di Paolo Attivissimo
E con questo fanno otto. Sono infatti otto i capitoli completati di "Luna? Sì, ci siamo andati!", il libro che risponde a tutte le principali tesi di complotto e le smonta una per una con i fatti. Se vi interessa, le bozze sono scaricabili cliccando sul link apposito nella colonna di destra di questo blog.
2010/02/25
2010/02/22
Come facevano a cambiare rullino senza rientrare?
di Paolo Attivissimo
Un lettore, Michele, ha posto una domanda che gli arriva da una lunacomplottista che vuole redimere: come facevano gli astronauti a cambiare rullino alle fotocamere stando all'aperto, e come potevano farlo con gli spessi guantoni della tuta che intralciavano i movimenti?
La risposta migliore è questo spezzone della diretta televisiva dell'Apollo 16, in cui Charlie Duke comunica che sta mettendo il caricatore B (Bravo), quello che conterrà le foto della serie AS16-114, sulla fotocamera Hasselblad, e poi ride perché ha cercato di soffiar via la polvere dal caricatore pur essendo nel vuoto e dentro una tuta spaziale:
La trascrizione commentata dei dialoghi è disponibile nell'Apollo Lunar Surface Journal.
Come praticamente ogni dettaglio delle escursioni lunari, anche il cambio di pellicola all'aperto fu pianificato e collaudato: maneggiare i caricatori con i guanti non era particolarmente problematico, dato che i caricatori sono grosso modo dei cubi da 10 centimetri, ma i caricatori Hasselblad usati sulla Luna furono modificati per dotarli di anelli più grandi del normale, in modo da consentire la rimozione della darkslide (lamina estraibile di protezione della pellicola) anche con i guanti della tuta spaziale, come si vede fare qui sopra a Duke.
Nelle fotocamere standard la darkslide si rimuove dopo aver montato il caricatore sul corpo della fotocamera, in modo da permettere di cambiare rullino anche a metà senza perdere neanche una posa. In quelle lunari, invece, era necessario estrarre la darkslide prima di montare il caricatore, per non danneggiare la reseau plate (il vetrino con le crocette). Questo significava che la porzione di pellicola visibile prendeva luce ed era inutilizzabile.
Una foto dell'anello standard e della darkslide è qui; una foto dell'anello maggiorato, montato sul caricatore R della missione Apollo 11, è qui. Maggiori informazioni e alcune splendide immagini del meccanismo Hasselblad sono disponibili in questo articolo dell'Apollo Lunar Surface Journal.
Un lettore, Michele, ha posto una domanda che gli arriva da una lunacomplottista che vuole redimere: come facevano gli astronauti a cambiare rullino alle fotocamere stando all'aperto, e come potevano farlo con gli spessi guantoni della tuta che intralciavano i movimenti?
La risposta migliore è questo spezzone della diretta televisiva dell'Apollo 16, in cui Charlie Duke comunica che sta mettendo il caricatore B (Bravo), quello che conterrà le foto della serie AS16-114, sulla fotocamera Hasselblad, e poi ride perché ha cercato di soffiar via la polvere dal caricatore pur essendo nel vuoto e dentro una tuta spaziale:
La trascrizione commentata dei dialoghi è disponibile nell'Apollo Lunar Surface Journal.
Come praticamente ogni dettaglio delle escursioni lunari, anche il cambio di pellicola all'aperto fu pianificato e collaudato: maneggiare i caricatori con i guanti non era particolarmente problematico, dato che i caricatori sono grosso modo dei cubi da 10 centimetri, ma i caricatori Hasselblad usati sulla Luna furono modificati per dotarli di anelli più grandi del normale, in modo da consentire la rimozione della darkslide (lamina estraibile di protezione della pellicola) anche con i guanti della tuta spaziale, come si vede fare qui sopra a Duke.
Nelle fotocamere standard la darkslide si rimuove dopo aver montato il caricatore sul corpo della fotocamera, in modo da permettere di cambiare rullino anche a metà senza perdere neanche una posa. In quelle lunari, invece, era necessario estrarre la darkslide prima di montare il caricatore, per non danneggiare la reseau plate (il vetrino con le crocette). Questo significava che la porzione di pellicola visibile prendeva luce ed era inutilizzabile.
Una foto dell'anello standard e della darkslide è qui; una foto dell'anello maggiorato, montato sul caricatore R della missione Apollo 11, è qui. Maggiori informazioni e alcune splendide immagini del meccanismo Hasselblad sono disponibili in questo articolo dell'Apollo Lunar Surface Journal.
