Perché alla NASA sono deficienti e si dimenticano di mettere le stelle quando falsificano le foto per un complotto dal quale dipende il prestigio e la credibilità dell'intera nazione.
sono troppo fioche rispetto al suolo lunare fortemente illuminato dal sole. Se siete allo stadio, di sera, vedete le stelle in cielo nonostante i riflettori che illuminano il campo? Appunto.
È una questione di tecnica fotografica di base. Del resto, le stelle non ci sono neanche nelle foto scattate nello spazio dal nostro Umberto Guidoni o dagli astronauti dello Shuttle, come lo svizzero Claude Nicollier nell'immagine qui accanto; diventano visibili soltanto se si usa un tempo di posa molto lungo (
Alcuni obiettano che nelle fotografie degli astronauti sulla Luna il drappo della bandiera sembra garrire nel vento, come nell'immagine qui accanto. Ma sulla Luna non c'è aria e quindi non c'è vento: pertanto, secondo loro, il drappo dovrebbe penzolare mollemente dall'asta.
In realtà la bandiera sembra sventolare perché è sorretta da un'astina orizzontale telescopica, ben visibile se si guardano con attenzione le immagini (per esempio l'ingrandimento della stessa foto mostrato qui sotto). La NASA, infatti, si rese conto che una bandiera floscia non avrebbe fatto un bell'effetto nel vuoto e quindi escogitò questa soluzione tecnica semplice ed efficace.
Il suo aspetto stropicciato deriva dal fatto che fu portata sulla Luna strettamente ripiegata e arrotolata e gli astronauti decisero di non spianarla troppo per darle appunto un aspetto vivace che desse l'idea di uno sventolio tradizionale. In alcune missioni, inoltre, l'astina telescopica non si estese completamente, per cui il bordo superiore della bandiera rimase raccolto invece di tendersi, contribuendo alla stropicciatura.
, come lo è qualsiasi altro oggetto che si erga al di sopra del suolo. Infatti la Luna è visibile in cielo perché
. La riflette relativamente poco, ma comunque abbastanza da creare una gran bella Luna piena e da essere l'unico corpo celeste chiaramente visibile in pieno giorno dalla Terra.
Le foto che ritraggono soggetti in ombra furono scattate tenendo conto della poca luce: infatti le parti illuminate dal sole sono sovraesposte, esattamente come avviene nel modellino mostrato qui accanto (
Non è vero che sono tutte perfette. In realtà non tutte le foto riuscirono: semplicemente la NASA pubblicò soltanto quelle buone, come avviene in qualunque
fotografico. Ma negli archivi dell'agenzia spaziale
. Sono comunque disponibili per la consultazione via Internet (
).
Inoltre le fotocamere erano dotate di obiettivi grandangolari, equivalenti a obiettivi da 24 mm tradizionali, con inquadrature molto larghe che rendevano sufficiente una mira alla buona in direzione del soggetto (
dettagli). Gli astronauti si erano addestrati a valutare l'esposizione e la messa a fuoco a occhio, come facevano da sempre i fotografi prima che venissero inventati gli automatismi (
dettagli).
1.5. Nelle foto, le ombre non sono parallele, quindi devono essere state prodotte da più di una fonte di luce; come è possibile, visto che sulla Luna c'è una sola fonte, cioè il Sole?
Anche nelle foto scattate sulla Terra le ombre non sono parallele: si chiama
prospettiva. Se poi le ombre cadono su un terreno irregolare, in zone con pendenze differenti, l'effetto è ancora più vistoso.
E se davvero ci fossero state fonti di luce multiple, ogni oggetto avrebbe dovuto proiettare ombre multiple, come i calciatori allo stadio nelle partite notturne (
dettagli).
1.6. Perché le ombre degli astronauti hanno lunghezze differenti?
La tesi lunacomplottista è che l'effetto sia prodotto dalla diversa vicinanza degli astronauti-attori ai riflettori del set cinematografico. La realtà è che la superficie della Luna è irregolare e presenta avvallamenti d'ogni sorta, che si notano poco per via della mancanza di oggetti familiari di riferimento.
Infatti basta ricostruire la scena con un modellino per accorgersi che un astronauta che si trovi in un avvallamento anche modesto proietterà un'ombra di lunghezza differente rispetto a quella del suo compagno che sta in piano. Nella foto qui sopra, l'astronauta di sinistra è in una lieve conca del terreno, documentata da altre fotografie dello stesso luogo: lo si vede dalla curvatura dell'ombra dell'asta della bandiera (
dettagli).
1.7. Come mai in una foto l'ombra del LEM arriva all'orizzonte?
In realtà l'ombra arriva al bordo rialzato di un cratere, che copre il vero orizzonte, parecchio più lontano. Altre foto mostrano chiaramente quest'effetto (
dettagli).
