di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alle donazioni per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!".
Mi è stato segnalato questo video nel quale la traduzione di quello che dice un astronauta durante un’intervista in collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) viene presentata come “LA CONFERMA DEFINITIVA.. DA PARTE DELL'UFFICIALE DELLA ISS” della tesi che non siamo mai andati sulla Luna.
IN BREVE: L’astronauta dice che adesso (“right now”) non abbiamo un veicolo in grado di andare sulla Luna. Non dice che non l’abbiamo mai avuto. Per interpretare le sue parole come dichiarazione che non siamo mai andati sulla Luna bisogna essere asini in inglese oppure in malafede.
IN DETTAGLIO: L’astronauta è lo statunitense Terry Virts. Accanto a Virts c’è l’italiana Samantha Cristoforetti. I sottotitoli dicono che le dichiarazioni risalgono a marzo 2015 e attribuiscono il video al sito Luogocomune.net.
Questa è la trascrizione fedele delle parole di Virts, fatta da un madrelingua inglese (io): “Well, that’s a great question. The plan that NASA has is to build a rocket called SLS, which is a heavy lift rocket. It’s something that is much bigger than what we have today, and it will be able to launch the Orion capsule with humans on board as well as landers or other components to destinations beyond Earth orbit. Right now we only can fly in Earth orbit, that’s the farthest that we can go, and this new system that we’re building is gonna allow us to go beyond and hopefully take humans into the Solar System to explore. So the Moon, Mars, asteroids... there’s a lot of destinations that we could go to and we’re building these building-block components in order to allow us to do that eventually”.
I sottotitoli gli attribuiscono queste parole: “Ottima domanda! La NASA sta progettando di costruire un razzo chiamato SLS, un razzo per carichi pesanti che è molto più grande di quelli che abbiamo oggi. Sarà in grado di lanciare la capsula Orion con uomini a bordo oltre che a veicoli per atterrare [sui pianeti], ed altri strumenti verso destinazioni al di là dell’orbita terrestre. Attualmente siamo in grado di volare solo nell’orbita terrestre, più lontano di così non possiamo andare. Il nuovo sistema che stiamo costruendo ci permetterà di andare oltre e speriamo che possa portare degli uomini ad esplorare il sistema solare. La luna, marte [sic], gli asteroidi, ci sono molte destinazioni che potremmo raggiungere e stiamo costruendo i vari pezzi che ci permetteranno un giorno di farlo”.
Virts specifica molto chiaramente che in questo momento (“right now”) non disponiamo di veicoli in grado di volare oltre l’orbita terrestre. I sottotitoli concordano: “Attualmente siamo in grado di volare solo nell’orbita terrestre”. Questo non vuol dire che non li abbiamo mai avuti: anzi, la precisazione “right now” (“attualmente”) crea una distinzione rispetto ad altri momenti (il passato). In altre parole, indica che Virts ci tiene a ricordare che prima li avevamo.
Lungi dall’essere la “conferma definitiva” delle tesi di cospirazione, questo video conferma che i lunacomplottisti sono disposti a travisare e distorcere grossolanamente qualunque dichiarazione pur di adattarla ai loro preconcetti.
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2016/05/15
2009/02/10
Visiere graffiate improbabili? Càpitano anche sulla Stazione Spaziale
di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Spesso nelle foto lunari si scorgono nei caschi degli astronauti dei riflessi che i lunacomplottisti interpretano come riflettori o altri elementi del set della messinscena.
Per esempio, questa foto di Pete Conrad (Apollo 12), scattata da Alan Bean, catalogata come AS12-48-7071, viene spesso citata per segnalare la presenza di un "oggetto impossibile" riflesso nella parte superiore della visiera:
In realtà esaminando l'immagine in alta risoluzione si nota che si tratta di una chiazza irregolare, presumibilmente dovuta ai graffi prodotti dalla polvere lunare molto abrasiva che gli astronauti finivano per trovarsi sui guanti, che poi venivano portati alla visiera per regolarne i parasole (le alette bianche laterali sopra la visiera).
Alcuni sono increduli di fronte a questa spiegazione, perché ritengono erroneamente che i caschi degli astronauti siano fatti di qualche materiale fantascientifico, antigraffio e indistruttibile. Ma quest'autoritratto dell'astronauta Michael Fincke, scattato recentissimamente (il 23 dicembre 2008) puntando la fotocamera verso il proprio casco durante una passeggiata spaziale all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale, mostra quanto siano delicati i rivestimenti protettivi (predisposti contro i raggi ultravioletti e l'eccessiva luminosità del sole) dei caschi:

