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2019/06/09

Va all’asta un rullino di foto di Apollo 11? Non proprio

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!".

TMZ ha pubblicato la notizia della messa all’asta, a partire da 8000 dollari, di “An extremely rare 70 mm positive film roll from the camera of Apollo 11 [...]. The Hasselblad cam film roll contains 126 iconic photos from the moonshot mission taken personally by Armstrong and Aldrin during their exploration. [...] According to the auction house, RR Auction, the film roll was acquired from Terry Slezak, a member of the Manned Spacecraft Center's lunar receiving lab. He was in charge of processing the film brought back from the Apollo moon landings.”

Il sito di RR Auctions presenta così il rullino:

#8226 - Apollo 11 Roll of 70 mm Positives
Estimate: $8,000+

Extremely rare 70-mm positive film roll from Magazine S of the Apollo 11 Hasselblad camera, containing 126 of the most iconic images from the first lunar-landing mission. Wound on a yellow Kodak holder and measuring 3.5″ in diameter, the roll consists of NASA images catalogued as AS11-40-5844 through AS11-40-5970, with the first section of film marked “Heads, MAG-S, Apollo-11.” The roll features photographs taken by Commander Neil Armstrong and Lunar Module Pilot Buzz Aldrin during their historic two-and-a-half-hour lunar EVA at Tranquility Base on July 20, 1969, with color images including: moments from inside the Lunar Module Eagle immediately prior to Armstrong leaving the spacecraft; Armstrong's first photograph after taking his historic first steps; Aldrin descending the LM ladder; Aldrin standing next to the American flag; the famous ‘Moon Man’ image of Aldrin in a full-length pose, his visor showing a reflection of Armstrong; and various bootprint images, shots of the LM, the lunar plaque, and panoramas of the desolate lunar surface. In fine condition, with some old tape residue at the start. Consignor notes that the film roll was acquired from Terry Slezak, a member of the decontamination team at the Manned Space Center's lunar receiving lab, who was in charge of processing the film brought back from the Apollo moon landings.

Il fatto che venga specificato “extremely rare” indica che non si tratta dell’originale, ma di uno dei pochi duplicati per contatto. La pellicola è quindi di interesse storico per la sua età e provenienza, ma non è quella originale usata sulla Luna. Si tratta molto probabilmente di una delle copie a contatto della pellicola originale fatte all’epoca: copie realizzate mettendo una pellicola vergine a contatto con l’originale ed esponendola alla luce.

2013/07/27

Nuove scansioni delle pellicole 35 mm delle missioni Apollo

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di Erica Panic*.

Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Tempo fa, nel 2010, avevo segnalato che era in corso una nuova scansione diretta delle pellicole Apollo originali, effettuata dalla Arizona State University. Il completamento del lavoro era previsto per la metà del 2011, ma questa scadenza è passata da tempo senza novità.

Pochi giorni fa è stata annunciata la disponibilità delle nuove scansioni delle pellicole 35 mm, di cui vedete qui sopra alcuni campioni tratti dalla missione Apollo 17. La situazione aggiornata del progetto è descritta in questa pagina dell'ASU. Le scansioni aggiornate delle immagini scattate dalle fotocamere Hasselblad non sono ancora disponibili.

La serie in 35 mm è disponibile per lo scaricamento su To The Moon e attualmente comprende le seguenti raccolte sotto forma di immagini elaborate (PNG) e scansioni grezze (TIF).


Apollo 11


La raccolta contiene le immagini della ALSCC (fotocamera stereoscopica per riprese macro del suolo lunare), rullino AS11-45, da 6697A a 6714B, in versioni elaborate da 614x410 e in versioni grezze da 3072x2048.


Apollo 12


La raccolta contiene le immagini dalla ALSCC, rullino AS12-57, da 8441A a 8455B.


Apollo 14


La raccolta contiene le immagini dalla ALSCC, rullino AS14-77, da 10357A a 10374A.


Apollo 16


La raccolta contiene le immagini del rullino AS16-127 (foto di stelle e della superficie lunare illuminata dalla Terra), da 19980 a 20026 e del rullino AS16-129 (foto di stelle), da 20036 a 20079.


