di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2017/11/08.
Soltanto 24 persone al mondo hanno lasciato l'orbita terrestre e volato verso la Luna: tutte sono uomini statunitensi. Le missioni
Apollo 8,
10 e
13 circumnavigarono la Luna; le missioni
Apollo 11,
12,
14,
15,
16 e
17 vi sbarcarono due astronauti ciascuna. Nessuna donna e nessuna persona di etnia non bianca fece parte di questi 24.
Dei 24 astronauti circumlunari, ne sono vivi ancora 14: Frank Borman (Apollo 8), William Anders (8), James Lovell (8 e 13), Thomas Stafford (10), John Young (10 e 16), Buzz Aldrin (11), Michael Collins (11), Alan Bean (12), Fred Haise (13), David Scott (15), Alfred Worden (15), Charles Duke (16), Ken Mattingly (16), Harrison Schmitt (17). Dieci sono deceduti: Neil Armstrong (11), Charles Conrad (12), Richard Gordon (12), John Swigert (13), Alan Shepard (14), Stuart Roosa (14), James Irwin (15), Ron Evans (17), Eugene Cernan (10 e 17), Edgar Mitchell (14).
Dei 12 uomini che camminarono sulla Luna, ne sono vivi ancora 6: Buzz Aldrin (Apollo 11), Alan Bean (12), David Scott (15), John Young e Charles Duke (16), Harrison Schmitt (17). Ci hanno lasciato Neil Armstrong (11), Charles Conrad (12), Alan Shepard (14), James Irwin (15), Edgar Mitchell (14), Eugene Cernan (17).
Tre astronauti volarono verso la Luna due volte: James Lovell (Apollo 8 e 13), John Young (Apollo 10 e 16) e Gene Cernan (Apollo 10 e 17).
Due viaggi, zero allunaggi. Jim Lovell fu l'unico astronauta che volò verso la Luna due volte e che per due volte non vi mise piede. La prima fu durante la missione
Apollo 8, che aveva il compito di circumnavigare la Luna e non poteva sbarcarvi; la seconda fu durante la missione
Apollo 13, che aveva in programma di allunare ma ebbe un guasto che costrinse l'equipaggio a rientrare fortunosamente dopo aver girato intorno alla Luna.
Niente foto di Collins durante l'Apollo 11? Mica vero. È abbastanza diffusa anche fra gli storici delle missioni spaziali la credenza che non ci siano fotografie di Michael Collins scattate durante il volo dell'
Apollo 11. Lo dichiarano per esempio fonti solitamente affidabili, come i
NASA Mission Reports di Robert Godwin (Volume One, pagg. 128-129, nelle tavole a colori) o il documentario BBC
Triumph and Tragedy (prima puntata, 54:30), ma non è così. Una versione precedente di quest'articolo, fidandosi di queste fonti, segnalava questa curiosità. In realtà esiste la foto
AS11-36-5292, che ritrae Collins un'ora e dieci dopo il decollo, come annotato nell'
Apollo Flight Journal.
Esiste soltanto una fotografia decente di Neil Armstrong durante l'escursione sulla superficie lunare, e fino al 1987 si pensava che anche quella ritraesse Aldrin. Includendo anche le immagini sottoesposte e quelle in cui si vede anche soltanto una parte dell'astronauta, le foto lunari di Armstrong sono in tutto
sei, più i fotogrammi della cinepresa 16 mm che registrò parte dell'escursione lunare.
L'unico scapolo fra gli astronauti Apollo fu John "Jack" Swigert (
Apollo 13), morto nel 1982.
Soltanto l'orologio Omega Speedmaster di Aldrin andò fuori sulla Luna durante Apollo 11. Entrambi gli astronauti della missione
Apollo 11 avevano in dotazione uno di questi orologi, ma soltanto quello di Buzz Aldrin fu indossato durante l'escursione lunare. Quello del compagno Armstrong rimase a bordo per decisione di Armstrong stesso: voleva essere sicuro di avere almeno un orologio funzionante in caso d'emergenza (il decollo doveva avvenire a un'ora molto precisa per poter effettuare il rendezvous con il modulo di comando e servizio e tornare sulla Terra). Per cui il primo orologio da polso sulla Luna vi fu portato dal secondo uomo a posarvi piede.