Se questo è quello che succede a una visiera in un ambiente come quello della Stazione Spaziale Internazionale, non è difficile immaginare gli effetti di una polvere abrasiva come quella lunare, che non ha subito lo smussamento dovuto agli agenti atmosferici.
L'originale ad alta risoluzione della foto di Fincke qui sopra è scaricabile qui su Nasa.gov.
La passeggiata spaziale di Luca Parmitano del 9 luglio 2013 ci ha regalato delle belle foto, fra le quali spicca questo autoscatto della visiera di Parmitano. Notate quanto è graffiata. In alto a destra, nel dettaglio della foto, si nota una macchia estesa molto simile a quella visibile nella foto di Alan Bean.
Spesso nelle foto lunari si scorgono nei caschi degli astronauti dei riflessi che i lunacomplottisti interpretano come riflettori o altri elementi del set della messinscena.
Per esempio, questa foto di Pete Conrad (Apollo 12), scattata da Alan Bean, catalogata come AS12-48-7071, viene spesso citata per segnalare la presenza di un "oggetto impossibile" riflesso nella parte superiore della visiera:
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Alan Bean sulla Luna. |
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Dettaglio della foto precedente. |
In realtà esaminando l'immagine in alta risoluzione si nota che si tratta di una chiazza irregolare, presumibilmente dovuta ai graffi prodotti dalla polvere lunare molto abrasiva che gli astronauti finivano per trovarsi sui guanti, che poi venivano portati alla visiera per regolarne i parasole (le alette bianche laterali sopra la visiera).
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Ulteriore ingrandimento del dettaglio della foto precedente. |
Alcuni sono increduli di fronte a questa spiegazione, perché ritengono erroneamente che i caschi degli astronauti siano fatti di qualche materiale fantascientifico, antigraffio e indistruttibile. Ma quest'autoritratto dell'astronauta Michael Fincke, scattato recentissimamente (il 23 dicembre 2008) puntando la fotocamera verso il proprio casco durante una passeggiata spaziale all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale, mostra quanto siano delicati i rivestimenti protettivi (predisposti contro i raggi ultravioletti e l'eccessiva luminosità del sole) dei caschi:

Se questo è quello che succede a una visiera in un ambiente come quello della Stazione Spaziale Internazionale, non è difficile immaginare gli effetti di una polvere abrasiva come quella lunare, che non ha subito lo smussamento dovuto agli agenti atmosferici.
L'originale ad alta risoluzione della foto di Fincke qui sopra è scaricabile qui su Nasa.gov.
2013/07/11
La passeggiata spaziale di Luca Parmitano del 9 luglio 2013 ci ha regalato delle belle foto, fra le quali spicca questo autoscatto della visiera di Parmitano. Notate quanto è graffiata. In alto a destra, nel dettaglio della foto, si nota una macchia estesa molto simile a quella visibile nella foto di Alan Bean.
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Credit: NASA |
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Dettaglio della foto precedente. Credit: NASA |
2009/01/26
Perché nelle foto lunari non ci sono le stelle?
di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Capita spesso di sentir dire, non solo dai lunacomplottisti ma da molte persone comuni, che le foto degli sbarchi lunari sono false perché mancano le stelle nel cielo:
Dato che sulla Luna non c'è atmosfera, secondo questa teoria, le stelle dovrebbero essere ben visibili nelle foto anche durante il giorno lunare. I lunacomplottisti argomentano che non ci sono le stelle perché alla NASA si dimenticarono di metterle durante la creazione delle foto. La mancanza di stelle dimostrerebbe quindi che le immagini sono false e che fu tutta una messinscena.
In altre parole, i sostenitori della teoria della messinscena vorrebbero farvi credere che alla NASA avrebbero affidato la falsificazione più politicamente importante della storia a gente così cretina da dimenticarsi di mettere le stelle nelle foto.
Infatti soltanto chi non sa nulla di fotografia può sostenere un'argomentazione così ridicola. Il fatto che molti lunacomplottisti la sostengano dimostra solo una cosa: quanto siano incompetenti personaggi come Kaysing nell'argomento di cui parlano con tanta apparente sicurezza.
La spiegazione reale è molto semplice: le stelle non si vedono praticamente mai nelle foto sulla Luna perché non si devono vedere. E' questione di tecnica fotografica di base.
Infatti le stelle sono fioche rispetto al suolo lunare, illuminato a giorno dal sole. Per fare le foto senza sovraesporre il suolo, bisogna chiudere molto il diaframma dell'obiettivo (la parte dell'obiettivo che regola la quantità di luce che colpisce la pellicola) e usare un tempo di posa (il tempo per il quale la pellicola è esposta alla luce) molto breve, in modo da far entrare poca luce. Facendo entrare poca luce, però, non si fa entrare a sufficienza la luce fioca delle stelle. Quindi le stelle, nelle foto della superficie lunare, non si vedono quasi mai.
Se le si vuol vedere, bisogna aprire il diaframma della macchina fotografica e usare tempi di posa lunghi, nel qual caso però si sovraespone il suolo, che diventa tutto bianco. Ma agli astronauti interessava fotografare il paesaggio della Luna, non le stelle, per cui hanno esposto la pellicola per il tempo e con il diaframma che servivano per fotografare correttamente il suolo.
Potete verificare voi stessi questo principio in un modo molto semplice. Andate fuori di notte, quando ci sono in cielo le stelle, e guardate il cielo. Poi illuminate con una torcia una persona che vi sta davanti e guardatela. Non vedrete più le stelle, perché l'occhio si sarà adattato alla luce intensa che c'è in primo piano e quindi avrà escluso quella fioca delle stelle.
Lo stesso vale per le fotocamere: ripetete la prova con una macchina fotografica (digitale o a pellicola, fa poca differenza). Scoprirete che se esponete correttamente la foto in modo da vedere la persona illuminata, le stelle scompaiono; se esponete la foto in modo da far vedere le stelle (sarà necessario un tempo di posa di qualche secondo), la persona è fortemente sovraesposta.
Se neppure questo vi convince, date un'occhiata alle foto fatte nello spazio dagli astronauti di altre missioni spaziali. Anche lì non ci sono stelle: sono dunque falsificate anche queste immagini?


La foto qui sotto è particolarmente significativa perché fu scattata durante la missione che portò nello spazio per la seconda volta l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Anche lui fa parte del complotto?
Una veduta del vano di carico della navetta spaziale Endeavour durante la missione STS-100, aprile-maggio 2001. Anche qui, niente stelle.
Le stelle mancano anche in questa foto, che ritrae l'astronauta svizzero Claude Nicollier durante una passeggiata spaziale all'esterno dello Shuttle nel 1999:
Claude Nicollier, nel vuoto dello spazio, lavora sulla navetta spaziale Discovery, nel dicembre del 1999. Anche qui, niente stelle.
Le stelle non ci sono sia nelle foto recenti, come quelle mostrate qui sopra, ma non ci sono neppure in quelle d'epoca, anche prima dello sbarco sulla Luna. La foto qui sotto ritrae la prima passeggiata spaziale da parte di un astronauta statunitense, Ed White, durante la missione Gemini 4 nel 1965. Anche qui, guarda caso, niente stelle.

Esistono comunque alcune immagini scattate nello spazio che mostrano le stelle. Questo non vuol dire che le stelle si dovrebbero vedere sempre: vuol dire semplicemente che quelle foto sono state scattate usando un tempo di posa lungo e un diaframma molto aperto, in modo da raccogliere più luce e quindi impressionare sulla pellicola oggetti fiochi, come appunto le stelle.
Per esempio, l'immagine qui sotto fu scattata durante la missione STS-35 dello Shuttle Columbia a dicembre del 1990 e mostra chiaramente la costellazione di Orione. Le stelle sono visibili perché la foto fu fatta con un tempo di posa lungo allo scopo di mostrare l'apparato che si vede nella foto (un telescopio sensibile ai raggi ultravioletti e X), che appare ben luminoso ma che al momento dello scatto era in realtà illuminato soltanto dal chiaro di Luna, mentre lo Shuttle viaggiava sopra il lato in ombra della Terra.