Apollo 17


La raccolta contiene le immagini dei seguenti rullini:

  • Rullino AS17-156, da 23777 a 23816 (scale di grigio)
  • Rullino AS17-157, da 23817 a 23862 (bianco e nero, interni del veicolo Apollo, Luna dall'orbita)
  • Rullino AS17-158, da 23863 a 23093 (bianco e nero, Luna dall'orbita in luce cinerea)
  • Rullino AS17-159, da 23904 a 23945 (bianco e nero, stelle e luce zodiacale, Luna dall'orbita)
  • Rullino AS17-160, da 23946 a 23997 (bianco e nero, Luna dall'orbita, luce zodiacale, scarico acqua, interni del veicolo Apollo)
  • Rullino AS17-161, da 23998 a 24034 (bianco e nero, Luna dall'orbita in luce cinerea, scale di grigio)
  • Rullino AS17-162, da 24035 a 24106 (a colori, interni del veicolo Apollo, Terra, Luna dall'orbita, 3070x2044)
  • Rullino AS17-163, da 24109 a 24180 (a colori, interni del veicolo Apollo, 3070x2044)

Alcuni esempi di foto dai rullini a colori di Apollo 17 sono qui sotto: cliccando sulle immagini potete vederle alla loro massima risoluzione.

Gene Cernan. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Ron Evans. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Gene Cernan e Ron Evans. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Ron Evans. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Ron Evans. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Harrison Schmitt. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Ron Evans e Harrison Schmitt. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

Gene Cernan. Credit: NASA/JSC/Arizona State University

2010/06/27

In arrivo nuove scansioni delle foto lunari: fino a 12800 x 12800 pixel

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Entro la fine del 2012 saranno rese disponibili al pubblico nuove scansioni ad altissima risoluzione di tutte le fotografie delle missioni Apollo. Le immagini scattate dagli astronauti con le fotocamere Hasselblad su pellicola 70 mm verranno pubblicate a 6400x6400 pixel (41 megapixel), con risoluzione pari a 100 pixel per millimetro di pellicola; quelle in bianco e nero saranno disponibili a 12.800x12.800 pixel (164 megapixel, 200 pixel per millimetro).

Tutte le pellicole originali delle missioni Apollo (sia quelle utilizzate dagli astronauti, sia quelle degli apparati di ripresa automatici dei veicoli) sono custodite nell'apposito archivio al Building 8 del Johnson Space Center, in un congelatore a -17°C che a sua volta è contenuto in una cella refrigerata che viene mantenuta a 13°C. La foto qui sopra mostra tre dei contenitori delle pellicole; l'immagine qui sotto mostra il congelatore (a sinistra) all'interno della cella refrigerata.


Gli apparati di ripresa automatici delle missioni Apollo utilizzati per realizzare una cartografia lunare dettagliata furono la Mapping Camera o Metric Camera, che generava fotogrammi da 12 x 12 cm, e la Panoramic Camera, che produceva fotogrammi da 12,7 per 120 cm. Entrambe usavano pellicole in bianco e nero per fotogrammetria e furono installate a bordo del modulo di servizio nelle missioni Apollo 15, 16 e 17. Dettagli di questi apparati sono disponibili in Photographic Systems for Apollo (1970) e in altri documenti tecnici.

Le pellicole della Metric Camera (10.153 fotografie) vengono attualmente sottoposte a scansione con uno scanner Leica DSW 700 per fotogrammetria appositamente modificato, producendo immagini da 1,3 gigabyte (24.000 x 24.000 pixel). Alcuni esempi di queste scansioni sono disponibili qui sul sito della Arizona State University. La risoluzione di queste immagini scattate dall'orbita lunare è di 6,2 metri per pixel.

Le pellicole della Panoramic Camera (4.612 fotografie) verranno sottoposte a una scansione analoga, che produrrà immagini da 25.400 x 244.000 pixel (11,8 gigabyte ciascuna).

Vi sono inoltre circa 620 fotografie scattate su pellicola 35 mm, che sono già state sottoposte a scansione, generando file da 3070 x 2044 pixel (18 megabyte l'una), ma non sono ancora disponibili al pubblico. Una versione a risoluzione inferiore è comunque scaricabile dagli archivi dell'Apollo Image Atlas.

