2009/02/18

Perché le radiazioni delle fasce di Van Allen non hanno ucciso gli astronauti e velato le pellicole?

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2017/04/09.

Capita spesso di sentir dire dai sostenitori della messinscena lunare che le fasce di van Allen, zone di radiazione intensa disposte intorno alla Terra, sarebbero un ostacolo letale per qualunque missione lunare con astronauti a bordo, e che quindi gli sbarchi umani sulla Luna delle missioni Apollo sarebbero impossibili.

Per esempio, ecco come ne parla Massimo Mazzucco su Luogocomune.net:

Sarebbe infatti impossibile, a detta di ogni scienziato che si rispetti, che un qualunque essere vivente attraversi addirittura le Fasce di Van Allen, altrochè arrivare sulla Luna. (Le F. sono una stretta e poderosa cintura di radiazioni, che va da un polo all'altro della Terra, e che a sua volta protegge la Terra dalle radiazioni cosmiche, ma alla quale è impensabile per noi anche solo avvicinarsi. Ci hanno provato, negli ultimi anni, gli astronauti dello Shuttle, con risultati ben poco confortanti).




Va notata, innanzi tutto, la totale assenza di fonti tecniche di supporto a quest'affermazione. Si dice "a detta di ogni scienziato che si rispetti", ma non viene fatto neppure un nome né fornito alcun riferimento a pubblicazioni autorevoli di settore. Questo è semplicemente un ipse dixit camuffato.

Lo stesso vale per l'asserzione riguardante gli astronauti dello Shuttle: quali di loro vi avrebbero provato, e in quale missione e con quali risultati? Mistero. Non viene detto nulla sulla fonte di queste asserzioni, e al lettore viene chiesto di fidarsi ciecamente dell'autorevolezza di chi scrive. In questo caso si tratta di un fotografo e regista, Massimo Mazzucco, la cui competenza in campi elettromagnetici spaziali è priva di qualunque conferma.

In realtà la questione della relativa pericolosità delle radiazioni delle fasce di Van Allen è ben nota e fu prevista dalle missioni Apollo. L'esposizione alle fasce fu calcolata e misurata tramite lanci di prova: specificamente, la missione Apollo 6 (aprile 1968) portò in orbita terrestre una capsula Apollo priva di equipaggio e piena di strumenti proprio per misurare la capacità della capsula di bloccare le radiazioni delle fasce di Van Allen, come descritto nell'Apollo Definitive Sourcebook.

L'esposizione risultò comparabile a quella di qualche radiografia medica, quindi più che sopportabile. Le fasce di van Allen, infatti, non sono affatto una zona letale per qualunque essere umano. Questo è un fatto assodato e documentato da un gran numero di pubblicazioni tecniche e scientifiche, di cui qui sotto trovate gli estremi, ed è spiegato molto chiaramente in italiano da Luca Boschini, che si qualifica come laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano e progettista elettronico per una ditta del milanese che produce sistemi per satelliti e sonde spaziali. Una persona che quindi con le radiazioni dello spazio deve fare i conti molto concretamente. Nel suo articolo su Vialattea.net, Boschini spiega che

durante il viaggio verso la Luna gli astronauti hanno subito, al peggio, dosi paragonabili a quelle che riceve in qualche anno un lavoratore che ha a che fare con materiale radioattivo, per cui il rischio che hanno corso a causa di ciò si può ritenere, in base ai dati epidemiologici, trascurabile.


C'è di più. Presso MAD Scientist, per esempio, c'è un articolo di Bill Wheaton (1918-2002), per 15 anni specialista in astronomia a raggi gamma presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) ed astronomo presso lo Spitzer Space Telescope Science Center alla Caltech di Pasadena, in California. L'articolo fornisce dati concreti sulle radiazioni nello spazio e specificamente nella zona più pericolosa, appunto le contestate fasce di Van Allen, che furono attraversate molto rapidamente dagli astronauti Apollo. Una versione ampliata del medesimo articolo è disponibile presso Wwheaton.com. Da questa fonte emerge che i dati scientifici sulle radiazioni spaziali devono essere veritieri, altrimenti anche i satelliti automatici odierni non funzionerebbero e verrebbero fritti.

L'articolo di Wheaton contiene inoltre il seguente elenco di fonti tecnico-scientifiche:


Per quanto riguarda le radiazioni sulla Luna, l'astronomo Phil Plait documenta in "Bad Astronomy: Misconceptions and Misuses Revealed, from Astrology to the Moon Landing 'Hoax'" (John Wiley & Sons, ISBN 0-471-40976-6) che i dosimetri portati dagli equipaggi Apollo rilevarono un dosaggio cumulativo circa pari a una radiografia toracica, ossia 1 milligray. La dose media è risultata inferiore a 1 rem, pari alla radiazione prodotta dall'ambiente che si riceve, al livello del mare, in tre anni.

