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2019/04/24

Recensione: Il Saturn V 1:100 della Famemaster

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!". Ultimo aggiornamento: 2019/08/29.


Il modello del Saturn V in scala 1:100 della Famemaster è assolutamente spettacolare. Alto un metro e dieci centimetri, ha delle porzioni trasparenti che permettono di vederne la struttura interna e il Modulo Lunare dentro la sua carenatura. Ad aprile 2016 l’ho acquistato online presso AviationMegastore.com, andando a colpo sicuro dopo averlo visto al negozio del Kennedy Space Center. Costa circa 280 dollari su Amazon, ma li vale tutti: lo porto spesso alle mie conferenze sulle missioni lunari, e l’espressione sui volti dei bambini e degli adulti quando lo vedono per la prima volta non ha prezzo.

Questa è la vista dal lato intero:



E questa è quella dal lato con le porzioni trasparenti:
Sì, quello dietro è un manuale originale NASA di Apollo 15 firmato da Al Worden, che mi ha autografato anche il Modulo di Comando e Servizio ai piedi del Saturn V. Il 45 giri a sinistra è firmato da Jim Lovell e Fred Haise.

Il modello è interamente a incastro e preverniciato: si assembla abbastanza facilmente senza colla nel giro di un paio d’ore e rimane smontabile altrettanto agevolmente.

Ha un unico difetto significativo: lo stadio S-IVB ha le pareti ondulate anziché lisce. Si tratta della porzione mostrata nella foto qui sotto:



Il confronto con una foto dell’originale chiarisce la differenza:

Uno stadio S-IVB di un Saturn IB nel 1967. Fonte: Wikipedia.

Ho trovato questa recensione su Amazon nella quale si dice che il difetto è stato rimediato: “The SIVB (Third) stage has been corrected to remove the improper corrugated section. FameMasten [sic] even sent me a replacement part for my model so now it looks correct!”

Contattare la Famemaster a Hong Kong per chiedere il pezzo corretto non è facile. La pagina di contatto, infatti, restituisce un enigmatico “** Verification code wrong. Please try again” qualunque cosa le si immetta.

Frugando un po’, però, ho trovato le coordinate della Famemaster sul sito dell’azienda qui:

Ms Joey Cheung: sales5@famemaster.com
Address: Room 1516, 15 /F., Wah Wai Centre, 38 - 40 Au Pui Wan Street, Fo Tan, Shatin, NT, Hong Kong
Phone: (852) 2690 9200
Fax: (852) 2690 9994

Così il 24 aprile 2019 ho scritto questa mail, che pubblico così magari può essere utile ad altri clienti come falsariga per la richiesta:

Hello,

I am a very happy owner of your Saturn V model (Item No.:26117). Do you have a replacement part for the central section of the S-IVB stage, which should be smooth and is instead corrugated?

I am referring to the part in the attached photo.

I have found this review which says that you have this replacement part:

https://www.amazon.com/gp/customer-reviews/R3LI7QX4M35SYK/ref=cm_cr_arp_d_rvw_ttl?ie=UTF8&ASIN=B003BYNTZU

I am willing to pay for the part and for its shipping to Lugano, Switzerland.

Thank you for your assistance.

Sincerely,

Paolo Attivissimo
Lugano, Switzerland

Non mi resta che attendere eventuali sviluppi. Se ce ne saranno, aggiornerò questo articolo.


2019/08/18


L’8 maggio 2019 ho ricevuto risposta dalla Famemaster, che mi ha chiesto una prova dell’acquisto e una donazione di almeno 30 dollari a uno degli enti benefici indicati nella mail: Médecins Sans Frontières, Watoto, World Vision, Orbis e la Croce Rossa di Hong Kong. Ho scelto MSF.

Ad agosto 2019, avendo finalmente un po’ di tempo da dedicare a questa questione, ho scritto inviando una copia PDF della fattura di acquisto e della donazione. Vediamo che succede.


2019/08/29


Oggi è arrivato per posta un pacchettino da Hong Kong, che conteneva questo:



Nel giro di mezz’ora ho smontato il terzo stadio e sostituito il pezzo. Ora va molto meglio:

Quello a destra sullo sfondo è un modello in scala 1:1 del guanto destro della tuta spaziale di Neil Armstrong, stampato con una stampante 3D.


Ho scritto alla Famemaster per ringraziarli.

2010/06/21

Come costruire una copia dimostrativa della bandiera lunare

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2012/09/30.

