Visualizzazione post con etichetta polvere. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta polvere. Mostra tutti i post

2012/05/29

Gli errori lunari di “Men in Black 3”

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

ATTENZIONE: Questo articolo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale del film. Se non avete ancora visto Men in Black 3 e non volete saperne la trama, non leggete questo articolo. Siete stati avvisati.

Il terzo film della serie Men in Black include un viaggio nel tempo che porta al 1969 e inevitabilmente cita gli eventi spaziali del periodo.

Secondo avvertimento: SPOILER IN ARRIVO. I prossimi paragrafi descrivono la trama del film e parte del suo finale.

Sembra esserci una certa predilezione, ultimamente, per le citazioni delle missioni Apollo nelle megaproduzioni di Hollywood. Dopo Transformers 3, anche Men in Black 3 coinvolge nella propria trama, e in modo importante, la missione Apollo 11 che portò al primo sbarco umano sulla Luna.

Il taglio è decisamente più leggero rispetto al kolossal di Michael Bay, ma le scene con l'Apollo 11 di MIB3 sono comunque un'occasione ghiotta per ricordare al pubblico giovanile questa grande impresa reale di oltre quarant'anni fa.

Senza nulla togliere all'allegria e all'umorismo del film, assolutamente godibile, ci sono alcune chicche ed errori che segnalo qui puramente come divertissement per appassionati.

All'inizio del film, quando il cattivo di turno evade dalla prigione sulla Luna, viene inquadrato un sito di allunaggio. Per pochi istanti si scorgono un LM e la bandiera degli Stati Uniti. Tuttavia la gag visiva, peraltro efficace, contiene alcuni errori importanti che faranno sorridere il geek ancora di più.


1. La polvere lunare si muove in modo sbagliato. Nel vuoto, l'impatto dei piedi dell'alieno che atterra sul suolo lunare dovrebbe proiettare polvere in tutte le direzioni, secondo una traiettoria parabolica non frenata dall'atmosfera, come si vede nelle riprese cinematografiche e televisive degli sbarchi effettivamente avvenuti. Invece in MIB3 la polvere forma volute ben visibili, come se sulla Luna ci fosse un'atmosfera densa come quella terrestre. È un errore ricorrente nella rappresentazione cinematografica di questo dettaglio, sbagliato persino in 2001: Odissea nello spazio di Kubrick.

Polvere lunare sbagliata (la nuvoletta sotto il personaggio che sta saltando).


2. Il LM viene mostrato intero. Lo stadio di risalita (ascent stage), usato dagli astronauti per decollare dalla Luna, è ancora al suo posto sopra lo stadio di discesa. Questo è un errore tecnico (commesso peraltro anche da Transformers 3), probabilmente motivato dalla necessità di mostrare il LM in una configurazione facilmente riconoscibile anche dal profano, oppure implica che nell'universo di MIB una missione lunare Apollo si è conclusa tragicamente con la perdita dei due astronauti scesi sulla Luna.

LM ancora intero (con stadio di risalita).


3. La bandiera è troppo vicina al LM. Ed è anche nella posizione sbagliata rispetto al LM (è sul retro anziché davanti). Anche qui si tratta probabilmente di una licenza artistica per ottenere una buona compattezza visiva della gag, ma dal punto di vista tecnico è un errore, perché se si tratta della missione Apollo 11 (come è presumibile, visto il riferimento nel finale) la bandiera dovrebbe essere per terra (Aldrin riferì di averla vista cadere al decollo, spinta dal getto del motore); se si tratta di un'altra missione, la bandiera dovrebbe trovarsi molto più lontana dal LM. Si potrebbe anche ipotizzare che qualcuno, nell'allestire il “monumento” commemorativo, abbia deciso di ripiantare la bandiera, oppure che si tratti di una missione lunare che è esistita soltanto nell'universo di MIB.



4. Il sito di allunaggio è sbagliato. La zoomata all'indietro che conclude la scena prima dei titoli di testa rivela che il sito in cui si trova il LM non è in uno dei luoghi in cui allunarono i veicoli Apollo, ma è vicino al Mare Marginis, verso il lato nascosto dal punto di vista dell'osservatore terrestre. Fra l'altro, è apprezzabile che sia stata utilizzata la geografia lunare reale.

Le strutture scure al centro dell'inquadratura sono accanto al sito in cui si trova l'LM.

La chiazza scura è il Mare Marginis.

A ore 11 il Mare Crisium; a ore 9 il Mare Foecunditatis e il Mare Tranquillitatis.