Le ultime pellicole ad essere sottoposte a scansione saranno quelle delle fotocamere Hasselblad degli astronauti: si tratta di circa 20.000 immagini in bianco e nero e a colori. A giugno 2010 ho scritto al webmaster del sito della ASU, che ha risposto specificando che le immagini delle escursioni lunari dovrebbero essere sottoposte a scansione "entro 12 mesi" e poi verranno elaborate (ridotte e calibrate per restituire una gamma cromatica e di contrasto corretta e per eliminare le "crocette" o reseau marks) nel corso di "1 o 2 mesi".

I dettagli delle operazioni di scansione e di elaborazione delle immagini sono pubblicati qui dall'ASU.

Aggiornamento: 2013/07/27


Un aggiornamento della situazione, con immagini restaurate, è disponibile qui.

2010/02/22

Come facevano a cambiare rullino senza rientrare?

di Paolo Attivissimo

Un lettore, Michele, ha posto una domanda che gli arriva da una lunacomplottista che vuole redimere: come facevano gli astronauti a cambiare rullino alle fotocamere stando all'aperto, e come potevano farlo con gli spessi guantoni della tuta che intralciavano i movimenti?

La risposta migliore è questo spezzone della diretta televisiva dell'Apollo 16, in cui Charlie Duke comunica che sta mettendo il caricatore B (Bravo), quello che conterrà le foto della serie AS16-114, sulla fotocamera Hasselblad, e poi ride perché ha cercato di soffiar via la polvere dal caricatore pur essendo nel vuoto e dentro una tuta spaziale:



La trascrizione commentata dei dialoghi è disponibile nell'Apollo Lunar Surface Journal.

Come praticamente ogni dettaglio delle escursioni lunari, anche il cambio di pellicola all'aperto fu pianificato e collaudato: maneggiare i caricatori con i guanti non era particolarmente problematico, dato che i caricatori sono grosso modo dei cubi da 10 centimetri, ma i caricatori Hasselblad usati sulla Luna furono modificati per dotarli di anelli più grandi del normale, in modo da consentire la rimozione della darkslide (lamina estraibile di protezione della pellicola) anche con i guanti della tuta spaziale, come si vede fare qui sopra a Duke.

Nelle fotocamere standard la darkslide si rimuove dopo aver montato il caricatore sul corpo della fotocamera, in modo da permettere di cambiare rullino anche a metà senza perdere neanche una posa. In quelle lunari, invece, era necessario estrarre la darkslide prima di montare il caricatore, per non danneggiare la reseau plate (il vetrino con le crocette). Questo significava che la porzione di pellicola visibile prendeva luce ed era inutilizzabile.

Una foto dell'anello standard e della darkslide è qui; una foto dell'anello maggiorato, montato sul caricatore R della missione Apollo 11, è qui. Maggiori informazioni e alcune splendide immagini del meccanismo Hasselblad sono disponibili in questo articolo dell'Apollo Lunar Surface Journal.

2009/07/01

Apollo 11, le riprese dello sbarco in 16 mm

di Paolo Attivissimo

Non tutti sono al corrente del fatto che oltre alle immagini in bianco e nero della diretta televisiva, esiste anche una ripresa cinematografica a colori di buona parte (quasi 90 minuti su 151) della prima escursione lunare dell'umanità, effettuata durante la missione Apollo 11.

Fu realizzata con una cinepresa automatica Maurer nel formato 16 mm (l'immagine accanto mostra proprio quella dell'Apollo 11), piazzata dentro la cabina del modulo lunare e affacciata al finestrino destro del veicolo.

Fu usata una cadenza di ripresa ridotta per far durare più a lungo la pellicola: in questo modo fu possibile filmare per un'ora e mezza cambiando caricatore una sola volta. Il filmato, girato senza sonoro ma risincronizzato successivamente con l'audio delle trasmissioni radio da e verso Terra, è pubblicato integralmente nel DVD Apollo 11 - Men on the Moon della Spacecraft Films.

Le immagini qui sotto non rendono giustizia alla qualità originale: esistono riversamenti molto migliori, disponibili però soltanto a pagamento presso Footage Vault, la società che ha effettuato la rimasterizzazione della pellicola originale. I diritti d'uso di uno spezzone come quello mostrato qui sotto, di Armstrong che scende la scaletta, costano 187 euro in formato HD.