1.8. Perché manca l'ombra della bandiera?
La celeberrima foto del saluto di Buzz Aldrin alla bandiera americana, scattata durante il primo sbarco sulla Luna (AS11-40-5874, mostrata qui accanto), è spesso accusata di essere un fotomontaggio, asserendo che manca l'ombra della bandiera.
In realtà basta osservare la lunghezza delle ombre degli oggetti circostanti per rendersi conto che il sole è basso e quindi l'ombra del drappo cade al di fuori dell'inquadratura.
L'ombra dell'asta, invece, c'è: non la si vede nelle copie sgranate usate solitamente dai sostenitori delle tesi di messinscena, ma è presente negli originali ad alta risoluzione. E' la sottile linea scura che si scorge dietro le gambe dell'astronauta, grosso modo all'altezza delle caviglie, come si vede qui sotto (l'immagine è ingrandibile cliccandovi sopra).
L'ombra non si trova dove ce l'aspettiamo, ossia alla stessa altezza alla quale si trova la base dell'asta, perché dietro la bandiera c'è un avvallamento del terreno che la deforma.
Questo fatto è ben visibile in altre immagini della stessa missione, come la AS11-37-5480 mostrata qui accanto (ingrandibile cliccandovi sopra): tracciando una linea diritta dalla base dell'asta al bordo del drappo si nota che l'ombra dell'asta è ricurva, segno che si trova in una concavità della superficie lunare.
1.9. Ci sono immagini dello stesso luogo con e senza il modulo lunare: hanno riciclato i fondali?
No, perché non si tratta affatto dello stesso luogo, ma di luoghi separati fra loro anche da un chilometro e mezzo. Per questo in alcune foto non c'è il modulo lunare: è troppo lontano. Tutto qui.
I "fondali" sembrano identici soltanto se li si guarda superficialmente. Il confronto dettagliato fra le immagini, invece, rivela differenze tipiche delle foto di oggetti tridimensionali lontani (montagne lunari) fotografati da luoghi leggermente differenti.
È come fotografare il Vesuvio da due punti separati da qualche centinaio di metri: il vulcano avrà sostanzialmente lo stesso aspetto, ma le case in primo piano saranno "scomparse" dalla foto. Eppure nessuno pensa che il Vesuvio sia un fondale finto.
Inoltre sulla Luna non c'è aria, quindi non esiste il graduale offuscamento atmosferico che ci indica che un oggetto è lontano, e non ci sono oggetti familiari (alberi, case) che diano il senso delle dimensioni. Di conseguenza, quelle che sembrano essere collinette vicine sono in realtà montagne alte oltre 4500 metri e situate a diversi chilometri dal punto di allunaggio, semplicemente viste da punti diversi: è ovvio che gli oggetti in primo piano saranno differenti. Le montagne, a causa della loro distanza e delle loro dimensioni, cambiano solo lievemente quando cambia il punto di ripresa delle foto (
dettagli).
1.10. Nelle foto si vedono file regolari di luci riflesse nelle visiere dei caschi degli astronauti: sono i riflettori del set cinematografico usato per falsificare le immagini?
No. Sono graffi prodotti dallo sfregamento dei guanti degli astronauti, sporchi di polvere lunare abrasiva, contro la visiera, per spostare i parasole laterali del casco stesso. Ingrandendo le foto originali si vede che le luci non hanno affatto una disposizione e una forma regolare (
dettagli).
1.11. Come mai in alcune foto le crocette nere che suddividono l'immagine in riquadri sono coperte dagli oggetti?
Perché quando si fotografa un oggetto filiforme scuro contro uno sfondo chiaro e luminoso, l'oggetto filiforme tende a scomparire, inghiottito dal chiarore circostante: è un fenomeno ben noto ai fotografi.
Del resto, che senso avrebbe avuto un ritocco del genere? Le crocette "mancanti" non riguardano dettagli significativi delle immagini. E perché mai alla NASA sarebbero stati così cretini da commettere un errore del genere? Ma soprattutto, se le foto fossero state fatte in studio, che bisogno ci sarebbe stato di aggiungere oggetti tramite fotomontaggio? Sarebbe bastato tornare in studio e rifare la foto (
dettagli).
1.12. In una foto si vede una "C" su un sasso e un'altra "C" sul terreno accanto al sasso: sono i riferimenti dello scenografo?
No, la "C" sul sasso è in realtà soltanto un pelucco intrufolatosi durante la duplicazione delle foto originali (fatta con un processo fotografico chimico, non digitale) e quella sul terreno è un'ombra irregolare che sembra una "C" soltanto se la si guarda da lontano.
La vera natura di questi segni si nota guardando le versioni ad alta risoluzione delle immagini originali (
dettagli).
1.13. In alcune foto ufficialmente consecutive, l'antenna radio degli astronauti appare e scompare: ma allora non sono consecutive?