In altre parole, una missione lunare di pochi giorni come quelle Apollo comporta radiazioni complessivamente equivalenti a una radiografia o a tre anni di vita sulla Terra.

La NASA dichiara, nel Mission Report dell'Apollo 11, che la dose totale di radiazioni misurata dai dosimetri e ricevuta dagli astronauti fu compresa fra 0,25 e 0,28 rad (si noti l'unità di misura, diversa dal rem), quindi al di sotto dei valori significativi dal punto di vista medico:

The total integrated, but uncorrected, doses were 0.25, 0.26, and 0.28 rad for the Commander, Command Module Pilot, and Lunar Module Pilot, respectively. The Van Allen Belt dosimeter indicated total integrated doses of 0.11 rad for the skin and of 0.08 rad for the depth reading during the entire mission. Thus, the total dose for each crewman is estimated to have been less than 0.2 rad, which is well below the medically significant level.

(pagina 12-3, paragrafo 12.2.4 del Mission Report)


Un ulteriore approfondimento è disponibile in "Biomedical Results of Apollo" e in "Apollo Experience Report - Protection Against Radiation".

Inoltre l'articolo "Missione impossibile?" della rivista Le scienze del luglio 2006, scritto da Eugene N. Parker, definito come maggior esperto mondiale di gas interplanetari e di campi magnetici, riporta una tabella dei valori, in rem all’anno, assorbiti da un essere umano che risiedesse alla quota corrispondente:

Livello del mare: 0,02 - 0,04
1500 metri: 0,04 - 0,06
3000 metri: 0,08 – 0,12
12000 metri (jet): 2,8
Orbita terrestre bassa: 10
Fasce di Van Allen: 1500
Superficie lunare: 7 – 12
Spazio interplanetario: 13 – 25
Spazio interstellare: 30 – 70

Nessun lunacomplottista è stato finora in grado di smentire documentatamente tutti questi dati o almeno di citare un documento scientifico a supporto delle proprie asserzioni di letalità.

Questi stessi dati dimostrano inoltre che queste dosi di radiazioni non sono sufficienti a velare le pellicole, come teorizzano alcuni sostenitori dei lunacomplotti. Le pellicole, infatti, ricevettero dosi ancora minori di radiazioni rispetto agli astronauti, essendo protette in appositi involucri proprio in previsione di questo problema.

In altre parole: alla NASA non erano scemi. Ci pensarono prima, e presero le misure del caso chiedendo ai migliori esperti di settore. Proprio quello che i sostenitori del complotto lunare sembrano incapaci di fare.


2017/04/09


Amy Shira Teitel, storica delle missioni spaziali, racconta in dettaglio la questione delle fasce di Van Allen in questo video ricco di riferimenti tecnici. Il video mostra i dosimetri utilizzati dagli astronauti di Apollo 11 e fra l'altro risponde specificamente (da 9:35 in poi) a chi cita il video di un ingegnere, Kelly Smith, che parla della ricerca per produrre una protezione antiradiazioni per il futuro veicolo Orion.

La Teitel nota una cosa molto importante: Smith non dice che questa protezione non è mai stata realizzata prima. Dice che è un problema da risolvere specificamente per il nuovo veicolo Orion e non per i suoi equipaggi, ma per i suoi componenti elettronici, perché i microcomponenti di oggi sono molto più sensibili alle radiazioni di quelli massicci degli anni Sessanta.

50 commenti:

Anonimo ha detto...

che pellicole avevano gli astronauti?

no perchè ovviamente il fatto di restare velate dalle radiazioni dipende dal tipo di pellicola

diapositive 100-200 asa anche se restano nel bagaglio a mano e passano sotto lo scanner dell'aeroporto, è facile non denotino grandi problemi
mentre una 1600-3200 asa potrebbe già velarsi

vendono delle banali scatolette o dei sacchetti schermati per evitare il problema, comunque...
niente di così fantascientifico

Paolo Attivissimo ha detto...

Otello,

erano le seguenti:

– Kodak Ektachrome MS invertibile a colori, ASA 64
– Kodak Ektachrome EF invertibile a colori, ASA 160
– Panatomic-X, bianco e nero, ASA 80

Anonimo ha detto...

64 asa, 160 asa... insomma pellicole a sensibilità molto bassa!

passerebbero anche sotto lo scanner dell'aeroporto senza problemi, anche se è meglio non rischiare
ne ho passate varie senza problemi, perchè non sono riuscito a tenerle fuori

fortunatamente in america se chiedi evitano di passarle sotto lo scanner e le controllano a mano
...pensa quando sono 20 pacchetti :)
ma lo fanno lo stesso, nonostante tutto

theDRaKKaR the bloody homeopath ha detto...

nell'articolo si parla delle radiazioni rilevate dagli strumenti portati e sui vettori e sulla luna

si accenna a qualche capacità schermante dei vettori, ma non si parla mai della capacità delle tute astronautiche di schermare le radiazioni elettromagnetiche (per es. i raggi X)

bisognerebbe quindi aggiungere alle stime citate nell'articolo l'eventuale effetto schermante dei dispositivi usati dagli astronauti

comunque ottimo articolo!

