di Paolo Attivissimo
Le riprese che ho effettuato ad Avezzano in occasione della presenza di Buzz Aldrin sono ancora sotto embargo in attesa del permesso di pubblicazione, ma nel frattempo dal Festival dell'astronomia e delle scienze arriva questo montaggio di alcune immagini, intitolato Moondream.
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2010/10/14
2010/08/08
Il diverbio Stagno-Orlando
di Paolo Attivissimo
Chiunque abbia seguito la diretta televisiva RAI del primo allunaggio ricorda il celebre battibecco fra i due cronisti, Tito Stagno e Ruggero Orlando, su quando fosse davvero avvenuto il contatto con il suolo lunare. Un diverbio che coprì frasi storiche delle comunicazioni provenienti dalla Luna.
Ho parlato recentemente della questione con Stagno (Orlando non è più tra noi) e di questo riferirò prossimamente. Intanto vorrei proporvi un video che ricostruisce le comunicazioni degli astronauti coperte dalla discussione fra Stagno e Orlando, utilizzando l'audio originale ricevuto direttamente dalla Luna presso la stazione di ascolto australiana di Honeysuckle Creek, concessomi gentilmente da Colin Mackellar.
Se lo ascoltate in stereofonia, sul canale destro trovate l'audio diretto dalla Luna, mentre sul sinistro potete sentire l'audio della RAI. Se seguite con molta attenzione, sentite che Stagno ha in cuffia sia l'audio diretto degli astronauti (che a lui arriva con qualche istante di anticipo rispetto alla diffusione in studio), sia la voce italiana di un'altra persona, presumibilmente uno dei traduttori che stavano nello studio dentro le cabine che si scorgono dietro a Stagno.
La voce etichettata CAPCOM nei sottotitoli è quella di Charlie Duke, che da Houston parlava direttamente con gli astronauti riferendo loro i dati di telemetria. Il suo "Sixty seconds" avvisa i due astronauti che il carburante è agli sgoccioli: manca un minuto prima che debbano decidere se posarsi o annullare il tentativo di allunaggio e risalire. Un momento drammatico che viene completamente coperto, nell'audio RAI originale, dalla discussione fra i due giornalisti. Lo stesso vale per il richiamo ancora più perentorio "Thirty seconds" di Duke e per la storica frase di Armstrong "Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed", finalmente ascoltabile come si deve.
C'è anche un'altra chicca: la papera di Charlie Duke, che sopraffatto dall'emozione risponde ad Armstrong dicendo "Roger, Twan...", poi si ferma e si corregge: "Tranquility". Questo errore viene solitamente tagliato nei documentari che romanzano l'avventura del primo sbarco sulla Luna.
Le immagini RAI sono inoltre sincronizzate con la ripresa cinematografica dello sbarco, effettuata tramite una cinepresa 16mm Maurer montata sul modulo lunare. La ripresa non era disponibile durante la diretta televisiva.
Messe tutte insieme, queste risorse danno una visione nuova del momento cruciale della missione e permettono di dare una risposta definitiva a una domanda ricorrente di chiunque abbia visto quella diretta-fiume: aveva ragione Stagno oppure Orlando?
I fatti sono questi: il mitico "Ha toccato!" di Stagno fu pronunciato circa 55 secondi prima dell'annuncio "Contact light" con il quale Aldrin segnalava che almeno uno dei lunghi sensori posti sotto le zampe del veicolo aveva toccato la superficie lunare, sulla quale si sarebbe posato un paio di secondi dopo. Inoltre Stagno parlò durante una pausa delle comunicazioni dalla Luna, per cui non c'era nulla da fraintendere. Ruggero Orlando, invece, annunciò il contatto dieci secondi dopo le parole di Aldrin. Mi dispiace per Tito Stagno, ma Orlando aveva ragione.
Va detto che la qualità dell'audio in cuffia che aveva Stagno era pessima, come si può ben sentire: molte sillabe iniziali sono troncate perché gli astronauti usavano il VOX – sensore vocale – per aprire i propri microfoni automaticamente. Inoltre il gergo astronautico è veramente stretto in questi momenti concitati, tanto da richiedere un articolo apposito di spiegazione, nonostante i sottotitoli che ho predisposto nel video, basati sulla trascrizione fatta a mente fredda dagli archivisti dell'Apollo Lunar Surface Journal.
Chiunque abbia seguito la diretta televisiva RAI del primo allunaggio ricorda il celebre battibecco fra i due cronisti, Tito Stagno e Ruggero Orlando, su quando fosse davvero avvenuto il contatto con il suolo lunare. Un diverbio che coprì frasi storiche delle comunicazioni provenienti dalla Luna.