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2010/02/14
I puntini nel cielo delle foto lunari sono stelle?
di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Una delle tesi più frequenti, anche tra i semplici dubbiosi, è la sospetta mancanza di stelle nelle fotografie scattate sulla Luna. Abbiamo già visto in questo articolo che è giusto che le stelle non ci siano, per via dell'esposizione troppo breve della pellicola, regolata per foto diurne. L'unica "stella" visibile è Venere (che non è una stella, ma un pianeta) in alcune fotografie scattate con regolazioni particolari.
C'è tuttavia un dettaglio interessante e apparentemente contraddittorio: la presenza di puntini chiari nel cielo di alcune fotografie.
Per esempio, la celebre foto di Buzz Aldrin ai piedi della scaletta, AS11-40-5869, mostra alcuni puntini nel cielo nero. L'immagine qui sotto è tratta ed elaborata dalla migliore scansione pubblicamente disponibile, quella della raccolta GAPE. È cliccabile per ingrandirla, ma l'originale è a risoluzione ancora superiore (4400x4400 pixel). L'originale, così come offerto da GAPE, è scaricabile qui; la versione elaborata dallo Studio Fotografico Andrea Tedeschi è scaricabile qui.
Questi sono i dettagli, da sinistra a destra e dall'alto in basso, dei puntini cerchiati:
La presenza di un puntino anche sul suolo lunare sembra smentire l'ipotesi che si possa trattare di stelle. Tuttavia non si può escludere che il puntino al suolo sia prodotto da un fenomeno differente (un granello di polvere, introdottosi durante la ripresa originale, la duplicazione della pellicola o la sua scansione) e i puntini in cielo siano stelle.
Un modo per sciogliere il dubbio è confrontare queste immagini con altre scattate nella stessa direzione, che inquadrino lo stesso settore di cielo. Se i puntini non si ripresentano nelle medesime posizioni relative (e in posizioni differenti sulla pellicola), è altamente improbabile che si tratti di stelle.
La fotografia AS11-40-5869 è particolarmente utile perché fa parte di una sequenza di immagini scattate a poche decine di secondi di distanza e sostanzialmente dallo stesso punto, nella stessa direzione e con le stesse regolazioni: AS11-40-5866, 67 e 68. Di conseguenza, la porzione di cielo inquadrata è grosso modo la stessa.
Il confronto è risolutivo: nella 5866 ci sono due soli puntini anziché quattro, e sono in posizioni differenti; nella 5867 e nella 5868 non c'è alcun puntino. A questo punto si può dire con ogni ragionevole certezza che i puntini visibili nella AS11-40-5869 e 5866 non sono stelle.
Volendo essere pignoli, questo però non esclude che i puntini presenti in altre fotografie possano essere stelle. Si può fare un altro tipo di verifica per risolvere anche questo dubbio.
A febbraio 2010 ho commissionato allo stesso Studio Fotografico Andrea Tedeschi una serie di fotografie della stella Sirio (la più luminosa nell'emisfero nord) e della costellazione di Orione (molto riconoscibile) usando impostazioni di sensibilità, diaframma e tempi di posa corrispondenti a quelli delle fotografie dell'Apollo 11, che furono ISO64, f/5.6, 1/250 di secondo, come risulta dalla documentazione.
L'esperimento ha alcune limitazioni, prima fra tutte la presenza dell'atmosfera, che attenua leggermente la luminosità delle stelle, e il fatto che una fotocamera digitale ha un comportamento lievemente differente rispetto alla pellicola. La sensibilità ISO64, non disponibile sulla fotocamera, è stata approssimata usando ISO 50. I calcoli indicano che la differenza fra i due valori ISO ha un effetto trascurabile (equivalente a cambiare da f/5.6 a f/5.7).
I risultati sono stati eloquenti. Nelle fotografie scattate con le regolazioni usate dagli astronauti Apollo non si vede nessuna stella. Anche con tempi di posa 250 volte maggiori, ossia 1 secondo, non si vede nulla. Con tempi di posa 2500 volte maggiori (10 secondi) compare Sirio, ma è l'unica stella visibile.
Ecco l'elenco completo delle fotografie realizzate per l'esperimento, in formato RAW Canon 21 megapixel:
- 4107 50mm f/5.6 1/250 ISO 50
Anche tenendo conto delle limitazioni dell'esperimento, insomma, considerato che neppure una posa 250 volte più lunga riesce a visualizzare la stella più luminosa, è chiaro che nelle foto Apollo non ci possono essere stelle. I puntini sono pertanto necessariamente dovuti ad altri fenomeni.