Tubo ha detto...

Ben fatto Paolo!
Oltretutto James Van Allen stesso, morto nel 2006, non si espresse mai negativamente nei confronti di un attraversamento umano delle Fasce.

Ci fu timore all'inizio, ma a seguito delle missioni Apollo e della messa in orbita di satelliti geostazionari si vide come l'attraversamento rapido e in prossimità dei poli riducesse al minimo il fattore di rischio.

Paolo Attivissimo ha detto...

TheDrakkar,

in questo articolo mi sono concentrato sulla questione delle fasce di Van Allen, durante il cui attraversamento gli astronauti, per quel che mi risulta, non indossavano le tute da EVA, per cui la schermatura offerta dalle tute non è pertinente.

Le tute sono significative durante le passeggiate spaziali e/o lunari, e me ne occuperò in un altro articolo specifico.

Comunque i dosimetri citati nell'articolo parlano di esposizione cumulativa, quindi compresa quella durante le passeggiate.

axlman ha detto...

Le fasce di van Allen, infatti, non sono affatto una zona letale per qualunque essere umano.

Detta così mi sembra un po' troppo perentoria: forse, e dico forse (bisognerebbe fare qualche stima precisa), le fasce potrebbero essere letali per un essere umano senza protezioni.

Naturalmente gli astronauti non erano lì in bermuda e maglietta senza nulla intorno: stavano nell'Apollo ed erano protetti dalle schermature dell'Apollo stesso, che era stato progettato apposta anche per quello, cioè appunto proteggere il più possibile astronauti e strumenti dalle radiazioni (compatibilmente coi limiti di massa imposti per riuscire a fuggire dall'attrazione della Terra).

Leonardo Salvaggio ha detto...

Skorpion,

ho rifiutato il tuo commento in quanto del tutto inutile e scritto in un italiano imbarazzante.

Se non hai contributi da dare, puoi anche non scrivere nulla.

Gabriele ha detto...

A proposito di James Van Allen... Commentando un documentario della Fox che sosteneva le tesi complottiste, ebbe a dire: "The recent Fox TV show, which I saw, is an ingenious and entertaining assemblage of nonsense. The claim that radiation exposure during the Apollo missions would have been fatal to the astronauts is only one example of such nonsense"...

Paolo Attivissimo ha detto...

Gabriele,

grazie della segnalazione: hai una fonte esatta?

Gabriele ha detto...

Opps. Scusa la risposta in privato. La replico qui.

La fonte purtroppo è un forum, anche se è quello di BadAstronomy. Il post è del marzo 2003. Un tizio scrisse una email a Van Allen che gli rispose. Riporto e traduco la traduzione in italiano:

«Le fasce di radiazione della Terra, in effetti, pongono vincoli importanti alla sicurezza dei voli spaziali con equipaggio.

I protoni ad alta energia (da decine a centinaia di mega-elettronvolt) della fascia interna sono i più pericolosi e i più difficili da schermare. Specificamente, voli prolungati (cioé della durata di molti mesi) di umani o altri animali in orbita terrestre devono essere condotti a quote inferiori a 400 km per evitare esposizioni significative alle radiazioni.

Una persona nella cabina di uno space shuttle in orbita circolare equatoriale nella regione più intensa della fascia interna, ad un'altitudine di circa 1600 km, sarebbe soggetto a una dose letale in circa una settimana.

Tuttavia le traiettorie di uscita e di ingresso delle navicelle Apollo hanno tagliato attraverso le propaggini esterne della fascia interna e grazie alla loro alta velocità hanno impiegato solo 15 minuti circa per attraversare questa regione e meno di due ore per attraversare le radiazioni molto meno penetranti della fascia esterna. L'esposizione alle radiazioni per l'intero viaggio fu meno dell'1% di una dose fatale, un rischio trascurabile rispetto quelli molto maggiori legati a viaggi del genere. Feci queste stime nei primi anni 1960 e informai gli ingegneri della NASA che stavano pianificando i piani di volo dell'Apollo. Sono stime ancora attendibili.

Il recente spettacolo televisivo di Fox TV, che ho visto, è un ingegnoso e divertente assemblaggio di assurdità. L'affermazione che l'esposizione durante le missioni Apollo sarebbe stata fatale agli astronauti è un esempio di queste assurdità
»

tons ha detto...