L'immagine qui sotto, la ISS016-E-26695, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale l'1/2/2008, mostra l'aurora boreale vista dallo spazio. Per poter catturare la sua luce relativamente fioca, il fotografo ha usato un tempo di posa lungo, che permette di vedere le stelle ma le rende "mosse" per via del moto della stazione. L'oggetto allungato in basso a sinistra è uno dei pannelli solari della stazione.

La fotografia qui sotto, datata 2009, proviene anch'essa dalla Stazione Spaziale Internazionale e mostra l'aurora e l'airglow (la luminescenza naturale dell'atmosfera) sopra l'Oceano Indiano. Anche qui il tempo di posa è molto lungo, tanto che le stelle sono mosse e la superficie della Terra è fiocamente visibile nonostante non sia illuminata dal sole (fonte: Boston Globe).

L'immagine qui sotto sembra contraddire quanto detto fin qui: la superficie della Luna è esposta correttamente, eppure in cielo sono visibili le stelle.

Ma la contraddizione è soltanto apparente, perché la luce che illumina la Luna non è quella del Sole, bensì quella solare riflessa dalla Terra (l'equivalente lunare del "chiaro di luna" terrestre), che è assai più fioca. Il "Sole" che brilla nel cielo è in realtà il pianeta Venere, fortemente sovraesposto. L'immagine fu scattata dalla sonda Clementine nel 1994, come descritto in dettaglio qui.
In realtà non è del tutto vero che nelle immagini delle missioni Apollo mancano completamente le stelle. Infatti anche in queste missioni furono scattate foto che immortalarono alcuni corpi celesti. Per esempio, durante la missione Apollo 16, il 21 aprile 1972, fu scattata questa fotografia, AS16-123-19657, usando un telescopio e una speciale pellicola sensibili al lontano ultravioletto:

Una versione ruotata ed etichettata identifica le singole stelle delle costellazioni del Capricorno e dell'Acquario. Il corpo celeste rotondo al centro è la Terra, adornata da due fasce di aurora che s'incrociano. Notate che la Terra è una macchia bianca indistinta, perché è sovraesposta.

Nel corso della missione Apollo 14, invece, fu fotografata Venere, che è molto più luminosa di qualsiasi altra stella (tanto che è visibile anche di giorno, sulla Terra, se si sa dove guardare). L'astronauta Alan Shepard, al termine della seconda passeggiata sul suolo lunare, si accorse di Venere che splendeva accanto a una falce di Terra e scattò una serie di fotografie con varie regolazioni di posa. Due di queste, AS14-64-9191 (qui sotto, cliccabile per ingrandirla) e AS14-64-9192, mostrano un puntino accanto alla falce di Terra.

Il puntino è a malapena visibile nell'immagine originale ed è evidenziato nei dettagli qui sotto, nei quali è stata esagerata l'esposizione mediante un'elaborazione digitale.

La Terra, estremamente luminosa e quindi ben visibile anche in fotografie scattate con tempi di posa brevi, è stata fotografata più volte dagli astronauti lunari, sia dall'orbita lunare, sia dalla superficie del nostro satellite. Oltre alle celebri foto del "sorgere" della Terra visto dalla Luna (in realtà il movimento fu prodotto dallo spostamento del veicolo spaziale che orbitava intorno alla Luna), ci sono foto come questa, la AS17-134-20384, scattata durante la missione Apollo 17 a dicembre del 1972, che ritrae Harrison Schmitt accanto alla bandiera degli Stati Uniti:

Ecco un dettaglio della foto precedente:

Ecco come Massimo Mazzucco, strenuo sostenitore della falsificazione degli sbarchi lunari, smentisce la teoria delle stelle mancanti sul suo sito Luogocomune.net:

Ipse dixit.