Una delle tesi più frequenti, anche tra i semplici dubbiosi, è la sospetta mancanza di stelle nelle fotografie scattate sulla Luna. Abbiamo già visto in questo articolo che è giusto che le stelle non ci siano, per via dell'esposizione troppo breve della pellicola, regolata per foto diurne. L'unica "stella" visibile è Venere (che non è una stella, ma un pianeta) in alcune fotografie scattate con regolazioni particolari.
C'è tuttavia un dettaglio interessante e apparentemente contraddittorio: la presenza di puntini chiari nel cielo di alcune fotografie.
Per esempio, la celebre foto di Buzz Aldrin ai piedi della scaletta, AS11-40-5869, mostra alcuni puntini nel cielo nero. L'immagine qui sotto è tratta ed elaborata dalla migliore scansione pubblicamente disponibile, quella della raccolta GAPE. È cliccabile per ingrandirla, ma l'originale è a risoluzione ancora superiore (4400x4400 pixel). L'originale, così come offerto da GAPE, è scaricabile qui; la versione elaborata dallo Studio Fotografico Andrea Tedeschi è scaricabile qui.
Questi sono i dettagli, da sinistra a destra e dall'alto in basso, dei puntini cerchiati:
La presenza di un puntino anche sul suolo lunare sembra smentire l'ipotesi che si possa trattare di stelle. Tuttavia non si può escludere che il puntino al suolo sia prodotto da un fenomeno differente (un granello di polvere, introdottosi durante la ripresa originale, la duplicazione della pellicola o la sua scansione) e i puntini in cielo siano stelle.
Un modo per sciogliere il dubbio è confrontare queste immagini con altre scattate nella stessa direzione, che inquadrino lo stesso settore di cielo. Se i puntini non si ripresentano nelle medesime posizioni relative (e in posizioni differenti sulla pellicola), è altamente improbabile che si tratti di stelle.
La fotografia AS11-40-5869 è particolarmente utile perché fa parte di una sequenza di immagini scattate a poche decine di secondi di distanza e sostanzialmente dallo stesso punto, nella stessa direzione e con le stesse regolazioni: AS11-40-5866, 67 e 68. Di conseguenza, la porzione di cielo inquadrata è grosso modo la stessa.
Foto AS11-40-5866.
Dettaglio della foto AS11-40-5866.
Il confronto è risolutivo: nella 5866 ci sono due soli puntini anziché quattro, e sono in posizioni differenti; nella 5867 e nella 5868 non c'è alcun puntino. A questo punto si può dire con ogni ragionevole certezza che i puntini visibili nella AS11-40-5869 e 5866 non sono stelle.
Volendo essere pignoli, questo però non esclude che i puntini presenti in altre fotografie possano essere stelle. Si può fare un altro tipo di verifica per risolvere anche questo dubbio.
A febbraio 2010 ho commissionato allo stesso Studio Fotografico Andrea Tedeschi una serie di fotografie della stella Sirio (la più luminosa nell'emisfero nord) e della costellazione di Orione (molto riconoscibile) usando impostazioni di sensibilità, diaframma e tempi di posa corrispondenti a quelli delle fotografie dell'Apollo 11, che furono ISO64, f/5.6, 1/250 di secondo, come risulta dalla documentazione.
L'esperimento ha alcune limitazioni, prima fra tutte la presenza dell'atmosfera, che attenua leggermente la luminosità delle stelle, e il fatto che una fotocamera digitale ha un comportamento lievemente differente rispetto alla pellicola. La sensibilità ISO64, non disponibile sulla fotocamera, è stata approssimata usando ISO 50. I calcoli indicano che la differenza fra i due valori ISO ha un effetto trascurabile (equivalente a cambiare da f/5.6 a f/5.7).
I risultati sono stati eloquenti. Nelle fotografie scattate con le regolazioni usate dagli astronauti Apollo non si vede nessuna stella. Anche con tempi di posa 250 volte maggiori, ossia 1 secondo, non si vede nulla. Con tempi di posa 2500 volte maggiori (10 secondi) compare Sirio, ma è l'unica stella visibile.
Ecco l'elenco completo delle fotografie realizzate per l'esperimento, in formato RAW Canon 21 megapixel:
- 4107 50mm f/5.6 1/250 ISO 50
Anche tenendo conto delle limitazioni dell'esperimento, insomma, considerato che neppure una posa 250 volte più lunga riesce a visualizzare la stella più luminosa, è chiaro che nelle foto Apollo non ci possono essere stelle. I puntini sono pertanto necessariamente dovuti ad altri fenomeni.