Ho parlato recentemente della questione con Stagno (Orlando non è più tra noi) e di questo riferirò prossimamente. Intanto vorrei proporvi un video che ricostruisce le comunicazioni degli astronauti coperte dalla discussione fra Stagno e Orlando, utilizzando l'audio originale ricevuto direttamente dalla Luna presso la stazione di ascolto australiana di Honeysuckle Creek, concessomi gentilmente da Colin Mackellar.
Se lo ascoltate in stereofonia, sul canale destro trovate l'audio diretto dalla Luna, mentre sul sinistro potete sentire l'audio della RAI. Se seguite con molta attenzione, sentite che Stagno ha in cuffia sia l'audio diretto degli astronauti (che a lui arriva con qualche istante di anticipo rispetto alla diffusione in studio), sia la voce italiana di un'altra persona, presumibilmente uno dei traduttori che stavano nello studio dentro le cabine che si scorgono dietro a Stagno.
La voce etichettata CAPCOM nei sottotitoli è quella di Charlie Duke, che da Houston parlava direttamente con gli astronauti riferendo loro i dati di telemetria. Il suo "Sixty seconds" avvisa i due astronauti che il carburante è agli sgoccioli: manca un minuto prima che debbano decidere se posarsi o annullare il tentativo di allunaggio e risalire. Un momento drammatico che viene completamente coperto, nell'audio RAI originale, dalla discussione fra i due giornalisti. Lo stesso vale per il richiamo ancora più perentorio "Thirty seconds" di Duke e per la storica frase di Armstrong "Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed", finalmente ascoltabile come si deve.
C'è anche un'altra chicca: la papera di Charlie Duke, che sopraffatto dall'emozione risponde ad Armstrong dicendo "Roger, Twan...", poi si ferma e si corregge: "Tranquility". Questo errore viene solitamente tagliato nei documentari che romanzano l'avventura del primo sbarco sulla Luna.
Le immagini RAI sono inoltre sincronizzate con la ripresa cinematografica dello sbarco, effettuata tramite una cinepresa 16mm Maurer montata sul modulo lunare. La ripresa non era disponibile durante la diretta televisiva.
Messe tutte insieme, queste risorse danno una visione nuova del momento cruciale della missione e permettono di dare una risposta definitiva a una domanda ricorrente di chiunque abbia visto quella diretta-fiume: aveva ragione Stagno oppure Orlando?
I fatti sono questi: il mitico "Ha toccato!" di Stagno fu pronunciato circa 55 secondi prima dell'annuncio "Contact light" con il quale Aldrin segnalava che almeno uno dei lunghi sensori posti sotto le zampe del veicolo aveva toccato la superficie lunare, sulla quale si sarebbe posato un paio di secondi dopo. Inoltre Stagno parlò durante una pausa delle comunicazioni dalla Luna, per cui non c'era nulla da fraintendere. Ruggero Orlando, invece, annunciò il contatto dieci secondi dopo le parole di Aldrin. Mi dispiace per Tito Stagno, ma Orlando aveva ragione.
Va detto che la qualità dell'audio in cuffia che aveva Stagno era pessima, come si può ben sentire: molte sillabe iniziali sono troncate perché gli astronauti usavano il VOX – sensore vocale – per aprire i propri microfoni automaticamente. Inoltre il gergo astronautico è veramente stretto in questi momenti concitati, tanto da richiedere un articolo apposito di spiegazione, nonostante i sottotitoli che ho predisposto nel video, basati sulla trascrizione fatta a mente fredda dagli archivisti dell'Apollo Lunar Surface Journal.
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2009/07/28
Il diverbio Stagno-Orlando: chi aveva ragione?
di Paolo Attivissimo, con il contributo di Giuseppe Regalzi. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2019/02/04.
È uno dei tormentoni di ogni rievocazione italiana dello sbarco sulla Luna: il battibecco fra Tito Stagno e Ruggero Orlando su quando il modulo lunare avesse davvero toccato il suolo del nostro satellite. In questi quarant’anni ne sono state dette di tutti i colori, ma vorrei proporre una piccola analisi basata sui fatti.
Grazie alla disponibilità del materiale d’archivio, possiamo per esempio procurarci l'audio originale e la trascrizione delle trasmissioni radio degli astronauti Aldrin e Armstrong durante le fasi conclusive dell'atterraggio sulla Luna e metterli a confronto con la registrazione della diretta televisiva della RAI, disponibile su Rai Teche e su Youtube.
Il primo risultato è questo: Tito Stagno esclamò il proprio celeberrimo "Ha toccato!" quando il modulo lunare era ancora a oltre 30 metri d'altezza, annunciando erroneamente l'allunaggio con 56 secondi d'anticipo.
Il secondo è che Ruggero Orlando non sbagliò nel dire “No, non ha toccato”, ma la giustificazione che abbozzò subito dopo fu errata: neppure i sensori sporgenti sotto il modulo lunare avevano toccato il suolo al momento dell'annuncio di Stagno.