Perché nelle fotografie di tutte le missioni Apollo le sole stelle visibili sono quelle della bandiera americana?
– Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, edizione italiana, pagina 61.
Dato che sulla Luna non c'è atmosfera, secondo questa teoria, le stelle dovrebbero essere ben visibili nelle foto anche durante il giorno lunare. I lunacomplottisti argomentano che non ci sono le stelle perché alla NASA si dimenticarono di metterle durante la creazione delle foto. La mancanza di stelle dimostrerebbe quindi che le immagini sono false e che fu tutta una messinscena.
In altre parole, i sostenitori della teoria della messinscena vorrebbero farvi credere che alla NASA avrebbero affidato la falsificazione più politicamente importante della storia a gente così cretina da dimenticarsi di mettere le stelle nelle foto.
Infatti soltanto chi non sa nulla di fotografia può sostenere un'argomentazione così ridicola. Il fatto che molti lunacomplottisti la sostengano dimostra solo una cosa: quanto siano incompetenti personaggi come Kaysing nell'argomento di cui parlano con tanta apparente sicurezza.
La spiegazione reale è molto semplice: le stelle non si vedono praticamente mai nelle foto sulla Luna perché non si devono vedere. E' questione di tecnica fotografica di base.
Infatti le stelle sono fioche rispetto al suolo lunare, illuminato a giorno dal sole. Per fare le foto senza sovraesporre il suolo, bisogna chiudere molto il diaframma dell'obiettivo (la parte dell'obiettivo che regola la quantità di luce che colpisce la pellicola) e usare un tempo di posa (il tempo per il quale la pellicola è esposta alla luce) molto breve, in modo da far entrare poca luce. Facendo entrare poca luce, però, non si fa entrare a sufficienza la luce fioca delle stelle. Quindi le stelle, nelle foto della superficie lunare, non si vedono quasi mai.
Se le si vuol vedere, bisogna aprire il diaframma della macchina fotografica e usare tempi di posa lunghi, nel qual caso però si sovraespone il suolo, che diventa tutto bianco. Ma agli astronauti interessava fotografare il paesaggio della Luna, non le stelle, per cui hanno esposto la pellicola per il tempo e con il diaframma che servivano per fotografare correttamente il suolo.
Potete verificare voi stessi questo principio in un modo molto semplice. Andate fuori di notte, quando ci sono in cielo le stelle, e guardate il cielo. Poi illuminate con una torcia una persona che vi sta davanti e guardatela. Non vedrete più le stelle, perché l'occhio si sarà adattato alla luce intensa che c'è in primo piano e quindi avrà escluso quella fioca delle stelle.
Lo stesso vale per le fotocamere: ripetete la prova con una macchina fotografica (digitale o a pellicola, fa poca differenza). Scoprirete che se esponete correttamente la foto in modo da vedere la persona illuminata, le stelle scompaiono; se esponete la foto in modo da far vedere le stelle (sarà necessario un tempo di posa di qualche secondo), la persona è fortemente sovraesposta.
Se neppure questo vi convince, date un'occhiata alle foto fatte nello spazio dagli astronauti di altre missioni spaziali. Anche lì non ci sono stelle: sono dunque falsificate anche queste immagini?

ISS016-E-029502. L'astronauta statunitense Rex Walheim durante una passeggiata spaziale fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale, 15 febbraio 2008. Non ci sono stelle visibili.

S122-E-010982. La Stazione Spaziale Internazionale, in orbita intorno alla Terra, si staglia contro un cielo privo di stelle. 18 febbraio 2008.
La foto qui sotto è particolarmente significativa perché fu scattata durante la missione che portò nello spazio per la seconda volta l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Anche lui fa parte del complotto?

Le stelle mancano anche in questa foto, che ritrae l'astronauta svizzero Claude Nicollier durante una passeggiata spaziale all'esterno dello Shuttle nel 1999:

Le stelle non ci sono sia nelle foto recenti, come quelle mostrate qui sopra, ma non ci sono neppure in quelle d'epoca, anche prima dello sbarco sulla Luna. La foto qui sotto ritrae la prima passeggiata spaziale da parte di un astronauta statunitense, Ed White, durante la missione Gemini 4 nel 1965. Anche qui, guarda caso, niente stelle.

S65-34635. Ed White compie una passeggiata spaziale fuori dalla capsula Gemini 4, 3 giugno 1965.
Ma qualche stella in qualche foto spaziale c'è
Esistono comunque alcune immagini scattate nello spazio che mostrano le stelle. Questo non vuol dire che le stelle si dovrebbero vedere sempre: vuol dire semplicemente che quelle foto sono state scattate usando un tempo di posa lungo e un diaframma molto aperto, in modo da raccogliere più luce e quindi impressionare sulla pellicola oggetti fiochi, come appunto le stelle.
Per esempio, l'immagine qui sotto fu scattata durante la missione STS-35 dello Shuttle Columbia a dicembre del 1990 e mostra chiaramente la costellazione di Orione. Le stelle sono visibili perché la foto fu fatta con un tempo di posa lungo allo scopo di mostrare l'apparato che si vede nella foto (un telescopio sensibile ai raggi ultravioletti e X), che appare ben luminoso ma che al momento dello scatto era in realtà illuminato soltanto dal chiaro di Luna, mentre lo Shuttle viaggiava sopra il lato in ombra della Terra.