[14:27:25] Tony Córdova: comunque in questo blog non parlano per nulla della particule cosmiche, solo parlano di "radiazione" in generale. C'i sono raggi X, gamma, particule cariche... quindi, non é lo stesso che una radiografia, te quando ti fanno una non vedi luce sulla tua retina anche se ti fano una nella testa... cui si parla anche di particule cosmiche ad alta energia
[14:28:46] Tony Córdova: nella terra ricevi una ogni magari 10 quindici secondi, oppure anche di meno... inveche senza la protezione van allen queste particole vengono come una pioggia, o non sei stato mai nel museo della scienza a Londra?

Paolo Attivissimo ha detto...

Tons,

non ho capito il senso del tuo commento.

Unknown ha detto...

Praticamente Tons sta dicendo (scusa se provo ad interpretare, ma credo non sia italiano) che non ci sono solamente le radiazioni gamma e X a ledere l'organismo umano.. ma a quanto pare.. ci sono anche le particule cosmiche.. ovvero.. (secondo me) si sta riferendo alle particelle cosmiche:
particelle ad altissima energia provenienti dallo Spazio, bombardano con un flusso costante la Terra.
(http://guide.supereva.it/fisica_applicata/interventi/2003/03/131922.shtml)

e cmq.. come ben dice Axlman..
sicuramente i ragazzi dell'Apollo 11, non sono andati su in maglietta e bermuda.

bhò.. io sono con un piede di la e uno di qua

Gabriele ha detto...

Aggiorno il link del mio commento del 14/6/2009:
http://cosmoquest.org/forum/showthread.php?3885-Statement-from-James-Van-Allen-on-radiation-effects

L'autore del post potrebbe essere ancora in attività (e magari ha conservato la email completa di header)

Valerio ha detto...

ti lascio un estratto da wikipedia sulle fascie di van hallen, che conferma che i satelliti non orbitano nelle fasce

La fascia di van Allen e il volo spaziale

I pannelli fotovoltaici, i circuiti integrati e i sensori possono rimanere danneggiati da intensi livelli di radiazione. Nel 1962 un'esplosione nucleare ad alta quota (la cosiddetta prova Starfish Prime) provocò un temporaneo aumento di energia nella regione, causando malfunzionamenti in numerosi satelliti. Per tale motivo il posizionamento dell'orbita di un satellite artificiale tenta il più possibile di evitare la presenza delle fasce di Van Allen. Può anche accadere che le componenti elettroniche delle sonde risultino danneggiate da forti tempeste magnetiche. La miniaturizzazione e la digitalizzazione dei circuiti logici ed elettronici hanno reso i satelliti più vulnerabili all'influsso delle radiazioni, giacché la carica degli ioni impattanti può essere addirittura maggiore di quella contenuta nel circuito. Oggigiorno i sistemi elettronici dei satelliti vengono resi più resistenti alle radiazioni per durare più a lungo. I sensori del telescopio spaziale Hubble, ad esempio, vengono sovente spenti quando l'apparecchio attraversa regioni di radiazione intensa come l'Anomalia del Sud Atlantico.

Unknown ha detto...

questo video è del 2014.non ti sembra strano quello che dice l'ingeniere?
https://www.youtube.com/watch?v=KyZqSWWKmHQ

Paolo Attivissimo ha detto...

Massimo Zanaboni,

l'ingegnere dice moltissime cose. A quale ti riferisci?

Unknown ha detto...

3.37
potrei anche essere d'accordo con questo articolo... il punto è proprio che quell'affermazione, detta da un ingegnere NASA dopo tutte le missioni Apollo e dopo 50 anni di studi sui viaggi spaziali, NON HA SENSO! Che razza di "sfida" è raccogliere tutti quei dati e fare tutte quelle prove e aver paura di mandarci uomini, quando sono già andati e tornati tanti astronauti? ...almeno un ragionevole dubbio.

Unknown ha detto...

Riguardo il video postato da Massimo Zanaboni al minuto 3:38 parlando della pericolosità delle fasce di Van Allen l'ingegnere dice chiaramente: "dobbiamo risolvere questo problema (utilizza il termine sfida) prima di mandare gente attraverso questa regione dello spazio". Ma come..non avevano già risolto il problema negli anni 60?!
Di fisica e radiazioni e affini non capisco molto, ma l'inglese lo conosco e capisco molto bene.

Giovanni ha detto...

Vorrei che "scientificamente" mi spiegaste tutte queste incongruenze evidenziate in questo video:
https://youtu.be/tuQWKi2Mgds

se ci riuscite, mi convincerò per sempre che siamo andati sulla luna con una navicella anni '60 e dei computer con capacità di calcolo pari alle moderne calcolatrici tascabili e, con tali "calcolatrici", abbiano calcolato la rotta andata-ritorno ed effettuato le manovre di allunaggio (almeno che non abbiano imbarcato molti chili in ferro e occupato parecchio tutto lo spazio vitale con i calcolatori) 😊.

Paolo Attivissimo ha detto...

Giovanni,

in questo blog trovi un libro gratuito che puoi scaricare: risponde a tutte le "incongruenze" (che sono incogruenze solo per una persona alle quali mancano nel basi di fisica, fotografia e astronautica).