Il successivo annuncio di allunaggio di Orlando fu sostanzialmente corretto: arrivò con soli dieci secondi di ritardo rispetto all’atterraggio effettivo.
Va chiarito che a favore di Stagno vanno invocate molte attenuanti: l'audio disturbatissimo degli astronauti, l'assenza di un segnale TV dalla Luna (c'è solo l'audio, come del resto previsto dalla missione), la tensione di una diretta che sapeva sarebbe passata alla storia, le lunghe ore di trasmissione, e non ultima la simpatia dell'uomo. Ma i fatti sono fatti e non si possono cambiare. Procediamo con ordine ricostruendo gli eventi.
Qui sotto trovate le parole di Stagno sincronizzate con quelle degli astronauti nell'ultimo minuto prima dell'annuncio errato del contatto con il suolo lunare (i numeri in grassetto sono il tempo di missione, usato come riferimento per tutti gli eventi).
Ho realizzato un video, consultabile qui sotto, che sincronizza la diretta RAI con le comunicazioni radio e la ripresa su pellicola 16mm effettuata dalla cinepresa a bordo del modulo lunare per consentire di cogliere meglio le parole degli astronauti e capire meglio la situazione.
Qui, grosso modo, inizia l'errore di percezione di Tito Stagno che lo porterà al celebre equivoco: capisce "seventy" al posto di "two-seventy" (le misure sono espresse in piedi dagli astronauti), ma non è colpa sua, perché l'audio di Aldrin è troncato (ha il microfono impostato su Vox, che gli tronca la prima sillaba di ogni frase) e il "two" nella diretta non si sente (molti vuoti nell'audio sono stati colmati in seguito nelle trascrizioni grazie al registratore a bordo del modulo lunare). Questo gli fa credere che il modulo lunare (LM) sia a 21 metri d'altezza quando in realtà è ancora a 82 metri dal suolo.
In realtà Armstrong e Aldrin sono a 250 piedi (76 metri) d'altezza, stanno scendendo a 2,5 piedi (76 cm) al secondo e hanno una velocità orizzontale di 19 piedi al secondo (circa 21 km/h) rispetto alla superficie lunare.
Aldrin sta avvisando Armstrong che si sono accese le spie che indicano che il computer non sta ricevendo dati validi dal radar di atterraggio.
Qui il "two-twenty" si sente chiaramente, ma Stagno lo interpreta come "twenty". Per lui il LM è a 6 metri dal suolo, in realtà è ancora undici volte più in alto: sta a 67 metri. Inoltre il suo "Continuate la discesa a vostro giudizio", che sembrerebbe essere una frase detta dal Controllo Missione, non c'è nell'audio delle comunicazioni fra Houston e la Luna.
Anche queste parole di Tito Stagno non corrispondono ad alcuna comunicazione reale dal Controllo Missione situato a Houston e sono, a quanto risulta, un’invenzione di Stagno. Del resto, non è plausibile che durante un momento così teso i controllori della missione disturbino la concentrazione dei due astronauti intromettendosi per dare un generico “Non correre, papà”.
Qui il cronista confonde la velocità di discesa con l’altitudine. Aldrin dice "down" per indicare appunto che si tratta di una velocità di discesa in piedi al secondo, ma Stagno crede che stia dicendo che il modulo lunare sta a un metro e sessanta dal suolo. Se così fosse, le aste situate sotto le zampe del modulo, lunghe 68 pollici (173 cm; dato tratto da Apollo 11, the NASA Mission Reports, pag. 161, fig. 18), avrebbero già dovuto toccare terra e i loro sensori avrebbero già dovuto segnalare in cabina il contatto. Ma non è così.
Foto NASA AS11-44-6581: il modulo lunare dell'Apollo 11, fotografato durante la missione, mostra le tre aste di rilevamento del contatto situate sotto le zampe. L'asta manca sulla zampa dotata di scaletta per evitare che dopo l'allunaggio costituisca un ostacolo per la discesa al suolo degli astronauti.
Anche questa frase attribuita al Controllo Missione sembra inventata di sana pianta.
Non è chiaro se questo sia un momento di tifoseria personale di Stagno o se il cronista attribuisca al Controllo Missione anche quest'espressione.
È a questo punto, durante una pausa nelle comunicazioni radio, che Tito Stagno si volta alla propria sinistra, come a controllare un monitor o ricevere un cenno di conferma, ha un attimo di esitazione e poi esclama:
In realtà l'ultimo dato altimetrico trasmesso da Buzz Aldrin indica che il LM è ancora a 120 piedi, vale a dire 36 metri, dal suolo della Luna. Mentre parte l'applauso in studio, si ode inoltre la voce di Aldrin che scandisce ancora i dati di discesa e indica un’altezza di 100 piedi (30,5 metri).