Una piscinetta al secondo. Ogni secondo, i cinque motori F-1 del primo stadio del missile Saturn V consumavano 13.320 kg, pari a 8440 litri, di kerosene e ossigeno liquido (29.364,5 libbre, pari a 2230 galloni USA; dati tratti da
Apollo 11 - The Nasa Mission Reports - Volume One, pag. 65;
Apollo 12 Press Kit, pag. 50). 8440 litri equivalgono a una piscinetta da giardino da 2 x 4 metri e profonda 1 m.
Buste clandestine. Gli astronauti della missione Apollo 15, David Scott, Alfred Worden e James Irwin, portarono sulla Luna 398 buste affrancate senza informare la NASA, in aggiunta alle 243 buste autorizzate. Lo fecero per conto di H. Walter Eiermann, che a sua volta agiva per conto di un filatelista tedesco, Hermann Sieger, con l'intesa che 100 delle buste clandestine sarebbero state cedute dagli astronauti a Eiermann in cambio di 7000 dollari per ciascun astronauta e le altre 298 sarebbero state conservate dai membri dell'equipaggio come souvenir personali. Eiermann, però, vendette a Sieger le proprie buste, e Sieger le mise pubblicamente in vendita poco dopo la missione. Dato che lo sfruttamento economico delle missioni spaziali da parte degli equipaggi era severamente proibito, ne nacque uno scandalo che coinvolse anche il collega Jack Swigert (Apollo 13). Swigert, Scott e Worden furono rimossi dal servizio come astronauti; Irwin si dimise per diventare sacerdote cristiano (fonti:
Nasa News Release 72-189;
The Apollo 15 "Sieger" Covers presso Collectspace.com).
Playmate sulla Luna. Le
checklist da polso, librettini con promemoria delle operazioni da svolgere indossati dagli astronauti durante le escursioni lunari, contenevano spesso, fra le varie pagine delle fotocopie di foto delle conigliette di
Playboy senza veli, inserite a sorpresa dai colleghi.
La scaldina atomica. Il sismometro portato sulla Luna dagli astronauti dell'Apollo 11 per trasmettere dati dopo la loro partenza sarebbe gelato nella lunga notte lunare (che dura 340 ore), per cui fu dotato di due riscaldatori a plutonio 238. Il decadimento dei 68 grammi complessivi di materiale radioattivo generava calore sufficiente ad evitare che il sismometro scendesse sotto i -53°C (fonte:
Apollo 11 - The Nasa Mission Reports - Volume One, pag. 84).
Rientri di precisione. Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna, detiene il record assoluto per il rientro meno preciso. Durante la missione Gemini 8 (una missione non lunare), un grave problema a bordo costrinse Armstrong ad interrompere anticipatamente la missione. Era atteso nei Caraibi, ma ammarò vicino a Okinawa (fonte:
11th Annual Naval Aviation Symposium, The National Museum of Naval Aviation, Pensacola, Florida, 18 May 1997).
Record di velocità. La massima velocità mai raggiunta da esseri umani è
39.937 km/h, durante il rientro nell'atmosfera della capsula dell'
Apollo 10.
Incontinenza forzata. Il primo astronauta a farsi la pipì addosso fu Alan Shepard, durante la missione
Freedom 7 del progetto Mercury, il 5 maggio 1961, quando divenne anche il primo americano a volare nello spazio. I continui problemi tecnici durante il conto alla rovescia lo fecero restare chiuso a bordo della capsula per ore. Il suo volo suborbitale doveva durare soltanto quindici minuti, per cui non era previsto un sistema di gestione delle esigenze urinarie, che si fecero sempre più pressanti col passare delle ore. Piuttosto che annullare il lancio, Shepard, d'accordo con i responsabili del lancio, decise di orinare dentro la tuta e volò con la schiena inzuppata.