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stelle mancanti
2010/02/06
Quiz: che ci fa un riflesso della bandiera nelle foto prima che la bandiera sia piantata?
di Paolo Attivissimo
L'esame delle versioni ad altissima risoluzione delle fotografie dell'Apollo 11 offre uno spunto interessante per riflettere su come sia facile creare un mistero e come invece scoprirne la reale spiegazione richieda molto tempo e molta ricerca.
Nelle fotografie della missione di Armstrong e Aldrin c'è un dettaglio molto curioso. Nei primi momenti dell'unica escursione lunare dell'Apollo 11, mentre Aldrin sta scendendo lungo la scaletta per raggiungere Armstrong, che è già sulla superficie lunare e lo sta fotografando, su uno degli elementi tubolari delle zampe del modulo lunare si nota un riflesso che ha le classiche strisce bianche e rosse e il riquadro scuro della bandiera statunitense.
C'è un problema: a quel punto dell'escursione la bandiera non è stata ancora piantata. Come si spiega quest'anomalia?
La sfida a trovare la spiegazione è aperta, naturalmente, anche ai lunacomplottisti. Cronometrate il tempo che ci mettete a trovare la soluzione. Buon divertimento.
L'esame delle versioni ad altissima risoluzione delle fotografie dell'Apollo 11 offre uno spunto interessante per riflettere su come sia facile creare un mistero e come invece scoprirne la reale spiegazione richieda molto tempo e molta ricerca.
Nelle fotografie della missione di Armstrong e Aldrin c'è un dettaglio molto curioso. Nei primi momenti dell'unica escursione lunare dell'Apollo 11, mentre Aldrin sta scendendo lungo la scaletta per raggiungere Armstrong, che è già sulla superficie lunare e lo sta fotografando, su uno degli elementi tubolari delle zampe del modulo lunare si nota un riflesso che ha le classiche strisce bianche e rosse e il riquadro scuro della bandiera statunitense.
C'è un problema: a quel punto dell'escursione la bandiera non è stata ancora piantata. Come si spiega quest'anomalia?
La sfida a trovare la spiegazione è aperta, naturalmente, anche ai lunacomplottisti. Cronometrate il tempo che ci mettete a trovare la soluzione. Buon divertimento.
La foto che mostra l'anomalia (cerchiata in giallo). L'immagine è ingrandibile cliccandovi sopra.
Dettaglio della foto precedente. L'immagine è ingrandibile cliccandovi sopra.
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chicche
Errori nella documentazione Apollo: foto di Armstrong sulla Luna?
di Paolo Attivissimo
Nel rapporto Apollo 11 Photography, 70-mm, 16-mm and 35-mm Frame Index, National Space Science Data Center, del febbraio 1970, a pagina 60 si trova l'elencazione di una serie di fotografie descritte inequivocabilmente come immagini di Neil Armstrong sulla Luna. Ma non si era detto che non c'erano foto di Armstrong sulla Luna?
Il documento parla chiaro. La fotografia 5862 è descritta come "Armstrong exiting LM"; le foto 5866, 5867, 5868 hanno la descrizione "Armstrong descending ladder"; la 5869 dice "Armstrong on lunar surface".
Eppure la NASA ha dichiarato per anni, fino al 1987, di non avere foto di Armstrong sulla Luna e che tutte le foto ritraevano il suo compagno di missione Buzz Aldrin. Nel 1987 si accorse, grazie alle verifiche di due ricercatori indipendenti, che in realtà almeno una foto di Armstrong c'era, come descritto in questo articolo. Ma questo documento del 1970 parla chiaramente di foto multiple di Armstrong.
Presa fuori contesto, questa sembrerebbe una prova di manipolazione nei documenti NASA e un'occasione di festeggiamento per i lunacomplottisti. Andando a vedere i dettagli, però, la natura della questione diventa chiara. Le foto etichettate come ritraenti Armstrong sono quelle già viste e mostrano in realtà Aldrin: lo si capisce dalla scritta nera con il nome di Aldrin visibile sullo zaino (la scritta di Armstrong era rossa).
Questa, per esempio, è la foto 5869 citata dal documento:
È un'immagine conosciutissima: non si tratta di una foto inedita. Ingrandendola si scorge la scritta nera che identifica Aldrin:
La scritta è visibile più chiaramente in altre foto, come questa:
Ecco l'ingrandimento dell'immagine precedente:
In altre parole, l'apparente manipolazione delle fotografie è in realtà un semplice errore di catalogazione. A ulteriore conferma di questo fatto, si può leggere l'avvertenza sulla pagina iniziale del rapporto contenente l'errore: "Please understand that this is a preliminary copy and may contain errors. This version has been forwarded to provide you with the data as quickly as possible."