Aldrin sta informando il suo compagno Armstrong che si trovano ancora a 30,5 metri, stanno scendendo a poco più di un metro al secondo e viaggiano a circa 10 km/h. Cosa più importante, avvisa che s'è accesa la spia di quantità del carburante: grosso modo l'equivalente della spia della riserva di un'automobile. Entro 94 secondi dalla sua accensione, il comandante del modulo lunare deve decidere se atterrare entro altri 20 secondi oppure annullare l'allunaggio. Tutto questo si perde nell'applauso.
Poi arriva la doccia gelata di Ruggero Orlando, che inizialmente non viene sentita o viene ignorata.
Orlando ha ragione: infatti Aldrin segnala che il veicolo è ancora a 22 metri d'altezza e sta ancora scendendo e avanzando.
Durante queste parole, il Controllo Missione, per bocca di Charlie Duke (CAPCOM), avvisa gli astronauti: "Sixty seconds". Significa che Neil Armstrong ha un minuto per trovare un posto dove posare il modulo lunare, ma è in difficoltà perché l'area dove il computer lo sta portando è piena di massi alti 2-3 metri.
Sempre sotto le parole di Stagno si sente Aldrin:
Il radar fa ancora le bizze e si è accesa quindi la spia relativa (velocity light). Aldrin scandisce il ritmo di discesa e nota che il getto del motore sta spostando la polvere al suolo ("picking up some dust") e che si vede l'ombra del LM ("faint shadow"): un dato prezioso, perché gli astronauti atterrano con il sole alle spalle, nell'alba lunare, e quindi vedere la propria ombra fornisce un riscontro chiaro della propria altezza dal suolo in un ambiente nel quale non ci sono strade, case, alberi o oggetti familiari dai quali capire la distanza.
Ruggero Orlando ribadisce l'errore di Tito Stagno:
Anche qui Orlando ha ragione. Aldrin infatti ha appena detto "30 feet", ossia 9,15 metri. Mentre Orlando parla, si sente Aldrin che commenta le manovre di Armstrong, che sta spazzando il suolo lunare con il getto del modulo lunare, spostandosi verso destra. Il veicolo è a questo punto a sei metri d'altezza:
Il Controllo Missione ricorda ai due astronauti che hanno trenta secondi di margine di carburante prima di dover decidere se posarsi o interrompere la discesa in emergenza.
Mentre Tito Stagno e Ruggero Orlando battibeccano e la gente in studio inizia a ridere, Buzz Aldrin comunica che si è accesa la spia che indica che le aste collocate sotto le zampe del LM hanno toccato il suolo lunare (le prime parole dell'uomo sulla superficie di un altro corpo celeste sono dunque sue):
Una voce fuori campo, in studio, dice "Vai tu". Aldrin, sulla Luna, comunica che il motore è stato spento:
Tito Stagno crede che la voce di Aldrin che dice “Engine stop” sia quella del Controllo Missione e che il comando di spegnere i motori (o meglio il motore, visto che il LM ha un solo motore di discesa) debba provenire da Terra.
Stavolta anche Orlando sbaglia, sia pure di poco: il modulo lunare ha già toccato da più di dieci secondi. Tito Stagno abbozza un sorriso e lancia un applauso, ma non molla il battibecco con Orlando:
In questo, perlomeno, Stagno ha ragione. Mentre i due discutono, Aldrin prosegue e finalmente parla anche Armstrong:
L'ACA (Attitude Control Assembly) è una sorta di doppio joystick usato per comandare i razzi di manovra del modulo lunare. “Out of detent” indica semplicemente che non si trova nella posizione neutrale centrata. Seguono altre comunicazioni tecniche degli astronauti, che eseguono le operazioni previste subito dopo l'atterraggio.
Dopo che Stagno ha terminato di dire "Hanno fermato i motori in questo momento", si sente la voce del Controllo Missione:
Poi Stagno copre ancora le parole storiche di Neil Armstrong e l'impaperata, emozionatissima risposta di Charlie Duke:
Qui sembra che Ruggero Orlando stia cercando di salvare capra e cavoli, ma quello che dice è comunque sbagliato. Quando Tito Stagno ha detto che il modulo lunare aveva toccato, anche i “fili” descritti maldestramente da Orlando (in realtà le aste dei sensori) erano ben lontani dal toccare il suolo.
Nel rivedere la registrazione, colpisce il fatto che Tito Stagno annunci l'allunaggio, con ben 55 secondi d'anticipo, mentre da parte degli astronauti arriva soltanto silenzio.
In varie circostanze, anche recenti (per esempio La Storia Siamo Noi e Terra!), Stagno ha affermato di aver sentito in cuffia "reached the land", che secondo lui significa "letteralmente 'ha toccato'".