No, sono consecutive: l'antenna situata sullo zaino "scompare" soltanto nelle versioni a bassa risoluzione delle foto. Nelle versioni di alta qualità c'è eccome. L'antenna, inoltre, era piatta, per cui si vede poco nelle foto nelle quali è disposta di taglio rispetto all'osservatore (
dettagli).
1.14. Perché la rivista italiana Fotografare ha scritto che le foto lunari sono false?
Perché lo scrisse, precisamente nel numero di agosto del 1989, un autore noto per le sue eccentricità pseudoscientifiche ed esoteriche, che oltretutto inanella una serie imbarazzante di errori tecnici (
dettagli).
1.15. Come mai l'orizzonte è troppo buio e la superficie dove c'è l'astronauta è troppo chiara, come se fosse illuminata da un riflettore apposito?
E quindi gli organizzatori della messinscena sarebbero stati così idioti da commettere e pubblicare un errore dilettantesco del genere?
In realtà non è l'orizzonte ad essere buio (infatti è scuro quanto il terreno in primissimo piano), ma è il terreno sotto l'astronauta che è più chiaro di quello circostante, perché l'astronauta si trova nella fascia di terreno spazzata dal getto del modulo lunare durante l'allunaggio (
dettagli).
1.16. Com'è possibile fare foto in controluce sulla Luna, se non c'è atmosfera?
Perché l'atmosfera non c'entra nulla con il controluce. Secondo i lunacomplottisti, siccome sulla Luna manca l'atmosfera che diffonde la luce, le ombre sono nerissime e quindi le foto ufficiali che mostrano gli astronauti sono dei falsi.
In realtà non è affatto vero che è l'atmosfera a gettare luce nelle zone in ombra. L'atmosfera non c'entra nulla, e questo lo sa qualunque fotografo professionista. Le ombre vengono rischiarate dalla luce riflessa dalle superfici circostanti, compreso il terreno e il soggetto stesso: questo concetto vale sulla Terra e anche sulla Luna.
Nelle foto lunari, quindi, le ombre sono rischiarate dalla luce riflessa dal terreno circostante, illuminato dal sole (tanto che la Luna è visibile da Terra anche di giorno), e dalla luce riflessa dalle tute bianche degli astronauti.
1.17. Come mai in alcune foto mancano le tracce delle ruote della jeep lunare?
Perché il Rover, sulla Luna, pesava 33 chili e poggiava sulla superficie di quattro ruote, per cui premeva sul terreno meno di quanto facessero gli astronauti. Inoltre in molti casi furono cancellate dalle successive impronte degli astronauti o non sono dove ce le aspettiamo, perché il Rover era talmente leggero che gli astronauti lo sollevavano e giravano a mano (
dettagli).
1.18. Come mai negli archivi NASA ci sono foto ritoccate?
Perché alcune foto fornite alla stampa sono state reinquadrate o hanno subìto l'aggiunta di una porzione di cielo, ma soltanto per renderle esteticamente più gradevoli. Alcuni siti hanno pubblicato copie acquisite male con lo scanner e le hanno ritoccate per togliere pelucchi e graffi, ma gli originali non ritoccati e scanditi per bene sono pubblicamente disponibili presso i siti indicati nella colonna di destra di Complotti Lunari.
E poi pensateci un attimo:
se le foto sono ritoccate, vuol dire che sono state fatte sulla Luna: altrimenti sarebbe bastato tornare in studio e rifarle per bene (
dettagli).
1.19. La prima missione fece 121 foto in 151 minuti di passeggiata lunare, con una sola fotocamera: come è possibile che gli astronauti abbiano scattato così tante foto in così poco tempo mentre facevano esperimenti?
Perché quasi la metà delle foto scattate dagli astronauti dell'Apollo 11 furono fatte a gruppi di 8-12 scatti in rapida successione, senza cambiare punto di ripresa ma semplicemente ruotando su se stessi, per formare delle panoramiche. Lo stesso vale per le altre missioni (
dettagli).
2. Presunte prove video
2.1. Come mai la bandiera americana sventola, come se ci fosse aria sulla Luna?
Perché, in uno studio cinematografico invece ci sono gli spifferi e i registi della più importante messinscena della storia sarebbero stati così stupidi da lasciare dei ciak sbagliati che tradiscono il trucco?
No, la bandiera "sventola"
soltanto quando l'astronauta la scuote. Anche sulla Terra si può far "sventolare" una bandiera in assenza di vento: basta darle una bottarella. Quando l'astronauta molla l'asta della bandiera, il drappo dondola un po', e lo fa in modo innaturale, rigido, senza essere frenato e senza cambiare forma come avviene in atmosfera, perché si muove nel vuoto: quindi il dondolio della bandiera è semmai una prova che le riprese furono effettuate in assenza d'atmosfera. Guardate bene i filmati lunari e confrontateli con il dondolio di una bandiera in aria.