Nel rapporto Apollo 11 Photography, 70-mm, 16-mm and 35-mm Frame Index, National Space Science Data Center, del febbraio 1970, a pagina 60 si trova l'elencazione di una serie di fotografie descritte inequivocabilmente come immagini di Neil Armstrong sulla Luna. Ma non si era detto che non c'erano foto di Armstrong sulla Luna?
Il documento parla chiaro. La fotografia 5862 è descritta come "Armstrong exiting LM"; le foto 5866, 5867, 5868 hanno la descrizione "Armstrong descending ladder"; la 5869 dice "Armstrong on lunar surface".
Eppure la NASA ha dichiarato per anni, fino al 1987, di non avere foto di Armstrong sulla Luna e che tutte le foto ritraevano il suo compagno di missione Buzz Aldrin. Nel 1987 si accorse, grazie alle verifiche di due ricercatori indipendenti, che in realtà almeno una foto di Armstrong c'era, come descritto in questo articolo. Ma questo documento del 1970 parla chiaramente di foto multiple di Armstrong.
Presa fuori contesto, questa sembrerebbe una prova di manipolazione nei documenti NASA e un'occasione di festeggiamento per i lunacomplottisti. Andando a vedere i dettagli, però, la natura della questione diventa chiara. Le foto etichettate come ritraenti Armstrong sono quelle già viste e mostrano in realtà Aldrin: lo si capisce dalla scritta nera con il nome di Aldrin visibile sullo zaino (la scritta di Armstrong era rossa).
Questa, per esempio, è la foto 5869 citata dal documento:
È un'immagine conosciutissima: non si tratta di una foto inedita. Ingrandendola si scorge la scritta nera che identifica Aldrin:
La scritta è visibile più chiaramente in altre foto, come questa:
Ecco l'ingrandimento dell'immagine precedente:
In altre parole, l'apparente manipolazione delle fotografie è in realtà un semplice errore di catalogazione. A ulteriore conferma di questo fatto, si può leggere l'avvertenza sulla pagina iniziale del rapporto contenente l'errore: "Please understand that this is a preliminary copy and may contain errors. This version has been forwarded to provide you with the data as quickly as possible."
2010/02/03
Le prove migliori degli sbarchi: pronto il nuovo capitolo (UPD20100204)
di Paolo Attivissimo
Ho appena finito la prima stesura del terzo capitolo del libro Luna? Sì, ci siamo andati!: quello che presenta le prove migliori del fatto che sulla Luna ci siamo proprio andati.
I capitoli successivi tracceranno in dettaglio le tesi lunacomplottiste, smontandole una per una, e proporranno alcune chicche, una miniguida alle varie missioni e una bibliografia specifica. Il PDF scaricabile gratuitamente che trovate al link nella colonna di destra di questo blog contiene anche le versioni aggiornate, grazie ai vostri suggerimenti, dei due capitoli precedenti.
Come sempre, se trovate errori o frasi poco chiare o avete suggerimenti, i commenti qui sotto sono a vostra disposizione.
Potete scaricare la versione aggiornata del libro, che include le vostre correzioni e un capitolo in più. il quarto, che fa il punto su quanto siano diffuse le tesi di lunacomplotto, quando sono nate, chi le ha alimentate e quali sono i loro filoni principali.
Ho appena finito la prima stesura del terzo capitolo del libro Luna? Sì, ci siamo andati!: quello che presenta le prove migliori del fatto che sulla Luna ci siamo proprio andati.
I capitoli successivi tracceranno in dettaglio le tesi lunacomplottiste, smontandole una per una, e proporranno alcune chicche, una miniguida alle varie missioni e una bibliografia specifica. Il PDF scaricabile gratuitamente che trovate al link nella colonna di destra di questo blog contiene anche le versioni aggiornate, grazie ai vostri suggerimenti, dei due capitoli precedenti.
Come sempre, se trovate errori o frasi poco chiare o avete suggerimenti, i commenti qui sotto sono a vostra disposizione.
2010/02/04: pronto anche il quarto capitolo
Potete scaricare la versione aggiornata del libro, che include le vostre correzioni e un capitolo in più. il quarto, che fa il punto su quanto siano diffuse le tesi di lunacomplotto, quando sono nate, chi le ha alimentate e quali sono i loro filoni principali.
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