Verso la metà del film, inoltre, viene inquadrata la Luna, che però è nella fase sbagliata rispetto alla data nella quale si svolgono gli eventi. Il 16 luglio 1969, infatti, la Luna era una falce sottile di primo quarto. La fase lunare è importante, perché determina la lunghezza delle ombre nelle foto lunari e la temperatura del suolo.

Il finale del film si svolge....

ULTIMO AVVERTIMENTO: i paragrafi che seguono rivelano il finale di Men in Black 3. Se non volete conoscerlo, non leggete oltre. Non ci saranno altri avvisi.

... direttamente sulla rampa di lancio dell'Apollo 11, durante il decollo del Saturn V con a bordo Armstrong, Aldrin e Collins. Qui si notano almeno due errori tecnici:

  • Condensa sbagliata. Mentre il Saturn V è in attesa del decollo, dai gruppi di quattro motori di manovra (RCS thrusters) del modulo di servizio fuoriescono degli sbuffi bianchi simili a quelli visibili negli altri stadi del lanciatore nelle riprese del decollo effettivo. Questo è un errore, perché i motori di manovra non usavano propellenti criogenici (i cui sistemi di raffreddamento producevano questi sbuffi).
  • Launch Escape System inefficace. Il dispositivo che deve salvare la Terra è un ciondolo che deve essere portato nello spazio dal Saturn V. La soluzione dei MIB è agganciarlo al Launch Escape System, il razzo d'emergenza concepito per portare in salvo la capsula Apollo e i suoi occupanti in caso di problemi al Saturn V. Tuttavia è altamente improbabile che un oggetto semplicemente agganciato avrebbe resistito alle sollecitazioni aerodinamiche del decollo, e soprattutto il LES veniva sganciato prima dell'entrata in orbita, a circa 43 miglia (70 km) di quota, per cui il ciondolo non sarebbe arrivato ad orbitare nello spazio.

Condensa dai motori di manovra del SM: scenografica ma sbagliata.

Dettaglio della condensa sbagliata.


Tutto questo impedirà di godersi il film? Assolutamente no. Anzi, è una scusa divertente per ripassare i dettagli delle missioni Apollo.

    2011/06/25

    Recuperata la polvere lunare rubata dell'Apollo 11

    di Paolo Attivissimo

    Nel 1969, il fotografo della NASA Terry Slezak fu incaricato di sviluppare la pellicola proveniente da una fotocamera utilizzata durante la missione Apollo 11. Nell'aprire uno dei caricatori di pellicola, il caricatore S, si trovò le mani coperte di polvere lunare. Il caricatore era infatti caduto sulla Luna e s'era impolverato, come documentato dall'Apollo Lunar Surface Journal, a 111:31:04 (Mag S Rescue).

    Slezak divenne così il primo uomo ad entrare in diretto contatto con del materiale lunare. Poiché all'epoca si temeva che la Luna potesse ospitare agenti patogeni, anche Slezak fu messo in quarantena come gli astronauti dell'Apollo 11 (Nasa.gov).

    Slezak si pulì le mani usando degli asciugamani e del nastro adesivo e poi conservò un pezzo di nastro, che in seguito attaccò a un poster (a sinistra in questa foto) che gli era stato donato, autografato dagli astronauti dell'Apollo 11.

    Il poster, valutato intorno ai 35.000 dollari (CollectSpace), fu venduto all'asta in Germania nel 2001 e a giugno del 2011 un pezzetto del nastro (nel frattempo suddiviso in porzioni vendute separatamente ad acquirenti ignoti) stava per tornare all'asta a St. Louis, in Missouri, presso la Regency-Superior Auctions (foto qui accanto, tratta da Justice.gov).

    Ma i funzionari federali statunitensi ne sono venuti a conoscenza e sono intervenuti gli investigatori della NASA: d'intesa con la casa d'aste, specializzata in oggetti riguardanti le missioni spaziali, il reperto lunare è stato tolto dall'asta. La proprietaria attuale aveva ereditato la polvere di Luna dal marito e l'ha restituita al governo statunitense, che ne era il legittimo proprietario.

    Negli Stati Uniti non è illegale possedere campioni di roccia o polvere lunare proveniente dalle missioni Apollo, ma è illegale la sottrazione o ricettazione di qualunque oggetto di proprietà governativa, comprese quindi le rocce lunari Apollo (CollectSpace; Forbes). Infatti i campioni lunari Apollo che sono in circolazione vengono solo prestati a funzionari governativi e ricercatori, ma restano di proprietà del governo. Il materiale lunare raccolto da Slezak non gli era mai stato dato formalmente e quindi era ancora proprietà governativa. Esiste un vero e proprio mercato nero di polvere e rocce lunari provenienti dalle missioni Apollo e sottratte indebitamente al governo USA (Boingboing). Chi non volesse correre rischi può comunque acquistare pezzetti di Luna di origine meteorica, sui quali non c'è alcun vincolo governativo.