La controprova è che dopo che gli astronauti l'hanno piantata e lasciata assestare, tutte le riprese di una stessa missione mostrano la bandiera spiegazzata esattamente nello stesso modo. Se ci fosse stata aria, avrebbe cambiato posizione. Fra queste due immagini, tratte dalla missione Apollo 11, ci sono 38 minuti di intervallo, ma la bandiera è esattamente uguale.
C'è però un'eccezione: in un punto delle riprese video della missione Apollo 15 la bandiera oscilla senza essere stata toccata. Si tratta però di un effetto elettrostatico, dovuto al passaggio di un astronauta nelle immediate vicinanze, simile all'effetto che si ottiene sfregando contro un maglione di lana un bastoncino di plastica, che attira capelli o pezzetti di carta. È un fenomeno che sulla Terra, in atmosfera, non sarebbe osservabile su un drappo così grande, che verrebbe frenato dalla resistenza dell'aria. Questa ripresa, quindi, in realtà dimostra ancora una volta che la ripresa fu effettuata nel vuoto.
2.2. In un video si vede il volto dell'astronauta: come mai non viene ustionato dai raggi del sole, che sulla Luna non sono filtrati dall'atmosfera?
Per lo stesso motivo per il quale non riuscite ad abbronzarvi in auto se non abbassate i finestrini: il vetro è trattato un modo da lasciar passare la luce visibile ma bloccare i raggi ultravioletti che causano le scottature solari. È una tecnologia comunissima, si usa anche negli occhiali da sole. E comunque è stata un'esposizione momentanea: il video è
questo, tratto dalla missione Apollo 17. Altre esposizioni altrettanto momentanee sono avvenute nelle altre missioni, compresa la prima (Apollo 11).
Alla NASA non erano mica citrulli. Ci avevano pensato, a differenza di chi fa domande come questa senza rendersi conto che ne ha la risposta sotto il naso, nella vita di tutti i giorni.
2.3. Come è possibile che ci sia un video, ripreso dall'esterno, della discesa del primo astronauta, se non c'era nessuno già sulla Luna?
Semplice: il primo astronauta a uscire dal modulo lunare azionava, mentre era in cima alla scaletta (quella a destra nella foto qui accanto), un cavo che estraeva la telecamera da un contenitore ribaltabile, chiamato
MESA, situato su uno dei lati della base del veicolo. Nella foto qui accanto il MESA è lo scatolone inclinato che sta verso sinistra, e la freccia indica la telecamera. L'immagine è cliccabile per ingrandirla.
L'obiettivo grandangolare della telecamera permetteva di inquadrare da un punto fisso calcolato in anticipo la scaletta e l'astronauta durante la sua discesa verso il suolo, senza che fuori ci fossero operatori TV.
La medesima telecamera veniva poi tolta dal suo alloggiamento e montata su un treppiede a una certa distanza dal modulo lunare, in modo da riprendere l'intera escursione sulla superficie della Luna.
2.4. Come è possibile che ci sia un video del decollo del modulo lunare dalla Luna, se nessuno rimase sulla Luna a riprenderlo?
Perché la telecamera, montata sul Rover (l'auto elettrica lunare), era radiocomandata da un operatore sulla Terra. La ripresa non proviene dal primo sbarco, ma dall'ultimo, l'Apollo 17. Ci sono pagine su pagine di documentazione sui calcoli che si resero necessari per dare il segnale di movimento della telecamera con il giusto anticipo, in modo da tenere conto del ritardo di trasmissione Terra-Luna.
Basta leggere la documentazione tecnica, invece dei libri dei lunacomplottisti, che guarda caso non sono mai dei tecnici.
Un'animazione digitale, tratta dal documentario Live from the Moon della Spacecraft Films, spiega come la telecamera montata sul Rover (a destra) inseguì il modulo lunare (a sinistra) e trasmise le immagini a Terra attraverso l'antenna parabolica che si intravede in alto.
2.5. In un video c'è un astronauta caduto che si rialza con incredibile facilità: è stato aiutato da cavi invisibili?
No. Gli astronauti, sulla Luna, pesavano un sesto del normale. Zaino e tuta pesavano circa 90 kg in tutto sulla Terra, per cui sulla Luna un astronauta di 80 kg che indossava tuta e zaino (170 kg in tutto sulla Terra) pesava 28 kg circa tutto compreso. Perché avrebbe dovuto far fatica?
La manovra sembra insolita perché oltre alla gravità ridotta c'è il fatto che l'astronauta porta uno zaino che pesa quanto lui, per cui il suo baricentro è spostato. Per questo gli astronauti camminano pendendo in avanti, come chi porta un carico di legna in montagna.