Senza pagare questi diritti posso soltanto citare un paio di fotogrammi HD tratti da queste rimasterizzazioni. Le immagini sono cliccabili per ingrandirle:





L'Apollo Lunar Surface Journal include la trascrizione integrale commentata dei dialoghi degli astronauti durante l'escursione, utilissima per capire cosa stanno facendo Aldrin e Armstrong nel filmato: prima parte, seconda parte, terza parte.

La ripresa in 16 mm inizia, a cadenza normale, a 109:19:46 (i tempi indicati qui e nel Journal sono riferiti al Ground Elapsed Time, ossia il tempo trascorso dal decollo dalla Terra), quando Neil Armstrong inizia a scendere dalla scaletta, attiva la telecamera per la diretta TV e pronuncia la celeberrima frase "E' un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità". Lo segue mentre inizia a scaricare le attrezzature e s'interrompe a 109:28:17.



Il filmato riprende circa 4 minuti dopo, a 109:33:25, dopo un cambio di pellicola eseguito da Aldrin. Armstrong raccoglie il contingency sample (il campione di suolo lunare d'emergenza, caso mai debbano ripartire subito per eventuali problemi). La cadenza di ripresa è ridotta, per cui le immagini sono leggermente a scatti. Vi sono alcune brevi pause ogni tanto per cambiare la cadenza, che a 109:37:40 passa a 1 fotogramma al secondo.


Armstrong mentre aziona il raccoglitore di campioni. La visiera scura è alzata e permette di scorgere il volto dell'astronauta.

Aldrin esce dal modulo, ricordando ad Armstrong scherzosamente che sta facendo attenzione a non far scattare l'innesto del portello e restare chiuso fuori (109:41:28). L'uscita di Aldrin è fuori dall'inquadratura della cinepresa. La ripresa continua, ma i due astronauti rientrano brevemente nell'inquadratura soltanto a 109:49:44 circa per poi uscirne di nuovo.

Nell'immagine non c'è nulla di significativo fino a 109:55:57 circa, quando si vede Armstrong che sposta la telecamera dal modulo lunare, dove è stata usata per riprendere la sua discesa dalla scaletta, e la porta a circa 18 metri di distanza su un treppiede per inquadrare tutto il modulo lunare e l'area circostante. La telecamera resterà in questa posizione per il resto dell'escursione.

A 110:02:20 circa entra nell'inquadratura anche Aldrin, di cui finora si è vista soltanto la lunga ombra (il sole è basso, è l'"alba" lunare). Monta e installa l'esperimento per il vento solare (si tratta di particelle provenienti dal sole, non di una vera corrente d'aria). I due poi si avvicinano al modulo lunare per prepararsi a piantare la bandiera ed escono dall'inquadratura.


Armstrong si dirige verso il modulo lunare. Al petto porta la fotocamera Hasselblad.

Ricompaiono a circa 110:07 e montano la bandiera. Nella ripresa si vede chiaramente l'asta orizzontale che regge il drappo e gli permette di "sventolare".



Terminata l'installazione della bandiera, che non cambierà più posizione (con buona pace di chi teorizza che ci fosse dell'aria per farla sventolare) fino alla fine della ripresa nonostante gli astronauti le passino vicino, da 110:13:15 in poi Aldrin sperimenta varie andature davanti alla cinepresa e alla telecamera.

Nonostante la bassa cadenza di ripresa, si nota il comportamento anomalo della polvere lunare, che ricade bruscamente al suolo invece di formare volute: segno che il fenomeno sta avvenendo nel vuoto.



110:15:47. Gli astronauti vengono chiamati vicino alla bandiera per ascoltare la telefonata del presidente Nixon.

Terminata la telefonata, Armstrong e Aldrin calciano ripetutamente il suolo per vederne il comportamento e commentano la sua caduta brusca e anomala.

A 110:25:09 circa, Aldrin è appena fuori dall'inquadratura, sulla sinistra, mentre scatta la famosa foto dell'impronta del proprio scarpone.

Da circa 110:31:40 in poi, gli astronauti sono fuori dall'inquadratura fino a circa 110:41:25. Compaiono sporadicamente per il resto del filmato, che termina a 110:48:05 circa, dopo 86 minuti complessivi di ripresa, per esaurimento della pellicola.

Gli astronauti restano sulla superficie della Luna ancora per 51 minuti, fino a 111:39 circa. Di questa seconda parte dell'escursione lunare esiste soltanto la ripresa televisiva, accompagnata da alcune fotografie scattate dagli astronauti.

