 14 MB)
08 - 13AH - Burning.mp3 – (45 min, 41 MB)
09 - 13AI - 4-15-70 report.mp3 – (9 min, 8.5 MB)
10 - 13AJ - CBS.mp3 – (2 min, 1.7 MB)
12 - 13AL - 4-16-70 Last MCC.mp3 – (18 min, 17 MB)
14 - 13AN - review of mission.mp3 – (40 min, 37 MB)

2009/11/25

Apollo 13, la missione raccontata oggi dai protagonisti

Molti dimenticano che buona parte degli astronauti che parteciparono alle missioni lunari è ancora fra noi e racconta con allegria e gusto le proprie avventure. Su SpaceFellowship.com ci sono Jim Lovell e Fred Haise, che il 6 novembre scorso hanno raccontato in dettaglio cosa accadde alla loro missione Apollo 13:



Se a qualcuno interessa una traduzione e trascrizione, mi contatti che ci organizziamo.

2009/09/23

Gli astronauti Apollo avrebbero potuto simulare le missioni stando in orbita terrestre?

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Alcune teorie lunacomplottiste, come per esempio quelle di Bart Sibrel, sostengono che gli astronauti delle missioni Apollo partirono realmente con i loro vettori Saturn V e rientrarono con gli ammaraggi che il mondo vide, ma in realtà non andarono sulla Luna: rimasero in orbita intorno alla Terra.

In questo modo, sostengono i lunacomplottisti, non avrebbero dovuto affrontare le fasce di Van Allen, che a loro dire sarebbero letali fasce di radiazioni, e avrebbero potuto effettuare le trasmissioni televisive in cui mostravano di essere in assenza di peso. Soltanto le riprese lunari sarebbero state falsificate.

Questa teoria avrebbe il vantaggio di ridurre notevolmente la portata della messinscena e il numero dei partecipanti alla finzione: i veicoli sarebbero stati realmente funzionanti e soltanto un ristretto numero di addetti avrebbe dovuto sapere del cambiamento di rotta. La partenza sarebbe stata reale e il rientro sarebbe stato altrettanto autentico, e gli astronauti sarebbero stati in un luogo dove nessuno avrebbe potuto incontrarli per sbaglio e avrebbero subito gli effetti fisiologici dell'assenza di peso.

Sembra facile, per come lo descrivono i lunacomplottisti. Ma questa teoria si scontra, come tutte le altre, con l'obiezione principale che si può opporre al lunacomplottismo: l'impossibilità di falsificare, con la tecnologia degli effetti speciali degli anni Sessanta, le riprese televisive e cinematografiche delle missioni. A oggi nessuno è riuscito a fornire una spiegazione plausibile di come sarebbero stati ottenuti gli effetti di gravità ridotta e di traiettoria parabolica della polvere visibili nelle riprese.

C'è poi da considerare che le trasmissioni radio e televisive degli astronauti sarebbero arrivate dall'orbita terrestre anziché dallo spazio profondo, comportando una vistosissima differenza di puntamento delle grandi antenne riceventi situate nei vari continenti (in California, in Australia e in Spagna; la foto mostra l'antenna californiana di Goldstone). Un'orbita intera intorno alla Terra al di sotto delle fasce di Van Allen dura non più di un paio d'ore, per cui le antenne avrebbero dovuto "inseguire" il veicolo degli astronauti man mano che si spostava rapidamente nel cielo, mentre durante un viaggio lunare le antenne sarebbero rimaste puntate verso la Luna, inseguendola nel suo lento spostamento in cielo nell'arco di ventiquattro ore.

In altre parole, il puntamento sbagliato delle antenne sarebbe stato visibile anche agli occhi dei profani nelle vicinanze, che si sarebbero chiesti come mai non puntavano verso la Luna. Per non parlare del fatto che i sovietici, in gara con gli Stati Uniti per raggiungere il prestigiosissimo traguardo della Luna, si sarebbero accorti della messinscena usando i loro radiotelescopi. E se ne sarebbero accorti anche i radioamatori che ascoltarono le trasmissioni radio dai veicoli Apollo puntando le antenne verso il nostro satellite (Tracking Apollo 17 from Florida).