Il libro risponde anche ai tuoi dubbi sui computer di bordo. In sintesi: il grosso dei calcoli era fatto in anticipo a Terra. A bordo c'era potenza appena sufficiente per le manovre preprogrammate. Puoi scaricare liberamente il software e le specifiche dei computer Apollo e studiarteli o farteli validare da un esperto. Ti dirà che sono pienamente sufficienti allo scopo.

Fallo, e poi se ti avanzano dei dubbi ne riparliamo.

Gabriele ha detto...

Ciao Paolo. Ti segnalo un paio di link. Anzi, tre.

1. http://www.braeunig.us/apollo/apollo11-TLI.htm

E' uno studio in cui vengono calcolati tutti i parametri orbitali dell'apollo 11, ricostruita in 3D e tracciata la sua traiettoria di inserimento nell'orbita Lunare.

2. <a href="http://www.braeunig.us/apollo/VABraddose.htm>http://www.braeunig.us/apollo/VABraddose.htm</a>

Stesso autore, affronta specificamente il problema delle fascie di Van Allen e incrocia il calcolo della traiettoria precedente con la loro posizione, mostrando dove sono passati per evitare un'esposizione eccessiva.

3. Non c'entra molto con le radiazioni ma è estremamente divertente. Cercare su google "Moongate exposes the greatest cover-up ever perpetrated upon the American people" senza doppi apici (è un PDF e non lo voglio linkare direttamente).
Credo che sia la "fonte" di alcune delle sciocchezze più clamorose raccontate dai lunacomplottisti sulle missioni Apollo. Questo, oltre a considerare la traiettoria dell'apollo 11 perfettamente rettilinea e Luna e Terra ferme durante il trasferimento, arriva a in sostanza a dire che del complotto fa parte anche Newton (inteso proprio come Isaac) e che la gravità lunare sarebbe ben il 64% di quella terrestre.

Paolo Attivissimo ha detto...

Gabriele,

grazie della segnalazione: conosco bene il sito che citi e infatti l'ho citato nel mio libro "Luna? Sì, ci siamo andati!".

Nello stesso libro racconto anche l'origine delle tesi lunacomplottiste, che precede di gran lunga Moongate (che comunque è un classico del suo genere).

Unknown ha detto...

Attualmente gli scienziati CONFERMANO che oltre l'orbita bassa NESSUN UOMO É STATO poiché non abbiamo la GIUSTA TECNOLOGIA. Se la GIUSTA TECNOLOGIA non c'è oggi nel 2016 .... COME POTEVA ESISTERE 50 ANNI FA ?

Paolo Attivissimo ha detto...

Enzo Lamas,

Cortesemente, potresti indicare i nomi di questi scienziati e fornire le coordinate degli articoli tecnici nei quali avrebbero, secondo quel che scrivi, pubblicato le proprie conferme?

Se non presenti prove di quello che dici, la gente potrebbe facilmente ritenerti un fanfarone. Porta le prove, se vuoi intavolare una discussione. Grazie.

blobb74 ha detto...

copiate e incollate questo link su youtube per vedere il video

https://www.youtube.com/watch?v=8PEJiVlgrBA&feature=youtu.be


il capitano della stazione spaziale internazionale Terry Virts dichiara :attualmente siamo in grado di volare solo nell'orbita terrestre, più lontano di cosi non possiamo andare ,il nuovo sistema che stiamo costruendo ci permetterà di andare oltre, e speriamo che possa portare degli uomini ad esplorare il sistema solare ,la luna ,marte, gli asteroidi ,ci sono molte destinazioni ,che possiamo raggiungere ,e stiamo costruendo i vari pezzi che un giorno ci permetteranno di farlo

credo non si debba aggiungere altro un saluto Marco

Paolo Attivissimo ha detto...

Blobb74,

mi sa che hai frainteso quello sta dicendo Terry: attualmente siamo in grado solo di compiere voli in orbita terrestre non vuol dire "non siamo mai stati in grado di farlo". Vuol dire che non possiamo farlo in questo momento per mancanza di veicoli e lanciatori potenti (e di una missione urgente). Quando c'erano le missioni Apollo lo abbiamo fatto. Quando costruiremo di nuovo veicoli per lo spazio profondo (lo stiamo facendo adesso con Orion) lo rifaremo. Tutto qui.

Se hai dei dubbi, chiedi chiarimenti direttamente a Terry, è su Twitter e risponde volentieri. E' una persona gentilissima e disponibile (ci siamo conosciuti a Milano con Samantha Cristoforetti). Se pensi che lui stia affermando che non abbiamo mai lasciato l'orbita terrestre, sei completamente fuori strada. Ma non fidarti di quello che dico io: chiedi a lui. Poi raccontami come ti risponde.

Gabriele ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paolo Attivissimo ha detto...