    La polvere rubata è stata riportata ai laboratori del Johnson Space Center a Houston, in Texas. I test preliminari confermano che si tratta con tutta probabilità di materiale lunare.

    Terry Slezak. Foto NASA S69-40054.
    Fonti: BBC, Justice.gov, Time Magazine.

    2009/06/22

    Prove degli sbarchi: la ricaduta della polvere

    di Paolo Attivissimo

    Le riprese del Rover, l'automobile elettrica portata sulla Luna dagli astronauti delle missioni Apollo 15, 16 e 17, sono una delle migliori prove dell'autenticità dei filmati e quindi degli sbarchi lunari.

    Infatti mostrano un fenomeno che può verificarsi esclusivamente nel vuoto: la polvere che viene sollevata dalle ruote e ricade senza formare volute, ma secondo una traiettoria parabolica, perché non viene frenata e tenuta in sospensione dall'aria.

    Qui sotto è mostrato un esempio dell'effetto del passaggio delle ruote di una jeep su una superficie polverosa sulla Terra: grandi volute di polvere che rimangono sospese in aria a lungo dopo che è transitato il veicolo.



    Le immagini qui sotto, cliccabili per ingrandirle, invece documentano l'effetto visibile nelle riprese delle missioni Apollo: la polvere non rimane sospesa, ma ricade immediatamente al suolo.







    Nella ripresa filmata dalla cinepresa portata sulla Luna, dalla quale sono tratte le immagini qui sopra, l'effetto anomalo è ancora più vistoso:



    Questi spezzoni sono tratti dalla versione in alta definizione del magnifico documentario In the Shadow of the Moon, nel quale compaiono intorno a 78 minuti dall'inizio.

    Chi sostiene la teoria della messinscena lunare dovrebbe spiegare come sarebbe stato possibile, alla fine degli anni Sessanta, quindi senza effetti speciali computerizzati, ottenere un effetto di questo genere senza recarsi realmente sulla Luna.

    2009/03/09

    Perché le zampe del modulo lunare dell'Apollo 11 non sono impolverate, ma lo sono in altre missioni?

    di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

    Nelle foto della missione Apollo 11, le zampe del modulo lunare sono prive di polvere; ma nelle foto della missione Apollo 17, si vede che la zampa è visibilmente sporca di polvere. Perché tanta differenza?

    Se lo chiede per esempio la trasmissione televisiva Voyager (Raidue) del 4 marzo 2009, a 32 minuti dall'inizio del servizio, come si può vedere qui sotto:



    Si potrebbe essere tentati di rispondere semplicemente "E con questo?". Chissà mai quale importanza cruciale potrebbe avere la quantità di polvere sulle zampe del modulo lunare. Ma una risposta tecnica va data, anche per dimostrare che domande come questa sono un classico esempio di accanimento sui dettagli, tipico delle tesi cospirazioniste in questo e altri campi.

    Si focalizza l'attenzione su un aspetto minuscolo, assolutamente banale ed insignificante, e lo si ingigantisce presentandolo come se fosse una prova devastante di manipolazione, invece di arrivare alla risposta più ovvia e semplice, che in questo caso è la seguente: la polvere sulle zampe è differente perché i due veicoli allunarono in due posti geologicamente differenti.

    Non ci vuole un genio particolare per capire che la Luna non è tutta uguale e uniforme. Non è una palla da biliardo monolitica e uniformemente impolverata. Anche a occhio nudo si possono distinguere i cosiddetti "mari", ossia le pianure lunari, e le zone montuose. Hanno colori differenti e sono fatti di rocce geologicamente diverse tra loro.

    Se uno dei due moduli lunari fosse allunato in pianura e l'altro fosse arrivato in una zona montuosa, sarebbe perfettamente comprensibile che uno avesse incontrato un terreno differente dall'altro.

    Ed è infatti esattamente quello che è successo. La missione Apollo 11 allunò nel Mare della Tranquillità: una zona estremamente pianeggiante, scelta proprio perché comportava minori difficoltà di allunaggio. La panoramica qui sotto è un collage delle fotografie scattate durante quella missione dal medesimo punto.

    Panoramica della zona di sbarco della prima missione (Apollo 11).

    La missione Apollo 17 allunò invece nella Valle di Taurus-Littrow, e le foto qui sotto documentano l'aspetto assai montuoso della zona.

    Foto AS17-140-21496.

    Foto AS17-140-21391.