Quando si parla di tesi di complotto lunare, una delle domande più frequenti riguarda la bandiera piantata dagli astronauti, che secondo queste tesi sventolerebbe come se fosse in presenza d'aria (assente sulla Luna) e quindi rivelerebbe che le immagini furono riprese in uno studio cinematografico sulla Terra.

In realtà la bandiera sembra sventolare perché è sorretta da un'asta orizzontale, come si vede nella foto qui accanto (dettaglio della fotografia AS11-40-5874), e oscilla soltanto quando viene mossa dagli astronauti che stanno conficcando l'asta nel terreno o quando la urtano. Il modo in cui oscilla, oltretutto, è diverso da quello terrestre: sulla Terra, in presenza d'atmosfera, le oscillazioni del drappo si smorzano subito; nelle riprese lunari, invece, continuano a lungo, confermando quindi che le riprese furono effettuate nel vuoto, come si può vedere in questo esperimento.

Per rispondere a questa domanda frequente è molto utile avere a disposizione un modello fisico della bandiera, che permette oltretutto di scoprire un fatto poco noto: la bandiera lunare è molto più grande di quello che sembra nelle fotografie. L'inganno visivo è dovuto al fatto che nell'osservare le immagini della bandiera abbiamo come unico riferimento di scala gli astronauti. Ma gli astronauti indossano una tuta e un casco che ne aumentano notevolmente altezza e dimensioni, facendoli sembrare più grandi di quanto siano, e da qui nasce l'equivoco.

Ecco come fabbricare una bandiera con la relativa asta verticale e orizzontale, in scala 1:1, in modo che sia facilmente trasportabile, per esempio per dimostrazioni o conferenze.


Le dimensioni dell'originale


Innanzi tutto occorre determinare le dimensioni della bandiera e della sua asta. Il documento tecnico Apollo 11 Post Launch Mission Operation Report No. 1, a pagina 5, dice che l'equipaggio dell'Apollo 11 "piantò una bandiera americana da 3 x 5 piedi su un'asta di 8 piedi" ("the crew erected a 3 x 5-foot American flag on an 8-foot aluminum staff").  Il drappo misura quindi 91 x 152 centimetri e l'asta è alta 244 centimetri.

Queste misure vengono confermate dal documento Where No Flag Has Gone Before: Political and Technical Aspects of Placing a Flag on the Moon, di Anne Platoff, NASA Contractor Report 188251, agosto 1993, che parla di "una bandiera di nylon da 3 x 5 piedi, procurata tramite il catalogo delle forniture governative" ("A 3 x 5 ft. nylon flag, obtained through the government supply catalog") e precisa che l'asta orizzontale era incernierata a scatto a quella verticale e che l'asta verticale era divisa in due parti: una inferiore, dotata di un puntale d'acciaio da conficcare nel terreno tramite un martello da geologi, e una superiore, da inserire a incastro in quella inferiore.

Intorno alla base dell'asta, a 18 pollici (45,7 cm) di altezza, c'era un anello rosso per aiutare gli astronauti a capire quanto era penetrata nel terreno l'asta stessa ("A red ring was painted around the base of the assembly 18 inches from the bottom to aid the astronauts in judging the distance that the pole had penetrated the surface"). Tuttavia nelle fotografie delle missioni Apollo 11 e 12 questo anello non è visibile, nonostante l'asta non sia penetrata tanto da nasconderlo: per esempio, sulla base delle fotografie e delle indicazioni degli astronauti, l'asta della bandiera dell'Apollo 11 penetrò nel suolo lunare per circa 20 cm.

Neil Armstrong e Buzz Aldrin assemblano la bandiera e l'asta. Fotogramma della ripresa automatica su pellicola 16 mm della missione Apollo 11.

I tubi di alluminio usati per l'asta della bandiera lunare avevano un diametro di circa 2,5 cm e pareti spesse circa 0,8 millimetri. Il costo complessivo fu di circa 80 dollari dell'epoca (circa 460 dollari di oggi).

Uno schizzo preliminare della bandiera e dell'asta, tratto dall'Apollo Lunar Surface Journal. Le misure sono in pollici e non sono quelle definitive.

Il catalogo di un'asta di oggetti utilizzati nei programmi spaziali, pubblicato nel 2007 da RegencyStamps.com, include un prototipo della bandiera, descritto come "identico a quello lasciato sulla superficie lunare dall'equipaggio dell'Apollo 11" (immagine qui accanto).

Questo prototipo è costituito da "un'asta in due parti, con placcatura dorata, da 96 pollici [244 cm] con una bandiera in nylon che misura 59x35 pollici [150x89 cm]". Anche la barra orizzontale ha una placcatura dorata.