Ma il cronista fece l'annuncio durante una pausa di silenzio radio, per cui non c'erano parole degli astronauti da fraintendere, e comunque nelle comunicazioni radio dalla Luna non c'è nulla che somigli a "reached the land". Espressione peraltro improbabile, perché di norma un pilota parla di "touchdown" e non usa una frase di sapore marinaresco che letteralmente significa in realtà "abbiamo raggiunto la terraferma".
In un’intervista al Corriere della Sera di febbraio 2019, Stagno ha fornito un’altra spiegazione: “Fu una gag tra me e Ruggero. Dissi “ha toccato”, non “atterrato”. La navicella aveva antenne che servivano per valutare la pendenza: se era superiore ai 14 gradi non si poteva scendere.” Ma in realtà la ricostruzione video presentata qui sopra chiarisce che anche considerando “ha toccato” come un annuncio del contatto delle “antenne” con il suolo i conti non tornano: in quel momento il Modulo Lunare era infatti ancora a circa 36 metri di quota. Inoltre le “antenne” non avevano la funzione di valutare la pendenza, ma sono passati cinquant’anni ed è comprensibile che qualche dettaglio tecnico si sia un po’ perso.
Le giustificazioni “ufficiali”, insomma, non reggono. C'è un'altra possibile spiegazione, che è racchiusa nell'immagine qui sotto e che è emersa in seguito alla scomparsa del grande anchorman statunitense Walter Cronkite.

I dettagli di questa ipotesi, che credo sia inedita, saranno pubblicati nella seconda parte di questo articolo.
Aggiornamento (2012/11/27): Dopo ulteriori ricerche sono emersi altri elementi che sembrano contraddire la mia ipotesi iniziale, per cui ho deciso, almeno per ora, di non pubblicarla, anche perché le sue implicazioni potevano essere lesive per alcune delle persone coinvolte nella trasmissione televisiva dell'epoca (non per Tito Stagno). L'indagine, tuttavia, prosegue in cerca di chiarimenti.
Aggiornamento (2017/07/20): Visto che gli anni passano e molti mi chiedono quale fosse la mia ipotesi, per posso dire pubblicamente solo questo: è possibile che Stagno sia anche stato confuso dall’animazione mostrata dalla TV americana (di cui si vede un fotogramma qui sopra e che è visibile qui su Youtube), che era disponibile in studio alla RAI ma era sfasata in anticipo di 39 secondi rispetto agli eventi reali (mostrava il LM già allunato 39 secondi prima della realtà), e dalle parole del traduttore che era presente in studio. Di più, per correttezza, non dico perché mi mancano riscontri.

Grazie alla disponibilità del materiale d’archivio, possiamo per esempio procurarci l'audio originale e la trascrizione delle trasmissioni radio degli astronauti Aldrin e Armstrong durante le fasi conclusive dell'atterraggio sulla Luna e metterli a confronto con la registrazione della diretta televisiva della RAI, disponibile su Rai Teche e su Youtube.
Il primo risultato è questo: Tito Stagno esclamò il proprio celeberrimo "Ha toccato!" quando il modulo lunare era ancora a oltre 30 metri d'altezza, annunciando erroneamente l'allunaggio con 56 secondi d'anticipo.
Il secondo è che Ruggero Orlando non sbagliò nel dire “No, non ha toccato”, ma la giustificazione che abbozzò subito dopo fu errata: neppure i sensori sporgenti sotto il modulo lunare avevano toccato il suolo al momento dell'annuncio di Stagno.
Il successivo annuncio di allunaggio di Orlando fu sostanzialmente corretto: arrivò con soli dieci secondi di ritardo rispetto all’atterraggio effettivo.
Va chiarito che a favore di Stagno vanno invocate molte attenuanti: l'audio disturbatissimo degli astronauti, l'assenza di un segnale TV dalla Luna (c'è solo l'audio, come del resto previsto dalla missione), la tensione di una diretta che sapeva sarebbe passata alla storia, le lunghe ore di trasmissione, e non ultima la simpatia dell'uomo. Ma i fatti sono fatti e non si possono cambiare. Procediamo con ordine ricostruendo gli eventi.
Qui sotto trovate le parole di Stagno sincronizzate con quelle degli astronauti nell'ultimo minuto prima dell'annuncio errato del contatto con il suolo lunare (i numeri in grassetto sono il tempo di missione, usato come riferimento per tutti gli eventi).
Ho realizzato un video, consultabile qui sotto, che sincronizza la diretta RAI con le comunicazioni radio e la ripresa su pellicola 16mm effettuata dalla cinepresa a bordo del modulo lunare per consentire di cogliere meglio le parole degli astronauti e capire meglio la situazione.
102:43:52 Aldrin: 1 1/2 down. Ease her down. 270.
Stagno: 70 piedi.