2009/02/11

Sulla Luna la temperatura oscilla da -100 a +100°C, come ha fatto la pellicola a non liquefarsi? (UPD 20100225)

di Paolo Attivissimo. Vignetta di Moise, pubblicata per gentile concessione dell'autore.

"Le pellicole fotografiche sono piuttosto delicate e, se esposte ad un calore eccessivo, si deteriorano con facilità: perdono di contrasto e, nel caso di materiale a colori, anche di equilibrio cromatico. Su questo tema l'autorevole rivista fotografia REFLEX, nel mese di agosto 1995, ha pubblicato un lungo articolo sui deterioramenti introdotti dall'esposizione dei rullini di pellicola fotografica ad un calore eccessivo. Nell'articolo si legge: 'Tutte le pellicole professionali vanno conservate in frigorifero, proprio per poterne mantenere inalterate le caratteristiche chimiche'..."

"Le macchine fotografiche [sulla Luna] passavano da una temperatura di +100° nelle zone esposte alla luce solare diretta, ai -100° delle zone d'ombra. Immaginate quale stress termico avrebbe subito un materiale tanto delicato come un'emulsione fotografica..."

– Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, pag. 53-54.

Stando a quanto scritto da Kaysing, insomma, le fotografie lunari sarebbero state impossibili. Ma l'analisi dei fatti dimostra che questo autore lunacomplottista è scivolato su un errore scientifico grossolano.

Innanzi tutto, le temperature citate sono quelle massime e minime, che si raggiungono rispettivamente dopo il mezzogiorno lunare (quindi dopo almeno sette giorni terrestri di esposizione al sole) e appena prima dell'alba (dopo quattordici giorni terrestri di buio). Gli sbarchi lunari avvennero tutti poco dopo l'alba lunare, quando le temperature erano lontane da questi estremi. L'elevazione massima del Sole sull'orizzonte fu di 48,7° al termine della terza escursione dell'Apollo 16. Nella stessa missione furono rilevate temperature di 57°C al sole e -100°C all'ombra.

In secondo luogo, quei valori si riferiscono alla temperatura del suolo lunare. Ma sulla Luna non c'è un'atmosfera significativa che possa essere riscaldata dal suolo, per cui non c'è modo di trasmettere calore dal suolo alla pellicola. È lo stesso principio del vuoto isolante che funziona così bene nei thermos. Nel vuoto, il calore non si propaga per conduzione e/o convezione, come sulla Terra, ma soltanto per irradiazione. Non c'è aria calda che scaldi gli oggetti per contatto. Di conseguenza, la temperatura al suolo è praticamente irrilevante per la pellicola, e parlare di questi valori estremi di temperatura in relazione alle pellicole è ingannevole ed è un errore dilettantesco.

Inoltre sulla Luna un oggetto esposto al sole riceve praticamente la stessa quantità di energia termica che riceve sulla Terra in alta montagna in una giornata limpida, perché l'irradiazione dipende dalla distanza dalla fonte di calore, e la Luna e la Terra sono sostanzialmente alla stessa distanza dal Sole. Non c'è nulla di magicamente incendiario nella luce solare che colpisce la Luna: è la stessa che riceviamo qui sul nostro pianeta.

In altre parole, una pellicola esposta al sole sulla Luna subisce lo stesso tipo di sollecitazioni termiche che subisce sulla Terra in una giornata di sole intenso in alta montagna. E tutti sappiamo che persino i turisti riescono a fare foto in montagna, e persino nel caldo dei tropici o del deserto, senza che si squagli la pellicola o vengano fuori colori orripilanti.

Si può obiettare che sulla Luna il lato esposto al sole della fotocamera si scalda fortemente, mentre quello in ombra si raffredda altrettanto intensamente; ma occorre tenere conto del fatto che questi processi non sono repentini, anche perché fra fotocamera e pellicola c'è poco trasporto di calore: infatti dentro la fotocamera c'è il vuoto, proprio come in un thermos. Il calore e il freddo si propagano dal corpo macchina verso la pellicola e viceversa per conduzione soltanto nelle poche zone di contatto fra corpo e pellicola.