Gabriele,

puoi chiarire cosa intendi? Dove dovrei aggiungere? Quello che mi chiedi di aggiungere mi sembra un controsenso. Ma forse non ho capito io.

Paolo Attivissimo ha detto...

Gabriele,

puoi cancellare tu stesso i tuoi commenti, c'è l'iconcina apposita.

ALPITUAR ha detto...

ma non avete ancora capito ,suvvia siamo sinceri con tutti noi stessi ,se armstrong sulla luna sarebbe stato avrebbe giurato sulla bibbia ,in cambio d 5000 dollari da donare a chi voleva xè è scappato,è evidente non sono mai andati ,figuriamoci nel 1969 ,scusate e le fasce di van allen!!!!!!!.smettetela di dire stupidaggini ,siete ancora cosi piccoli da credere che rintintin era bravo e gli indiani erano cattivi ecco la verita !!!! sono come le torri gemelle ,ho pearl harbor suvvia svegliatevi e fate un esame di coscenza ,non date retta a piero angela e suo figlio , prima di parlare devono avere le prove e no dire cazzate
.

Guido ha detto...

@Dossena Santino
prima di parlare devono avere le prove e no dire cazzate
ma com'e' che sempre gli altri devono avere le prove mentre a voi che fate queste affermazioni basta la parola?

Unknown ha detto...

Fossi in te prima farei un corso di Italiano, così poi riesci anche a comprendere una frase di senso compiuto che superi le 5 parole��

Mario ha detto...

Ringrazio sentitamente Paolo per queste meravigliose chicche e perché, da aggregatore di complottisti, riesce a farmi sorridere anche al lavoro. Ad agosto

Paolo Attivissimo ha detto...

Mario,

Prego!

Gabriele ha detto...

Una cosa vorrei sapere dai lunacomplottisti:

- La pubblicazione dei piani di volo, dei dettagli del progetto e di tutta la documentazione non vanno bene
- I catarifrangenti lasciati sulla superficie (anche da missioni sovietiche) e tuttora usati dai centri di geodesia in tutto il mondo (pure quello di Matera) non vanno bene
- I sismografi che hanno trasmesso per anni e i cui segnali sono stati ricevuti in tutto il mondo non vanno bene
- Le foto del distacco del terzo stadio dal telescopio delle Hawaii (universitario e non controllato dalla NASA) non vanno bene;
- nemmeno quelle dei francesi vanno bene.
- Le comunicazioni radio ricevute da radioamatori di tutto e le relative triangolazioni non vanno bene
- I tracciati dei radar australiani non vanno bene
- Il fatto che nel programma lavorarono decine di migliaia di persone, il che renderebbe costosissimo il complotto, non vanno bene
- il fatto che per girare in studio i lungometraggi dei decolli senza stacchi su un modellino servirebbero strutture grandi chilometri non vanno bene
- Le conferme sovietiche dell’epoca non vanno bene
- Il fatto che anche i sovietici avessero un programma simile in fase avanzata di realizzazione non va bene
- La conferma recente giapponese non va bene
- La conferma recente indiana non va bene
- La traiettoria delle Apollo pensate per passare dalla zona meno densa delle fascie di Van Allen non vanno bene
- Le immagini di LRO non vanno bene.
- la corrispondenza perfetta dei filmati su pellicola degli allunaggi e dei decollidal suolo lunare con le immagini di LRO non vanno bene
- I dati grezzi di LRO liberamente disponibili non vanno bene
E chissà cos'altro ho dimenticato

Insomma, quale prova accettereste dell'avvenuto allunaggio?

Unknown ha detto...

E i tracciati di radar russi?

Gabriele ha detto...

In ogni caso mi sembra che l'immediato riconoscimento dell'avvenuto allunaggio da parte della Pravda sia più che significativo: se avessero avuto un minimo dubbio ragionevole sarebbero stati i primi interessati a montarci sopra un caso; e d'altra parte questo riconoscimento fa automaticamente dei sovietici dei complici del complotto.

In realtà l'idea di un falso è talmente assurda che penso che non l'abbiano mai presa in considerazione.

Paolo Attivissimo ha detto...

George,

il primo articolo che citi, fra l'altro, spiega molto chiaramente che la NASA sta lavorando per limitare l'esposizione alle radiazioni nel corso della vita professionale di un astronauta ("“Our goal is to limit the risk of radiation exposure over an astronaut’s lifetime”). Non parla affatto di pericolo mortale immediato nell'attraversare le fasce di Van Allen.

Oltretutto l'articolo parla di radiazioni nello spazio profondo in caso di eruzione solare ("crew members need to take shelter in the case of a radiation event, such as a solar flare"), non delle fasce di Van Allen. Specificamente, parla dei piani per schermare maggiormente gli astronauti facendoli stare al centro della capsula durante l'eruzione.

Decisamente dovresti imparare a leggere e capire quello che citi.