Qui, grosso modo, inizia l'errore di percezione di Tito Stagno che lo porterà al celebre equivoco: capisce "seventy" al posto di "two-seventy" (le misure sono espresse in piedi dagli astronauti), ma non è colpa sua, perché l'audio di Aldrin è troncato (ha il microfono impostato su Vox, che gli tronca la prima sillaba di ogni frase) e il "two" nella diretta non si sente (molti vuoti nell'audio sono stati colmati in seguito nelle trascrizioni grazie al registratore a bordo del modulo lunare). Questo gli fa credere che il modulo lunare (LM) sia a 21 metri d'altezza quando in realtà è ancora a 82 metri dal suolo.
102:43:58 Armstrong: Okay, how's the fuel?
102:44:00 Aldrin: Eight percent.
102:44:07 Aldrin: 250, down at 2 1/2, 19 forward.
Stagno: Sono ormai a 25 metri dal suolo lunare.
In realtà Armstrong e Aldrin sono a 250 piedi (76 metri) d'altezza, stanno scendendo a 2,5 piedi (76 cm) al secondo e hanno una velocità orizzontale di 19 piedi al secondo (circa 21 km/h) rispetto alla superficie lunare.
102:44:13 Aldrin: Altitude (and) velocity lights (on).
Aldrin sta avvisando Armstrong che si sono accese le spie che indicano che il computer non sta ricevendo dati validi dal radar di atterraggio.
Stagno: È questo il momento più delicato...
102:44:16 Aldrin: 3 1/2 down, 220 feet, 15 forward.
Stagno: Continuate la discesa a vostro giudizio, 20 piedi...
Qui il "two-twenty" si sente chiaramente, ma Stagno lo interpreta come "twenty". Per lui il LM è a 6 metri dal suolo, in realtà è ancora undici volte più in alto: sta a 67 metri. Inoltre il suo "Continuate la discesa a vostro giudizio", che sembrerebbe essere una frase detta dal Controllo Missione, non c'è nell'audio delle comunicazioni fra Houston e la Luna.
102:44:23 Aldrin: 11 forward. Coming down nicely. 200 feet, 4 1/2 down.
Stagno: "Vai piano", dicono da Houston.
Anche queste parole di Tito Stagno non corrispondono ad alcuna comunicazione reale dal Controllo Missione situato a Houston e sono, a quanto risulta, un’invenzione di Stagno. Del resto, non è plausibile che durante un momento così teso i controllori della missione disturbino la concentrazione dei due astronauti intromettendosi per dare un generico “Non correre, papà”.
102:44:26 Aldrin: 5 1/2 down.
Stagno: Cinque piedi e mezzo... due metri...
Qui il cronista confonde la velocità di discesa con l’altitudine. Aldrin dice "down" per indicare appunto che si tratta di una velocità di discesa in piedi al secondo, ma Stagno crede che stia dicendo che il modulo lunare sta a un metro e sessanta dal suolo. Se così fosse, le aste situate sotto le zampe del modulo, lunghe 68 pollici (173 cm; dato tratto da Apollo 11, the NASA Mission Reports, pag. 161, fig. 18), avrebbero già dovuto toccare terra e i loro sensori avrebbero già dovuto segnalare in cabina il contatto. Ma non è così.

102:44:31 Aldrin: 160 feet, 6 1/2 down. 5 1/2 down, 9 forward.
Stagno: "Piano ancora", dicono da Terra...
Aldrin: You're looking good.
Anche questa frase attribuita al Controllo Missione sembra inventata di sana pianta.
102:44:40 Aldrin: 120 feet.
Stagno: "Go!"
Non è chiaro se questo sia un momento di tifoseria personale di Stagno o se il cronista attribuisca al Controllo Missione anche quest'espressione.

Stagno: "Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!".
In realtà l'ultimo dato altimetrico trasmesso da Buzz Aldrin indica che il LM è ancora a 120 piedi, vale a dire 36 metri, dal suolo della Luna. Mentre parte l'applauso in studio, si ode inoltre la voce di Aldrin che scandisce ancora i dati di discesa e indica un’altezza di 100 piedi (30,5 metri).
102:44:45 Aldrin: 100 feet, 3 1/2 down, 9 forward. Five percent. Quantity light.
Aldrin sta informando il suo compagno Armstrong che si trovano ancora a 30,5 metri, stanno scendendo a poco più di un metro al secondo e viaggiano a circa 10 km/h. Cosa più importante, avvisa che s'è accesa la spia di quantità del carburante: grosso modo l'equivalente della spia della riserva di un'automobile. Entro 94 secondi dalla sua accensione, il comandante del modulo lunare deve decidere se atterrare entro altri 20 secondi oppure annullare l'allunaggio. Tutto questo si perde nell'applauso.