Ipotizzare l'uso di cavi è ridicolo perché ci sono riprese continuative che durano decine di minuti, durante i quali gli astronauti cambiano direzione e posizione ripetutamente. Come avrebbero fatto a non ingarbugliarsi questi ipotetici cavi?
2.6. Come mai ogni tanto nei video si vede un luccichìo di fili? Sono quelli che reggono gli astronauti?
No. Non sono fili o cavi: di solito sono
artefatti di compressione, ossia errori introdotti dalla conversione ripetuta dei video da un formato all'altro, per esempio per la pubblicazione su Youtube. I video originali, ai quali bisogna sempre fare riferimento per qualunque analisi invece di basarsi su copie sgranate e riconvertite chissà quante volte, non presentano questi fenomeni.
In altri casi si tratta dell'antenna radio montata sullo zaino degli astronauti, che essendo piatta tende a non essere visibile quando è vista di taglio e poi ricompare quando l'astronauta si gira.
2.7. Perché gli astronauti fanno salti così miseri?
Secondo i lunacomplottisti, la ridotta gravità lunare (un sesto di quella sulla Terra) dovrebbe permettere salti altissimi. Invece nei video delle missioni lunari si vedono solo piccoli balzi come questo di John Young (Apollo 16):
La ragione è molto semplice. Primo, l'astronauta indossa una tuta e uno zaino che sulla Terra pesano complessivamente 80 chili. È vero che sulla Luna pesano un sesto, ossia 13 chili, ma sono comunque 13 chili di zavorra che riducono la possibilità di salto.
Secondo, sulla Luna si riduce il
peso, ma la massa rimane invariata. Quindi l'astronauta che salta deve vincere l'inerzia di tutti e 80 i chili della tuta e dello zaino, oltre che quella del proprio corpo, esattamente come sulla Terra.
Terzo, la tuta è molto rigida e impedisce di flettere significativamente le gambe e quindi di esercitare grandi sforzi. Provate a saltare da fermi flettendo poco le gambe, come mostrato nel fotogramma qui accanto (tratto dal momento di massima flessione prima del salto), e vedrete che i vostri risultati saranno piuttosto scarsi.
Quarto, l'astronauta è sulla Luna, circondato dal vuoto. Se cade e si rompe il casco, si strappa la tuta o si danneggia lo zaino che gli fornisce ossigeno, rischia di morire soffocato. In queste condizioni, magari è meglio non fare tentativi di salto troppo esagerati.
2.8. Come si spiega il video Moontruth.com, che mostra uno dei ciak sbagliati della discesa di Neil Armstrong sulla Luna?
È un video-burla girato nel 2002 dall'agenzia pubblicitaria londinese The Viral Factory (
dettagli).
2.9. Come si spiega il video in cui Aldrin, Kissinger, Rumsfeld, la moglie di Stanley Kubrick e altri confessano che gli sbarchi furono una messinscena?
Si tratta di spezzoni di un documentario-parodia francese,
Opération Lune (Dark Side of the Moon, Operazione Luna), di William Karel, trasmesso dalla rete televisiva Arte nel 2002. Lo scopo del documentario è ricordare allo spettatore che la televisione va sempre guardata con occhio critico, senza fermarsi alla superficialità delle immagini tolte dal contesto e senza fidarsi dell'apparente autorevolezza dei personaggi celebri.
Infatti se lo si guarda tutto e con attenzione ci si accorge delle assurdità dette dai protagonisti e si nota che alcuni dei nomi citati sono presi di peso dal mondo della finzione cinematografica, come Jack Torrance (da
Shining) e David Bowman (da
2001: Odissea nello spazio). E sui titoli di coda ci sono i fuori scena dei vari intervistati che si chiedono se sono stati credibili nel recitare le battute.
Vari spezzoni del documentario circolano su Youtube, tolti dal proprio contesto, e vengono spesso presi per veri dai lunacomplottisti che si fermano alla visione superficiale e non fanno alcun controllo di veridicità: in altre parole, dimostrano in pieno la tesi del documentario-parodia (
dettagli).
3. Presunte prove tecnologiche
3.1. Nessuno ha più messo piede sulla Luna da quel lontano 1969, vuol dire che ancor oggi è impossibile farlo?
No. Vuol dire che costa ed è pericoloso. Tecnologicamente parlando, non è impossibile oggi e non lo era neanche nel 1969, ma è molto pericoloso, è molto difficile e soprattutto oggi non c'è la stessa volontà politica di farlo a qualunque costo e di rischiare la vita delle persone: la corsa per battere i sovietici è finita da un pezzo, per cui si fanno missioni automatiche, meno costose e rischiose. Adesso la NASA si sta preparando a tornarvi, con le tecnologie di oggi e con costi e rischi molto più bassi. E le missioni lunari sono finite nel 1972, non nel 1969 (
dettagli).
