Secondo quanto sostengono i cospirazionisti, la presenza di ombre convergenti o divergenti nelle foto lunari è prova del fatto che le foto stesse sono state scattate alla luce di più sorgenti. Pertanto, dicono, l'allunaggio sarebbe un colossale falso realizzato in uno studio cinematografico.
E' quello che afferma, per esempio, Bart Sibrel nel documentario della Fox Did We Land on the Moon: "Outside in sunlight, shadows always run parallel with one another, so the shadows will never intersect" (a 23:15) mentre vengono mostrate immagini delle missioni Apollo 14 (come quella qui sopra) e Apollo 17 che hanno ombre convergenti. La tesi è stata ripetuta, senza contraddittorio alcuno, anche nel corso del programma Voyager (Raidue, 4 marzo 2009).
Riportiamo di seguito alcuni casi di immagini con ombre non parallele: la prima è tratta dalla missione Apollo 14, le restanti dall'Apollo 17. Durante tutto il corso delle missioni lunari si hanno, comunque, innumerevoli esempi di questo fenomeno.
Prospettiva, questa sconosciuta
Questa argomentazione dimostra, ancora una volta, come i lunacomplottisti ignorino anche i principi basilari di ciò che sostengono e quanto siano poco propensi anche alle verifiche più semplici.
Contrariamente a quanto sostengono, infatti, la divergenza delle ombre non è segno della presenza di più sorgenti di luce ma è principalmente dovuta alla prospettiva, che tende a far convergere visivamente linee che in realtà sono parallele.
Ne sono conferma le seguenti foto, in cui le ombre sembrano non essere parallele proprio per l'effetto prospettico.
Le immagini qui sotto sono state scattate da Paolo Attivissimo nello stesso luogo (vicino a Padova) a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. L'unica sorgente di luce è il sole, e come si vede la convergenza o meno delle ombre dipende esclusivamente dalla direzione di ripresa e quindi dalla prospettiva.
La convergenza delle ombre nelle fotografie non è un fenomeno circoscritto a Padova. Le prime due foto qui sotto mostrano il sito archeologico gozitano di Ggantija, mentre le altre riguardano le statue guerriere di Toltec, Messico.
Ma la medesima scena, illuminata nello stesso modo e semplicemente ripresa da un'altra angolazione, crea l'illusione che le ombre non siano parallele:
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che il terreno lunare è estremamente irregolare e, come è ovvio, le ombre proiettate su un terreno irregolare non sono complanari. Pertanto in simili circostanze non possono essere parallele: né nella realtà, né in foto.
Consideriamo, ad esempio, alcune foto scattate sulla terra su terreni irregolari come le piste per le gare di skateboard o la neve. Come si nota le ombre non sono complanari e non possono essere parallele.
Al termine della nostra analisi, rilanciamo la palla ai complottisti, che ci devono spiegare come sarebbe possibile, nelle loro strampalate teorie, che oggetti illuminati da più sorgenti di luce abbiamo una sola ombra ciascuno; dovrebbero infatti averne più di una.
Basta infatti considerare alcune immagini scattate sotto vari riflettori per vedere che ogni soggetto illuminato proietta più ombre sul terreno. Ne proponiamo di seguito qualche esempio di semplice reperibilità.
L'argomentazione complottista, in questo caso, si rivela quindi un boomerang meraviglioso. Le immagini proposte dai complottisti dimostrano inequivocabilmente che nelle foto lunari esiste una sola fonte di luce: il sole.
Ne sono conferma le seguenti foto, in cui le ombre sembrano non essere parallele proprio per l'effetto prospettico.
Le immagini qui sotto sono state scattate da Paolo Attivissimo nello stesso luogo (vicino a Padova) a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. L'unica sorgente di luce è il sole, e come si vede la convergenza o meno delle ombre dipende esclusivamente dalla direzione di ripresa e quindi dalla prospettiva.
Nella prima foto (qui sotto), le ombre sembrano sostanzialmente parallele: il sole, basso sull'orizzonte, è a destra.
Nella seconda foto, scattata con il sole alle spalle, le ombre convergono molto vistosamente. Eppure non è cambiato nulla: la fonte di luce è sempre una sola ed è la stessa di prima, ossia il sole basso sull'orizzonte. Esattamente come nelle foto degli astronauti lunari.
Nella seconda foto, scattata con il sole alle spalle, le ombre convergono molto vistosamente. Eppure non è cambiato nulla: la fonte di luce è sempre una sola ed è la stessa di prima, ossia il sole basso sull'orizzonte. Esattamente come nelle foto degli astronauti lunari.
La convergenza delle ombre nelle fotografie non è un fenomeno circoscritto a Padova. Le prime due foto qui sotto mostrano il sito archeologico gozitano di Ggantija, mentre le altre riguardano le statue guerriere di Toltec, Messico.
Ecco un altro esempio di ombre convergenti:
Basta inoltre realizzare un modellino che simuli la situazione lunare per capire come stanno le cose. Nell'immagine qui sotto si vede chiaramente che le ombre, prodotte da una singola fonte di luce ad alcuni metri di distanza, sono parallele:
Ma la medesima scena, illuminata nello stesso modo e semplicemente ripresa da un'altra angolazione, crea l'illusione che le ombre non siano parallele:
Le asperità del suolo lunare cambiano le ombre
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che il terreno lunare è estremamente irregolare e, come è ovvio, le ombre proiettate su un terreno irregolare non sono complanari. Pertanto in simili circostanze non possono essere parallele: né nella realtà, né in foto.
Consideriamo, ad esempio, alcune foto scattate sulla terra su terreni irregolari come le piste per le gare di skateboard o la neve. Come si nota le ombre non sono complanari e non possono essere parallele.
Al termine della nostra analisi, rilanciamo la palla ai complottisti, che ci devono spiegare come sarebbe possibile, nelle loro strampalate teorie, che oggetti illuminati da più sorgenti di luce abbiamo una sola ombra ciascuno; dovrebbero infatti averne più di una.
Basta infatti considerare alcune immagini scattate sotto vari riflettori per vedere che ogni soggetto illuminato proietta più ombre sul terreno. Ne proponiamo di seguito qualche esempio di semplice reperibilità.
L'argomentazione complottista, in questo caso, si rivela quindi un boomerang meraviglioso. Le immagini proposte dai complottisti dimostrano inequivocabilmente che nelle foto lunari esiste una sola fonte di luce: il sole.