Ma c'è un'altra obiezione che rende assurda la tesi del "parcheggio in orbita": i veicoli sarebbero stati visibili da Terra. Qualunque buon astrofilo sa che anche i piccoli satelliti per telecomunicazioni sono visibili nel cielo notturno (e guastano molte fotografie astronomiche), perché restano illuminati a giorno dal Sole mentre sorvolano le zone del pianeta dove è già calata la notte. Un veicolo grande come l'Apollo (con o senza lo stadio S-IV B) non sarebbe passato inosservato.

Per esempio, lo Shuttle, che viaggia in orbita intorno alla Terra a distanze maggiori rispetto a quelle dei veicoli Apollo, è visibile a occhio nudo con estrema facilità: è un punto luminoso che si sposta rapidamente nel cielo, documentabile con una semplice fotocamera amatoriale.

Quando poi sfiata lo scarico della toilette di bordo o l'acqua in eccesso delle celle a combustibile, si forma una scia luminosa di cristalli di ghiaccio che non passa inosservata, come si vede in questa foto scattata negli Stati Uniti il 9 settembre 2009 da Clair Perry (fonte: Space Fellowship).

L'immagine mostra la scia, di aspetto simile a una cometa, dello Shuttle mentre effettua uno scarico di liquidi prima del rientro a Terra. La linea chiara più in basso è la traccia lasciata nell'arco di alcuni secondi dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Con un buon telescopio amatoriale, la Stazione Spaziale Internazionale e lo Shuttle sono fotografabili con questo genere di dettaglio, come ci mostra Astrofoto.it:


Il veicolo Apollo, insomma, sarebbe stato visibile a chiunque se fosse rimasto in un'orbita bassa intorno alla Terra. La teoria lunacomplottista si scontra quindi con i fatti verificabili da chiunque.

Ma c'è di più. Quello che non molti sanno è che gli astronomi e gli astrofili di tutto il mondo poterono seguire i veicoli Apollo anche quando lasciarono l'orbita terrestre e si diressero verso la Luna.


Le immagini qui sopra, per esempio, furono scattate dall'osservatorio astrofisico Smithsonian a Maui il 21 dicembre 1968, e ritraggono l'Apollo 8 (la prima missione a uscire dall'orbita terrestre e circumnavigare la Luna) durante l'accensione dei motori per lasciare l'orbita intorno al nostro pianeta e dirigersi verso il suo satellite. Il successivo scarico del carburante residuo dallo stadio S-IVB fu visibile a occhio nudo e fu documentato da vari astrofili del Regno Unito.

Anche l'incidente occorso all'Apollo 13, che comportò il rilascio di una nube di ossigeno, fu documentato visivamente da Terra. Addirittura la NASA fu costretta a fare ricorso alle osservazioni telescopiche professionali dell'osservatorio Chabot di Oakland per determinare l'esatta posizione del veicolo in modo da poter calcolare l'ultima accensione del motore del modulo lunare, usato come retrorazzo d'emergenza, per far rientrare sani e salvi gli astronauti.

Maggiori dettagli sugli avvistamenti amatoriali e professionali delle missioni Apollo, con molte fotografie, sono disponibili presso Tracking the Apollo Flights, di Bill Keel, e in questi articoli:

  • Optical Observations of Apollo 8, di Harold B. Liemon, Sky and Telescope, marzo 1969, pagg. 156-160
  • Apollo 10 Optical Tracking, in Sky and Telescope, luglio 1969, pagg. 62-63
  • Optical Observations of Apollo 12, in Sky and Telescope, febbraio 1970, pagg. 127-130
  • The Apollo 13 Accident, in Sky and Telescope, July 1970, pag. 14

Va aggiunto, giusto per scrupolo, che le posizioni e gli eventi registrati dagli astrofili coincidono esattamente con le posizioni e gli eventi descritti dalla documentazione tecnica della NASA per le singole missioni.