Gabriele ha detto...

Quale sarebbe il vantaggio strategico di mettere una base missilistica a 380mila chilometri dalla Terra? ;-) Da lassù li vedresti partire e avresti un sacco di tempo per intercettarli. Se vuoi colpire rapidamente senza essere intercettabile bisogna metterli molto, molto vicini. Per esempio i sovietici tentarono di metterli a Cuba, gli americani in tutta europa, ed entrambe le superpotenze li piazzarono su sottomarini atomici.

La risposta alla tua domanda comunque è semplicissima: soldi.

Gli americani hanno rinunciato alle ultime missioni programmate e a tornare sulla luna per il costo esorbitante di queste missioni. Tutto il vantaggio possibile era già stato ottenuto e continuare sarebbe stato un salasso ingiustificabile agli occhi dei contribuenti americani. Di lì a poco fu chiuso anche il progetto "Saturn": gli stessi vettori usati per portare l'uomo sulla luna erano troppo costosi.

Pensa a cosa serve per una base fissa sulla Luna: tantissima acqua (e sulla luna ce n'è forse un po' nel fondo dei crateri polari dove non arriva mai la luce del sole), tantissima energia (per estrarre l'acqua), ossigeno, rifornimenti costanti, un sistema di telecomunicazioni sempre affidabile (e quindi un sistema di satelliti). Inoltre, visto che verosimilmente gli astronauti non ci starebbero un paio di giorni ma mesi, le strutture garantire la protezione costante da calore/ferddo, radiazioni cosmiche, micrometeoriti. Una linea di rifornimento stabile costa tanto, anche se si tratta "solo" di mandare materiale e non persone. All'epoca forse la cosa era già tecnologicamente possibile ma con dei costi (e dei rischi) mosruosi.


Paolo Attivissimo ha detto...

Master,

scusami se non ti rispondo in dettaglio, ma la risposta è già nelle FAQ che trovi nella colonna di destra di questo blog. Ti chiedo di leggerle: troverai anche risposte a molti altri dubbi ricorrenti.

Unknown ha detto...

Gabriele, lo hai detto tu stesso, il fatto che ci lavorano tantissime persone è il problema. La NASA se non facesse quello, (cioè raccontare balle) chiuderebbe domani. I russi solo oggi, con le tecnologie moderne, stanno pensando di sviluppare la navicella per raggiungere la luna entro 2019. Non dimentichiamo che i russi sono sempre, in tutto, arrivati un attimino prima dei americani.

Paolo Attivissimo ha detto...

Romoaldo,

stai confondendo l'esposizione dovuta a futuri soggiorni _prolungati_ sulla Luna con quella dovuta a non più di tre giorni (durata massima di un'escursione Apollo sulla Luna).

La dose è funzione del tempo. Quindi per una permanenza prolungata non basta la schermatura usata per gli astronauti Apollo.

In altre parole, quello che citi non smentisce affatto i dati Apollo.

Unknown ha detto...

Guarda Paolo che purtroppo le forzature sono le tue, sopratutto quando cerchi di dare tue interpretazioni, a dati scientifico-sperimentali, ma lato peggiore, è che tu stesso ti dai la risposta:

"...Se la radiazione fosse un problema davvero insormontabile, pensi che russi, cinesi, americani ed europei spenderebbero soldi in ricerca e sviluppo di habitat sulla Luna? Tutti scemi? ..."

Appunto non sono mica scemi: infatti non stanno conducendo alcun esperimento, sul suolo lunare ma, come spiegato nelle ultime due frasi dello spezzone che ti ho postato, le misurazioni, per mezzo del manichino Fred (Phantom Torso) ed altri manichini simili, sono effettuate sulla ISS. Come mai?

Riguardo alla dose assorbita, permettimi di correggerti: oltre al tempo di esposizione, dipende anche dall'intensità della radiaizione stessa, ossia più è bassa, maggiore è il tempo di possibile permanenza in essa. E poi ancora una volta tu stesso, nel volermi correggere, dai ragione ai complottisti:

"...La frase "traditional radiation shielding can't stop them" si riferisce specificamente alle GCR e precisa che sta parlando di schermature tradizionali, ossia quelle relativamente leggere dei veicoli spaziali. ..."

Infatti non si sarebbe mai potuto schermare le navicelle delle missioni Apollo, di riflesso ovvio, le radiazioni riportate dai dosimetri degli astronauti, dimostrano che non sono mai stati sulla Luna: quelle quantità di radiazioni si possono prendere solo sulla Terra.