L'immagine qui sotto, la ISS016-E-26695, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale l'1/2/2008, mostra l'aurora boreale vista dallo spazio. Per poter catturare la sua luce relativamente fioca, il fotografo ha usato un tempo di posa lungo, che permette di vedere le stelle ma le rende "mosse" per via del moto della stazione. L'oggetto allungato in basso a sinistra è uno dei pannelli solari della stazione.

La fotografia qui sotto, datata 2009, proviene anch'essa dalla Stazione Spaziale Internazionale e mostra l'aurora e l'airglow (la luminescenza naturale dell'atmosfera) sopra l'Oceano Indiano. Anche qui il tempo di posa è molto lungo, tanto che le stelle sono mosse e la superficie della Terra è fiocamente visibile nonostante non sia illuminata dal sole (fonte: Boston Globe).

L'immagine qui sotto sembra contraddire quanto detto fin qui: la superficie della Luna è esposta correttamente, eppure in cielo sono visibili le stelle.

Ma la contraddizione è soltanto apparente, perché la luce che illumina la Luna non è quella del Sole, bensì quella solare riflessa dalla Terra (l'equivalente lunare del "chiaro di luna" terrestre), che è assai più fioca. Il "Sole" che brilla nel cielo è in realtà il pianeta Venere, fortemente sovraesposto. L'immagine fu scattata dalla sonda Clementine nel 1994, come descritto in dettaglio qui.
Stelle (e pianeti) anche nelle missioni Apollo
In realtà non è del tutto vero che nelle immagini delle missioni Apollo mancano completamente le stelle. Infatti anche in queste missioni furono scattate foto che immortalarono alcuni corpi celesti. Per esempio, durante la missione Apollo 16, il 21 aprile 1972, fu scattata questa fotografia, AS16-123-19657, usando un telescopio e una speciale pellicola sensibili al lontano ultravioletto:

Una versione ruotata ed etichettata identifica le singole stelle delle costellazioni del Capricorno e dell'Acquario. Il corpo celeste rotondo al centro è la Terra, adornata da due fasce di aurora che s'incrociano. Notate che la Terra è una macchia bianca indistinta, perché è sovraesposta.

Nel corso della missione Apollo 14, invece, fu fotografata Venere, che è molto più luminosa di qualsiasi altra stella (tanto che è visibile anche di giorno, sulla Terra, se si sa dove guardare). L'astronauta Alan Shepard, al termine della seconda passeggiata sul suolo lunare, si accorse di Venere che splendeva accanto a una falce di Terra e scattò una serie di fotografie con varie regolazioni di posa. Due di queste, AS14-64-9191 (qui sotto, cliccabile per ingrandirla) e AS14-64-9192, mostrano un puntino accanto alla falce di Terra.

Il puntino è a malapena visibile nell'immagine originale ed è evidenziato nei dettagli qui sotto, nei quali è stata esagerata l'esposizione mediante un'elaborazione digitale.

La Terra, estremamente luminosa e quindi ben visibile anche in fotografie scattate con tempi di posa brevi, è stata fotografata più volte dagli astronauti lunari, sia dall'orbita lunare, sia dalla superficie del nostro satellite. Oltre alle celebri foto del "sorgere" della Terra visto dalla Luna (in realtà il movimento fu prodotto dallo spostamento del veicolo spaziale che orbitava intorno alla Luna), ci sono foto come questa, la AS17-134-20384, scattata durante la missione Apollo 17 a dicembre del 1972, che ritrae Harrison Schmitt accanto alla bandiera degli Stati Uniti:

Ecco un dettaglio della foto precedente:

Persino qualche lunacomplottista l'ha capita
Ecco come Massimo Mazzucco, strenuo sostenitore della falsificazione degli sbarchi lunari, smentisce la teoria delle stelle mancanti sul suo sito Luogocomune.net:
[mia domanda a Mazzucco:] Massimo, visto che è una questione schiettamente fotografica e tu sei del mestiere, gliela spieghi tu una volte per tutte che le stelle NON CI DEVONO ESSERE nelle foto della superficie lunare? Così almeno questa la togliamo di mezzo?
Glielo ho già detto mille volte, Paolo, giuro sui miei figli. Ma deve essere qualcosa più forte di loro, perchè mi ignorano regolarmente. L'ultima volte ho pur spiegato la cosa coi diaframmi e i tempi di posa: se in sole fotografi a 1/250 f8-11, e se calcoli che ogni unità del diaframma equivale a un raddoppio del tempo di posa....
Niente. Non passa, ed è proprio una delle cose che fa più danno alla tesi MoonHoax.

Ipse dixit.
2009/01/25
Visita guidata alla Stazione Spaziale Internazionale
di Paolo Attivissimo
Un paio di giorni fa, l'astronauta Mike Fincke ha girato un video in cui presenta in dettaglio al pubblico, in alta definizione, gli interni della Stazione Spaziale Internazionale, e lo fa senza troppe cerimonie, mostrando e descrivendo, con la voce nasale dovuta alla congestione dei fluidi del corpo da microgravità, l'incredibile caos strutturato che regna a bordo (ci sono lavori in corso) e anche le parti meno conosciute e nobili della struttura: compreso, ovviamente, il mitico gabinetto.
La visita guidata è estremamente affascinante per qualunque nerd spaziale e al tempo stesso assolutamente claustrofobica (la parte in cui Fincke visita la Soyuz è da angoscia: tre persone passano due giorni lì dentro?). Spicca l'uso di tutte le superfici disponibili per alloggiare apparecchiature e immagazzinare materiali, compresi il "soffitto" e il "pavimento": concetti molto relativi, in un ambiente in cui si fluttua in assenza di peso. Cavi dappertutto, scritte in cirillico miste ad etichette in inglese piene di acronimi, file su file di apparati tecnici. Roba da disorientamento immediato. Il tutto è però compensato dalle vedute incredibili della Terra che Fincke ci offre dagli oblò, simili a questa (non tratta dal video):

Fincke mostra anche uno degli access point wifi della Stazione (immagine qui sotto): la rete più veloce del mondo, visto che va a 28.000 km/h. E' curioso vedere a bordo di un veicolo spaziale un oggetto così banale. Per non parlare della riconoscibilissima stampante appiccicata a una parete.

Il video è stato trasmesso da Nasa TV e una sua versione a risoluzione normale è disponibile su Youtube (prima parte; seconda parte; terza parte; quarta parte).
A proposito di ISS, USA Today ha pubblicato un grafico interattivo animato (immagine qui sotto) della sua costruzione e struttura. Questo è quello che fanno per la scienza i giornali generalisti esteri. A quando qualcosa di paragonabile dalle nostre parti?

La visita guidata è estremamente affascinante per qualunque nerd spaziale e al tempo stesso assolutamente claustrofobica (la parte in cui Fincke visita la Soyuz è da angoscia: tre persone passano due giorni lì dentro?). Spicca l'uso di tutte le superfici disponibili per alloggiare apparecchiature e immagazzinare materiali, compresi il "soffitto" e il "pavimento": concetti molto relativi, in un ambiente in cui si fluttua in assenza di peso. Cavi dappertutto, scritte in cirillico miste ad etichette in inglese piene di acronimi, file su file di apparati tecnici. Roba da disorientamento immediato. Il tutto è però compensato dalle vedute incredibili della Terra che Fincke ci offre dagli oblò, simili a questa (non tratta dal video):

Fincke mostra anche uno degli access point wifi della Stazione (immagine qui sotto): la rete più veloce del mondo, visto che va a 28.000 km/h. E' curioso vedere a bordo di un veicolo spaziale un oggetto così banale. Per non parlare della riconoscibilissima stampante appiccicata a una parete.

Il video è stato trasmesso da Nasa TV e una sua versione a risoluzione normale è disponibile su Youtube (prima parte; seconda parte; terza parte; quarta parte).
A proposito di ISS, USA Today ha pubblicato un grafico interattivo animato (immagine qui sotto) della sua costruzione e struttura. Questo è quello che fanno per la scienza i giornali generalisti esteri. A quando qualcosa di paragonabile dalle nostre parti?

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