Le varie fonti, insomma, concordano con buona precisione sulle dimensioni della bandiera e della sua asta: il drappo misura circa 150 x 90 cm e l'asta verticale misura 244 cm.


Costruzione


Per gli scopi di una dimostrazione non è indispensabile riprodurre il meccanismo d'incernieramento dell'asta e della barra o la suddivisione dell'asta in parti da accoppiare: è sufficiente ottenere una forma a L rovesciata che sia molto rigida, perché lo sbraccio orizzontale è notevole (un metro e mezzo) e l'angolo fra asta e barra deve restare il più possibile retto, sopportando anche le oscillazioni imposte quando si fa dondolare la bandiera per le dimostrazioni. È semmai importante ottenere un simulacro facilmente trasportabile e quindi smontabile.

La soluzione che ho adottato è quella di usare corti spezzoni tubi di ferro zincato da 3/4 di pollice, facilmente reperibili nei negozi di hobbistica, che hanno le estremità filettate e unibili mediante raccordi diritti e a L. Questa soluzione permette di ridurre al minimo le operazioni di fabbricazione e produce un'asta robusta ma smontabile rapidamente in parti corte e compatte. L'uso del ferro, inoltre, consente di usare piccole calamite per fissare il drappo alla barra orizzontale e all'asta verticale senza dover perdere tempo in operazioni di infilaggio. L'unico svantaggio è il peso non trascurabile (alcuni chili), che può essere disagevole quando si maneggia l'asta assemblata (una variante in alluminio è descritta negli aggiornamenti).

Il drappo, invece, è da acquistare direttamente delle misure giuste (io l'ho acquistato presso Funshop.ch): comunque per gli scopi di una dimostrazione va bene qualunque drappo, anche non raffigurante la bandiera statunitense, purché di grandezza equivalente.

Il risultato finale è mostrato nella fotografia qui accanto. Si notano bene le dimensioni ragguardevoli della bandiera (io sono alto 1,84). L'intero kit, una volta smontato, sta in una scatola di plastica da 40 x 27 x 10 cm ed è quindi facilmente trasportabile; montaggio e smontaggio richiedono pochi minuti.


2010/08/02


Per farla corrispondere meglio all'originale, l'asta verticale è stata rivestita con una lamina dorata (quella delle coperte termiche d'emergenza). Il risultato è stato battezzato da un collaudatore d'eccezione: Buzz Aldrin in persona, ad Avezzano (AQ), il 17 luglio 2010. La foto dell'evento è pubblicata qui.


2012/09/30


Ho realizzato una variante più leggera in tubi di alluminio rivestiti di lamina dorata.

2009/02/13

Costruire un modello fisico della scena dell'allunaggio / 2

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

(segue da qui) Ultimato il modello in scala 1:72 del LM, come descritto nella prima parte di questa serie di articoli, si tratta ora di ricostruire il terreno lunare così come si presentava nelle vicinanze del modulo lunare della missione Apollo 11.

La cartografia più dettagliata finora reperita della zona d'allunaggio dell'Apollo 11 si trova nel libro Lunar Sourcebook, della Cambridge University Press. Il testo è al momento acquistabile soltanto in forma digitale su CD, presso il Lunar and Planetary Institute, a 30 dollari (più 13 di spese di spedizione).

Naturalmente l'ho acquistata subito: è una messe immensa di dati (oltre 700 pagine), e oltretutto non capita tutti i giorni di ricevere una fattura da un ente che si chiama Istituto Lunare e Planetario e si occupa sul serio di Luna, per cui eccovene un'immagine scattata al volo.



A pagina 612 di questo libro compare il grafico mostrato qui sotto (cliccabile per ingrandirlo), che traccia la mappa dei crateri nella zona d'allunaggio e vi sovrappone la posizione del LM, degli esperimenti lasciati al suolo e dei passi degli astronauti. La stessa mappa, in scala leggermente più modesta, è disponibile anche nel PDF riassuntivo Apollo Traverses and Summary of Science Discoveries, scaricabile gratuitamente.



Nella mappa, LM è il modulo lunare, ALSCC è la fotocamera per riprese ravvicinate del suolo, SWC è l'esperimento di raccolta del vento solare, PSE è il sismografo, LRRR è il retroriflettore per distanziometria laser, FLAG è la bandiera. Le linee grigie indicano gli spostamenti degli astronauti. Il nord è in alto.