Del resto, se si sostiene che è impossibile che una pellicola sopporti le condizioni di vuoto e di temperatura sulla Luna, allora si deve sostenere che tutte le foto mai fatte nello spazio durante le passeggiate spaziali russe e americane sono dei falsi, perché non ci sono differenze, né di temperatura né di vuoto né di esposizione al sole, fra le condizioni sulla Luna e quelle in orbita intorno alla Terra.

Inoltre, dato che alla NASA non erano stupidi, le fotocamere lunari (delle Hasselblad) erano state trattate appositamente in modo da avere superfici riflettenti, anziché quelle classiche nere. Queste superfici riflettenti respingevano gran parte del calore ricevuto dal sole e mediamente tenevano la pellicola a una temperatura ottimale. Si può vedere un esempio di questo trattamento superficiale delle fotocamere nelle immagini qui sotto.



Una Hasselblad EDC del tipo usato per le missioni lunari Apollo. Immagine tratta da Hasselblad.com.

Si può poi obiettare, come notato sopra, che la pellicola chimica ha una gamma di temperature piuttosto ristretta, tanto che i fotografi professionisti stanno bene attenti a tenere le pellicole al caldo o al fresco secondo necessità. Ma questa è una gamma ottimale, specificata per ottenere i risultati cromatici migliori: non vuol dire che al di fuori della gamma la pellicola si rompe o si liquefa.

Nel caso delle foto lunari, oltretutto, non fu impiegata una pellicola qualsiasi: fu adottata una pellicola da 70 mm della Kodak, concepita appositamente per le ricognizioni fotografiche in alta quota, nelle quali doveva sopportare temperature fino a -40°C. La pellicola aveva una base sottile di poliestere (Estar) fatta su misura, che fonde a circa 260°C, ed usava un'emulsione Ektachrome in grado di lavorare su un'ampia gamma di temperature.

Fra l'altro, il supporto sottile forniva altri vantaggi: permetteva a ciascun caricatore di contenere 160 pose a colori e 200 in bianco e nero e garantiva buona stabilità dimensionale (la pellicola si deforma di meno). Questo tipo di supporto era inoltre necessario per le missioni spaziali, perché nel vuoto il poliestere tende a rilasciare meno vapori solventi, potenzialmente dannosi, rispetto ai normali supporti a base di cellulosa (Photography Equipment and Techniques, pag. 116-117).

Per le riprese a colori furono utilizzate pellicole invertibili, ossia pellicole che possono essere sviluppate in modo da produrre un'immagine positiva (con i colori corretti). La scelta può sembrare strana, dato che la pellicola per negativi ha una maggiore tolleranza alle condizioni di luce difficili e alle sovra e sottoesposizioni, ma fu dettata dal fatto che usando dei negativi sarebbero sorti problemi di fedeltà dei colori. Nelle foto scattate nello spazio o sulla Luna, infatti, sarebbe mancato spesso qualunque oggetto familiare da usare come riferimento per i colori, come si fa sulla Terra, e quindi i tecnici dei laboratori fotografici non avrebbero saputo come regolare il procedimento di stampa dei negativi per ottenere i colori reali. La pellicola per diapositive non ha questo problema.

La pellicola da 70 mm utilizzata nelle Hasselblad lunari fu, secondo i documenti (6) e (7), dei seguenti tipi:

  • SO-368: Kodak Ektachrome MS invertibile a colori, ASA 64
  • SO-168: Kodak Ektachrome EF invertibile a colori, ASA 160
  • SO-164 o 3400: Kodak Panatomic-X, in bianco e nero, ASA 80

Le pellicole di tipo SO-168 esposte in interni, identificate dalla sigla CIN (Color Interior), furono esposte e sviluppate a 1000 ASA.

L'errore dei lunacomplottisti è, ancora una volta, quello di sottovalutare la competenza tecnica degli esperti di settore, che a queste e mille altre cose hanno ovviamente pensato proprio perché esperti, e di misurare gli altri con il metro delle proprie inadeguatezze.

Fonti: 
(1) Astronaut Still Photography During Apollo
(2) Photography Equipment and Techniques: A Survey of NASA Developments
(3) Apollo Missions Photography
(4) Apollo 11 Mission Photography
(5) Apollo 11 photography 70-mm, 16-mm, and 35-mm index
(6) Apollo 11 Lunar Photography (NSSDC Report 70-06)
(7) Apollo 12 Photography Index (NASA CR-197662)