    Pare così misterioso che due zone geologicamente così differenti possano avere stratificazioni di polvere differenti?

    A questo occorre aggiungere che non tutte le manovre di allunaggio furono identiche. Alcune arrivarono al suolo delicatamente; altre piuttosto bruscamente. Alcune allunarono pressoché verticalmente; altre rimasero librate a pochi metri d'altezza e spazzarono lunghe strisce, anche a destra e a sinistra, prima di toccare il suolo.

    Con manovre così differenti, è così strano pensare che la quantità di polvere spostata dal getto del motore possa essere stata altrettanto differente?


    Ma Armstrong parlò di tanta polvere...


    Nello spezzone citato sopra di Voyager, la voce narrante dice:

    "Inoltre il LM tocca il suolo con il motore spento. Armstrong stesso dice di non vedere più nulla a pochi metri dalla Luna."


    Si sente un "BAM!" di una voce d'astronauta via radio. Prosegue lo speaker:

    "Ma le foto del LM mostrano che quasi nulla è stato spostato e che le zampe del modulo lunare sono pulite e brillanti. Come mai sotto il modulo non sembra essere accaduto nulla?"


    L'insinuazione, insomma, è che la polvere sollevata dal LM avrebbe dovuto depositarsi sulle zampe del veicolo. Questo è un ragionamento grossolanamente errato, tipico di chi pensa in termini terrestri. Sulla Luna la polvere spostata da un getto si comporta diversamente che sulla Terra, perché manca l'atmosfera: non forma volute che restano sospese, ma schizza via orizzontalmente, ricadendo subito. Lo si vede chiaramente persino nel filmato dell'allunaggio mostrato da Voyager. Quindi le zampe sono pulite perché la polvere non vi si può depositare sopra ricadendo lentamente dopo essere stata sollevata in aria, perché non c'è aria.

    In altre parole, l'assenza di polvere sulle zampe non è una prova di messinscena, ma anzi conferma che l'allunaggio avvenne in un ambiente privo di atmosfera.

    In pratica, nell'Apollo 11 il getto del motore del LM spazzò via tutta la polvere prima che il veicolo vi poggiasse le zampe. Una volta allunato, non c'era più polvere sotto il LM che potesse depositarsi sulle zampe (e lo si vede nelle fotografie, come mostrato in un altro articolo). Nell'Apollo 17, allunata in una zona geologicamente diversa, non tutta la polvere fu spazzata via e quindi la zampa vi sprofondò, formando il cratere e impolverandosi. Semplice e banale.



    Il doppio falso di Voyager


    Quello che invece non è semplice e banale è la duplice manipolazione dei fatti operata da Voyager. Innanzi tutto basta leggere la trascrizione dell'allunaggio (da 102:45:31 in poi) per sapere che è falso che il modulo lunare toccò il suolo "con il motore spento".

    102:45:40 Aldrin: Contact Light.


    Questo significa che almeno una delle sonde alte 173 cm, situate sotto le zampe del LM, ha toccato il suolo.

    Le tre sonde di allunaggio, o touchdown probe, del modulo lunare dell'Apollo 11, montate sotto le zampe. La zampa sulla quale è montata la scaletta è priva di sonda per non interferire con l'uscita degli astronauti. Foto scattata dal Modulo di Comando durante il viaggio Terra-Luna. Immagine NASA AS11-44-6574 (ruotata di 180° per chiarezza).

    102:45:43 Armstrong (on-board): Shutdown.

    102:45:44 Aldrin: Okay. Engine Stop.

    Il motore principale fu dunque spento non prima, ma quattro secondi dopo il contatto con il suolo.

    La seconda manipolazione è nell'audio: l'esclamazione "BAM!" è stata aggiunta da Voyager ed è assente dalle registrazioni originali. Qualcuno l'ha aggiunta intenzionalmente, con il risultato di rafforzare l'altra falsità, ossia lo spegnimento del motore prima del contatto (che avrebbe prodotto un allunaggio duro, tale da produrre quell'esclamazione da parte degli astronauti).

    Un lettore, Fozzillo, segnala che il "BAM!" proviene da un altro allunaggio, quello dell'Apollo 15, come si può leggere nella trascrizione a 104:42:29 ("Irwin: Contact. (Pause) Bam!") e ascoltare nella registrazione a 17 minuti e 25 secondi dall'inizio.

    I sostenitori delle teorie di complotto vengono quindi colti a falsificare le presunte prove.

    Il lunacomplottismo ha dimostrato ancora una volta di inventare misteri dove non ce ne sono. O se preferite, ha dimostrato che si trastulla a sollevare polveroni inutilmente.