Poi arriva la doccia gelata di Ruggero Orlando, che inizialmente non viene sentita o viene ignorata.
Orlando: No, non ha toccato.
102:44:54 Aldrin: Okay. 75 feet. And it's looking good. Down a half, 6 forward.
Orlando ha ragione: infatti Aldrin segnala che il veicolo è ancora a 22 metri d'altezza e sta ancora scendendo e avanzando.
Stagno: Signori, sono le 22.17 in Italia, sono le 15.17 a Houston, sono le 14.17 a New York. Per la prima volta un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza, del lavoro, della preparazione scientifica; è frutto della fede dell’uomo. A voi Houston.
Durante queste parole, il Controllo Missione, per bocca di Charlie Duke (CAPCOM), avvisa gli astronauti: "Sixty seconds". Significa che Neil Armstrong ha un minuto per trovare un posto dove posare il modulo lunare, ma è in difficoltà perché l'area dove il computer lo sta portando è piena di massi alti 2-3 metri.
Sempre sotto le parole di Stagno si sente Aldrin:
102:45:04 Aldrin: (Velocity) light's on. 60 feet, down 2 1/2. 2 forward. 2 forward. That's good. 40 feet, down 2 1/2. Picking up some dust. 30 feet, 2 1/2 down. (Faint) shadow. 4 forward.
Il radar fa ancora le bizze e si è accesa quindi la spia relativa (velocity light). Aldrin scandisce il ritmo di discesa e nota che il getto del motore sta spostando la polvere al suolo ("picking up some dust") e che si vede l'ombra del LM ("faint shadow"): un dato prezioso, perché gli astronauti atterrano con il sole alle spalle, nell'alba lunare, e quindi vedere la propria ombra fornisce un riscontro chiaro della propria altezza dal suolo in un ambiente nel quale non ci sono strade, case, alberi o oggetti familiari dai quali capire la distanza.
Ruggero Orlando ribadisce l'errore di Tito Stagno:
Orlando: Qui ci pare che manchino ancora dieci metri.
Anche qui Orlando ha ragione. Aldrin infatti ha appena detto "30 feet", ossia 9,15 metri. Mentre Orlando parla, si sente Aldrin che commenta le manovre di Armstrong, che sta spazzando il suolo lunare con il getto del modulo lunare, spostandosi verso destra. Il veicolo è a questo punto a sei metri d'altezza:
Aldrin: 4 forward. Drifting to the right a little. 20 feet, down a half.
Duke: 30 seconds.
Il Controllo Missione ricorda ai due astronauti che hanno trenta secondi di margine di carburante prima di dover decidere se posarsi o interrompere la discesa in emergenza.
Stagno (scuotendo vigorosamente la testa): "No, Ruggero. No, Ruggero.".
Orlando: "Ecco sto aspettando... Pronto?"
Stagno: "Se abbiamo ascoltato bene le comunicazioni fino a adesso..."
Mentre Tito Stagno e Ruggero Orlando battibeccano e la gente in studio inizia a ridere, Buzz Aldrin comunica che si è accesa la spia che indica che le aste collocate sotto le zampe del LM hanno toccato il suolo lunare (le prime parole dell'uomo sulla superficie di un altro corpo celeste sono dunque sue):
102:45:40 Aldrin: Contact light.
Orlando: Sto aspettando... no no...
Una voce fuori campo, in studio, dice "Vai tu". Aldrin, sulla Luna, comunica che il motore è stato spento:
102:45:44 Aldrin: Okay. Engine stop.
Stagno: Da due metri e mezzo non si passa a dieci. "Fermate i motori", hanno detto da Terra.
Tito Stagno crede che la voce di Aldrin che dice “Engine stop” sia quella del Controllo Missione e che il comando di spegnere i motori (o meglio il motore, visto che il LM ha un solo motore di discesa) debba provenire da Terra.
Orlando: Eccolo, eccolo, ha toccato in questo momento. In questo momento ha toccato...
Stavolta anche Orlando sbaglia, sia pure di poco: il modulo lunare ha già toccato da più di dieci secondi. Tito Stagno abbozza un sorriso e lancia un applauso, ma non molla il battibecco con Orlando:
Stagno: "Hanno fermato i motori in questo momento."
In questo, perlomeno, Stagno ha ragione. Mentre i due discutono, Aldrin prosegue e finalmente parla anche Armstrong:
102:45:45 Aldrin: ACA out of detent.
102:45:46 Armstrong: Out of detent. Auto.
L'ACA (Attitude Control Assembly) è una sorta di doppio joystick usato per comandare i razzi di manovra del modulo lunare. “Out of detent” indica semplicemente che non si trova nella posizione neutrale centrata. Seguono altre comunicazioni tecniche degli astronauti, che eseguono le operazioni previste subito dopo l'atterraggio.