3.2. Perché non ci provarono i russi?
Ci provarono eccome. Solo che il loro grande razzo vettore N1, progettato appositamente per la missione lunare, aveva una spiacevole tendenza a esplodere. Per cui il progetto fallì, gli americani arrivarono primi, e il piano lunare sovietico fu abbandonato e tenuto segreto per non ammettere l'imbarazzo. Ma la documentazione è rimasta.
3.3. Perché non lanciamo delle sonde automatiche per raggiungere la Luna e fotografare i veicoli Apollo?
È già stato fatto, e infatti ci sono le foto dei veicoli Apollo. Cina, India, Giappone e Stati Uniti hanno messo in orbita intorno alla Luna numerosi satelliti automatici, alcuni dei quali sono tuttora in funzione. Ma nessuno di essi aveva a bordo fotocamere sufficientemente potenti da catturare immagini dei luoghi d'allunaggio tanto nitide da mostrare i veicoli degli astronauti. La sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) è stata la prima a poterlo fare, e lo ha fatto (
dettagli). Le prime immagini sono state pubblicate il 17 luglio 2009.
Inoltre alcuni strumenti della sonda giapponese Kaguya hanno fatto rilievi molto precisi delle zone degli sbarchi. E guarda caso, i rilievi giapponesi corrispondono esattamente a quello che si vede nelle foto degli astronauti americani di quarant'anni prima (
dettagli).
3.4. Come è possibile che tutto sia andato così perfettamente liscio?
Non andò affatto così. Tre astronauti morirono sulla rampa di lancio (Apollo 1). L'Apollo 13 ebbe un'esplosione a bordo che le impedì di allunare e quasi uccise l'equipaggio. L'Apollo 12 fu colpita da un fulmine al decollo. L'Apollo 11 ebbe un guasto al computer proprio durante l'allunaggio, e l'aggancio del modulo lunare alla capsula Apollo, dopo l'allunaggio, fece perdere il controllo dei veicoli. Vari equipaggi furono perseguitati da nausea, vomito e diarrea. Un elenco parziale ma corposo delle cose che andarono storte è riportato in
questo articolo.
3.5. Come faceva la jeep a starci dentro il modulo lunare?
Era ripiegata e alloggiata dentro uno degli scomparti a forma di cuneo riservati alle attrezzature scientifiche del LM e predisposti nella base del modulo lunare.
Le riprese televisive degli sbarchi mostrano bene la
procedura per estrarre e ricomporre il Rover nella sua configurazione di utilizzo.
La jeep era poco più di un telaio d'alluminio con quattro piccoli motori elettrici (più due per lo sterzo), un pacco batterie e due seggiolini tubolari. Sulla Terra pesava in tutto 200 chilogrammi. Essendo elettrica, non le servivano cambio, alberi di trasmissione e assali per le ruote (i motori erano accoppiati direttamente alle ruote), per cui poteva essere ripiegata in una forma molto compatta (
dettagli).
3.6. Perché non si punta un telescopio sui punti di allunaggio e si guarda se ci sono i veicoli lasciati dagli astronauti?
Perché nessuno dei telescopi terrestri o spaziali attuali è sufficientemente potente. Ce ne vorrebbe uno con uno specchio di almeno 45 metri di diametro, mentre il più grande esistente supera di poco i dieci. Anche il telescopio spaziale Hubble è troppo piccolo. Basta fare i calcoli (
dettagli).
3.7. Ma il computer non era troppo primitivo?
Spesso capita di sentir dire che un moderno telefonino ha più memoria e potenza di calcolo del computer delle missioni Apollo e che quindi è impensabile che sia stata raggiunta la Luna con un trabiccolo del genere. Le cose stanno un po' diversamente.
Innanzi tutto, non c'era
"un" computer a bordo dei veicoli Saturn-Apollo, ma
sette: due AGC (
Apollo Guidance Computer), uno nel modulo lunare e uno nel modulo di comando; un LVDC (
Launch Vehicle Digital Computer) a bordo del Saturn V; e un AGC (
Abort Guidance System) nel modulo lunare. Gli altri tre erano gli astronauti, tutti addestrati a calcolare traiettorie, rendezvous e orbite usando regoli calcolatori e ad orientarsi usando le stelle. Inoltre a Terra c'erano i grandi calcolatori del Controllo Missione.
Concepire gli astronauti come "computer" di bordo non è una battuta: fu la scelta che permise gli allunaggi, sopperendo alle lacune degli automatismi dell'epoca. Basti pensare alle correzioni che dovettero fare Armstrong e Aldrin per evitare che i sistemi automatici di allunaggio li portassero in una distesa irta di massi.
4. Presunte prove fisiche
4.1. Sulla Luna la temperatura oscilla da -100 a +100°C: come ha fatto la pellicola a non liquefarsi?
Perché quelle sono temperature massime e minime
del suolo: gli astronauti allunarono poco dopo l'alba locale, quando le temperature erano molto più miti. Oltretutto quei valori sono appunto riferiti al suolo, rispetto al quale la pellicola era isolata dal vuoto, come in un thermos. Sulla Luna non c'è atmosfera che conduca il calore dal suolo alla pellicola.