Posso portarti anche un altro spezzone, che dimostra come la radiazione oltre le FdV, sia troppo intensa:

"...Some of this trapped radiation is confined to a region above the coast of Brazil, known as the South Atlantic Anomaly. "The Space Station goes through that Anomaly roughly five times a day," says Badhwar. The passage takes, at most, 22 or 23 minutes. That's good, he says. "If you go through the trapped radiation belt in less than twenty minutes or so, then for the next seventy minutes the body has time to do some repair to the damage done by the radiation.” The radiation from solar flares can actually do more harm, he says, simply because it comes at a rate that doesn't give the body time to recover...."
http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2001/ast04may_1/

Lo so che vorrai andare a parare dicendo "si ma sta parlando dell'Anomalia del Sud Atlantico" ed è vero, ma il concetto non cambia: infatti spiega una pratica che viene costantemente attuate, qui sulla Terra, con i lavoratori impiegati nei campi dell'energia nucleare, ossia quando i loro dosimetri personali (quelli che ad esempio si vedonoa addosso a infermieri e dottori negli ospedali), indicano un'elevata esposizione, del singolo soggetto, a radiazioni, questi viene trasferito in un ambiente lavorativo, privo di radiazioni, in modo da potersi rigenerare.

Unknown ha detto...

1 - "...Lo so. È un concetto elementare di fisica. Ho forse detto il contrario? ...", no non hai mai detto il contrario ed io non ho mai sostenuto che tu l'abbia detto: ho semplicemente sottolineato, che non lo hai indicato
2 - "...Perdona la mia schiettezza, ma tu chi credi di essere per poter fare un'affermazione assoluta del genere? Sei un ingegnere aerospaziale? Un esperto del settore? ..." nessun problema a riguardo la tua schiettezza, ma se sei disposto a perdonare la mia, non mi pare che tu lo sia, o sbaglio?
2a - Se ti dico che sono ingegnere aerospaziale della NASA "dislocato" in Europa e ti invito ad un live, poi cosa fai?Ammetti che fu il moonhoax, oppure troveresti ogni mezzo possibile per discreditarmi?
3 - "...Sai in dettaglio la struttura di una capsula Apollo? ..." no non le so, perchè appunto non esistono ed è uno dei motivi - propriamente mio e che non trovarai mai citato da nessuno - su cui baso il mio scetticismo: a prescindere che dovrebbero essere i debunkers, a portare le prove di tali materiali, in grado di fermare quelle radiazioni, se realmente esistessero, non vedo motivo per cui la NASA non avrebbe dovuto indicarle, nei rapporti delle missioni e li ho letti tutti dal momento che li ho tutti, scaricati in pdf
4 - Charlie Duke è vivo, proprio perchè non è mai stato sulla Luna, nell'eventual caso ti invito a portarmi le dimostrazioni scientifiche, che le tute degli astronauti, sono in grado di fermare le radiazioni: purtroppo non esistono dati, perchè non sono mai stati effettuati studi in tal senso.

Unknown ha detto...

Salve. Una domanda a Paolo Attivissimo. Come spiega il fatto che la trasmissione in diretta dell'alunaggio è stato trasmesso al mondo intero (tranne in russia e Cina, chissà perché) riprendendo con la telecamera un monitor che a sua volta riceveva il segnale in un formato sconosciuto, a dire della NASA sviluppato di proposito? Che senso ha spendere soldi per sviluppare una tecnologia, chissà quale visto che le macchine fotografiche e telecamere erano modelli ben noti e conosciuti che non sono mai state dichiarate dal produttore funzionassero in modalità video di diverso formato, (parlo del formato video), quando nei hai uno ben funzionante? Non lascia dubitare che riprendere un monitor per la diretta potrebbe essere semplicemente una stupida videocassetta?
Grazie

Unknown ha detto...

Allora, messo da parte la mia ignoranza ci vuole poca intelligenza capire che:
1. "Videocassetta ", "nastro", "pellicola" sono solo termini per dire che se riprendi un monitor la sorgente video può essere qualsiasi cosa.
2. Quel mondo affascinante che dice signoria è "nato" a fine anni 60 ed è morto prima.
Grazie dei suggerimenti.

Paolo Attivissimo ha detto...

Paulin,

Che nel 2017 ci sia ancora gente che crede nelle passeggiate sulla luna del 1969 e' da dementi

Renditi conto, per favore, che hai appena dato del demente a Umberto Guidoni, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e a tutti quelli che lavorano all'ESA.

Ma sono sicuro che tu ne sai più di loro.

Unknown ha detto...

Consapevole di rischiare una figuraccia non mi torna un calcolo:

"La dose media è risultata inferiore a 1 rem, pari alla radiazione prodotta dall'ambiente che si riceve, al livello del mare, in tre anni."
"riporta una tabella dei valori, in rem all’anno, assorbiti da un essere umano che risiedesse alla quota corrispondente: Livello del mare: 0,02 - 0,04"

0,04 x 3 = 0,12rem.

È correttamente inferiore a 1, ma la prima frase lascia supporre un valore intorno a 0,90 piuttosto che 0,10. Oppure 1rem/anno è il valore che si intende pericoloso per la salute umana?

Giusto una curiosità che ho notato nel leggere l'articolo.