102:45:47 Aldrin: Mode Control, both auto. Descent Engine Command Override, off. Engine arm, off. 413 is in.
Dopo che Stagno ha terminato di dire "Hanno fermato i motori in questo momento", si sente la voce del Controllo Missione:
102:45:57 Duke: We copy you down, Eagle.
Poi Stagno copre ancora le parole storiche di Neil Armstrong e l'impaperata, emozionatissima risposta di Charlie Duke:
102:45:58 Armstrong: Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed.
102:46:06 Duke: Roger, Twan... Tranquility. We copy you on the ground. You got a bunch of guys about to turn blue. We're breathing again. Thanks a lot.
Stagno (sopra le parole di Armstrong e Duke): C'è, praticamente, ecco, l'errore è comprensibile, perché era effettivamente atterrato quando io l'ho detto, alle 22.17 precise, ma il motore, così come si fa con un elicottero, è stato spento un pochino più tardi.
Orlando: Eh, guarda... anche...
Stagno (interrompendo): Ripetiamo, l'uomo è atterrato sulla Luna! A te, Orlando, per i commenti da Houston e la reazione da Houston.
Orlando: Sai, quella piccola differenza, quei pochi secondi di differenza nell'allunaggio, probabilmente era per dare il tempo agli astronauti, che avevano toccato il suolo lunare con dei fili che prolungano le gambe, per sentire che tutto era a posto...
Qui sembra che Ruggero Orlando stia cercando di salvare capra e cavoli, ma quello che dice è comunque sbagliato. Quando Tito Stagno ha detto che il modulo lunare aveva toccato, anche i “fili” descritti maldestramente da Orlando (in realtà le aste dei sensori) erano ben lontani dal toccare il suolo.
Ma che cosa scatenò l'annuncio di Tito Stagno?
Nel rivedere la registrazione, colpisce il fatto che Tito Stagno annunci l'allunaggio, con ben 55 secondi d'anticipo, mentre da parte degli astronauti arriva soltanto silenzio.
In varie circostanze, anche recenti (per esempio La Storia Siamo Noi e Terra!), Stagno ha affermato di aver sentito in cuffia "reached the land", che secondo lui significa "letteralmente 'ha toccato'".
Ma il cronista fece l'annuncio durante una pausa di silenzio radio, per cui non c'erano parole degli astronauti da fraintendere, e comunque nelle comunicazioni radio dalla Luna non c'è nulla che somigli a "reached the land". Espressione peraltro improbabile, perché di norma un pilota parla di "touchdown" e non usa una frase di sapore marinaresco che letteralmente significa in realtà "abbiamo raggiunto la terraferma".
In un’intervista al Corriere della Sera di febbraio 2019, Stagno ha fornito un’altra spiegazione: “Fu una gag tra me e Ruggero. Dissi “ha toccato”, non “atterrato”. La navicella aveva antenne che servivano per valutare la pendenza: se era superiore ai 14 gradi non si poteva scendere.” Ma in realtà la ricostruzione video presentata qui sopra chiarisce che anche considerando “ha toccato” come un annuncio del contatto delle “antenne” con il suolo i conti non tornano: in quel momento il Modulo Lunare era infatti ancora a circa 36 metri di quota. Inoltre le “antenne” non avevano la funzione di valutare la pendenza, ma sono passati cinquant’anni ed è comprensibile che qualche dettaglio tecnico si sia un po’ perso.
Le giustificazioni “ufficiali”, insomma, non reggono. C'è un'altra possibile spiegazione, che è racchiusa nell'immagine qui sotto e che è emersa in seguito alla scomparsa del grande anchorman statunitense Walter Cronkite.

I dettagli di questa ipotesi, che credo sia inedita, saranno pubblicati nella seconda parte di questo articolo.
Aggiornamento (2012/11/27): Dopo ulteriori ricerche sono emersi altri elementi che sembrano contraddire la mia ipotesi iniziale, per cui ho deciso, almeno per ora, di non pubblicarla, anche perché le sue implicazioni potevano essere lesive per alcune delle persone coinvolte nella trasmissione televisiva dell'epoca (non per Tito Stagno). L'indagine, tuttavia, prosegue in cerca di chiarimenti.
Aggiornamento (2017/07/20): Visto che gli anni passano e molti mi chiedono quale fosse la mia ipotesi, per posso dire pubblicamente solo questo: è possibile che Stagno sia anche stato confuso dall’animazione mostrata dalla TV americana (di cui si vede un fotogramma qui sopra e che è visibile qui su Youtube), che era disponibile in studio alla RAI ma era sfasata in anticipo di 39 secondi rispetto agli eventi reali (mostrava il LM già allunato 39 secondi prima della realtà), e dalle parole del traduttore che era presente in studio. Di più, per correttezza, non dico perché mi mancano riscontri.
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