A corto di carburante per evitare scherzi. La missione
Apollo 10 volò intorno alla Luna e il suo modulo lunare scese fino a 15,6 km dalla superficie: non era previsto un allunaggio. Secondo il pilota del modulo lunare, Gene Cernan, avrebbero potuto allunare, anticipando quindi Armstrong e Aldrin, ma per evitare tentazioni il veicolo fu fornito di carburante insufficiente per ripartire dalla Luna (fonte:
11th Annual Naval Aviation Symposium, The National Museum of Naval Aviation, Pensacola, Florida, 18 May 1997).
Equilibrio da ballerina. Il motore a razzo dello stadio di risalita del modulo lunare non era orientabile (senza
gimbaling) e quindi il veicolo doveva essere perfettamente bilanciato, altrimenti i piccoli razzi di manovra (disposti in quattro gruppi di quattro agli angoli del veicolo) non sarebbero riusciti a compensare gli squilibri e il decollo sarebbe stato impossibile. Per questo motivo fu necessario tenere traccia di dove veniva collocata ogni singola roccia lunare nei vari contenitori sparsi per l'abitacolo, e replicare a terra la situazione sulla Luna mediante un modello computerizzato (Chuck Deiterich,
retrofire officer, in
Popular Mechanics).
Tripletta spaziale ticinese. L'unico astronauta ad aver volato in tutti e tre i primi programmi spaziali statunitensi (
Mercury,
Gemini e
Apollo) fu Wally Schirra, morto nel 2007. Volò sulla
Sigma 7 del progetto
Mercury, sulla
Gemini 6 e sulla
Apollo 7 (
NASA.gov). I suoi genitori nacquero in Canton Ticino, a Loco (
La Regione Ticino, 12/7/2008, p. 2).
Predestinazione? Il cognome da nubile della madre dell'astronauta Buzz Aldrin, uno dei primi due a posare piede sulla Luna, era
Moon (
Buzzaldrin.com).
Modestia lunare. Il primo stemma di una missione Apollo che non riporta i nomi dei tre astronauti è quello dell'Apollo 11, che sbarcò per la prima volta sulla Luna. Fu una scelta di Michael Collins, autore dell'intero stemma, per rappresentare tutte le persone che avevano contribuito alla missione. La versione iniziale dello stemma aveva l'aquila che allunava con il ramo d'ulivo nel becco, secondo logica, ma gli alti papaveri a Washington ritennero troppo minacciosi gli artigli protesi dell'aquila americana e così fu deciso di mettere l'ulivo fra gli artigli, rendendo però impossibile l'atterraggio del volatile. Lo stemma è inoltre sbagliato nella direzione delle ombre della Terra, che non corrispondono a quelle disegnate sulla superficie lunare (
Space Mission Patches). L'unica altra missione Apollo il cui stemma non riporta i nomi degli astronauti è la 13 (
Space Mission Patches).
L'epitaffio che non fu. Il Presidente Nixon aveva pronta una dichiarazione da leggere al paese se gli astronauti dell'Apollo 11 non fossero stati in grado di ripartire dalla Luna. Il testo è pubblico, e una sua traduzione è disponibile in italiano
qui.
Capsula riciclata. Il primo veicolo spaziale riutilizzabile non fu, come molti pensano, lo Shuttle, bensì una capsula Gemini. il 19 gennaio 1965 la capsula Gemini 2 fu lanciata per un volo spaziale suborbitale, senza equipaggio a bordo, per collaudarne i sistemi e in particolare lo scudo termico. Il 3 novembre 1966 la capsula fu lanciata di nuovo, sempre senza equipaggio, per collaudare il simulacro del MOL (
Manned Orbiting Laboratory), la stazione spaziale che l'aviazione militare statunitense voleva costruire. Il programma fu poi annullato.