La pellicola era comunque di un tipo speciale, resistente agli sbalzi termici, già usata per le ricognizioni aeree d'alta quota, e le fotocamere erano trattate per riflettere il calore dell'esposizione al sole, che oltretutto non è molto diverso da quello che si ha in montagna sulla Terra (
dettagli).
4.2. Perché le radiazioni delle fasce di Van Allen non uccisero gli astronauti e non velarono le pellicole?
Perché alla NASA non erano scemi e fecero i conti prima; mica lanciarono gli astronauti alla buona verso l'ignoto. La scienza conosceva già la natura delle fasce di Van Allen dal 1958 e il progetto Apollo ne tenne conto. Fu effettuata una missione apposita di prova senza equipaggio, la Apollo 4, per misurare le radiazioni in cabina.
Le missioni lunari passarono rapidamente attraverso queste fasce, situate intorno alla Terra, e grazie all'apposita schermatura della capsula gli astronauti subirono dosi di radiazioni paragonabili a quelle di una radiografia o a quelle che riceve ognuno di noi in tre anni di vita sulla Terra al livello del mare.
Le pellicole furono ulteriormente protette da contenitori speciali. Per difendersi dalle radiazioni delle fasce di Van Allen non occorrono lastre di piombo pesantissime o altre assurdità: sono affermazioni inventate dai lunacomplottisti (
dettagli).
4.3. Perché non c'è un cratere o un segno vistoso del motore sotto il modulo lunare?
E perché mai ci dovrebbe essere? I motori a getto degli aerei a decollo verticale come l'Harrier, ben più potenti di quelli del modulo lunare, non producono crateri o segni al suolo. E' vero che i disegni NASA fatti prima degli allunaggi mostravano un cratere, ma era una congettura, visto che non si sapeva quasi nulla della natura del suolo lunare (
dettagli).
4.4. Perché le zampe del modulo lunare dell'Apollo 11 non sono impolverate come in altre missioni?
E perché dovrebbero esserlo? La polvere sulla Luna non è uguale dappertutto. L'Apollo 11 allunò in una zona pianeggiante dei "mari" lunari; molte altre missioni allunarono nelle zone montuose. Non c'è da stupirsi che fra pianura e montagne ci siano differenze geologiche e quindi differenze di polvere e consistenza del suolo (
dettagli).
4.5. Non è strano che le impronte degli astronauti siano così nitide se il suolo lunare è completamente asciutto?
E' strano, ma è giusto. E' infatti una proprietà che ha la
regolite (il principale componente minerale della superficie dei "mari" lunari) quando è asciutta ed è nel vuoto. La trasmissione
Mythbusters ha ricostruito la situazione in una camera a vuoto usando un materiale geologicamente identico alla regolite e ha ottenuto lo stesso risultato.
4.6. Come mai una roccia lunare donata dagli USA all'Olanda si è rivelata falsa?
Si tratta probabilmente di una burla inventata da due artisti olandesi. Il fatto che sia stata scoperta la falsificazione dimostra che se ci fossero falsificazioni nelle missioni lunari, verrebbero smascherate pubblicamente, senza le omertà teorizzate dai lunacomplottisti (
dettagli).
5. Morti sospette
5.1. È vero che l'astronauta Gus Grissom fu ucciso in un incendio durante un'esercitazione a terra con la capsula Apollo 1 per farlo tacere, perché stava per rivelare che l'Apollo non avrebbe mai potuto raggiungere la Luna?
No: alcuni lunacomplottisti lo
insinuano e il figlio Scott Grissom lo sospetta, ma senza avere alcuna prova concreta. Del resto, questa tesi di complotto è particolarmente assurda: secondo i lunacomplottisti,
Gus Grissom stava per rivelare pubblicamente che i veicoli Apollo erano pericolosamente inaffidabili e quindi sarebbe stato deciso di zittirlo facendolo morire... in un incendio della capsula che avrebbe rivelato a tutti che i veicoli Apollo erano pericolosamente inaffidabili. Geniale.
5.2. È vero che l'ispettore della sicurezza Thomas R. Baron fu ucciso per non rivelare che il programma Apollo non sarebbe mai arrivato sulla Luna?
No. Come spiega persino il
filmato usato dai lunacomplottisti per sostenere la loro tesi, Baron morì
dopo che il disastro fatale dell'Apollo 1, costato la vita a tre astronauti, era diventato di dominio pubblico e
dopo aver testimoniato anche per iscritto di fronte al Congresso. Eliminare il testimone dopo che ha già testimoniato in pubblico sarebbe il massimo dell'idiozia, ma questo non sembra turbare i sostenitori di questa teoria (
dettagli).