Sulla base delle altre fonti cartografiche NASA, si può appurare che la traiettoria di allunaggio, il ground path, è da est verso ovest (da destra a sinistra nella mappa), passando sopra il cratere denominato Little West. Osservando le ombre nelle foto della missione, si determina che il sole era a nord-ovest e che la sua altezza sull'orizzonte era di circa 9°. In considerazione della durata breve della missione (2 ore e 36 minuti di passeggiata, 21 ore e 31 minuti di tempo trascorso dal LM sulla superficie) rispetto alla durata del giorno lunare (circa 14 giorni terrestri), si può considerare sostanzialmente invariata l'altezza del sole per tutta la durata dello sbarco.

Per ricostruire la superficie lunare ho acquistato un pannello di polistirene, compatto e leggero (cosa importante per il trasporto) e vi ho proiettato sopra, usando un videoproiettore, la mappa mostrata qui sopra, segnando i punti significativi: l'ubicazione del LM, degli apparati e dei crateri più grandi. Per esigenze di spazio e trasporto ho usato un pannello le cui dimensioni consentono di modellare in scala 1:72 la porzione di mappa mostrata qui sotto.


Ho scolpito, carteggiato e dipinto a spruzzo il pannello usando una vernice color granito di consistenza granulosa, fino a ottenere il risultato mostrato qui sotto in queste prime prove fotografiche fatte alla buona.






Questo modello, per quanto schematico, permetterà di verificare alcuni dei principali capisaldi delle teorie di messinscena: per esempio, le ombre convergenti, l'astronauta troppo illuminato sulla scaletta del LM, e l'ombra del LM che sembra arrivare all'orizzonte, nonché di osservare alcuni effetti ottici poco intuitivi che alimentano queste teorie, come la variabilità del colore del suolo lunare a seconda dell'angolazione rispetto alla fonte di luce e a seconda dell'esposizione della pellicola.

Il costo totale del progetto, incluse le vernici, il modello e il pannello di polistirene, è stato di circa 100 euro. Il modello è stato collaudato durante il corso CICAP a febbraio 2009, come descritto anche in video in questo articolo.

2009/02/11

Costruire un modello fisico della scena dell'allunaggio / 1

di Paolo Attivissimo

Per sbufalare certe teorie di falsificazione delle foto lunari non c'è niente di più eloquente, versatile ed efficace di un modello che riproduca la scena. Così vi propongo queste brevi istruzioni per creare a basso costo un diorama abbastanza fedele dell'allunaggio dell'Apollo 11, la missione clou per i lunacomplottisti (perché se è vera quella, la prima, è abbastanza difficile argomentare che quelle successive furono falsificate).

Per prima cosa ho acquistato un modello del LEM in scala 1:72 della Airfix (costo 10 euro tramite Misterkit.com). Eccone una foto durante la costruzione.



Il modello della Airfix soffre di alcuni errori grossolani: per esempio, nel modello i pannelli deflettori dei motori di manovra sono collegati all'Ascent Stage (lo stadio di decollo) e pendono dai cluster di motori, mentre dovrebbero essere uniti al Descent Stage da un telaio, come si nota in questa fotografia del LEM dell'Apollo 11:





Lo si nota più chiaramente nel modello più preciso in scala 1:32 mostrato qui sotto, venduto da Spacemodels.com alla ben più ragguardevole cifra di 3995 dollari. Purtroppo budget e tempo limitato non mi permettono né di acquistare questa versione, né di rimediare al difetto del modello Airfix.





Come riferimento per la colorazione ho usato le seguenti immagini tratte dalla missione Apollo 11.

Dettaglio della foto AS11-40-5962.


Dettaglio della foto AS11-44-6642.


Dettaglio della foto AS11-40-5947.


Dettaglio della foto AS11-40-5929.


Dettaglio della foto AS11-40-5863.


Ecco il risultato finale, con l'aggiunta del rivestimento dorato del Descent Stage mediante lamina metallizzata. Non è modellisticamente perfetto e inevitabilmente sono state necessarie alcune semplificazioni, ma lo scopo del modello è rendere gli ingombri, le ombre e le prospettive, non vincere un concorso di modellismo.





Nella seconda parte di quest'articolo verrà esaminata la ricostruzione dell'ambiente di allunaggio dell'Apollo 11, sulla base della cartografia e delle immagini della missione, tenendo conto anche dell'altezza del sole sull'orizzonte e della sua direzione.

2008/08/08

Mythbusters debunka i lunacomplottisti

di Paolo Attivissimo

Ecco il trailer della puntata di Mythbusters che fra meno di un mese, con l'ausilio di un modello in scala davvero notevole per dimensioni, sbufalerà le teorie dei lunacomplottisti. Un articolo sulla puntata è disponibile su NetworkWorld qui.

Non siamo dunque i soli a prepararci per il quarantennale.