5.3. Come mai ci furono ben dieci morti misteriose fra gli astronauti? Fu per farli tacere?
No. I lunacomplottisti dimenticano che il mestiere di pilota di velivoli ad altissime prestazioni, portati al limite per fare sperimentazione, è molto pericoloso. I piloti collaudatori morivano spesso negli anni Cinquanta e Sessanta, anche al di fuori del programma spaziale: basta leggersi qualche libro di storia dell'aviazione.
Anche se il
filmato presentato dai lunacomplottisti mostra quasi esclusivamente fotografie prive di nomi, le ricerche hanno permesso di identificare chi sono questi dieci morti misteriosi. Emerge che due di loro, Michael James Adams e Robert Henry Lawrence, erano astronauti militari
non coinvolti nel progetto Apollo; quattro, ossia Charles Bassett, Elliott See, Theodore Freeman e Clifton Williams, perirono in tre incidenti aerei con addestratori supersonici T-38 (erano piloti collaudatori); Ed Givens ebbe un incidente d'auto; e Gus Grissom, Ed White e Roger Chaffee morirono nell'incendio dell'Apollo 1. E' una casistica sospetta per un gruppo di piloti che quotidianamente compiono voli ad alto rischio su veicoli spesso non collaudati?
6. UFO e allunaggi
6.1. È vero che Buzz Aldrin, il secondo uomo sulla Luna, ha detto di aver visto un UFO?
No. Ha detto di aver visto, durante il viaggio verso la Luna, un oggetto che non fu in grado di identificare al momento, ma che le analisi successive identificarono con sostanziale certezza: uno dei pannelli che racchiudevano come petali il modulo lunare (
dettagli).
6.2. È vero che l'astronauta Buzz Aldrin ha detto che su una luna di Marte c'è un monolito e che questo dimostra che la NASA sa degli extraterrestri?
Sì, ma la parola
monolito indica semplicemente qualunque grosso sasso. Il contesto in cui Aldrin ha pronunciato la frase chiarisce che non sta parlando di manufatti alieni (
dettagli).
6.3. È vero che vi fu una missione lunare segreta, l'Apollo 20, per recuperare un'astronave aliena?
No. L'intera vicenda, con i suoi video e documenti, è una burla congegnata da un artista francese, Thierry Speth (
dettagli).
6.4. È vero che c'è una registrazione clandestina in cui gli astronauti dell'Apollo 11 trovano strutture aliene sulla Luna?
No. Basta ascoltare le voci autentiche degli astronauti (Armstrong e Aldrin) per accorgersi che la "registrazione clandestina" è un falso molto approssimativo, perché le sue voci non somigliano neanche lontanamente a quelle degli astronauti veri. I dialoghi provengono in realtà dal documentario-parodia britannico
Alternative 3 del 1977 (
dettagli).
7. Tesi alternative
7.1. E se gli astronauti fossero partiti davvero ma rimasti in orbita intorno alla Terra, per non esporsi alle letali radiazioni delle fasce di Van Allen?
A parte il fatto che le radiazioni delle fasce di Van Allen non sono letali alle dosi ricevute dagli astronauti nel loro rapido attraversamento, se il veicolo Apollo fosse rimasto in orbita sarebbe stato visibile da Terra anche a occhio nudo, come lo sono anche oggi i satelliti artificiali (ben più piccoli del veicolo Apollo) e come lo è lo Shuttle, che sta in orbite parecchio più alte. Anzi, le missioni Apollo furono avvistate anche durante il viaggio da e verso la Luna dagli astrofili e dagli astronomi di tutto il mondo con i loro telescopi (
dettagli).
8. Altri dubbi
8.1. Come mai la NASA non ha mai risposto alle accuse dei sostenitori della messinscena?
Lo ha fatto, per esempio in
questa pagina Web.
8.2. Se nessun telescopio terrestre è ancor oggi in grado di vedere i veicoli lasciati sulla Luna, come fecero gli astrofili dell'epoca ad avvistarli durante il viaggio?
Durante il viaggio i veicoli erano ovviamente più vicini e si trovavano su uno sfondo contrastante (il nero dello spazio), per cui erano molto più facili da avvistare, almeno come puntini. Un conto, infatti, è riuscire a scorgere una fonte di luce su uno sfondo buio; un altro è cercare di vedere i dettagli di quella fonte di luce su uno sfondo altrettanto luminoso.
Inoltre lo scarico del carburante inutilizzato dei vari stadi produceva una scia grandissima che rifletteva la luce del sole e dava momentaneamente ai veicoli l'aspetto di una cometa. L'immagine qui accanto, per esempio, scattata dall'osservatorio Smithsonian a Maui, mostra la scia dello scarico del carburante dal terzo stadio del vettore Saturn V della missione Apollo 8.